Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

« L'IMMENSITA'LA MORTE DI CRISTO E' ... »

Ecco L'uomo

Post n°63 pubblicato il 31 Marzo 2012 da soleincielo83

Pilato disse al popolo: "Ecce Homo",che significa: Ecco l'Uomo! L'Uomo del dolore, l'Uomo delle amarezze, l'Uomo dell'infamia, l'Uomo che porta su di Sé i peccati del mondo, l'Uomo reietto e disprezzato. Ecco l'Uomo! Quale Uomo? L'Uomo che detiene il trono, il trono di gloria: Gesù di Nazareth! L'Uomo che ha in Sé la potenza e la gloria ed é assiso alla destra del padre. Ecco l'Uomo! L'Uomo della dolcezza, l'Uomo della mansuetudine, l'Uomo dell'esempio, l'Uomo dell'amore. Ecco l'Uomo! L'Uomo che ha dato tutto per il Suo fratello! L'Uomo che ha preso e abbracciato con amore la sofferenza e la malattia del fratello.

Io sono l'Uomo, Io sono l'Uomo del Padre, Carne vivifica del Padre che si é fatto Carne nel Padre e ha dato al Padre la Sua forma umana e il Padre é divenuto Spirito e Carne. Guardate l'umiltà, guardate questa vivificazione unitaria in un mistero incomprensibile alla mente umana che né logica, né autore, né scrittore, né poeta, né scienziato, né chimico può spiegare l'elemento d'amore, l'energia vitale della Trinità santissima.

Io sono Dio fatto Carne contenente il Mistero del Padre nel Suo grande nucleo d'amore!. Come la Chiesa sarà rigenerata? Con l'acqua, lo spirito e il sangue! E come satana marchierà i suoi eletti e la Chiesa farisaica, così nelle Mie Chiese vi sarà il segno, il segno di Cristo impresso sull'altare: l'Agnello e il Sangue e questo sarà il sigillo che confermerà i Miei sacerdoti fedeli, le Mie poche Chiese che rimarranno fedeli a Me. Io sono l'effusione dello Spirito e del Sangue, chi crede in Me sarà salvo. Io fondo lo Spirito e il Sangue, lo Spirito é Parte del martirio, il martirio é parte dello Spirito perché lo Spirito contiene l'Amore alla purificazione e alla penitenza, mentre il martirio contiene lo Spirito d'accettazione al lavacro e alla penitenza. LO Spirito viene da Dio, lo Spirito é parte di Dio, chi cerca lo Spirito effuso nel martirio lo troverà, chi non lo cerca sarà condotto in pasto alla malvagità e la ferocità di chi odia l'uomo, di colui che brama sin dall'eternità di togliere le anime al Padre celeste, il Mio eterno nemico: satana.

Come il Padre ha mandato Me,così Io mando voi! Come il Padre ha la Vita, così Io dono la vita e la sapienza dello Spirito a voi. Nessuno viene al Padre se non viene a Me! Io sono l'Eterno Pensiero che si fa pensiero in parole umane per proclamare la verità nei Miei missionari della Parola del Padre. Quanti ve ne saranno che cammineranno che pur, nonostante le fatiche umane, gli affanni del corpo, continueranno a proclamare che Gesù é vivo in mezzo a loro? Tutto rivivrà! Tutto si riedificherà! Il Padre darà il Suo soffio di vitalità e riedificherà un mondo nuovo da un marciume corruttibile che diverrà incorruttibile ed anche gli uomini diverranno da corruttibili a incorruttibili.

Uomini, uomini caduchi, uomini che possedete sete di amarezze, sete di disprezzo gli uni verso gli altri, come deve camminare ancora il mondo?, quale via ancora volete far prendere a questo mondo, con quale autorità recidete e schiacciate il mondo? Con il vostro fetore di Satana! Vegliate figli, vegliate sul Mio dolore e vegliate su di voi perché il tempo della prova arriva anche per voi. Non si stanchi il vostro corpo di essere vigile, non si stanchino i vostri occhi di essere aperti e non si stanchi il vostro spirito di essere attento! In queste ore in cui tutto ho sofferto desidero che voi incontriate il Mio Cuore, ho tanto bisogno di voi! in quell'ora Io vi ho visti e siete stati i Miei consolatori. Non deludete il Mio Cuore! perché è troppo grande il dolore di un Uomo che, per Amore, si stende su una croce! troppo grande è il dolore di un Dio che, provando Sé stesso, ha ucciso la Sua carne. Io sono dentro di voi, sono il sofferente, Servo obbediente che non si oppone alla Volontà del Padre Altissimo per amore dei Suoi figli. Sono stato un uomo, sono stato come uno di voi ed aprire le Mie braccia per una umanità futura, è amore! solamente amore! Io vi ho guardati in quel momento, in cui la Mia sofferenza era atroce, vi ho guardato ed ho detto: "Questo Mio dolore, Questo Mio sangue servirà per loro, affinché l'uomo divenga la bellezza del creato"; ed ho pianto sapendovi vicino. Non deludete il Mio Cuore, Io vi amo! Vi amo tanto, non deludete il Mio dolore, perché vi renderà uomini nuovi! Vegliate con Me, alleviate le Mie pene! anche ora, anche domani, ma Io non morirò, non morirò se i vostri cuori si uniranno nell'amore; perciò vi chiedo di essere forti, di amarMi così intensamente, perché in questo giorno: voi col vostro amore potrete salvare tantissime anime, e non morirò per il dolore di averle perdute, ma gioirò perché novelli Me si sanno offrire per amore, per l'uomo, per Dio. Vi chiedo di commemorare sì le tappe del Mio calvario, ma ognuno di voi si prenda carico di una croce e stenda il proprio cuore, abbracciando i fratelli che sono in pericolo: questo è ciò che desidero, non lacrime, non tristezza, ma Amore. Perché Io non morirò! perché il vostro amore Mi terrà in Vita in quelle anime che erano morte e ritorneranno a vivere: è questo il Mio desiderio! pregate e vegliate, satana ha chiesto di vagliarvi, ma Io pregherò per voi e l'Amore vi renderà salvi.!!!!!! Perciò imparate il valore dell'amore che sarà la vita, la vita vera. Per tutti questo è il Mio desiderio: pregate, pregate figli Miei ed amatevi, amatevi in quella intensità che Dio dona a voi. Vi lascio la Mia pace, la pace vera e vi dono il sigillo dell'Amore! Vi benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Io sarò con voi e non vi lascerò. Amen! !!!

 
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champions_3
champions_3 il 02/04/12 alle 13:26 via WEB
LA VERA CONFESSIONE! In questo perido si invita i cristiani a fare confessione dei propri peccati, tra l'altro, si consiglia in particolare a Pasqua, vedremo attraverso la parola di "DIO" a chi indirizzare il perdono dei propri peccati. 1°Giovanni cap.2:1-6. CRISTO È L'AVVOCATO DI CHI SI CONFESSA PECCATORE. EGLI È IL GIUSTO CHE HA VERSATO IL SUO SANGUE QUAL PROPIZIAZIONE PER I PECCATI DEL MONDO; MA NON ABBIAM COMUNIONE VERA CON LUI SE NON OSSERVANDO I SUOI COMANDAMENTI E IMITANDO IL SUO ESEMPIO. In 1°Giovanni 1:5-10 l'autore ha esposte le condizioni della comunione con Dio ch'è luce; in 1°Giovanni 2 egli parla piuttosto delle condizioni della comunione con Gesù, il Figliuol di Dio. Confr. 1°Giovanni 1:3. I versi 1°Giovanni 2:1-2 sono connessi strettamente con quanto l'apostolo ha detto prima circa la remissione dei peccati assicurata a coloro che umilmente li confessano. Quasi temesse un possibile abuso delle sue parole, egli sembra dire: Vi spingo a riconoscere e a confessare i vostri peccati, ma non perchè vi avvezziate a tollerarli, anzi, vi scrivo queste cose affinchè non pecchiate; affinchè camminiate sempre nella luce. E si rivolge ai lettori col dolce nome di figliuoletti miei, pieno di paterna tenerezza. Li chiama così non solo perch'egli è molto innanzi nell'età, ma perchè, se anche non li ha tutti generati a vita nuova, mediante l'evangelo, li ha nutriti di cibo spirituale e allevati con amore di padre. e se alcuno ha peccato, come può accadere anche a chi non vive più nel peccato; ma è esposto a cadervi ancora per debolezza, per le seduzioni del mondo e del maligno, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo il giusto. Il noi s'intende i veri cristiani. Il termine paracleto qui applicato a Gesù è lo stesso che, nel Vangelo di S.Giovanni, è applicato allo Spirito santo. In Giovanni 14:16 si legge: "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà, un altro Paracleto"; il che implica che Gesù è il paracleto dei suoi, e che, per una parte almeno di questa funzione lo Spirito lo sostituisce. Il termine vale letteralmente, come il latino advocatus: uno che è chiamato presso ad un altro per assisterlo. Di solito si applica all'amico che assiste un accusato per difenderlo, per confortarlo, per fare atto di solidarietà con lui, per intercedere in favor suo; ma può significare anche uno che, in qualsiasi circostanza, consiglia, guida, insegna, conforta. È quindi, a seconda del contesto, tradotto consolatore o assistente, come nei passi del Vangelo, o avvocato come qui ove si tratta dell'opera di Gesù Cristo presso al Padre, opera di intercessione in cui Gesù fa valere a pro dei suoi la virtù del suo sacrifizio espiatorio. L'Epistola agli Ebrei, esponendo l'opera di Cristo qual sommo Sacerdote del suo popolo, dice ch'egli «non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio, per noi...», «ond'è che può salvare appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro» Ebrei cap. 9:24; cap.7:25. E S.Paolo esclama trionfante: «Chi sarà quel che li condanni? Cristo Gesù è quel ch'è morto; e, più che questo, è risuscitato; ed è alla destra di Dio; ed anche intercede per noi» Lettera ai Romani 8:34. Gesù è chiamato giusto, perchè, se fosse stato peccatore non avrebbe potuto, quale agnello immacolato, toglier d'addosso a noi prendendola su di sè la pena dovuta al nostro peccato e non potrebbe quindi essere alla destra del Padre. «A noi conveniva un sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli» Ebrei 7:26. 2° Ed egli è la propiziazione per i nostri peccati. L'esser stato Cristo la vittima propiziatoria che ha offerto se stesso per soddisfare la giustizia offesa di Dio, e render possibile l'effusione della grazia sua sui peccatori pentiti, è la base su cui poggia l'intercessione di Cristo nei cieli. Egli è l'avvocato efficace dei credenti perchè egli stesso ha versato il sangue per loro. La parola ilasmos (propiziazione) non s'incontra che in (1°Giovanni 4:10); ma abbiamo nel Nuovo T. altre parole della stessa famiglia: "propiziatorio", "propiziare ed esser propiziato o placato", «sii placato inverso me peccatore», implora il pubblicano. (Luca 18:13; cfr. Ebrei 2:17; Romani 3:25). e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Letteralmente: ma anche per il mondo intero. Ad incoraggiar la fede dei credenti nella intercessione dell'unico mediatore e nella virtù del suo sacrifizio, S.Giovanni ne proclama il valore universale. Colla sua morte Cristo ha espiato i peccati del mondo intero e non soltanto quelli di una parte ristretta dell'umanità. Gli uomini possono per incredulità o per durezza di cuore rifiutare, per conto loro, il benefizio della morte di Cristo; ma ciò non toglie che Dio, abbia amato il mondo e abbia dato il suo Figliuolo «affinchè chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna» S.Giovanni 3:16. 3° Cristo è l'avvocato dei suoi presso il Padre e fa valere a loro pro l'efficacia del suo sacrifizio propiziatorio offerto una volta per sempre. Ma chi sono veramente i suoi "Chi sono coloro che a lui sono uniti e che posson dire: noi abbiamo un avvocato...??" L'apostolo risponde a questa domanda esponendo le condizioni della comunione vitale col Figliuol di Dio, in una forma analoga a quella di 1°Giovanni cap. 1, cioè in forma positiva e negativa. E da questo sappiamo (letteralmente conosciamo) che l'abbiam conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Di chi intende parlare Giovanni? Gli uni rispondono: di Dio, del conoscer Dio, dei comandamenti di Dio, della parola di Dio, dell'essere in Dio 1°Giovanni 2:5, del dimorare in Dio 1°Giovanni 2:6; e connettono il verso 3, non con quelli che precedono immediatamente, ma col capitolo 1 Giovanni 1. Per la sostanza, questa interpretazione non differisce da quella che preferiamo; perchè l'essere in Cristo, l'osservare i comandamenti di Cristo equivale all'essere o dimorare in Dio, all'osservare i comandamenti di Dio; ma ci par forzato il riferire il lui (auton - autou) del verso 3 a Dio, passando sopra 1°Giovanni 2:1-2 ove si parla di Cristo e si dice: ed egli è la nostra propiziazione (kai autoV...). Inoltre, si riconosce da tutti che in 1°Giovanni 2:6 si parla dell'imitazione di Cristo. L'apostolo dunque ammonisce i cristiani che l'osservare i comandamenti di Cristo è l'unica prova certa ch'essi l'hanno conosciuto. È chiaro che non si tratta qui di una mera conoscenza storica, ed intellettuale, ma di una conoscenza in cui hanno parte, insiem colla mente, il cuore, la coscienza, la volontà, tutto l'essere morale e spirituale dell'uomo; una conoscenza che implica relazione personale, intima, di fiducia, di amore, di appartenenza, che implica in altre parole una comunione vivente, un essere in lui, un "dimorare in lui" 1°Giovanni 2:5-6. Una siffatta conoscenza sperimentale di Cristo, noi sappiamo in modo sicuro di possederla quando osserviamo i suoi comandamenti. "Se voi mi amate, avea detto Gesù, osserverete i miei comandamenti". Se osservate i miei comandamenti dimorerete nel mio amore S.Giovanni cap.14:15; cap.15:10. Conoscenza e ubbidienza sono due elementi inseparabili di una, medesima esperienza religiosa. 4° Chi dice: Io l'ho conosciuto e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; Questo versetto è parallelo a 1°Giovanni 1:6: il conoscer Cristo risponde all'aver comunione con Dio; il non osservare i comandamenti di Cristo nella propria condotta risponde al camminar nelle tenebre; l'esser bugiardo, privo di sincerità, risponde al "mentire". Invece del "non mettiamo in pratica la verità",S.Giovanni dice qui la verità non è in lui e s'intende la verità del Vangelo non è stata accolta nel cuore di quel tale, non vi è penetrata in guisa da crearvi una vita nuova, e non vi abita. La sua professione di cristianesimo è quindi una mera apparenza religiosa. 5° ma chi osserva la sua parola cioè la parola di Cristo, termine comprensivo che abbraccia tutti i comandamenti di Cristo che sono una stessa cosa coi comandamenti di Dio Giovanni 14:24. l'amor di Dio è in lui veramente compiuto. Gl'interpreti sono divisi sul senso dà dare all'espressione l'amor di Dio. Si tratta egli dell'amor di Dio per noi, ovvero dell'amor nostro per Dio? Chi adotta il primo senso lo spiega così: in chi mette in pratica la parola di Cristo (o di Dio), l'amor che Dio ha per lui raggiunge appieno il suo fine pratico ch'è di render perfetta la sua creatura. Chi adotta il secondo senso lo espone così: in chi osserva la parola di Cristo, l'amore per Dio ch'è il gran comandamento, l'ideale della vita cristiana, non è soltanto una vana parola, nè una mera aspirazione, nè un semplice inizio di vita, ma è cosa reale, e che raggiunge la sua perfezione. Infatti dove la parola di Cristo è perfettamente osservata, ivi è compiuto l'amore per Dio giacchè l'amore perfetto si manifesta colla perfetta obbedienza. Con ciò Giovanni non afferma che, praticamente, il cristiano giunga all'amore perfetto per Dio, in questa vita, poichè, come afferma in 1°Giovanni 1, l'ubbidienza ai comandamenti ch'è la prova dell'amore, resta sempre imperfetta; ma afferma che amore ed ubbidienza vanno di conserva. Da questo, cioè dell'ubbidienza ai comandamenti di Cristo, conosciamo che siamo in lui. Essere in Cristo descrive sotto l'aspetto suo più intimo e più profondo la vita cristiana ch'è vita di comunione vitale con Cristo. Paragonando se stesso alla vite e i discepoli ai tralci, Gesù avea detto: "Dimorate in me e io dimorerò in voi. Io son la vite voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto... Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto.. Dimorate nel mio amore" Giovanni 15:4-10. ( Le parole di Cristo sono forse state dette per la chiesa di quel tempo? Gesù cristo è lo stesso, ieri, oggi e in Eterno!) 6° Chi dice di dimorare in lui, deve, nel modo ch'egli camminò, camminare anch'esso. C'è una progressione dal "conoscere Cristo" allo "essere in lui", al "dimorare in lui", la quale ultima espressione contiene, oltre all'idea della intima comunione con Cristo, quella della costanza in questa comunione presentata così come lo stato abituale del cristiano. Chi fa professione di vita cristiana, ha l'obbligo imprescindibile, se vuol essere coerente e non ingannar se stesso e gli altri, di seguire nella sua condotta d'ogni giorno l'esempio perfetto dato da Cristo nella sua vita terrena. Similmente S.Paolo: "Siate dunque imitatori di Dio, come figliuoli suoi diletti, e camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati" (Efesini 1:2. Cofronta 1°Pietro 2:24). AMMAESTRAMENTI 1. Il vangelo che parla di grazia e di perdono dei peccati a conforto di coloro che anelano alla pace con Dio e all'affrancamento dal male, è sempre stato esposto all'accusa di favorire il peccato. In (Romani cap.6) all'obiezione: "Rimarremo noi nel peccato affinchè la grazia abbondi?" L'apostolo Paolo risponde: "Così non sia. Noi che siam morti al peccato come vivremmo ancora in esso?" Ammonisce la chiesa di Galati a non fare della loro libertà cristiana "un'occasione alla carne", e S.Pietro esorta i cristiani a non usare della libertà "qual manto che copra la malizia". S. Giuda parla di "empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio". Non è quindi inutile il ripetere l'avvertimento di Giovanni: "Vi scrivo queste cose acciocchè non pecchiate"; ma ciò non deve distogliere i banditori del Vangelo dall'additare sempre, alle anime travagliate, Cristo quale unica propiziazione per i nostri peccati e quale unico avvocato presso il Padre. 2. Tre grandi affermazioni troviamo qui circa il Cristo. Egli è il giusto in senso perfetto, il solo dei figli d'Adamo che sia tale, il solo che risponda all'ideale di Dio riguardo all'uomo, il solo che sia esempio perfetto di vita umana 1°Giovanni cap.°2:6. Come tale egli ha potuto essere nella sua persona divina-umana la propiziazione per i nostri peccati e per i peccati del mondo intero, per tutti i peccati e per i peccati di tutti. Col suo sacrifizio espiatorio, egli giusto portando i peccati degli ingiusti, ha potuto "placare" la giusta ira del Dio di santità, soddisfare alla legge e assicurare il favore divino ai peccatori pentiti. Giovanni che proclama l'amor di Dio, non dimentica la giustizia sua. "Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figliuolo per essere la propiziazione per i nostri peccati" 1°Giovanni cap.4:10. Come la vita quaggiù e la morte di Gesù avevano per fine la salvazione dell'umanità, così la sua vita celeste è consacrata a condurre a compimento la salvezza dei credenti e a trarre il mondo alla vera fede. Egli è l'Avvocato dei suoi presso il Padre, per loro egli intercede del continuo facendo valere a loro pro il sacrifizio compiuto, una volta per sempre, sul Golgata. Possono i peccatori perdonati, ma sempre ancora bisognosi di perdono e di guarigione spirituale, intercedere per i loro fratelli; ma Uno solo è il Mediatore tra Dio e gli uomini. Uno solo è l'Avvocato dei credenti presso il Padre, perchè Egli solo è il Giusto, Egli solo è la propiziazione per i peccati. Nota S. Agostino «Giovanni non disse: Avete un avvocato, nè disse: Avete me; ma mise loro innanzi Cristo Gesù, non se stesso, e disse: Abbiamo, non avete. Preferì mettersi nel numero dei peccatori onde avesse Cristo per avvocato, anzichè mettersi al posto di Cristo come avvocato ed esser trovato tra i superbi meritevoli di dannazione». Questa parola è la condanna della dottrina e della pratica di tutti coloro che, lasciando Cristo nell'ombra, mettono al suo posto la nostra cara amata Maria, ed i Santi, o uomini, quali avvocati presso a Dio. Per i credenti consci delle loro colpe e della loro debolezza l'aver Cristo per avvocato, Salvatore, e, per amico, per aiuto pronto nelle distrette, è sommo conforto Eterno. 3. Chi è che ha la certezza (non la probabilità o la speranza vaga) di aver "conosciuto" veramente Cristo? di averlo conosciuto non di mera conoscenza storica od intellettuale, ma col cuore e colla coscienza, per esser entrato con lui in relazione personale intima di fede e di amore? S.Giovanni risponde: Coloro che osservano i suoi comandamenti che imitano il di lui esempio. Essi non sono solamente dei cristiani di nome che "dicono e non fanno", la cui vita smentisce la professione delle labbra, il cui cuore non è rinnovato; ma si sforzano di camminar nella luce sulle traccie del loro Signore. L'albero si riconosce dai frutti. "Non chiunque mi dice: Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Un tale ha edificato la sua casa sulla roccia; egli è in Cristo e dimora in lui, egli onora l'evangelo davanti agli uomini, ama e glorifica il suo Dio e quando Cristo apparirà non avrà da ritrarsi da lui coperto di vergogna 1°Giovanni cap.2:28. 4. La grande verità sulla confessione dei peccati, Gesù guarisce il paralitico di Capernaum dicendo: Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi. Or alcuni degli scribi (dottori della legge sacra) erano presenti e ragionavano tra di loro: perchè parla costui in questa maniera? Chi può rimettere i peccati, se non uno solo, ciè DIO? S.Marco cap. 2:5-11. Quindi, se le autorità religiose in quei tempi, conoscendo le sacre scritture che solo "DIO" può intercedere per il perdono dei peccati, e avendo accusando Gesù di questa violazione anche se non l'aveano ricosciuto come Messia che egli era "DIO", con quale diritto si espongono molti religiosi a farsi confessare i peccati dei credenti dicendo che sono loro gli intercessori tramite "DIO"? In verità, il credente deve chiedere perdono direttamente a "DIO" se ha commesso dei peccati e, attraverso la sua preghiera personale rivolta a DIO" con pentimento DIO assolverà i suoi peccati. 5. L'apostolo ha così ricordato ai cristiani tutti, vecchi e giovani, i privilegi ch'essi posseggono come credenti: han ricevuto il perdono dei peccati, han conosciuto l'amor del Padre, hanno conosciuto il Figlio ch'era dal principio, hanno vinto il maligno. È questo il loro stato cristiano descritto in modo ideale; ma questo ideale si tratta di tradurlo in realtà pratica nella vita quotidiana; questi benefizi si tratta di non perderli. Hanno tutti (non i giovani soltanto) vinto il maligno ch'è il principe di questo mondo, ma intanto devono vivere in questo mondo e guardarsi dal male; hanno conosciuto il Padre ed il Figliuolo venuto in carne per salvarli, ma non devono lasciarsi sedurre dagli anticristi che storcono la sana dottrina e negano il Padre ed il Figlio. Da ciò le esortazioni che seguono. 6. Pregando per i suoi, Gesù disse: «Io non ti prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Santificali mediante la verità». Il mondo materiale creato da Dio, il cristiano può servirsene per provvedere ai bisogni della sua vita terrena purchè "con rendimento di grazie"; può giovarsene per accrescere la propria conoscenza delle perfezioni di Dio. Il mondo umano lo può e lo deve amare come Dio lo ama, cioè per salvarlo, per affrancarlo dal peccato che lo perde. Ma "il mondo" in quanto serve a caratterizzare i principii, le tendenze, le brame, le abitudini, il genere di vita materialista, sensuale, egoistica, vanitosa degli uomini quali il peccato li ha fatti, quel mondo il cristiano non lo può e non lo deve amare. Egli appartiene a una sfera superiore ch'è quella del regno di Dio ove la norma della vita è la volontà del Padre. Ma quanto ha bisogno che gli venga ripetuto l'avvertimento di guardarsi dalla mondanità! Se ne avevano bisogno i cristiani cui scrive Giovanni, quanto più quelli dell'oggi che si studiano di unire due cose incompatibili ed opposte: la professione cristiana e la mondanità. Tutta quella vita di concupiscenze e di vanità, di piaceri, d'intemperanze, di lusso, di fasto, di avidità di guadagno per superare gli altri, di brama di brillar nel mondo, è vita senza Dio, nonostante la vuota professione cristiana; è vita lungi da Dio, è vita opposta all'ideale voluto da Dio. Ove penetra l'amor del mondo, muore l'amor di Dio; ove il cuore, la mente, l'attività, si muovono nell'atmosfera della mondanità, la fiamma della vita religiosa si affievolisce e finisce collo, spegnersi. Cordialmente, Antonio.
 
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Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

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