Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

« La passione di GesùEcco L'uomo »

L'IMMENSITA'

Post n°62 pubblicato il 21 Marzo 2012 da soleincielo83

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champions_3
champions_3 il 21/03/12 alle 23:05 via WEB
L'IMMENSITA' DEL PERDONO. Parole chiave: l'ira di Dio, il perdono, la salvezza, il Vangelo, le promesse di Dio. Nella vita, per vivere bene, e stare bene, è importante vedere la vita con una prospettiva giusta e vera. Questo perché se vediamo le cose in modo storto o sbilanciato, questa nostra visione storta ci arrecherà sempre gravi problemi. Purtroppo, abbiamo la tendenza di guardare troppo alle nostre circostanze del momento, dimenticando il passato e non pensando abbastanza al futuro. Vivere così rovina la vita. Vediamo in tanti esempi che pensare troppo alle circostanze attuali ci fa stare male. Per esempio, se un genitore pensa principalmente ai problemi attuali, sarà scoraggiato. Se un agricoltore, in un momento pesante, pensa solo ai problemi, potrebbe pensare di arrendersi e lasciare tutto. Se un paziente pensa solo al dolore che avrà dopo l'intervento, e non al beneficio che quell'intervento gli recherà, potrebbe cadere nella depressione. Ed è così in quasi ogni campo della vita. Ci serve la prospettiva giusta. Oggi, per aiutarci ad avere la prospettiva giusta, vorrei parlare a voi che siete credenti, ricordandovi quale era la nostra condizione, questa che descriverò è la condizione tuttora di ogni persona che non ha Gesù Cristo come il suo Signore e Salvatore. La nostra condizione naturale: senza Dio Iniziamo perciò ricordando quale era la nostra condizione. Eravamo sotto l'ira di Dio. Noi siamo nati e cresciuti sotto l'ira di Dio. Senza Cristo, saremmo rimasti sotto l'ira di Dio per tutta l'eternità. Consideriamo l'ira di Dio. Dio ha grande ira verso il peccato, e per chi lo commette. Leggo in Romani cap.1:18 “Perché l’ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell’ingiustizia,” (Romani cap.1:18) L'ira di Dio era sopra di noi. Di natura, eravamo tutti figli d'ira, come leggiamo in Efesini cap.2, che parla della nostra condizione di peccato. “1 Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati, 2 nei quali già camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza, 3 fra i quali anche noi tutti un tempo vivemmo nelle concupiscenze della nostra carne, adempiendo i desideri della carne e della mente, ed eravamo per natura figli d’ira, come anche gli altri.” (Efesini cap.2:1-3) Eravamo figli di ira. L'ira di Dio è così terribile che non riusciamo a comprenderne che la minima parte. È più terribile di qualsiasi cosa nel mondo. La Bibbia la descrive in termini terribili. Però, è importante che ci pensiamo e che, con l'aiuto di Dio, comprendiamo sempre di più l'ira di Dio. Per capire qualcosa dell'ira di Dio, leggo alcuni versetti dal Salmo cap.18, in cui il Salmista parla di come Dio nella sua ira ha punito i suoi nemici. Ascoltate, e pensate al fatto che quest'ira era contro ciascuno di noi, a causa dei nostri peccati. “6 Nella mia angoscia invocai l’Eterno e gridai al mio DIO; egli udì la mia voce dal suo tempio, e il mio grido pervenne davanti a lui, ai suoi orecchi. 7 Allora la terra fu scossa e tremò; anche le fondamenta dei monti furono smosse e scrollate, perché egli era acceso d’ira. 8 Un fumo saliva dalle sue narici e un fuoco divorante gli usciva dalla bocca; da lui sprizzavano carboni accesi. 9 Egli abbassò i cieli e discese con una densa caligine sotto i suoi piedi; 10 cavalcava un cherubino e volava; volava veloce sulle ali del vento. 11 Aveva fatto delle tenebre il suo velo, e per padiglione intorno a sé aveva posto l’oscurità delle acque e le dense nubi del cielo. 12 Dallo splendore che lo precedeva si sprigionavano dense nubi, grandine e carboni ardenti. 13 L’Eterno tuonò nei cieli e l’Altissimo fece udire la sua voce con grandine e carboni ardenti. 14 Scagliò le sue saette e disperse i nemici; lanciò fulmini in gran numero e li mise in fuga. 15 Al tuo rimprovero, o Eterno, e al soffio del vento dalle tue narici, gli alvei dei fiumi apparvero e le fondamenta del mondo furono scoperte.” (Salmo 18:6-15) L'ira di Dio è terribile. Leggo anche il Salmo 97:3, e poi anche Habacuc cap.3:5, che parlano di Dio nella sua ira. “Un fuoco lo precede e consuma i suoi nemici tutt’intorno.” (Salmo 97:3 ) “Davanti a lui camminava la peste e pestilenza ardente seguiva i suoi passi.” (Habacuc cap.3:5 ) L'ira di Dio è terribile, più di quanto possiamo concepire. Quando si scatenerà, non ci sarà scampo. Nessuno riuscirà a scampare dall'ira di Dio. Vediamo questa realtà ripetutamente nella Bibbia. Per esempio, vi leggo Apocalisse o Rivelazione delle cose che debbono ancora succedere,Apoc. cap. 6:12-17, che dichiara che non ci sarà scampo. “12 Poi vidi quando egli aperse il sesto sigillo; ed ecco, si fece un grande terremoto, e il sole divenne nero come un sacco di crine, e la luna divenne come sangue; 13 e le stelle del cielo caddero sulla terra, come quando il fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi acerbi. 14 Quindi il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola, ed ogni montagna ed isola fu smossa dal suo luogo. 15 E i re della terra, i grandi, i ricchi, i capitani, i potenti, ogni schiavo ed ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e fra le rocce dei monti, 16 e dicevano ai monti e alle rocce: "Cadeteci addosso e nascondeteci dalla faccia di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, 17 perché è venuto il gran giorno della sua ira; e chi può resistere?".” (Apocalisse 6:12-17) In quel giorno, quando l'ira di Dio sarà rivelata, ci sarà grande terrore, ma non ci sarà alcun posto per nascondersi. Quando arriverà l'ira di Dio, non passerà mai. Quando si cade sotto l'ira di Dio, durerà per tutta l'eternità. Passo ora a leggere Apocalisse 20:8, che descrive lo stagno di fuoco, che sarà la piena manifestazione dell'ira di Dio. “Allora il diavolo, che le ha sedotte sarà gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.” (Apocalisse cap.20:10 ) Non solo il diavolo e la bestia e il falso profeta saranno gettati nello stagno di fuoco, ma anche tutti gli uomini che non avranno ricevuto la salvezza. Leggiamo di questo in Apocalisse cap.21:8. “Ma per i codardi, gl’increduli, gl’immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda".” (Apocalisse cap.21:8) Tutti coloro che saranno nello stagno di fuoco saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli. Questa è la misura dell'ira di Dio. Porterà ad un tormento continuo, che non finirà mai. Alla luce del fatto che l'ira di Dio porterà ad un tormento terribile che durerà per tutta l'eternità, allora, pensa alle tue sofferenze di oggi in confronto. Possono essere sofferenze fisiche, possono essere sentimentali, possono essere sofferenze di preoccupazioni, e sofferenze dovute alla cattiveria di altri. Possono essere pesanti da una certa prospettiva. Però per quanto esse possano essere pesanti, non sono nulla quando vengono paragonate con il tormento eterno, giorno e notte, nei secoli dei secoli, che sarà la manifestazione della giusta ira di Dio. Indubbiamente dio è Amore, ma è anche un fuoco consumante verso quelli che macchinano il male. Alla luce di questa realtà, è grande stoltezza da parte nostra vivere questa vita non ricordando l'ira di Dio. Quanto è stolto considerare i nostri problemi come se fossero grandi, quando nessun male sulla terra è paragonabile alla realtà di dover subire l'ira di Dio per tutta l'eternità. È vera stoltezza non vivere pensando al giudizio e all'eternità. Gesù rende questa realtà chiara quando racconta dell'uomo stolto in S.Luca cap.12. Ve lo leggo: “15 Poi disse loro: "Fate attenzione e guardatevi dall’avarizia, perché la vita di uno non consiste nell’abbondanza delle cose che possiede". 16 Ed egli disse loro una parabola: "La tenuta di un uomo ricco diede un abbondante raccolto; 17 ed egli ragionava fra sé dicendo: Che farò, perché non ho posto dove riporre i miei raccolti? 18 E disse: "Questo farò, demolirò i miei granai e ne costruirò di più grandi, dove riporrò tutti i miei raccolti e i miei beni, 19 poi dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi e godi 20 Ma Dio gli disse: "Stolto, questa stessa notte l’anima tua ti sarà ridomandata e di chi saranno le cose che tu hai preparato?" 21 Così avviene a chi accumula tesori per sé e non è ricco verso Dio".” (Luca 12:15-21) Ricordate che noi tutti, di natura, siamo sotto l'ira di Dio. Se uno arriva alla morte ancora sotto l'ira di Dio soffrirà il tormento eterno. Solo il perdono in Cristo Gesù ci libera dall'ira di Dio. Anche durante questa vita Chiaramente, l'ira di Dio si rivelerà pienamente solamente al giorno del giudizio. Però, anche in questa vita, chi non ha il perdono di Dio mancherà tutte le benedizioni migliori di questa vita. Pensate alle benedizioni che non avremmo se non avessimo il perdono in Cristo, si perchè le benedizioni della nostra vita arrivano solo da Cristo. Pensaci spesso, perché per avere una giusta prospettiva della tua vita, devi tenere in mente quale era la tua vita, e quale sarebbe rimasta la tua vita, se non avessi ricevuto il perdono per la grazia di Dio. Iniziamo con la descrizione che troviamo in Efesini cap.2:11 “11 Perciò ricordatevi che un tempo voi gentili di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono stati fatti nella carne per mano d’uomo, 12 eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d’Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo.” (Efesini 2:11-12) Questa era la nostra condizione. Eravamo senza Dio e senza speranza. Inoltre, non avevamo alcuna promessa di Dio. Pensate alle preziose promesse di Dio. Ve ne leggo solamente alcune. Pensate a come sarebbe la vita se fossimo rimasti senza queste promesse. Per esempio, senza il perdono di Dio, le parole di Gesù in Giovanni cap. 14:1 non sarebbero rivolte a noi. “"Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me.” (S.Giovanni 14:1) Se Dio non ci avesse perdonato, il nostro cuore rimarrebbe spesso turbato, non potremmo avere fede in Dio, perché eravamo sotto l'ira di Dio! Dio non sarebbe stato dalla parte nostra. Senza il perdono, la preziosa verità di Filippesi cap.4:6,7 non sarebbe stata per noi. “6 Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. 7 E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:6-7) Questa pace non era per noi, non avevamo accesso a Dio per poter portare le nostre richieste a Dio. Dovevamo portare i nostri pesi da soli, e in realtà, peggio di qualsiasi peso delle cose terrene, c'era il peso dell'ira di Dio sopra di noi. I nostri pesi erano troppo grandi, ma non potevamo gettarli su Dio, perché non aveva cura di noi. Senza il perdono in Cristo, non era vera per noi la meravigliosa dichiarazione di Romani cap. 8:28 “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.” (Romani 8:28) Prima che Dio ci avesse perdonati, non amavamo Dio, e perciò, Dio non faceva sì che tutte le cose cooperassero, anzi, le cose brutte erano solamente un piccolo assaggio del male eterno che ci aspettava. Senza il perdono, quando succedeva qualcosa di brutto, quella sofferenza non faceva parte di un buon piano di Dio, piuttosto, era solamente qualcosa di brutto, e portava solo del male, senza portare alcun bene. Che cos'è la vita se uno rimane così? Fermiamoci a pensare. Che cos'è la vita senza il perdono in Cristo? È una vita senza speranza, una vita in cui i pesi non portano alcun bene, una vita in cui non c'è accesso a Dio, una vita in cui si può pregare, ma Dio non ascolta, perché si è separati da Lui a causa del nostro peccato. È una vita in cui per quanto possano andare male le cose in questa terra, andranno solo peggio per tutta l'eternità. Come possiamo essere salvati da questa condizione? Chi è in Cristo non è più così, non è più in quella condizione così terribile. Non è più sotto l'ira di Dio. Non è più senza speranza. Ora, in Cristo Gesù, hai una speranza viva, hai le preziose e meravigliose promesse di Dio. In Cristo, non sei più sotto l'ira di Dio, anzi, ora sei coperto con l'amore di Dio! Com'è avvenuto questo? Com'è possibile che noi che eravamo sotto l'ira di Dio ora siamo coperti con l'amore di Dio? Questo è avvenuto per mezzo del perdono in Cristo Gesù. Quanto è importante che noi comprendiamo meglio il significato della parola perdono. Il perdono di Dio vale più di tutti tesori del mondo messi insieme. Vale più della salute, vale più dell'approvazione degli uomini, vale più dei nostri cari, vale più della vita stessa. Quanto è importante che noi comprendiamo sempre di più il dono del perdono! Preghiamo che Dio ci aiuterà a comprendere sempre di più del nostro perdono in Gesù Cristo. In termini semplici, riceviamo il perdono quando Dio toglie la nostra condanna, perchè l'ha messa su Gesù Cristo! Il perdono ci porta da uno stato di terribile condanna allo stato di essere giustificati e di essere i beneficiari delle meravigliose benedizioni in Cristo. Leggo il Salmo cap.32:1,2, che è anche citato in Romani cap.4. “1 Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno.” (Salmo 32:1-2) BEATO colui la cui trasgressione è perdonata. Dobbiamo capire che avendo la nostra trasgressione addosso eravamo completamente separati da Dio perché eravamo colpevoli. La nostra trasgressione era l'insieme di tutti i nostri peccati contro Dio. Era una barriera impossibile da superare, e noi non potevamo in alcun modo toglierla. Però in Cristo, la nostra trasgressione è stata perdonata, e non è più applicata a noi! Detto in un altro modo, beato l'uomo il cui peccato è coperto. In Cristo Gesù, il nostro peccato è coperto, coperto con il sacrificio di Gesù Cristo! Il nostro peccato è coperto in Cristo, non è più considerato da Dio per quanto riguarda il giudizio finale. Infatti, questo brano sta parlando proprio del giudizio, come vediamo nella prossima frase: Beato l'uomo a cui l'Eterno non imputa l'iniquità. Si imputa l'iniquità al giudizio. Quando uno è in Cristo, e arriva al giudizio alla fine del mondo, l'iniquità di quella persona non le sarà imputata. Questo è perché il peccato di quella persona è già stato imputato a Gesù Cristo. Pensa: la condanna che doveva cadere su di te è caduta su Cristo! Il tuo perdono è stato comprato per te con il sacrificio di Gesù Cristo! Il sacrificio di Gesù Cristo Per capire meglio il perdono che abbiamo, riflettiamo sul sacrificio di Gesù Cristo sulla croce per noi. Ricorda e pensa molto sul fatto che il male che doveva cadere su di te è stato preso da Gesù Cristo sulla croce. L'ira così terribile ed eterna di Dio che dovevi tu subire è stata subita da Gesù Cristo sulla croce. La tua separazione eterna da Dio è stata presa da Gesù Cristo quando era sulla croce. Questa è la verità incredibile del Vangelo! Leggo qualche brano che parla del sacrificio di Gesù Cristo al posto nostro. Qualunque volta che leggi un brano così, fermati a pensare al fatto che Gesù è morto al TUO posto! Leggo prima 1°Pietro cap.2:24. “Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti.” (1°Pietro cap.2:24) Egli, Gesù Cristo, portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce. Noi cerchiamo di evitare di portare i pesi degli altri. Inoltre, per noi è terribile se veniamo accusati di qualcosa che qualcun altro ha fatto. Invece Gesù, il Santo di Dio, che non aveva mai peccato, Gesù stesso si è caricato dei nostri peccati e li ha portati sulla croce, in modo che l'ira di Dio contro i nostri peccati potesse cadere su di Lui. Noi viviamo, ora e per l'eternità, per la SUA giustizia. Per le sue lividure, per la sua sofferenza, e per il suo Amore noi siamo stati perdonati! Voglio leggere anche 1°Pietro cap.3:18. “perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl’ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito,” (1°Pietro 3:18) Gesù Cristo ha sofferto, sulla croce, per i nostri peccati. Gesù Cristo, il giusto, è morto per noi ingiusti! Se tu sei chiamato alla salvezza, Gesù è morto per la TUA ingiustizia. Ha fatto questo per portarti a Dio. Eravamo separati da Dio, ma per mezzo di Gesù Cristo, siamo stati riconciliati con Dio. Cristo ci ha condotto a Dio! Il perdono che abbiamo in Cristo non è un perdono parziale, non è un perdono temporaneo. È un perdono completo ed eterno. Ascoltiamo come la Bibbia descrive il nostro perdono nel Salmo cap.103:10-13. “10 Egli non ci tratta come meritano i nostri peccati, e non ci castiga in base alle nostre colpe. 11 Poiché, quanto sono alti i cieli al di sopra della terra, tanto è grande la sua benignità verso quelli che lo temono. 12 Quanto è lontano il levante dal ponente, tanto ha egli allontanato da noi le nostre colpe. 13 Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso l’Eterno verso quelli che lo temono.” (Salmo cap.103:10-13) Consideriamo le verità di questo brano. Per mezzo di Cristo, Dio non ci tratta come meritano i nostri peccati. Abbiamo considerato poco fa l'ira di Dio, e quanto essa sia terribile. Noi meritavamo quell'ira per tutta l'eternità. Gesù Cristo ha preso quell'ira al posto nostro. O cari Amici,Fedeli, meditate su questa verità! Gesù Cristo, da tutta l'eternità passata in comunione con il Padre, Gesù, il Santo, Gesù, Colui che ha creato il mondo, Gesù, che tutti gli angeli adoravano, Gesù ha lasciato la sua gloria, si è abbassato, per caricarsi del nostro peccato per soffrire al posto nostro sulla croce! Egli ha subito l'ira del Padre, per poter offrire a noi il perdono dei nostri peccati e la salvezza. Non solo non ci ha trattato come meritavamo, e non ci ha castigato in base alle nostre colpe, ma Dio ha allontanato le nostre colpe da noi. Erano le nostre colpe, ma Dio le ha prese, e le ha caricate su Cristo Gesù, ed Egli le ha pagate appieno. Quanta immensa è la benignità di Dio verso di noi, se siamo fra quelli che lo temono e lo Amano! Quanto immenso e prezioso è il perdono che abbiamo in Cristo Gesù! Quanto è importante che pensiamo a questo perdono giorno dopo giorno! Solamente così avremo una prospettiva giusta. Il perdono non è gratuito, a Dio Ogni volta che pensiamo al perdono che abbiamo in Cristo Gesù, dobbiamo pensare non solo agli immensi ed eterni benefici che abbiamo ottenuto nel perdono, ma dovremmo pensare anche all'immensità del costo del nostro perdono. Ho già parlato di questo, ma è giusto pensarci spesso e a fondo. Infatti, la mente umana non riesce a comprendere la profondità del costo del nostro perdono. Però, tramite le Scritture, e con l'aiuto di Dio, possiamo capirne sempre di più. Leggiamo insieme nel Profeta Isaia cap.53, dal versetto 1, per capire un po' di più l'immensità del sacrificio di Cristo, e quanto gli è costato per salvarci. “1 Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio dell’Eterno? 2 Egli è venuto su davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. 3 Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna. 4 Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da DIO ed umiliato. 5 Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è caduto su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti. 6 Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. 7 Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca. 8 Fu portato via dall’oppressione e dal giudizio; e della sua generazione chi rifletté che era strappato dalla terra dei viventi e colpito per le trasgressioni del mio popolo? 9 Gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, ma alla sua morte fu posto col ricco, perché non aveva commesso alcuna violenza e non c’era stato alcun inganno nella sua bocca, 10 Ma piacque all’Eterno di percuoterlo, di farlo soffrire. Offrendo la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la volontà dell’Eterno prospererà nelle sue mani. 11 Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità. 12 Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori.” (Isaia cap.53:1-12) Sarebbe incredibile per chiunque accettare di subire una tale sofferenza al posto di altri, ma Gesù Cristo non è un “chiunque”. Gesù Cristo è il Figlio di Dio, il Sovrano dell'universo, il Creatore di tutto. Gesù Cristo merita di essere adorato e lodato da tutti. Egli è la vita. Il male che Gesù ha subito è inconcepibile, alla luce di Chi Egli è, e alla luce della gloria che Egli merita. Gesù ha sofferto tutto questo per salvarti, o cristiano e chiunque tu sia. Medita su questa verità! Medita sul prezzo che Dio ha pagato per poterti perdonare e liberare dalla condanna eterna che era il tuo destino. Un altro brano: consideriamolo Un altro brano, fra tanti, che può aiutarci a pensare più a fondo al nostro perdono è 2°Corinzi cap.5:21. Vorrei che possiamo riflettere sulle verità che troviamo in esso. Ve lo leggo: “Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui.” (2°Corinzi cap.5:21) Dio Padre ha fatto essere peccato per noi Gesù Cristo, Colui che non aveva mai conosciuto peccato. Gesù non aveva mai peccato, in alcun modo. In altre parole, Egli è sempre stato puro, e santissimo. Perciò, per Gesù l'essere peccato per noi significava andare totalmente contro la sua natura. Ha dovuto sporcarsi incredibilmente per potersi caricare dei nostri peccati. Ma Gesù ha fatto tutto questo prima di tutto come atto di amore per noi peccatori. Secondo, il suo è stato un atto per soddisfare la giustizia di Dio. Pensa spesso a questa realtà, perché solo così potrai avere una prospettiva giusta della tua vita, se tu sei in Cristo. Il modo in cui Dio ci perdona Pensando al perdono che abbiamo in Cristo, è giusto chiederci: in che modo ci perdona Dio? Vi leggo alcuni brani che ci descrivono il modo in cui Dio ci perdona. Abbiamo già letto che Dio allontana i nostri peccati da noi come l'occidente dall'oriente. Leggo anche la verità nel profeta Isaia cap.43:25. “Io, proprio io, sono colui che per amore di me stesso cancello le tue trasgressioni e non ricorderò più i tuoi peccati.” (Isaia 43:25) Quando Dio ci perdona, Egli non si ricorda più dei nostri peccati. È come se non esistessero più per Lui, perché sono stati presi da Cristo. La condanna è stata pagata. Leggo anche nel profeta Geremia cap.31:34 “Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: Conoscete l’Eterno! perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande," dice l’Eterno. "Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato".” (Geremia cap.31:34) Quanto è importante capire questa verità! Quando Dio ci perdona, Egli cancella il ricordo del nostro peccato. Perciò, Dio non ci penserà mai più, né ripasserà quel peccato nella sua mente. Il vero perdono significa che quel peccato viene seppellito, coperto per sempre dal sangue di Cristo che ha versato. Allora Ci sarebbe ancora molto da dire su questo argomento, ma per ora, mi fermo qua. Abbiamo molto su cui meditare fra cose che abbiamo sentito oggi. Infatti, per avere una prospettiva giusta della nostra vita di oggi, dobbiamo riflettere molto su queste verità, giorno per giorno. Dobbiamo pensare spesso a quanto sia terribile l'ira di Dio, e al fatto che eravamo in attesa di subire il tormento eterno a causa dei nostri peccati. Dobbiamo anche pensare molto a quanto sia immenso e meraviglioso il perdono che abbiamo in Gesù Cristo. Questo perdono ci ha liberato dall'ira di Dio, e al suo posto, ci ha fatto essere amati da Dio con un amore eterno. A ciascuno che si propone per diventare un figlio di Dio dico: pensa al costo del tuo perdono, pensa alle promesse di Dio, e all'amore di Dio, e alla cura di Dio, e all'eternità con Dio. Così, avrai una prospettiva giusta, e vedrai le tue circostanze in modo giusto. Così, avrai la gioia del Signore ora, in attesa di gioire nella sua presenza per sempre! Grazie, o Padre, per il perdono che abbiamo in Gesù Cristo. Fa sì che chi non ha questo perdono veda che esso vale più della vita, e fa che si ravveda e che creda in Cristo Gesù. Fa sì che noi che abbiamo questo perdono possiamo gioire in Cristo, il nostro Signore e Salvatore, pensando molto e spesso al perdono che abbiamo! Nessuna creatura, Angeli o serafini è posta la salvezza di noi tutti, ma essa è in mano di Cristo Gesù il "Signore"! Amen! Cordialmente, Antonio.
 
frfenghe
frfenghe il 22/03/12 alle 01:03 via WEB
perchè rappresenti la croce con l'uomo appeso? La croce della vittoria è senza l'uomo appeso, è la resurrezione.
 
 
salvo303
salvo303 il 22/03/12 alle 16:24 via WEB
Cristo sulla croce diviene prima di tutto per noi un giudizio, perché ci pone di fronte a noi stessi; Ecce Homo", ecco l'uomo davanti al quale ci si copre la faccia perché ci ricorda ciò che siamo; però Cristo non è venuto a condannare, ma a salvare; infatti quell' uomo crocifisso è il Figlio di Dio venuto a condividere la nostra sorte di uomini mortali e chi crede in Lui è salvo, ha sconfitto le tenebre del suo orgoglio. Se quell'uomo appeso su di un patibolo infame è Dio, allora noi, indipendentemente dalle nostre opere abbiamo la salvezza ad una sola condizione fondamentale: credere nel Figlio di Dio. La croce quindi ci mette di fronte ad una scelta inequivocabile: quella di sfuggire la luce della verità su noi stessi, di ignorare, disprezzare, chiudere gli occhi di fronte al crocifisso e quindi alla nostra salvezza, oppure quella di abbracciare la croce, venire allo scoperto, fare luce su noi stessi e riporre solo in Dio la nostra salvezza: a noi la scelta. ...
 
   
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:22 via WEB
Il seme della parola di DIO FRUTTIFICA A SECONDO DI DOVE è CADUTO, MA SE NON DA' FRUTTO E' PERCHE' QUEL TERRENO O QUEL LUOGO HA RIFIUTATO DI MORIRE A SE STESSO, LA SCELTA DI DIO PER CHI AMA TROPPO SE STESSO E LA VITA NON RIESCE AD AFFRONTARLA IL PROPRIO EGOISMO NON GLI PERMETTE DI RINUNCIARE A QUELLE COSE CHE LO ALLONTANANO DA DIO . LA SCELTA DI DIO E' LA PRIMA GRANDE OFFERTA CHE L'UOMO FA' A GESU'PERCHE' NE CAPISCE LA PROFONDITA' DEL SUO TESTAMENTO E LA GLORIA A CUI LUI CI VUOLE PORTARE:LA GLORIA DELL'UOMO PERFETTO CHE DIO BENEDICA SEMPRE LA NOSTRA SCELTA DI APPARTENERE A LUI AFFETTUOSAMENTE BUONA DOMENICA
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:11 via WEB
carissimo ognuno ha un modo proprio di interpretare la Croce, per me la croce di legno non ha nessun significato senza Colui che si è offerto per amore per noi, senza la sua crocifissione non ci sarebbe stata la risurrezione e con la risurrezione la gloria della sua vittoria amichevollmente soleincielo
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:23 via WEB
carissimo ognuno ha un modo proprio di interpretare la Croce, per me la croce di legno non ha nessun significato senza Colui che si è offerto per amore per noi, senza la sua crocifissione non ci sarebbe stata la risurrezione e con la risurrezione la gloria della sua vittoria amichevollmente soleincielo
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:24 via WEB
carissimo ognuno ha un modo proprio di interpretare la Croce, per me la croce di legno non ha nessun significato senza Colui che si è offerto per amore per noi, senza la sua crocifissione non ci sarebbe stata la risurrezione e con la risurrezione la gloria della sua vittoria amichevollmente soleincielo
 
luce78_2
luce78_2 il 22/03/12 alle 05:11 via WEB
Bellissimo video,so che ti esce dal cuore.Un sereno giorno,con affetto,Lidia
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:30 via WEB
E CON IL CUORE TI DO' UN CALOROSO ABBRACCIO AUGURANDOTI UNA SERENA E SANTA DOMENICA A SENTIRCI A PRESTO
 
mirarosa70
mirarosa70 il 22/03/12 alle 08:57 via WEB
Davvero molto bello!!!Buona giornata nel nome del Signore.Ciao.Rosanna
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:34 via WEB
e nel nome del signore ti auguro una buona domenica un ritrovarci a presto nel mio blog affettuosamente soleincielo
 
apungi1950
apungi1950 il 22/03/12 alle 15:53 via WEB
Ciao .. .. che la meraviglia sia dietro ai tuoi occhi chiusi nella danza dei sogni che ti porta l'orizzonte sconoscuto che le tue speranze siano piccole stelle che ti indicano il cammino verso la pace nel cuore senza spegnersi mai ..gioioso pomeriggio cara amica mia con il tuo cuore colmo di speranze e d'amore ..ti abbraccio..antonio
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:42 via WEB
Nella danza dei miei sogni sono racchiuse le speranze di un mondo nuovo dove l'arcobaleno dell'Amore tinge di colore ogni cosa creata, e meravigliosamente la terra è diversa l'uomo non ha più ombre dentro di lui ma luce. Miliardi di stelle ormai dissipano ogni oscurità e al centro dell'universo vi sono due troni: l'amore e la pace .possano un giorno le due stelle della nostra amicizia cantare l'eterno alleluia
 
salvo303
salvo303 il 22/03/12 alle 16:21 via WEB
Sta a noi scegliere da che parte stare. Chi vorrebbe vivere con il rancore e con l'odio nel cuore? Le onde del tempo rapidamente si susseguono e cancellano gli eventi della nostra storia. Ma le passioni, se coltivate e serbate nell'intimo, inceneriscono. Ci privano della possibilità di realizzare la bellezza della vita, la gioia, l'Amore. Perseverare nell'errore significa ostacolare il fluire della vita. Significa incatenarsi al giogo di un'atroce sofferenza. Non perdonare significa morire dentro. Dobbiamo andare al centro di noi stessi, realizzare l'immensità del pentimento e del perdono, liberarci da attaccamenti e dipendenze e, da liberi, realizzare il fine della vita riscoprendo le nostre qualità divine...
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 01:01 via WEB
La scelta del perdono caro SALVO è forse la più grande lotta dell'uomo di oggi dove l'inquietitudine, l'egoismo e le passioni umani non fanno vedere oltre.Nessuno si immedesima nella vita degli altri comprendendo che alle volte anche noi con le nostre debbolezze ci saremmo potuti trovare di fronte a prove che non saremmo riusciti a vincere nella rettitudine.Nel perdono è racchiusa la compassione e la compassione è una virtù Divina che è più forte dell' amore,perchè è con la compassione che Dio ci guarda ogni giorno nelle nostre miserie e ci perdona .BUONA DOMENICA A RISENTIRCI A PRESTO .
 
 
giosafat_2012
giosafat_2012 il 19/04/12 alle 10:29 via WEB
Perdono (Giovanni 8:1-11) Nel considerare questo episodio notiamo subito la figura della peccatrice la quale, a furor di popolo, viene portata dinanzi a Gesù per essere condannata. Risulta chiaro che lo scopo degli Scribi e dei Farisei è quello di mettere alla prova Gesù per accusarLe, ma lei questo non lo sa e nel considerare la santità che emana dalla persona di Gesù chissà quale terribile giudizio si aspetta. Ma ecco che l'interrogato risponde in un modo che, forse più che gli altri, sorprende e sconcerta la donna. Infatti, come conseguenza tutti i suoi accusatori, ad uno ad uno, se ne vanno. Rimangono soli l'una di fronte all'altro. Ella aspetta mentre Egli continua a scrivere a terra. Il momento è solenne. Cosa avverrà? L'attesa non dura molto perché ad un tratto Gesù alza gli occhi, la guarda, pronunzierà rimproveri, accuse, condanne?!? No il suo sguardo è differente da tutti gli altri. Una luce particolare brilla nei suoi occhi. Il Signore sa, la conosce ma è lì non per condannarla, ma per perdonarla. «Grazie Signore perché non hai mandato il tuo Figliuolo per giudicarci ma per perdonarci. Grazie perché Gesù non è venuto per condannare il mondo ma perché il mondo per mezzo di Lui sia salvato». «Non vi è dunque alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Infatti chi accuserà gli eletti di Dio? ... Chi sarà quel li condanni? ... Chi ci separerà dall'Amore di Cristo? ...» (1) Quale panico, quale confusione, quale timore per quella donna quando tutti, col dito alzato l'accusavano, ma qual è la serenità dopo quell'incontro personale con Gesù. Nel suo cuore vi è ora la calma, la pace, la gioia perché sa che il suo peccato è stato perdonato, cancellato, dimenticato! Nel momento in cui si è trovata sola con Gesù tutto è cambiato nella sua vita. Cerchiamo anche noi di trovarci soli con Gesù. Dinanzi a Lui troveremo perdono, conforto e istruzione. 1) Romani 8:1,33-39
 
dolly.1
dolly.1 il 28/03/12 alle 10:33 via WEB
L'Amore divino è l'essenza della vita. Un abbraccio col cuore e un radioso sorriso. Con affetto. Dolly
 
loris67p
loris67p il 17/04/12 alle 22:47 via WEB
La profondità di questo video permette di entrare in contatto con la propria dimensione dello Spirito, e la gioia e la pace dilaga sensa confini nell'universo dell'amore.A me è questo l'effetto che fà.
 
zelota0
zelota0 il 26/04/12 alle 09:14 via WEB
RISCHIO DI SCISMA IN AUSTRIA: BENEDETTO XVI CONDANNA LA DISOBBEDIENZA ALLA CHIESA Ecco cosa pensa il Papa dell'appello di 400 sacerdoti austriaci per il sacerdozio femminile, l'abolizione dell'obbligo del celibato sacerdotale e la comunione per i divorziati risposati di Roberto de Mattei «La situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi» è stata al centro dell'omelia pronunciata da Benedetto XVI nella Messa crismale dello scorso 5 aprile. Non si è trattato di una generica denuncia: il Papa ha fatto esplicito riferimento alla situazione della Chiesa in Austria, dove è stato pubblicato un Appello alla disobbedienza del movimento Pfarrer-Iniziative (Iniziativa dei parroci). Questo appello, sottoscritto da quattrocento sacerdoti austriaci, chiede tra l'altro il sacerdozio femminile, l'abolizione dell'obbligo del celibato sacerdotale, la comunione per i divorziati risposati. Punti su cui, come nel caso dell'ordinazione sacerdotale delle donne, la Chiesa si è espressa in maniera irrevocabile e definitiva. Va sottolineato come la disobbedienza degli esponenti del clero denunciata dal Papa non rappresenta un episodio di isolata indisciplina, ma l'adesione organizzata ad errori od eresie. Essa si presenta dunque come uno scisma, almeno potenziale. La distinzione fondamentale tra eresia e scisma risale a san Girolamo, che definisce eresia la perversione del dogma, mentre lo scisma è la separazione della Chiesa (In Epist. ad Titum, PL, vol. 26, col. 598). Nell'eresia prevale dunque una separazione dottrinale o teologica, nello scisma una separazione disciplinare o ecclesiale. Non tutte le eresie si traducono in scismi, ma ogni scisma presuppone generalmente un'eresia. La storia della Chiesa, fin dalla sua nascita, è la storia delle sue persecuzioni, ma anche degli scismi e delle eresie che, fin dalle origini, ne hanno minato l'unità. San Paolo, nelle sue lettere, fa spesso riferimento a queste deviazioni dall'insegnamento di Cristo e della Chiesa, che già si presentavano tra i fedeli. Così, nella IV lettera agli Efesini, li ammonisce a «non camminare, come camminano i gentili, nella vanità del proprio pensamento, con l'intelletto oscurato dalle tenebre, lontani dalla via del Signore, per causa dell'ignoranza che v'è in essi» (Ef. 4, 17-18). L'origine di questo allontanamento dalla via del Signore è nella mancanza di sottomissione dell'uomo a Gesù Cristo, unica Via, Verità e Vita. «Gesù Cristo – ricorda il Papa nella sua Omelia – ha concretizzato il suo mandato con la propria obbedienza e umiltà fino alla Croce, rendendo così credibile la sua missione. Non la mia, ma la Tua volontà: questa è la parola che rivela il Figlio, la sua umiltà e insieme la sua divinità, e ci indica la strada». Il sacerdote dovrebbe sempre ripetere con il Vangelo: «La mia dottrina non è mia (Gv. 7, 16). «Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa della quale siamo servitori. (…) Ma la disobbedienza – ha detto il Papa – è veramente una via? Si può percepire in questo qualcosa della conformazione a Cristo, che è il presupposto di ogni vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?» Un tempo, sulle dichiarazioni eterodosse di esponenti del clero si sarebbe steso un velo di pietoso silenzio. Oggi che il Papa stesso ha dato l'allarme, tacere è una colpa, anche se parlare significa portare alla luce gravissime responsabilità. E' quanto accade ancora una volta in Austria, dove il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha recentemente ratificato l'elezione di Florian Stangl, un 26enne dichiaratamente omosessuale, nel consiglio della Parrocchia di Stützenhofen, nella sua Arcidiocesi (cfr. "Corrispondenza Romana", n. 1237, 11 aprile 2012). Il giovane, ufficialmente iscritto come convivente con un "compagno" nei registri civili, è stato eletto a grande maggioranza nel consiglio della sua comunità ecclesiale, ma il Parroco, don Gerhard Swierzek, in conformità a quanto prescrive il Diritto canonico, ha manifestato la propria opposizione alla nomina. Il neo-eletto peraltro non si era detto per nulla disposto a rinunciare alla sua situazione, di fatto e di diritto omosessuale, respingendola anzi come «una richiesta irrealistica». Il caso è rimbalzato sui mass-media ed è intervenuto personalmente l'arcivescovo di Vienna che, dopo aver invitato a pranzo Florian Stangl ed il suo convivente, ha rilasciato un'intervista all'emittente tv "ORF", in cui si è detto «molto impressionato» dal giovane omosessuale, «umanamente, personalmente e cristianamente» e ha illustrato davanti alle telecamere la decisione di confermarlo a capo del Consiglio pastorale, malgrado l'avviso contrario del parroco. Il Cardinale ha affermato di aver voluto guardare «prima agli uomini che alla Legge» e ha poi ha annunciato l'intenzione di rivedere le regole di accesso, «per chiarire i requisiti necessari per i candidati». Il cardinale Schönborn ha avuto come suo Vicario generale ed uomo di fiducia mons. Helmut Schüller, lo stesso che ora guida il movimento dei disobbedienti Pfarrer-Iniziative, e a suo tempo ha consegnato alla Congregazione del Clero un memorandum, accompagnato da una nota personale sul tema del celibato sacerdotale, affinché «qualcuno a Roma sappia cosa pensa una parte dei nostri laici dei problemi della Chiesa». In Italia, il presule che più di ogni altro sembra in sintonia con Schönborn, è Sua Eminenza il cardinale Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milano. Il "Corriere della Sera" del 23 marzo ha dedicato un ampio servizio all'ultimo libro del cardinale, scritto in dialogo con il senatore-chirurgo Ignazio Marino. Nel volume, dal titolo Credere e conoscere, il cardinale Martini, presentato dal giornalista come «una delle massime autorità spirituali del nostro tempo», afferma che il comportamento omosessuale «non può venire né demonizzato né ostracizzato». «Io ritengo che la famiglia vada difesa (…) – aggiunge il porporato – però non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi nella Chiesa se la prende con le unioni civili. Io sostengo il matrimonio tradizionale con tutti i suoi valori e sono convinto che non vada messo in discussione. Se poi alcune persone di sesso diverso, oppure anche dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia, perché vogliamo assolutamente che non sia?» ("Corriere della Sera", 23 marzo 2012). Il Papa, il 13 marzo, nella visita ad limina dei vescovi americani, ha criticato «le potenti correnti politiche e culturali che cercano di alterare la definizione legale del matrimonio», affermando che «le differenze sessuali non possono essere respinte come irrilevanti per la definizione del matrimonio». Benedetto XVI ricorda che l'unione omosessuale, regolata o no dallo Stato, non può ricevere nessuna approvazione dalla Chiesa. E se l'ordinazione della donna viola la legge rivelata da Dio, l'omosessualità infrange, oltre alla legge della Chiesa, la legge naturale, impressa dal Signore in ogni cuore umano. Il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2357, definisce le relazioni omosessuali «gravi depravazioni», «intrinsecamente disordinate», «contrarie alla legge naturale» ed «in nessun caso» da approvarsi. A che serve celebrare il ventesimo anniversario dell'entrata in vigore di questo Catechismo se si tollera che siano gli stessi uomini di Chiesa a metterlo in discussione, nelle parole e nei fatti? E come immaginare di far fronte allo scisma che incombe, senza colpire chi favorisce gli errori all'interno della Chiesa, anche se rivestito della porpora cardinalizia?
 
 
champions_3
champions_3 il 26/04/12 alle 14:59 via WEB
Ciao Gianni, rispondo brevemente al tuo commento, ciò non vuol dire che non posso commentarlo tutto, ma credimi, molte volte cerco di evitare per non entrare nel contenzioso religioso, poichè nel mio cammino di fede ho trovato persone religiose primariamente della comunità cattolica romana che, alcuni di loro mi hanno lasciato molto deluso, non nelle vedute cristiane, ma nel comportamento aggressivo annesso alla verità di "DIO", citando parole che non è il caso di elencarle. Comunque, ho letto il contesto riguardante lo scisma, credimi, su questa proposta dei manifestanti sacerdoti austriaci, in parte loro hanno ragione di farsi sentire per contestare il cosiddetto celibato. Ma trovo ridicolo la risposta del Papa di volergli dare una insubordinazione al verdetto Vaticano. Questa mia tesi l'ho già innoltrata qualche anno fa alla trasmissione pomeriggio 5, in quanto, un sacerdote dopo avere conosciuto una donna, è stato espulso dal clero sacerdotale con relativa scomunica. Scomunica di che? Di cosa? L'uomo non ha nessun potere di scomunicare nessuno! Oltre tutto, il matrimonio sacerdotale è stato costituito da "DIO" anticamente con i sacerdoti Leviti. A motivo di questo, ho spedito la mia e-mail alla trasmissione di Rete 5, con i relativi passi biblici annessi al caso e, difendendo il sacerdote da tale accusa. Alla fine della trasmissione ho avuto la gioia di sentire dalla sua conduttrice rivolta agli ascoltarori di tutta l'Italia che lo dice la bibbia, mettendo in evidenza che è volontà di "DIO". Quindi, il sacerdote si è sposato e continua tutt'oggi a celebrare la sua missione, ovviamente, in una chiesa libera, libera dalla schiavitù del clero romano. Perciò, il Papa è completamente fuori dottrina, ed è bene che ritorni alla Santa parola di "DIO", poichè nella sacra scrittura è scritto chiaramente che i sacerdoti e i vescovi erano sposati. Mi auguro che queste mie parole non scandalizzano nessuno riguardo il Papa, ma è la verità! Se facessero ciò che è giusto secondo la parola di "DIO", molti scandali si eviterebbero e, si ubbidirebbe alla volontà di "DIO", anzicchè a quella degli uomini. Ecco perchè ci sono chiese libere d'appertutto, ma "Dio sa come benedire quelli che gli ubbidiscono. Che dire sul sacerdozio femminile? In questo non trova riscontro la parola di "DIO", perchè come hai citato tu, l'apostolo S. Paolo, egli sotto la guida dello Spirito Santo dice: Come si fa in tutte le chiese dei Santi, le donne tacciano nelle assemblee, perchè non è permesso loro di parlare; siano sottomesse, come dice la legge...1° corinzi,cap. 14:34-36. Dunque, non è permesso di predicare ad una donna nel ministerio, ma può diventare una diaconessa che è un'altra cosa. Come vedi, qui, i 400 Sacerdoti omettono questa scrittura, perciò, da che cosa è dato il cosiddetto sacerdozio femminile? Forse desiderano aquistarsi delle colleghe?? Quindi, mentre hanno ragione sull'abolizione del celibato, qui, hanno torto sul presunto sacerdozio alla donna. Sai quale è il nocciolo della rivalsa della chiesa cattolica? O fai come ti dico oppure sei scomunicato! L'Aposto Paolo già esortava la vera chiesa di Cristo, quando disse: IO so che dopo la mia partenza si introduranno fra voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge," e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. Atti,cap.20:28-30. Quindi, bisogna discernere quale sia la verità e l'insegnamento da seguire, poichè non è la chiesa che Salva, ma è Cristo! Cristo Gesù disse a S.Pietro, Tu sei Pietro ,e su questa pietra (ovvero, sulla fede di Pietro) edificherò la "MIA CHIESA". S. Matteo,cap. 16:17-18. Quale è dunque la vera chiesa? Quella che ubbidisce alla parola di "DIO". Antonio.
 
   
zelota0
zelota0 il 26/04/12 alle 19:07 via WEB
Caro Antonio, in merito alla scomunica che la Chiesa aLa scomunica nella Bibbia La disciplina nella chiesa primitiva segue il modello israelita. Si confrontino, ad esempio, il triplice ammonimento rivolto a un fratello nella Chiesa che trasgredisce gravemente le sue regole, in Matteo 18,15-17 e che si conforma alle pratiche del Giudaismo. L'origine della scomunica in termini cristiani è normalmente ricondotta al detto di Gesù sul "legare e sciogliere" in Matteo 16,19 (rivolto a Pietro) e Matteo 18,18 (ai discepoli, cfr. Giovanni 20,23. "Io ti darò le chiavi del Regno dei Cieli; tutto ciò che legherai in Terra sarà legato nei Cieli, e tutto ciò che scioglierai in Terra sarà sciolto nei Cieli" (Matteo 16,19. "Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla Terra, saranno legate nel Cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla Terra, saranno sciolte nel Cielo" Matteo 18,18. "A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Giovanni 20,23). Se questa legislazione fosse rilevante oppure meno nel tempo in cui scrivono gli apostoli, non c'è alcuna ragione (come alcuni affermano[senza fonte]) di considerarla un'invenzione post-pasquale. L'Apostolo Paolo prevede dei livelli di sanzioni disciplinari verso membri della Chiesa che hanno commesso gravi infrazioni, varianti da privazioni a livello sociale a piena esclusione dalla comunità. "E se qualcuno non ubbidisce a ciò che diciamo in questa lettera, notatelo, e non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni" (2 Tessalonicesi 3,14 e ss.) "Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi" (1 Corinzi 5,13). "Or se qualcuno è stato causa di tristezza, egli ha rattristato non tanto me quanto, in qualche misura, per non esagerare, tutti voi. Basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza; quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo, perché non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza. Perciò vi esorto a confermargli il vostro amore; poiché anche per questo vi ho scritto: per vedere alla prova se siete ubbidienti in ogni cosa. A chi voi perdonate qualcosa, perdono anch'io; perché anch'io quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l'ho fatto per amor vostro, davanti a Cristo, affinché non siamo raggirati da satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni" (2Co 2,5-11). La punizione, in questo caso, era responsabilità dell'intera assemblea dei cristiani:"Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù" (1 Corinzi 5,4) e intesa per il bene sia del trasgressore che della Chiesa (1 Corinzi 5,5-7; cfr. 1 Timoteo 1,19). Con la crescita della Chiesa, sorge gradualmente il problema di chi abbia l'autorità di scomunicare (Cfr. 3G 9). Nella Chiesa primitiva, la scomunica in quanto tale ("...ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana" (1 Corinzi 5,5) implicava l'isolamento completo dai fedeli. Nell'ambito del diritto canonico cattolico, la scomunica è la più grave delle pene che possa e si applica a chi dissubisce eco cosa ne dice la Bibbia. IN MERITO POI ALLE CHIESE PROTESTANTI: La Riforma protestante chiama la Chiesa a una posizione più biblica al riguardo della Disciplina della chiesa, il che è la preoccupazione maggiore dei riformatori di seconda generazione come Martin Bucer e Giovanni Calvino. Calvino sosteneva che la disciplina, secondo la Parola del Signore, è "il migliore aiuto" della sana dottrina, dell'ordine e dell'unità della chiesa e che bandire i peccatori ostinati a non conformarsi allo standard della fede cristiana e i contumaci, significa esercitare una giurisdizione spirituale che il Signore di fatto ha accordato all'assemblea dei credenti. Per Giovanni Calvino la scomunica ha un triplice scopo: (1) che il nome di Dio non sia insultato da cristiani che conducono una vita vergognosa e viziosa; (2) che il buono... non sia corrotto dalla costante comunicazione con l'empio; (3) "che il peccatore si vergogni e cominci a ravvedersi dalle sue turpitudini". Rammentando l'esempio dell'apostolo Paolo e dei padri della Chiesa, Calvino insiste a che sia l'intera assemblea dei credenti a testimoniare ad ogni scomunica. Nell'ambito delle Chiese evangeliche moderne la scomunica formale è imposta molto raramente. I canoni riveduti attuali della Chiesa anglicana (1969) continuano a prevederla. Ciao con affetto Gianni
 
zelota0
zelota0 il 26/04/12 alle 19:34 via WEB
cari amici vi invito su facebookil dono della verita',c'e' un video molto interessante e'..... LA FINE DEL MONDO GRAZIE
 
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Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

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