Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

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La passione di Gesù

Post n°58 pubblicato il 05 Marzo 2012 da soleincielo83

 

 

Giovedì santo Notte

EccoMi uomo, nel Mio dolore, eccoMi uomo nella Mia solitudine, ecco le tenebre attorno a Me e il male dinanzi a Me, per tentarMi nel momento in cui Io solo UOMO; Io con la Mia Carne con la Mia volontà, devo urlare nel silenzio di questa notte: "Padre sia fatta la Tua volontà e non la Mia volontà" e ancora sulla croce "Padre perdona loro" Pietro: il silenzio Mi avvolge, la sofferenza stringe il Mio Cruore ed Io, Mia amata, sudo Sangue e prego, sudo Sangue e cerco chi, uomo, come Me, asciuga il Mio sudore, asciuga il Mio pianto. Pietro, l'ora è vicina, sento l'odio dell’uomo sfiorarMi, sento la ribellione urlare, sento le accuse, e so, Pietro, che Io devo alzare il capo e lavare con il Mio pianto il peccato dell'uomo. Io lotto, Pietro. Io soffro, nello Spirito e nell'anima. Io sono Uomo come ognuno di voi, Io sono Colui che ha dovuto abbandonare la Sua deità presso il Padre perché nella Mia umanità, la Mia volontà portasse al Padre la Carne che era perfetta ma che doveva subire la prova per confermare questa perfezione. Ero solo a pregare, ero solo a soffrire, ero solo. Mia amata a portare quella Croce e quando la Mia Carne ha sentito il dolore della lacerazione di ogni ferita, Io, UOMO, parlavo a voi uomini nel silenzio, Io Uomo, parlavo a voi fratelli che il Padre avrebbe mandato dopo di Me. Il Mio silenzio, Pietro, era Parola che ora. ancora oggi giunge all'anima di chi sa ascoltare e capire il linguaggio della sofferenza e dell'offerta. - GuardaMi, guardaMi nel dolore. guardaMi e ogni volta che il tuo pensiero si allontana da Me, asciuga queste ferite che sanguinano anche perché tu possa compiere la tua offerta. - GuardaMi, guarda questa carne e ogni volta che tu senti freddo nell'anima, pensa che la Mia Carne nuda, si è rivestita dal freddo dell'uomo, nato dal suo disprezzo per Me. - GuardaMi, guarda questa notte come è buia e Mi hanno lasciato solo a soffrire e pregare, tu nel tuo buio impara a soffrire e a pregare Come è pesante questa Croce,! come è pesante, Pietro, ancora non la porto ma già ne sento il peso. Non è il legno che pesa, non è il legno , è l'odio dell'uomo che trascino su queste spalle, è l'odio dell’uomo che Io abbraccio, per purificarlo. -GuardaMi e non ti chiedere mai, uomo, perché ricevi il male perché sei chiamato a soffrire, ad offrirti perché l'anima conosce, l'anima sa che tu uomo sei chiamato ad essere a immagine e somiglianza Mia. -Guarda Me che sono stato Uomo, come te e sentirMi uguale a te. Guarda Me quando senti la prova calare su di te, quando tu, uomo, come Me ti senti solo, dettole e ogni volta che la debolezza .della tua' volontà sembra risucchiare ogni forza, pensa che Io, da Uomo, ho voluto soffrire perché anche il tuo tempo si completasse. Impara a sentire la Mia forza. Impara a recepirla, impara a trattenerla, impara ad usarla, quando la tua forza viene a mancare. Voglio sostituirMi a te quanto tu sei debole, voglio camminare al posto tuo quando le tue gambe sono stanche, voglio essere te quando tu sei debole, ma perché questo accada tu devi riconoscere il mistero della tua Croce, mistero della tua carne che deve rivelarsi come Io, il Dio Uomo, Mi sono rivelato. Se piangi. Io piangerò con te e sono pronto a consolarti, sono pronto ad essere quella forza che ti rialza, ma guardaMi sempre. Il Mio dolore ti insegni che tu, da uomo, puoi vincere e sottomettere il male che vuole la tua carne, così come ha voleva la Mia. "Padre. Io vengo a Te ma fa che loro siano Una sola cosa come Me. li lascio ma rimango con loro." Ho pregato il Padre anche per voi, perché anche se soli anche se ognuno di voi deve sentire il freddo della solitudine, il Mio Amore vi accompagni e il ricordo di questa preghiera sia per voi, certezza che Io, il Cristo, ho chiesto al Padre l'unità perfetta san ognuno di voi. Questa unità dobbiamo raggiungere. Io sono già pronto, Io sono già pronto. Pietro. Sto aspettando, Pietro, che giungano dei Miei carnefici, intanto prego il Padre, intanto chiedo al Padre di custodirvi, chiedo al Padre di lasciare a Lui. il Mio amore per voi e custodirlo fino al giorno in cui i vostri spiriti si sarebbero fatti carne. Ecco il tempo è giunto ecco il Mio Amore deposto presso il Padre, ora è vostro, il dolore di questa passione è vostro, il mistero della Mia Carne è vostro, ecco Io ho lasciato al Padre ciò che era Mio per voi. Ho conosciuto cosa significasse essere uomo, ho conosciuto una parte dell'umanità dell'uomo, ora voi completate ciò che Io non ho potuto conoscere. Sono solo, Mio Pietro, pochi ricordano che Io sono nel Mio Getsemani e sto soffrendo, ho cominciato la Mia passione ConsolaMi, Pietro, difendiMi dall'indifferenza dell'uomo che è chiodo conficcato sul Cuore. Ecco, Pietro, li sento arrivare, non sento i loro passi, sento avvicinarsi i loro cuori freddi, sento avvicinarsi il loro odio, sento avvolgerMi dal loro disprezzo. Mi spoglieranno delle Mie vesti, ma Io, Pietro, rimarrò vestito della Mia deità quando nel silenzio, accetterò e glorificherò questa carne. Sono poggiato a questa Pietra, su di essa sono piegato e il vuoto partecipa al Mio dolore. Su questa Pietra ho pianto, su questa pietra ho sudato Sangue, su una Pietra ho scritto la storia della Chiesa nascente. Così come la pietra su cui ero curvo ha assorbito il Mio pianto e il Mio Sangue, tu, Pietro, raccogli il dolore del tuo Gesù, raccogli l'amore che custodisco per l'uomo, per la sua salvezza. Lo lasciai al Padre, oggi la lascio a te, oggi lo lascio a te. Si avvicinano, Pietro, si avvicinano, Mia amata, li sento e intanto il male Mi tenta: "'Scappa, scappa, fuggi al dolore, anche i Tuoi ti hanno abbandonato, non pregano con Te " ed intanto li sento avvicinarsi. Pietro, rimani con Me e quando senti anche tu il dolore lacerarti l'anima, quando senti anche tu il vuoto della solitudine, perché attorno a te non ci sono i tuoi, tu ricorda che l'uomo deve frantumare le sue debolezze. All'alba di questo giorno, il Mo Corpo già dilaniato dalla flagellazione sarà caricato di questa Croce. Portatela insieme a Me. portatela con Me e salite con Me il Calvario, questo vi chiedo e quando le Mie ginocchia si piegheranno, ci sarete voi a rialzarMi, voi a darMi forza. La notte della Passione è lunga, Pietro, anticipa la morte ma poi, Mio Pietro, vi è la vittoria della carne sulla morte, vi è la pietra spostata e il sepolcro vuoto. Ora il dolore, ora il Sangue lava la terra, purifica e gli abissi tramano perché l'Uomo ancora una volta sale il suo Calvario e su quella Croce grida il Suo "si'' al Padre. Ecco l'Uomo vince, vi attendo su questa stessa Croce, vi ho voluti simili a Me, vi ho voluti per compiere ciò che Io ho compiuto più di ciò che Io ho compiuto. il vostro silenzio d'amore, di rispetto, di preghiera dell'anima, si sovrapponga al silenzio di questa notte di dolore. "Padre custodiscili. Io torno a Te." "Figlio nel Nostro Amore sono stati generati e in questo Amore Io li conservo" II Padre vi ama. Il Padre vi ha mandato come ha mandato Me uniti da questa volontà, o UOMO, voi uomini vinciamo e ancora una volta spezzato questo Pane e bevuto questo Calice, si compia il mistero della salvezza in Me e in voi. Mia immagine, Mia Carne, Mia forza. Sono vicini, Pietro, sono vicini, ecco, Mi consegno ai Miei carnefici, seguiteMi. e con Me vivete queste ore di passione. Vi lascio ora, il Mio dolore, perché lo custodiate e dalla Croce Io consegnerò a voi il Mio testamento. Il Padre vi benedice nel Nome dell'Amore che Io ho lasciato a Lui per voi. Amen. .

 
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champions_3
champions_3 il 19/03/12 alle 20:02 via WEB
L'AMORE PERFETTO TOGLIE VIA LA PAURA! 1 Sezione.1° S.Giovanni cap.4:1-6. COME FIGLI AI QUALI DIO HA DATO IL SUO SPIRITO, I VERI CRISTIANI DEVONO PROVARE GLI SPIRITI E NON AVER PAURA, POICHÈ NON MANCANO NEL MONDO I FALSI PROFETI CHE NON CONFESSANO GESÙ CRISTO VENUTO IN CARNE. ESSI NON SON DA DIO MA DAL MONDO CHE LI ASCOLTA, Giovanni non rifugge dal tornare ad insistere sopra esortazioni già fatte, presentandole sotto forma un po' diversa e sotto aspetti nuovi. Così torna ripetutamente sul dovere dell'osservanza. leale dei comandamenti di Dio e specialmente sull'amor fraterno che li compendia tutti; così torna sull'avvertimento già dato 1°Giovanni cap.2:18 e segg. circa i sovvertitori del Vangelo di Cristo. Li ha chiamati anticristi in 1°Giovanni cap. 2, li chiama falsi profeti in 1°Giovanni cap.4, ma si tratta sempre di premunire i veri,dico i veri fedeli contro il pericolo di lasciarsi sviare dalla verità. Diletti, non crediate ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se son da Dio. Sembra che l'avvertimento si connetta colla menzione dello Spirito di Dio dato ai veri fedeli il quale li aiuta a dimorare in Dio e attesta loro internamente nel profondo dell'anima ch'essi sono figliuoli di Dio. Ma essi vengono in contatto con gente che pretende parlare sotto l'impulso dello Spirito e che insegna dottrine opposte al Vangelo. Da ciò la necessità di tener gli occhi aperti; di non credere a chiunque si dica ispirato, prima di aver esaminato quel ch'egli insegna. L'apostolo parla di una pluralità di spiriti perchè tanto lo Spirito di verità come lo spirito d'errore parlano per mezzo degli spiriti degli uomini che sono sotto la loro suggestione e che ne diventano gli organi. Paolo parla degli spiriti dei profeti come ispirati da Dio ma non soppressi, anzi conservanti la loro individualità e le loro particolari attitudini 1° lettera ai Corinzi cap.12-14. Si tratta di provare, di esaminare, questi spiriti umani che si dànno tutti come ispirati da Dio, ma che non sono tutti da Dio, la cui ispirazione non procede sempre dal suo Spirito, ma, procede da altra fonte. Un tale esame lo devono fare tutti i fedeli per proprio conto, dico, tutti quelli che hanno ricevuto lo Spirito di verità per guidarli; il che non toglie che fra loro vi siano delle persone dotate di un dono speciale che S.Paolo chiama il discernimento degli spiriti; e lo devono fare in base all'insegnamento dato da questi dottori e secondo il criterio che l'apostolo sta per dare. Ma la necessità di un siffatto esame esiste. perchè molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo, dicendosi mandati da Dio e da lui ispirati come i veri profeti; mentre invece Dio non li ha mandati, la loro ispirazione viene dallo spirito dell'errore, cioè da Satana; e il loro insegnamento è anticristiano, poichè distorcono i veri insegnamenti dottrinali. Sono dei falsi profeti, poichè nel mondo, l'uscir fuori nel mondo accenna alla missione che dicono di avere per propagare le loro dottrine dovunque. S.Giovanni non dice qui che avessero lasciato la chiesa cristiana: ma l'ha detto in 1° Giovanni cap.2. 2 Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito che confessa Gesù Cristo venuto in carne, è da Dio; La pietra di paragone che deve servire a saggiare gli spiriti dei dottori che si dicono ispirati da Dio è la professione aperta o la negazione della incarnazione del Figliuol di Dio per la salvezza dei peccatori. È questo il criterio indicato di già in 1°Giovanni cap. 2:22-25 e qui ribadito con lieve mutamento di forma. In 1°Giovanni cap.2:22 diceva: "Chi è il mendace se non colui che nega che Gesù è il Cristo?" In 2° Giovanni cap.7 dirà: "Molti seduttori sono usciti per Il mondo i quali non confessano Gesù Cristo esser venuto in carne. Quello è il seduttore e l'anticristo". Lo Spirito di Dio per contro rende testimonianza che Gesù è il Cristo promesso dai profeti antichi, ch'egli è venuto in carne, cioè si è incarnato assumendo la natura, umana, anima e corpo, e vivendo quaggiù una vita umana colle sue limitazioni, i suoi disagi e le sue sofferenze, finchè subì la morte della croce per espiare i peccati del mondo. S.Giovanni insiste nelle sue Epistole, come nel Vangelo, sulla preesistenza del Figliuol di Dio che venne in carne lasciando la gloria che possedeva presso Dio ed insiste ugualmente sulla realtà della natura umana assunta dal Cristo, perchè, ai suoi tempi, cominciavano a manifestarsi gli errori dei doceti secondo i quali il Figliuol di Dio non aveva assunto che l'apparenza di un corpo. 3 e ogni spirito che non confessa Gesù, non è da Dio; Confessar Gesù è espressione concisa per indicar la profession di fede relativa alla persona ed all'opera dell'unico Salvatore. È lezione dei più antichi manoscritti accettata da tutti i critici. La Vulgata porta qui una lezione strana: "ogni spirito qui solvit Iesum", lezione che non si appoggia ad alcun manoscritto antico, ma è mentovata da alcuni Padri, specie da Ireneo (II sec.) che la considera come allusione agli eretici i quali, in certo modo scioglievano la persona di Gesù considerandola come distinta da Cristo, e quello è lo spirito dell'anticristo del quale avete udito che deve venire; ed ora è già nel mondo. Non è ancora l'anticristo in persona che concentrerà in se l'opposizione al Cristo; quello deve venire secondo l'insegnamento profetico dato dagli apostoli ai primi cristiani (Cofrontare. 2°Tessalonicesi cap.2); ma fin d'ora è all'opera lo spirito dell'anticristo che anima ed ispira i falsi profeti chiamati anche da Giovanni degli anticristi. In realtà, è quello lo spirito di menzogna, cioè di Satana stesso che lavora col suo "mistero d'iniquità" a preparar l'apostasia generale da cui emergerà il suo capolavoro: l'anticristo personale. 4 Voi siete da Dio, figlioletti, e li avete vinti; S.Giovanni vede con gioia riconoscente che i suoi cari discepoli hanno finora resistito alle seduzioni dei falsi profeti che spesso sussistono nella chiesa e tentano di trar con se, nei loro errori, i fedeli. Nella vittoria passata e presente sugli errori anticristiani, Giovanni scorge l'arra delle vittorie future alle quali li spronano i suoi avvertimenti. Hanno vinto perchè son da Dio, cioè son figli di Dio, la cui vita spirituale procede da lui, e perchè Dio abita in loro mediante il suo Spirito. Abbandonati alle loro proprie forze e al loro proprio discernimento, non sarebbero stati capaci di restar saldi. Li avete vinti, perchè colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo e che ispira i falsi profeti. Dio è l'onnipotente e il solo savio e sovrano; è più grande del nostro cuore di cui conosce i pensieri più remoti 1°Giovanni cap. 2:20, ma è altresì più grande di Satana ch'è il principe di questo mondo peccatore. «L'Iddio della pace triterà tosto Satana sotto ai vostri piedi», scrive S.Paolo in Romani cap.16:20. 5 Costoro son del mondo; anche se hanno appartenuto per un tempo ad alcune chiese, gli anticristi erano, in realtà, del mondo: perciò parlano come chi è del mondo. letteralmente "parlano dal mondo": la loro parola, il loro insegnamento procede dal mondo al quale appartengono, ne ritrae i principi, le tendenze, la vita ch'è opposta alla volontà di Dio, ma molti non si accorgono di questo, poichè non pregano Dio, non leggono, e non meditano la sua parola. e il mondo li ascolta accoglie con approvazione le loro dottrine che rispondono ai suoi sentimenti. "Se foste del mondo, avea detto Gesù, il mondo amerebbe quel ch'è suo...". 6 ""Noi desideriamo essere da Dio; chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta"". Solo i figli di Dio hanno una vera conoscenza di Dio. Chi è nato da Dio a nuova vita conosce la verità, l'apprezza e l'ama, e può distinguerla dall'errore che n'è la negazione. L'apostolo riproduce qui dei pensieri espressi dal suo Maestro in varie forme: "Chi è da Dio ascolta le parole di Dio, e la verità vi farà liberi. Per questo voi non le ascoltate; perchè non siete da Dio". "Chiunque è per la verità ascolta la mia voce" S.Giovanni cap.8:47; cap.18:37. Il noi di questo versetto abbraccia tutti i cristiani in quanto essi tutti sono, nel mondo, dei veri testimoni della verità; ma siccome questo noi è contrapposto ai dottori anticristiani, esso si applica in modo speciale agli apostoli e a tutti i banditori della verità del vangelo, il cui insegnamento non è accolto dalle moltitudini mondane, ma da quelli che sono "insegnati da Dio", che "sono per la verità". Da questo conosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore. Da questo: cioè dal fatto che il mondo ascolta i falsi profeti nei quali domina lo spirito dell'errore; mentre quelli che sono condotti dallo Spirito della verità sono ascoltati dai figliuoli di Dio. Lo Spirito di Dio è chiamato lo spirito della verità perchè comunica agli uomini la conoscenza della verità illuminando la loro mente e purificando il loro cuore (Cofr. Giovanni cap.14:17; cap.15:26; cap.16:13). "Ma quando sia venuto lui, lo Spirito delle verità, egli vi guiderà in tutta la verità...". Lo spirito dell'errore è Satana che "non si è attenuto alla verità, perchè non c'è verità in lui. Quando parla il falso, parla del suo, perchè è bugiardo e padre della menzogna" Giovanni cap.8:14, ch'egli cerca quindi in tutti i modi d'insinuare nei cuori e di spargere nel mondo. AMMAESTRAMENTI 1. Tre secoli fa, avvertiva di già Calvino che se, fin dal tempo di S. Giovanni, molti falsi profeti seminavano errori dicendosi ispirati da Dio, non ci dobbiamo maravigliare ne sgomentare se ve ne sono al dì d'oggi in numero assai maggiore e, purtroppo, girono tra le chiese e, molti gli vanno dietro. Sempre Satana cerca di corrompere la verità del vangelo coi suoi errori. Di fronte alla molteplicità delle sette e dei sistemi, molti restano perplessi, non sanno ove volgersi e finiscono col restare indifferenti; ma il rimedio non è miglior del male. Lo Spirito profetico ha avvertito la chiesa che sorgerebbero errori e scandali e opposizioni e apostasie; ma, ha tracciato ai fedeli la via da seguire, il dovere da compiere dando loro la certezza che non l'errore trionferà, ma la verità sarà quella, che avrà la vittoria finale. Dio ch'è l'IDDIO della verità è più grande dello spirito dell'errore. La sua luce fugherà le tenebre. È stato travolto nell'oblio il nome di migliaia di falsi dottori: L'Evangelo resta e si sparge e cresce in potenza, per salvare i veri credenti e fedeli. 2. Il dovere da compiere, riguardo ad ogni dottrina, consiste nell'esaminarla prima di riceverla, come? Attraverso la parola di Dio nella sacra scrittura, perciò non importa se sia propagata da uomini colti, zelanti, da ministri del Vangelo, da vescovi, da papi o da qualsiasi altro uomo, libro, giornale ecc. Il libero esame è un dovere perchè la verità è il fondamento, non solo della fede ma anche di una sana vita cristiana. È il cibo dei bambini e degli adulti spirituali; se il cibo è sano la vita si svolge normalmente e crescon le forze; se il cibo non è sano avvelena il sangue e intristisce la vita che resta sterile di frutti. Il libero esame è dovere di tutti i cristiani, non del clero solamente nè tanto meno di un pontefice preteso infallibile, anche lui può sbagliare, non di alcune persone soltanto, nella sacra scrittura abbiamo esempi di uomini di Dio che, tralasciando la loro comunione con Dio hanno peccato e sbagliato. L'esortazione a provare gli spiriti se son condotti da Dio,è rivolta da S.Giovanni a tutti i suoi "diletti". A tutti ha dato il Signore i criteri coi quali devono saggiare ogni dottrina e a tutti è promesso e dato, secondo il bisogno, lo Spirito di verità e di discernimento che dobbiamo implorare perchè «anche colla pietra di paragone, non tutti sanno saggiar l'oro». Ogni fedele deve accertarsi che quello che crede è da Dio. Altra cosa è la fede e altra la credulità. 3. Quale è il criterio per provare gli spiriti e sapere se son da Dio? Non le pretese dei dottori, i titoli che si danno, la prosopopea che assumono. Anche i falsi profeti si presentano come organi dello Spirito e dicono: "Così dice il Signore, o così dice Maria"; non i talenti, l'eloquenza, la scienza, la fama, lo zelo, perchè i falsi dottori posson posseder tutto questo e volgerlo al servizio dell'errore; non la popolarità perchè può anzi essere indizio che la dottrina procede dal mondo anzichè da Dio; non la professione di certe verità, e neppure l'uso di certe formule dottrinali considerate come ortodosse, perchè l'errore non si presenta mai allo stato puro, ma sempre misto a qualche verità, e quanto alle formule molte volte i maestri d'errore le usano in senso affatto diverso da quel che significano. Il criterio dato dagli apostoli è la professione delle verità centrali relative a Cristo. Chi confessa Gesù Cristo qual Figlio eterno di Dio che ha preso la nostra natura umana, e in essa ha vissuto una vita senza peccato, che in essa ha sofferto ed è morto per espiare i peccati del mondo, e in essa è risuscitato e salito al cielo ove siede qual re alla destra di Dio e donde ha da venire per giudicare i vivi ed i morti, chi professa queste verità essenziali alla salvezza è da Dio, anche se in qualche materia secondaria non sia da seguire. 1°S.Giovanni cap.4:7-21. CHI AMA È DA DIO, POICHÈ DIO È AMORE. EGLI CI HA AMATI FINO A DARCI IL SUO FIGLIUOLO; ANCHE NOI DOBBIAMO AMARCI GLI UNI GLI ALTRI. LA PERFETTA CARITÀ CACCIA DAL CUORE OGNI PAURA DEL GIUDICIO DI DIO. SE AMIAMO DIO DOBBIAMO AMARE ANCHE I NOSTRI SIMILI. Dopo la digressione relativa al dovere di provare gli spiriti, l'apostolo ritorna all'argomento di cui ha pieno il cuore: al dovere dell'amore fraterno di cui ha già parlato nella terza sezione 1°S.Giovanni cap.3:11-24 e in 1°S.Giovanni cap. 2, ma intorno a cui gli restano da dire non poche cose. 1°Giovanni cap.4:7-8 contengono l'idea che siccome l'amore procede da Dio, anzi costituisce l'essenza stessa di Dio, coloro che sono nati da Dio devono amarsi scambievolmente gli uni, gli altri. Diletti, apostrofe bene adatta all'esortazione che segue, amiamoci gli uni gli altri; si tratta dunque dell'amore dei cristiani gli uni per gli altri, ma dalle ragioni su cui Giovanni fonda qui l'amor fraterno, è facile dedurre che il dovere si estende alla carità per tutti gli uomini. perchè l'amore è da Dio,l'amore fraterno in primo, luogo, ma anche l'amore per gli uomini in genere, ogni amore santo ha la sua sorgente in Dio che l'ha posto in cuore alle sue creature e in ispecie a coloro che son diventati suoi figli, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio. chi ama mostra d'aver ricevuto da Dio la vita nuova che ha per legge suprema l'amore; egli è stato fatto partecipe in qualche misura della natura di Dio. Conosce Dio di quella conoscenza intima che è più propria del cuore che dell'intelletto. 8 Chi non ama non ha conosciuto Iddio veramente; perchè Dio è amore. L'amore non è soltanto una delle perfezioni di Dio, ma è l'essenza stessa di Dio, la perfezione morale che penetra ed abbraccia tutte le altre; talchè mentre si dice che Dio è giusto e santo, la Scrittura non dice che Dio è giustizia, o che è santità. La breve frase dell'apostolo dell'amore è quella che definisce la natura morale di Dio nel modo più sublime e più perfetto; essa è come l'apice delle rivelazioni di Dio, l'ultimo e più fulgido raggio del Nuovo Testamento. 9 1°Giovanni cap.4:9-10 danno la prova più alta che Dio è amore. In questo s'è manifestato per noi l'amor di Dio: che Dio ha mandato il suo unigenito Figliuolo nel mondo affinchè per mezzo di lui vivessimo. Nota Calvino: "Da molte altre prove risulta l'amor di Dio per noi. Se infatti si domanda perchè sia stato creato il mondo, perchè siamo stati collocati in esso per avere il dominio della terra, perchè siam conservati in questa vita per godervi innumerevoli beni, perchè formati a sperar in una vita migliore, perchè dotati di luce e d'intelligenza; non si potrà di tutto questo addurre altra ragione che il gratuito amor di Dio a nostro riguardo. Ma qui l'apostolo presceglie di questo amore il principale esempio, quello che sopravanza di gran lunga tutti gli altri". L'amor di Dio nascosto nella sua invisibile essenza si è manifestato in fatti visibili, storici, nel caso nostro e intende: in quanto concerne i veri credenti. Certo, Dio ha amato il mondo, e vuole che tutti gli uomini siano salvati; ma questo amore raggiunge il suo fine concreto in quelli che non lo respingono e sono risuscitati a vita spirituale ed eterna. Il testo dice letteralmente: "s'è manifestato in noi" (Confr. Giovanni cap. 9:3). "...affinchè le opere di Dio fossero manifestate in lui". Eravamo morti nei falli e nei peccati..., figliuoli d'ira... e per darci la vita Dio ha mandato nel mondo, nel mondo del peccato, non una creatura, ma il suo unigenito Figliuolo, il Verbo ch'era dal principio presso a Dio, ed era Dio Giovanni cap. 1:1. Si ha qui come l'eco della parola Giovanni cap.3:16, "Dio ha tanto amato il mondo...". Nell'esser mandato nel mondo è implicita la preesistenza del Figlio. 10 In questo è l'amore: l'amore nel suo ideale più sublime: non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli ha amato noi e ha mandato il suo Figliuolo per esser la propiziazione per i nostri peccati. Due tratti dell'amor di Dio fa rilevare qui Giovanni: esso non è stato provocato, sollecitato da alcuna manifestazione umana d'affetto per Dio: l'iniziativa è nata nel cuor di Dio. Anzi, invece di amore per Dio, c'è stato da parte nostra il contrario, ci sono stati i nostri peccati, le nostre ribellioni ed ingratitudini. Eppure l'amor di Dio non ha tenuto conto della nostra indegnità, anzi ha mandato il suo Figliuolo nella carne nostra per soffrirvi e per morire quale vittima espiatoria per i peccati del mondo. Cofr. 1°Giovanni cap.2:2. "Dio mostra la grandezza del suo amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo Gesù è morto per noi" lettera ai Romani cap.5:8. 11 Dilettivi se Dio vi ha così amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. in 1°Giovanni cap.3:16, Giovanni ha dedotto dall'esempio di Cristo il dovere dei cristiani di dar la vita gli uni per gli altri. Qui deduce il dovere dell'amor fraterno non solo dall'esempio che Dio, qual Padre, così fa S.Paolo agli Efesini cap. 4:32-5:2: "Siate dunque imitatori di Dio come figliuoli suoi diletti", ma lo deduce anche dal fatto che i cristiani son nati da Dio 1°Giovanni cap.4:7 che è amore e devono quindi sentirsi spinti ad amare dalla loro nuova natura stessa. Come potrebbero, d'altronde, odiare gli uomini che Dio ha amato ed ama, e in ispecie i loro fratelli che sono figli diletti del medesimo Padre? In 1°Giovanni cap.5:2 dirà: "Chiunque ama Colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato". Accogliendo largamente nel cuore l'amor fraterno e dell'umanità, accogliamo Dio stesso in noi. 12 Nessuno vide giammai Iddio; se ci amiamo gli uni gli altri, Iddio dimora in noi, e l'amor di Lui diventa perfetto in noi. "Piena comunione con Dio è la benedizione connessa coll'amor dei fratelli" (Huther). Dio è per sua natura invisibile: nessuno l'ha mai. contemplato cogli occhi della carne (cofr. Giovanni cap.1:18) e quando è apparito a certi uomini, come narra l'Antico T., essi han veduto la figura sotto cui Dio volle, in date occasioni, manifestarsi, ma non l'essenza stessa del Dio ch'è spirito; tuttavia chi ama i fratelli gode di una intima e reale, sebbene spirituale, comunione con Dio. Dio dimora in lui ed egli in Dio. Dio è amore; chi ama è a lui unito in modo vivente; Dio fa sentire in lui la sua presenza. L'espressione l'amor di Lui cioè di Dio si presta ad interpretazioni varie. Chi l'intende dell'amore del quale Dio ama. Chi ama i fratelli ama dell'amore stesso di cui Dio ha mostrato di amare: amore disinteressato mirante al bene dei fratelli. Chi l'intende dell'amore che Dio ha per noi: in chi ama i fratelli, l'amore di Dio per gli uomini raggiunge il suo fine completamente, il che è vero; ma non pare esser qui il pensiero che l'apostolo vuole esprimere. Piuttosto: l'amor nostro per Dio raggiunge la sua perfezione se amiamo sinceramente e intensamente i fratelli. L'amor di Dio per noi è sempre perfetto, compiuto, in se stesso; ma il nostro amore per lui ha bisogno di diventar perfetto e lo diventa quando amiamo i figliuoli di Dio. 1°Giovanni cap. 4:20 conferma questo senso: "Se uno dice: Io amo Dio e odia il suo fratello, è bugiardo; perchè chi non ama il suo fratello che ha veduto, non può amar Dio che non ha veduto". 13 Da questo conosciamo che dimoriamo in lui ed Egli in noi: ch'Egli ci ha dato del suo Spirito. Il sentimento soave della comunione con Dio in chi ama, è dato dalla testimonianza che lo Spirito di Dio rende al nostro spirito attestando che siamo figliuoli di Dio, Romani cap.8:14,cap.16-17. Lo Spirito è dato a tutti i veri credenti: ma in misura diversa secondo che Dio ha disposto nella sua sapienza. Uno solo ha ricevuto lo Spirito "senza misura" Giovanni cap.3:34. 14 L'amore è condizione della comunione con Dio perchè Dio è amore e l'amore procede da Dio. Ma l'amor di Dio è stato manifestato mediante l'invio del Figliuolo nel mondo e questo fatto gli apostoli l'hanno constatato personalmente e ne rendono testimonianza. Non è una teoria, ma è un fatto certo. E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha manato il Figliuolo per essere il Salvatore del mondo. Il noi abbraccia gli apostoli e quanti ebbero il privilegio d'esser testimoni diretti della vita, della morte e risurrezione del Signor Gesù. Questo versetto ricorda e in parte riproduce 1°Giovanni cap.1:1-2; Giovanni cap.1:14. "La Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata (lo stesso verbo che qui) la sua gloria, gloria come quella dell'Unigenito venuto da presso al Padre". Cofr. Giovanni cap.1:34. È questa la manifestazione e la prova suprema dell'amor di Dio (cofr. 1°Giovanni cap.4:9-10) che vuol salvi, non alcuni uomini solamente, ma il mondo intero S.Giovanni cap.3:16; cap.4:42; 1°Timoteo cap.2:3-7. 15 Chi confessa che Gesù è il Figliuol di Dio, Iddio dimora in lui ed egli in Dio: Il confessare, cioè il professare apertamente che Gesù è il Figliuol di Dio presuppone che uno ha riconosciuto ed accolto nel cuore con sincera fede e con riconoscenza l'amore del Padre manifestato nel Figliuolo. Mediante la fede del cuore confermata dalla professione della bocca Romani cap.10:9,12 egli è entrato in comunione con Dio: Dio dimora oramai in lui col suo Spirito che lo ha rigenerato a vita nuova ed egli dimora in Dio, nella misura in cui la sua vita è penetrata, dallo spirito di Dio e si uniforma alla volontà di Dio che è amore. Non vi può essere vita di amore all'infuori della fede nel sovrano Signor Gesù. 16 E noi abbiam conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiam creduto: Il noi vien riferito da alcuni agli apostoli, testimoni di Cristo, come in 1°Giovanni cap.4:14; da altri a tutti i credenti che mediante la testimonianza apostolica hanno potuto conoscere l'amore infinito manifestato da Dio riguardo agli uomini peccatori e credere in esso. I taciti passaggi da un soggetto all'altro son frequenti in Giovanni. Il greco ha qui: "L'amor che Dio ha in noi" (en 'hmin) che non significa propriamente verso di noi, ma s'interpreta: "nel caso nostro" (Cofr. 1°Giovanni cap.4:9). Dio è amore e chi dimora nell'amore dimora in Dio, e Dio dimora in lui. L'apostolo non si stanca d'insistere sul fatto che il dono del Figlio al mondo ha rivelato, come nessun altro fatto, la vera essenza di Dio che è amore. Chi dimora coi sentimenti del cuore, colla vita sua, nell'amore: amore per Dio, amore per i fratelli, amore per il mondo perduto, è in armonia con Dio e quindi dimora in Dio e Dio dimora in lui. 17 In questo l'amore è reso perfetto in noi, affinchè abbiamo confidanza nel giorno del giudizio: che quale egli è, tali siamo anche noi in questo mondo. Già in 1°Giovanni cap.2:28, l'Apostolo ha prospettato la felicità dell'esser senza timore al pensiero del giudicio a venire, come la conseguenza del dimorare in Cristo: "dimorate in lui, affinchè quando apparirà, abbiam confidanza e non abbiam da ritrarci da lui, coperti di vergogna". In 1°Giovanni cap.3:21 è tornato ad esprimere la stessa felicità come conseguenza dell'amor fraterno sincero: "Diletti, se il cuor nostro non ci condanna noi abbiam confidanza dinanzi a Dio...". Qui presenta la "confidanza nel giorno del giudizio" come conseguenza dell'amore giunto alla perfezione nei fedeli, giunto, cioè, ad esser simile all'amor di Dio col quale vivono in intima comunione. L'apostolo non distingue qui tra amore per Dio e amore per gli uomini, ma abbraccia ogni aspetto del vero amore cristiano. Il versetto però offre qualche difficoltà ed è quindi inteso in vari modi. C'è chi riferisce l'in questo al verso precedente e l'idea sarebbe: "In questo dimorar nell'amore che equivale al dimorare in Dio, l'amore nostro raggiunge la sua perfezione perchè resta tutto permeato dall'amore perfetto di Dio... con questo risultato che abbiam confidanza di fronte al giudizio". Ma con ciò si verrebbe a dire, semplicemente che la perfezione dell'amore consiste nel dimorar nell'amore, e inoltre si verrebbe a dare alla particella 'ina (affinchè) il senso forzato di talchè. Altri intendono che la perfezione dell'amore consiste nell'aver confidanza, nel giudizio, ossia la perfezione è raggiunta quando uno non teme del giudizio di Dio. La particella 'ina si traduce allora con un semplice che: "In questo l'amore è reso perfetto in noi: che cioè arriviamo ad aver piena confidanza... perchè quale egli è...". Un tal senso della particella non è senza esempio in S. Giovanni (Cofr. Giovanni cap.3:11,23); ma siccome egli suol presentare l'assenza d'ogni timore di condanna quale risultato dell'obbedienza alla volontà di Dio per parte dei credenti, crediamo preferibile attenerci al senso usuale (telico) della particella, tanto più che così resta più semplice il senso dell'ultima parte della frase. L'amore giunge alla sua perfezione nel nostro caso (letteralmente con noi), allorchè, nella nostra vita in questo mondo di odio e di peccato, arriviamo ad esser nei nostri sentimenti ed atti simili a Dio che è amore. Questo otterremo dimorando in Dio, mentre Dio dimorerà sempre più completamente in noi permeando tutto l'essere nostro. A ciò dobbiamo tendere affin di aver confidanza nel giorno del giudizio: confidanza che non v'è più alcuna condannazione per quelli che sono in Cristo Gesù, confidanza sicura e filiale che il giudizio segna la nostra definitiva liberazione e la disfatta della potenza del male. Un pensiero analogo è espresso in 2Pietro 1:10-11. «Studiatevi di render sicura la vostra vocazione ed elezione... poichè così vi sarà largamente provveduta l'entrata nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo». l'apostolo Paolo si mostra fin d'ora pieno di sicurezza quando nell'imminenza del martirio scrive: "Del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signor, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno" 2°Timoteo cap.4:8. Il giorno del giudizio è per i fedeli, il giorno in cui Cristo Gesù li accoglie colle parole: «Venite, voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v'è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Perchè ebbi fame e mi deste da mangiare..., dimostraste colle opere il vostro amore per me e per i fratelli» Matteo cap.25. Le parole quale egli è vengon da molti applicate a Cristo, da altri a Dio di cui ha parlato in 1°Giovanni cap.4:16. Per la sostanza ciò poco importa. 18 Nel verso 18 l'apostolo spiega come chi è perfetto nell'amore, possa non aver alcuna paura del giudicio. Nell'amore non c'è paura, anzi, l'amore perfetto caccia via la paura l'amore è fatto di fiducia e di abbandono, mentre la paura è fatta di sospetto e di apprensione di castigo e fugge e odia; perciò i due sentimenti si escludono a vicenda, talchè l'amore per il Padre che ci ha amati il primo, che ci ha perdonati in Cristo, rigenerati e santificati col suo Spirito, caccia fuori la paura del giudicio. «Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui? Chi accuserà... Chi condannerà... Nè morte nè vita, nè angeli nè principati... nè alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio...» Romani cap.8:31-39. Perchè la paura implica apprensione di castigo; e chi ha paura non è perfetto nell'amore. Il testo nella sua concisione dice propriamente: la paura ha castigo... o pena; ma la versione riveduta, leggermente parafrastica, esprime bene l'idea contenuta nel greco. La paura del giudicio deriva da sentenza della coscienza non liberata dal perdono divino ed è già in se stessa una pena anticipata; e chi ha paura di Dio mostra di non esser perfetto nell'amore che implica abbandono fiducioso e completo nell'infinito amor di Dio manifestatoci nel dono di Cristo. "Voi, dice Paolo ai cristiani, non avete ricevuto lo spirito di servitù per ricader nella paura; ma avete ricevuto lo spirito d'adozione per il quale gridiamo: Abba! Padre! "Lo Spirito stesso attesta, col nostro spirito, che siam figliuoli di Dio; e se siamo figliuoli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo se pur soffriamo con lui (qui è l'amore), affinchè siamo anche glorificati con lui" Romani cap.8:15-17. 19 Noi amiamo perchè Egli ci ha amati il primo. Fine prima parte.
 
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Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

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