Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

« L'IMMENSITA'LA MORTE DI CRISTO E' ... »

Ecco L'uomo

Post n°63 pubblicato il 31 Marzo 2012 da soleincielo83

Pilato disse al popolo: "Ecce Homo",che significa: Ecco l'Uomo! L'Uomo del dolore, l'Uomo delle amarezze, l'Uomo dell'infamia, l'Uomo che porta su di Sé i peccati del mondo, l'Uomo reietto e disprezzato. Ecco l'Uomo! Quale Uomo? L'Uomo che detiene il trono, il trono di gloria: Gesù di Nazareth! L'Uomo che ha in Sé la potenza e la gloria ed é assiso alla destra del padre. Ecco l'Uomo! L'Uomo della dolcezza, l'Uomo della mansuetudine, l'Uomo dell'esempio, l'Uomo dell'amore. Ecco l'Uomo! L'Uomo che ha dato tutto per il Suo fratello! L'Uomo che ha preso e abbracciato con amore la sofferenza e la malattia del fratello.

Io sono l'Uomo, Io sono l'Uomo del Padre, Carne vivifica del Padre che si é fatto Carne nel Padre e ha dato al Padre la Sua forma umana e il Padre é divenuto Spirito e Carne. Guardate l'umiltà, guardate questa vivificazione unitaria in un mistero incomprensibile alla mente umana che né logica, né autore, né scrittore, né poeta, né scienziato, né chimico può spiegare l'elemento d'amore, l'energia vitale della Trinità santissima.

Io sono Dio fatto Carne contenente il Mistero del Padre nel Suo grande nucleo d'amore!. Come la Chiesa sarà rigenerata? Con l'acqua, lo spirito e il sangue! E come satana marchierà i suoi eletti e la Chiesa farisaica, così nelle Mie Chiese vi sarà il segno, il segno di Cristo impresso sull'altare: l'Agnello e il Sangue e questo sarà il sigillo che confermerà i Miei sacerdoti fedeli, le Mie poche Chiese che rimarranno fedeli a Me. Io sono l'effusione dello Spirito e del Sangue, chi crede in Me sarà salvo. Io fondo lo Spirito e il Sangue, lo Spirito é Parte del martirio, il martirio é parte dello Spirito perché lo Spirito contiene l'Amore alla purificazione e alla penitenza, mentre il martirio contiene lo Spirito d'accettazione al lavacro e alla penitenza. LO Spirito viene da Dio, lo Spirito é parte di Dio, chi cerca lo Spirito effuso nel martirio lo troverà, chi non lo cerca sarà condotto in pasto alla malvagità e la ferocità di chi odia l'uomo, di colui che brama sin dall'eternità di togliere le anime al Padre celeste, il Mio eterno nemico: satana.

Come il Padre ha mandato Me,così Io mando voi! Come il Padre ha la Vita, così Io dono la vita e la sapienza dello Spirito a voi. Nessuno viene al Padre se non viene a Me! Io sono l'Eterno Pensiero che si fa pensiero in parole umane per proclamare la verità nei Miei missionari della Parola del Padre. Quanti ve ne saranno che cammineranno che pur, nonostante le fatiche umane, gli affanni del corpo, continueranno a proclamare che Gesù é vivo in mezzo a loro? Tutto rivivrà! Tutto si riedificherà! Il Padre darà il Suo soffio di vitalità e riedificherà un mondo nuovo da un marciume corruttibile che diverrà incorruttibile ed anche gli uomini diverranno da corruttibili a incorruttibili.

Uomini, uomini caduchi, uomini che possedete sete di amarezze, sete di disprezzo gli uni verso gli altri, come deve camminare ancora il mondo?, quale via ancora volete far prendere a questo mondo, con quale autorità recidete e schiacciate il mondo? Con il vostro fetore di Satana! Vegliate figli, vegliate sul Mio dolore e vegliate su di voi perché il tempo della prova arriva anche per voi. Non si stanchi il vostro corpo di essere vigile, non si stanchino i vostri occhi di essere aperti e non si stanchi il vostro spirito di essere attento! In queste ore in cui tutto ho sofferto desidero che voi incontriate il Mio Cuore, ho tanto bisogno di voi! in quell'ora Io vi ho visti e siete stati i Miei consolatori. Non deludete il Mio Cuore! perché è troppo grande il dolore di un Uomo che, per Amore, si stende su una croce! troppo grande è il dolore di un Dio che, provando Sé stesso, ha ucciso la Sua carne. Io sono dentro di voi, sono il sofferente, Servo obbediente che non si oppone alla Volontà del Padre Altissimo per amore dei Suoi figli. Sono stato un uomo, sono stato come uno di voi ed aprire le Mie braccia per una umanità futura, è amore! solamente amore! Io vi ho guardati in quel momento, in cui la Mia sofferenza era atroce, vi ho guardato ed ho detto: "Questo Mio dolore, Questo Mio sangue servirà per loro, affinché l'uomo divenga la bellezza del creato"; ed ho pianto sapendovi vicino. Non deludete il Mio Cuore, Io vi amo! Vi amo tanto, non deludete il Mio dolore, perché vi renderà uomini nuovi! Vegliate con Me, alleviate le Mie pene! anche ora, anche domani, ma Io non morirò, non morirò se i vostri cuori si uniranno nell'amore; perciò vi chiedo di essere forti, di amarMi così intensamente, perché in questo giorno: voi col vostro amore potrete salvare tantissime anime, e non morirò per il dolore di averle perdute, ma gioirò perché novelli Me si sanno offrire per amore, per l'uomo, per Dio. Vi chiedo di commemorare sì le tappe del Mio calvario, ma ognuno di voi si prenda carico di una croce e stenda il proprio cuore, abbracciando i fratelli che sono in pericolo: questo è ciò che desidero, non lacrime, non tristezza, ma Amore. Perché Io non morirò! perché il vostro amore Mi terrà in Vita in quelle anime che erano morte e ritorneranno a vivere: è questo il Mio desiderio! pregate e vegliate, satana ha chiesto di vagliarvi, ma Io pregherò per voi e l'Amore vi renderà salvi.!!!!!! Perciò imparate il valore dell'amore che sarà la vita, la vita vera. Per tutti questo è il Mio desiderio: pregate, pregate figli Miei ed amatevi, amatevi in quella intensità che Dio dona a voi. Vi lascio la Mia pace, la pace vera e vi dono il sigillo dell'Amore! Vi benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Io sarò con voi e non vi lascerò. Amen! !!!

 
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champions_3
champions_3 il 06/04/12 alle 19:23 via WEB
IL VERO SACERDOZIO. Ebrei 10:1-10. I sacrificii legali, ogni anno rinnovati, essendo figurativi e meramente animali, non potevano veramente espiare il peccato; per cui la S. Scrittura preannunziava che sarebbero sostituiti dall'offerta migliore del corpo di Cristo. La legge, infatti, avendo l'ombra dei futuri beni, non la forma reale stessa delle cose, non può mai, con i sacrificii che si offrono ogni anno, sempre gli stessi, in perpetuo, render compiuti quelli che si accostano (a Dio). Il gar (infatti) si riannoda al pensiero centrale dei versi precedenti. Era necessario che Cristo apparisse per abolire il peccato portandolo, poichè quanto ai sacrificii prescritti dalla legge, non avevano e non potevano avere efficacia reale per purificare la coscienza del popolo. Che non l'avessero lo dimostra il fatto stesso che ogni anno se ne doveva fare la esatta ripetizione e la ragione per cui non la potevano avere cotesta efficacia stava nel loro valore inferiore. Dei sacrificii animali non, potevano avere che un valore figurativo, provvisorio, educativo. La legge, cioè l'economia legale, non aveva se non l'ombra dei futuri beni. Per futuri beni s'intendono quelli che erano promessi dall'A.T. per l'epoca del Nuovo Patto, vale a dire il perdono completo ed assoluto dei peccati, la riconciliazione con Dio mediante un'espiazione adeguata, il cuore nuovo e lo spirito filiale. La legge data da Dio a scopo di educazione della coscienza, aveva dei sacerdoti ch'erano dei tipi del vero, dei sacrificii ch'erano l'ombra o la figura imperfetta del vero; garantiva un perdono ch'era parziale, rituale, temporaneo, ombra di quello vero ed eterno; non aveva la forma reale delle cose ossia la sostanza stessa, la realtà della salvazione. Il testo dice «l'immagine stessa» ( eikwn ); ma è chiaro che si tratta qui della realtà nella sua vera e propria forma, o come dice Tholuck, della forma essenziale delle cose. L'ombra e l'immagine stessa non sono contrapposti come la statua abbozzata nelle sue grandi linee e la statua condotta a termine, finita in tutti i suoi particolari. C'è più che una differenza nel grado di perfezione; c'è il divario che corre tra la mera ombra di un corpo e la realtà di esso. Per quanto i tre codici unciali più antichi (alef A C) seguiti da critici valenti (Lachm ann , Tregelles, Wescott-Ht, Nestle) abbiano la lezione dunantai (non possono, s'intenderebbe: i sacrificii), siccome l'autore dell'Epistola scrive sempre un greco non solo corretto ma elegante, preferiamo seguire il Tischendorf e il Weiss che, cedendo all'evidenza interna, ritengono il verbo al singolare ( dunatai ) com'è singolare il soggetto (la legge). Le tre espressioni qui adoprate: ogni anno, cogli stessi sacrificii, in perpetuo. sembrano descrivere lo sforzo fatto attraverso lunghi secoli dalle istituzioni legali; ma quello sforzo sempre rinnovato conduce alla conclusione: la legge non può mai render compiuti quelli che si appressano per rendere il loro culto a Dio. La legge coi suoi sacrificii lascia l'adoratore sempre allo stesso punto, non mai pienamente soddisfatto, bisognoso sempre di ricorrere a un nuovo sacrificio, perchè una purificazione interna non è mai raggiunta. Non può render compiuti assicurando il perdono perfetto, la pace con Dio, la libertà filiale di accesso presso a Lui e quindi la comunione permanente con Lui. La prova di questa impotenza dell'istituzione legale sta nel fatto che perdura nel popolo, dopo il sacrificio, la coscienza dei peccati, il senso di colpa, di non compiuta riconciliazione, il bisogno di un nuovo sacrificio, mentre che, se ci fosse nei sacrificii di che soddisfare la coscienza, il popolo, preso collettivamente, dovrebbe sentirsi riconciliato con Dio così da non aver più necessità di offrir sempre nuovi sacrificii. 2 Il testo emendato del v.2 ch'è quello dei codici antichi dà alla frase la forma più viva dell'interrogazione: Altrimenti non si sarebbe egli cessato di offrirli, per la ragione che gli adoratori, una volta purificati, non avrebbero più avuto coscienza di peccati? 3 Ma, invece di questo, c'è in essi [sacrificii] una rammemorazione dei peccati di anno in anno. Invece di compiere la reale espiazione dei peccati, la cerimonia annuale delle espiazioni (kippurim) rievoca la memoria dei peccati commessi così dai sacerdoti come dal popolo, acuisce il senso dello stato di impurità, d'indegnità in cui si trovan tutti, per cui non possono accostarsi liberamente al trono di Dio. N'è chiusa ancora la via. Quei sacrificii «proclamano dunque un bisogno che non soddisfano e che per la loro essenza, non sono in grado di soddisfare» (Westcott). Sotto al Nuovo Patto, invece, Dio non si ricorderà più dei peccati e se nell'adorazione vi sarà una rammemorazione (anamnhsiV), sarà quella della Redenzione compiuta dal sacrificio di Cristo. 4 Perciocchè è impossibile che sangue di tori e di becchi tolga i peccati. Qui sta la ragione ultima dell'impotenza dei sacrificii leali a render compiuti gli adoratori, e l'autore l'esprime in modo esplicito prima di terminare la sua esposizione dottrinale. Il sacrificio d'un animale come quelli che si offrivano alla festa di Kippur non ha nè può avere valore morale; è quindi inadeguato a compier l'espiazione delle colpe d'una creatura morale. Potrà avere un valore rituale educativo e figurativo, ma per la sua natura inferiore non può togliere i peccati cioè togliere dalla coscienza il senso di colpa prodotto dai peccati. Finchè non è espiato da un sacrificio adeguato e cancellato dal perdono, il peccato resta sul peccatore come colpa che aggrava la coscienza e conturba il cuore. Di fronte alla evidente inefficacia dei molti sacrificii rituali, lo scrittore pone il sacrificio di Cristo. l'unico che possegga una efficacia reale per la purificazione del popolo. L'inefficacia dei primi, l'eccellenza del secondo, la sostituzione di questo a quello l'autore la trova preannunziata di già nelle Scritture. È dunque cosa conforme al piano eterno di Dio, talchè chi lascia le ombre dell'antica economia per attenersi alla realtà ch'è Cristo non fa che uniformarsi all'intento divino. 5 Perciò, stante, cioè, la inefficacia inerente ai sacrifici animali, entrando nel mondo, egli dice: Tu non hai voluto sacrificio ed offerta, ma tu mi hai apparecchiato un corpo; non hai gradito olocausti e [sacrifici] per lo peccato. Allora ho detto: Ecco io vengo, è scritto di me nel rotolo del libro, per fare, o Dio, la tua volontà. Il Salmi 40 essendo ritenuto messianico, l'autore considera le parole qui citate come suscettibili di applicarsi direttamente a Cristo, come esprimenti i sentimenti di lui alla sua entrata nel mondo, cioè nel tempo della sua incarnazione ed umiliazione. Le espressioni «entrar nel mondo», «venir nel mondo» 1°Timoteo 1:15 ed altre analoghe presuppongono la preesistenza del Figlio preso al Padre. Sacrificio ed offerta abbracciano le varie specie di sacrificii cruenti ed incruenti prescritti dalla legge. Gli olocausti espressione dell'adorazione e della consacrazione ed i sacrificii per il peccato ossia espiatorii, sono due specie di sacrificii cruenti. Dicendo: Non hai voluto... non hai gradito, colui che parla nel Salmo non intende già negare la divina istituzione del culto di adorazione rituale, ma vuole semplicemente accentuarne un carattere inferiore, transitorio di fronte a qualcosa di meglio. Questo meglio corrisponde alla volontà ultima di Dio riguardo alla salvezza dell'uomo. Il vero sacrificio, secondo il disegno di Dio, non è quello di vittime animali, ma quello d'una personalità morale, vivente, santa, di valore infinito, in una parola, quello del Figlio fatto carne. A siffatto sacrificio accenna il Messia quando dice: Tu mi preparasti, o formasti, un corpo. L'incarnazione infatti era la condizione necessaria perchè il Figlio potesse offrir sè stesso in sacrificio, Cofronta Ebrei 2:14-18. 7 Le parole seguenti: Ecco io vengo... per fare o Dio la tua volontà, descrivono il carattere volontario dell'abbassamento del Figlio e la sua disposizione fondamentale ad ubbidienza durante la sua vita terrena. «Trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò sè stesso, col farsi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce» Filippesi 2:7-8. E questo per compiere tutto il consiglio di Dio rivelato nel volume delle Scritture, per la salvazione del mondo. Di tale disposizione fanno fede molte parole di Cristo riferite nei Vangeli. Esemp. Giovanni 6:38; 17:4; Matteo 26:39-40 ecc. Il termine kefaliV (kefalis) significa propriamente la estremità del piccolo cilindro di legno attorno al quale si avvolgeva la pergamena od il papiro che formava il rotolo o volume contenente una porzione della Scrittura. Quindi venne a designare il rotolo stesso. Risponde all'ebraico meghillah. La citazione qui riportata è tolta da Salmi 40:7-9. Come al solito, l'autore segue la versione dei Settanta, ma, la cita abbreviandola e facendovi qualche lieve cambiamento come avviene a chi riporta a memoria un passo conosciuto. L'esame di questa citazione offre però delle difficoltà più serie quando la si confronti coll'originale ebraico. Dove la Settanta legge «tu mi hai apparecchiato un corpo», l'ebraico legge «tu mi hai aperto (lett. scavato) delle orecchie». La versione Diodati «tu mi hai forate le orecchie» non si giustifica. Come spiegare l'espressione della Settanta che si ritrova in tutti i codici meno uno? C'è chi vi ha veduto una svista di amanuense nel copiare le due parole hqelhsaS WTIL di cui il copista avrebbe fatto hqelhsaV, SWTMA de... trasformando così, per una certa somiglianza di lettere, «orecchie» in «corpo». Si sa che tutti i codici più antichi del Nuovo T. sono copiati in lettere maiuscole, senza separazione tra le parole. Altri invece considera la Settanta come versione libera intesa a rendere il pensiero dell'ebraico in una forma intelligibile ai Greci. C'è poi sempre la possibilità che il traduttore avesse una variante nel suo testo ebraico. Dove poi la Settanta seguendo letteralmente l'ebraico, legge: «Nel rotolo del libro è scritto intorno a me», varie versioni moderne traducono: «col rotolo del libro scritto a mia intenzione», o per me. In genere, è evidente che la versione greca si presta assai più facilmente dell'Ebraico ad una applicazione messianica, così per la prima come per la seconda delle varianti notate. Ma è chiaro che l'autore non ha potuto alterare lui il testo, poichè altrimenti l'argomento che ne trae avrebbe perduto ogni valore agli occhi dei lettori che conoscevano la Settanta. Da questo passo, però, come da Ebrei 9:15-18 e da altri luoghi, e chiaro che l'ipotesi di un originale ebraico della Lettera è insostenibile. È del pari evidente che il metodo di citazione dell'Antico T. seguito dall'autore non è quello di S.Paolo. Più importante è la questione di sapere in qual senso il Salmi 40 può riguardarsi come messianico. Profezia diretta non è, poichè il Salmo ha il suo senso storico. La soprascritta lo attribuisce a Davide e non c'è argomento interno che si opponga all'indicazione della soprascritta. Essa risponde alla situazione d'animo in cui ha dovuto trovarsi Davide quando, perseguitato, aveva già fatto l'esperienza delle liberazioni dell'Eterno in cui avea posta la sua fiducia. Gli sgorga allora dal cuore il sentimento della riconoscenza e la supplicazione per l'avvenire. Come manifesterà egli la sua grata divozione? Non con dei sacrificii solamente, ma con qualcosa di più personale, coll'ubbidienza che val meglio dei sacrificii. (Cofr. 1°Samuele 15:22; Salmi 50:7-15; 51:17-18; profeta Isaia 1:11; profeta Geremia 6:20; 7:21-23; Osea 6:6; Amos 5:21-24; Michea 6:6-8). Egli presenta quindi la propria persona quale offerta vivente, per fare, nelle circostanze in cui Dio lo pone, la volontà di Dio secondo ch'è scritta nel libro della legge, cui il re teocratico era tenuto di prestare ascolto in modo speciale Deuteronomio 17:18-20. Per questo gli ha Iddio aperta la mente per comprendere ed il cuore per ubbidire. In questi sentimenti del re teocratico per eccellenza per quanto peccatore Ebrei 10:13 ed incapace di tradurli pienamente in atti, vengono prefigurati quelli del Servo di Geova perfetto, il quale offrirà sè stesso in sacrificio per adempiere il piano di Dio per la salvazione del mondo (Cofr. Isaia 53). Il poco valore dei sacrificii legali figurativi ed il valore superiore, reale, dell'offerta volontaria di sè stesso fatta dall'Unto del Signore per compiere i disegni di Dio, sono i due punti in cui meglio combaciano le dichiarazioni di Davide con quelle del Messia. Solo, gli slanci ispirati del personaggio tipico, acquistano un senso assai più profondo ed assoluto nel caso dell'antitipo ch'è Cristo. Egli solo ha veramente abolito i sacrificii legali sostituendovi il proprio sacrificio. Egli non ha ubbidito soltanto, imperfettamente, ma per conseguire la salvazione degli uomini si è reso, lui giusto, ubbidiente fino alla morte della croce. Nelle espressioni ispirate del Salmo davidico l'autore vede quindi una dichiarazione anticipata del carattere inefficace e transitorio dei sacrifici legali, e l'annunzio profetico della sostituzione a quelli del sacrificio volontario ed unico del Messia. 8 Avendo detto più sopra: «Tu non hai voluto nè gradito sacrifici ed offerte, olocausti e sacrificii per lo peccato», che sono appunto quelli che si offrono secondo la legge, allora ha detto: «Ecco io vengo per fare la tua volontà». Egli toglie il primo affin di stabilire il secondo. L'espiazione mediante il sacrificio di Cristo è fin dal principio la pietra fondamentale del disegno di Dio per la salvazione. I riti levitici non sono voluti da Dio che in via di preparazione tipica e pedagogica, la quale ha da cessare quando siano maturi i tempi per l'offerta del vero sacrificio. Onde il popolo non perda di vista il carattere transitorio dell'economia mosaica, la profezia ricorda spesso che i riti in sè non hanno valore morale agli occhi di Dio e che una migliore economia sta per venire. (Cofrontare Salmi 110; profeta Geremia 31:13 e segg.). 10 Per questa «volontà» noi siamo stati santificati, per mezzo [cioè] dell'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre. Per quella volontà o per quel disegno di Dio adombrato nel Salmo e compiuto da Cristo, siamo stati santificati, siamo stati purificati dalla contaminazione del peccato che ci impediva di appressarci a Dio, e siamo stati a lui consacrati qual popolo suo. È usato il perfetto perchè si tratta di un atto compiuto una volta per sempre a favore dell'intiero popolo di Dio e considerato nelle sue conseguenze ultime che sono la santificazione perfetta e perpetua dei veri credenti. Infatti a meglio specificare che il centro del disegno di Dio è il sacrificio di Cristo, lo scrittore aggiunge per mezzo dell'offerta... fatta una volta per sempre. 11 Ebrei 10:11-18. Il sacrificio di Cristo offerto una sola volta, ha una efficacia eterna. E mentre ogni sacerdote è in piedi ogni giorno ministrando ed offrendo le molte volte gli stessi sacrificii, i quali giammai non possono togliere completamente i peccati, questi avendo offerto un unico sacrificio per i peccati, si è posto a sedere per sempre alla destra di Dio. I codici antichi e i critici si dividono tra le due lezioni «ogni sommo sacerdote» (arciereuV) e «ogni sacerdote» ('iereuV) ma le maggiori probabilità sono per quest'ultima lezione stantechè difficilmente può dirsi del sommo sacerdote ch'egli è ogni giorno in piedi per fare il suo servizio. La descrizione del ministerio del sacerdote levitico ordinario mira a dimostrare quanto fosse effimera l'efficacia dei sacrificii rituali. Sono offerti da ogni sacerdote a misura che si succedono le generazioni; sono offerti ogni giorno, per cui il sacerdote non ha requie e deve esser in pie' senza posa per compiere un servizio che non raggiunge mai il suo fine. Ed i sacrificii sono sempre gli stessi che si devono offrire un numero di volte incalcolabile; eppure, nonostante tutta questa perpetua ripetizione, giammai non si giunge a un risultato positivo e definitivo; giammai questi sacrificii non possono togliere i peccati espiandoli. Il verbo qui usato periairein significa letteralmente «togliere tutto intorno» e sembra contenere l'immagine di una veste che avvolge la persona e di cui ha bisogno d'essere spogliata completamente in una volta (confr. 2°Corinzi 3:16). Questo levare del tutto dalle spalle del peccatore il grave manto della colpa che lo avvolge, è cosa che gl'innumerevoli sacrificii legali non possono compiere. Sempre sono rinnovati e giammai non raggiungono il fine di dar pace all'anima. 12 Al perpetuo, monotono e inefficace affannarsi dei sacerdoti levitici, l'autore contrappone l'opera compiuta una volta per sempre e per sempre efficace del Sacerdote del Nuovo Patto. Egli ha offerto un unico sacrificio, quello della propria vita, e dopo questo, come fa chi ha «tutto compiuto» ed entra a godere i frutti della propria fatica. si è posto a sedere per sempre alla destra di Dio. Oramai, l'unica opera sacerdotale ch'egli compia è quella di far valere l'efficacia del proprio sacrificio intercedendo per i suoi. All'opera sacerdotale, innalzato com'è alla destra di Dio ed associato al suo governo, egli unisce l'opera regale estendendo il suo regno nel mondo «adoprando il suo potere nel promuovere il trionfo del bene sul male, dirigendo la battaglia tra il regno della luce ed il regno delle tenebre» (Bruce), sicuro della vittoria finale. 13 Del rimanente aspettando che i suoi nemici sieno, secondo la promessa divina contenuta nel Salmo 110, posti per sgabello ai suoi piedi, ossia vinti ed a lui sottoposti. Lo saranno senza eccezione al suo glorioso avvenimento. 14 Egli può tenere una tale attitudine, perciocchè, con un'unica offerta, egli ha resi compiuti per sempre i santificati. Non ha quindi da rinnovare il suo sacrificio in lor favore. Quell'unico da lui offerto sulla croce ha un'efficacia completa ed eterna in favore dei santificati cioè di coloro che sono purificati col suo sangue e posti in grado di servire a Dio come un popolo di sacerdoti. Per parte di lui tutto è compiuto; ma ciò non toglie che l'efficacia del sacrificio venga poi sperimentata. dalla vera fede individuale in modo graduale. 15 Or anche lo Spirito Santo, che parla per mezzo dei profeti, ce ne rende testimonianza.
 
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Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

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