Creato da asscultsischiglia il 24/01/2014
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Ostruzionismi parlamentari e leggi elettorali truffa: ieri e oggi.

Post n°13 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da asscultsischiglia
 

 

 

 

di Francesco Casula

Febbraio 1899: il Presidente del Consiglio, il generale Pelloux, presenta  un disegno di legge liberticida, fortemente restrittivo di alcune libertà fondamentali (stampa, associazione, riunione). La Sinistra (socialisti e radicali) ricorre all’ostruzionismo parlamentare. Pelloux si dimette, vengono sciolte le Camere e nelle elezioni di Giugno 1999 le Sinistre si rafforzano.

Fra il luglio e il novembre del 1923, il Fascismo fa approvare alla Camera e al Senato una nuova legge elettorale – detta Legge Acerbo, dal nome del proponente ed estensore, un sottosegretario – che introduce un premio di maggioranza: avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi 356 (alla Camera) la lista che avesse ottenuto il maggior numero dei voti e il restante terzo, da ripartire su base proporzionale, alle liste rimaste soccombenti.

Nel 1953 De Gasperi, per garantire alla DC e ai suoi alleati una maggioranza in grado di mantenere la stabilità governativa su una linea centrista, fa approvare in Parlamento una legge che assegnava il 65% dei seggi alla Camera, al partito o al gruppo di partiti che avessero raggiunto il 50% più uno dei voti. I risultati elettorali impedirono lo scatto di quella legge (i quattro partiti di centro, apparentati, ottennero solo il 49,85% dei voti) ma i partiti di sinistra la battezzarono ugualmente legge-truffa.

Il 29 gennaio 2014, la Presidente della Camera, con il pretesto che  non sarebbe stato possibile approvare in giornata il dl Imu-Bankitalia. “stronca” l’ostruzionismo del Movimento 5 stelle (intrapreso per impedire che lo Stato regali 7 miliardi e mezzo alle banche) ricorrendo alla “tagliola”.

In questi giorni il Parlamento sta discutendo una proposta di nuova legge elettorale al posto del Porcellum, voluta da Renzi-Berlusconi e sostanzialmente blindata, che prevede un premio di maggioranza del 15% dei seggi (pari al 55% corrispondente a 340 seggi) al partito o alla coalizione vincente che abbia superato la soglia del 37% dei voti. Chi si presenta in non più di sette regioni non deve raggiungere le percentuali previste per i partiti statali: per entrare in parlamento basterà aver ottenuto il nove per cento in tre circoscrizioni: come ognuno si avvede, si tratta di un “regalo” alla Lega.

L'ingresso in Parlamento viene precluso a chi non supera un minimo di voti. Per i partiti che si presentano nell'ambito di un'alleanza con altre forze politiche è previsto lo sbarramento del 4,5%. Per i Partiti o le coalizioni autonome la percentuale stabilita è del 12%.

Alcune considerazioni.

L’ostruzionismo è stato sempre praticato dalle opposizioni (ovvero dai Gruppi della Sinistra) in Italia: ad iniziare dalla lotta contro le leggi liberticide di Pelloux (vedi sopra). Allora l’ostruzionismo durò addirittura un anno! Il 29 gennaio scorso è stato stroncato dopo due soli giorni, dalla Presidente della Camera, di sinistra!

Fu anche messo in atto contro la Legge truffa di de Gasperi del 1953. PCI-PSI parlarono allora “di incostituzionalità” di quella legge elettorale e di analogie con la legge fascista Acerbo.

Togliatti accusava inoltre il governo di voler spianare con quella legge la strada ad un Governo “oligarchico” e quindi ad una successiva riforma arbitraria della Costituzione.

Cosa dovremmo dire oggi dell’Italicum? E’ vero la Legge proposta da De Gasperi prevedeva un premio di maggioranza (il 65% dei seggi) ma a chi avesse ottenuto il consenso della maggioranza assoluta dei cittadini (50% più uno. Oggi, l’Italicus prevede il premio di maggioranza del 15% a chi semplicemente ottenga il 37%: altro che legge truffa, quella attuale, legge è super truffaldina!

Per alcuni aspetti persino più liberticida della legge fascista Acerbo: che almeno riservava e assegnava i seggi spettanti all’opposizione, su base proporzionale: senza gli attuali sbarramenti assurdi!

Conclusione

Nella storia italiana chi ha sempre fatto l’ostruzionismo e si è battuta contro le leggi truffa e liberticide è stata la Sinistra. Oggi i nipotini di questa sinistra, andati al potere, si scagliano contro l’opposizione democratica e vogliono imporre leggi truffa e liberticide. E’ la storia capovolta! A s’imbesse!

 

 
 
 

Andrea Mameli - Manuale di sopravvivenza energetica

Post n°12 pubblicato il 31 Gennaio 2014 da asscultsischiglia
 

 

 

 

         

 

 La godibilità di questo manuale di Andrea Mameli è promessa (e mantenuta) già nel sottotitolo:"come consumare meglio e vivere felici". La cifra del libro è, infatti, di tipo pragmatico e ruota intorno ad obiettivi semplici eppure essenziali: si tratta di difendere serie di beni collettivi e indiviuali e farlo con la gioia che deriva dall'aver assunto e interiorizzato un altro punto di vista sul mondo, a partire dalla nostra vita quotidiana: In questo ambito, quello, appunto, della vita quotidiana, pretendere e costruire una dimensione di felicità è un obiettivo naturale e possibile.


Quando si parla di pragmatismo, il termine va inteso nella sua accezione meno semplicistica: il riferimento costante del Manuale è ad una filosofia che nasce dal concreto dell'esperienza umana e sociale e dagli interrogativi che lo stile di vita accreditato e incentivato da secoli tende a rimuovere.

Affrontare i temi dello spreco energetico, dell'impatto ambientale e sociale, della speranza in un'alternativa significa spostare l'attenzione: dai miti dello sviluppo illimitato segnato dai PIL, ai quali tutto sembra dover essere sacrificato, alle cose che contano nella semplicità della vita nostra e delle nuove generazioni che educhiamo.

Rinunciando ad un'ottica di dominio e di violenza e stress connessi ad ogni battaglia cieca di "progresso", si guadagna un'altra prospettiva più sensibile alla dignità della persona e dei gruppi, più attenta e lungimirante anche economicamente, all'enorme potenzialità non sfruttata di creatività e spirito di adattamento umani. Il concetto di "autoproduzione", per esempio, nasce come proposta utile non solo al risparmio, ma a determinare spazi personali e sociali di soddisfazione e di piacere.

Un altro senso della svolta auspicata è la portata pedagogica del cambiamento: appagare la propria coscienza e il proprio senso del dovere o anche la propria tendenza alla condivisione finirebbe per essere un obiettivo limitato se non fosse completato da un impegno culturale e formativo rivolto ai bambini e agli adolescenti.

Troviamo, perciò, nel Manuale, segnalazioni di esperienze, di concorsi, schede corredate da una "sezione bambini": si tratta di avviare un percorso di autoeducazione e di formazione che sviluppi gli esempi recenti di impegno nei settori lavorativi e nella scuola sorti, anche in Italia, negli anni più recenti.

La costruzione, nel 2005, di un motore solare in una scuola di Carpi, l'IPSIA "Vallauri" è uno degli esempi che si affiancano ad altre esperienze di gioco creativo e capacità di sviluppare l'arte del riciclo sostenute da insegnanti intelligenti e da imprese che stanno scommettendo nel campo della ecosostenibilità.

Sempre in questa direzione di tipo pedagogico e scientifico vanno inquadrate le ricche informazioni su siti specializzati, trasmissioni radiofoniche, accessi a servizi istituzionali,blog, bibliografie e quant'altro possa essere utile per orientarsi.

Nell'ambito delle schede e delle note storiche possiamo scoprire questioni poco note circa l'invenzione di mezzi tecnologici divenuti di uso quotidiano, prolungamenti del nostro corpo e ampliamenti della nostra casa di cui ignoriamo il funzionamento, la reale necessità, il costo annuo.

Scopriamo anche, cosa poco nota, che l'idea base dei modelli di lavatrice e lavastoviglie risale all'ottocento, sollecitata da un giusto bisogno di emancipazione che, non controllato e adeguato nel tempo, rischia di ribaltarsi nel suo contrario favorendo un adeguamento dell'individuo alla macchina e ai suoi costi. Scopriamo anche che l'idea dei micro cogeneratori (uno dei settori di studio oggi più interessanti nel campo del risparmio energetico) era già stata applicata in Italia nei primi anni '70 (C'era una volta il TOTEM). E così via, con una serie ricchissima di informazioni, spiegazioni e consigli, dati tecnici e statistici. Tutti chiari e leggibili.

Il messaggio è, quindi, sostanzialmente, un invito alla conoscenza, ad un approccio scientifico e razionale che abbia come finalità la libertà di scelta.

A questo proposito il libro si distingue da tanta letteratura di impostazione "survival" , spesso percorsa da un certo fanatismo: qui non troviamo intransigenza o pregiudizi ideologici, ma un invito pacato ad un nuovo punto di vista, colto e serio, che mostra, al di là di facili prospettive fantascientifiche e futuribili, come l'utopia sia razionale e possibile. I riferimenti vanno, in questo senso, agli esponenti della bioeconomia, alla ricerca di punta delle università americane ed europee, a figure diverse, ma tutte di grande impegno nella denuncia del consumismo autodistruttivo, come Illich, Gandhi, don Milani.

Certo, sullo sfondo, si avverte la difficoltà del percorso, la portata di un'operazione che dovrebbe essere incentivata come sana e onesta e viene invece scoraggiata da giganteschi interessi di ordine economico e politico. Ma il libro non affronta questo aspetto perché è, paradossalmente in modo più realistico, centrato sulla speranza di un cambiamento che può partire dal basso, dai singoli. Più che sugli ostacoli, meglio organizzare un discorso sulle possibilità.

Così, se è vero che in Germania la concessione edilizia non viene data a case con consumi che superino i 70 chilowattora annui a metro quadro, è anche vero che in area italiana, con consumi ben più alti in contesto climatico più favorevole, qualche esempio incoraggiante viene dalla politica locale: i casi del comune di Bolzano, che opera uno sconto del 10% sugli oneri di urbanizzazione per le case a basso impatto energetico o del comune di Peschiera Borromeo che riduce del 40% la Tarsu agli installatori di una compostiera.

Piccoli interventi, ma fondamentali perché, dalle istituzioni politiche, parta un messaggio di inversione dei valori. Incoraggiare il risparmio per stare meglio, ottimizzare gli sforzi, come nello sport e ricavarne soddisfazione è già molto.

Più profondo il messaggio di base contenuto nella critica della pigrizia e del consumismo (ciò che fa girare il mondo, avviandolo al tempo stesso verso la decadenza, la crisi, le varie forme di schiavitù..) cui fa da contraltare l'elogio della sobrietà.

Qui è il nodo fra due stili, due mondi opposti.

Qui è la scelta per i nostri figli: si tratta di immetterli nel circuito ottuso del gregge dei consumatori o di educarli alla consapevolezza delle loro scelte e delle loro responsabilità. Partendo, come suggerivano Gandhi e Don Milani, dal concreto, dalle piccole cose che possiamo fare insieme.

 
 
 

Il male curabile - La sfida di Mauro Ferrari

Post n°11 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da asscultsischiglia
 

 

 

Sulla vita di Mauro Ferrari è stato appena pubblicato un libro, autore per Rizzoli, Michele Cucuzza. Si intitola “Il male curabile - la sfida di Mauro Ferrari, il matematico italiano che sta rivoluzionando la lotta ai tumori”. Quasi 230 pagine in cui la storia personale di Mauro, i suoi anni udinesi, la passione per il sax e per la pallacanestro, assieme agli studi classici, si intrecciano poi con gli anni negli Usa, le tragiche esperienze familiari, l’intuizione per le nanotecnologie sposate alla medicina e questi ultimi anni a Houston, ricchi di importanti conquiste nella lotta ai tumori.

 

Medico e ricercatore per amore. La vita e la carriera incredibile di Mauro Ferrari è tutta in quella parola: “amore”.  L’amore per una moglie persa troppo presto. Originario di Udine, studi classici, laurea in matematica, master e dottorato in ingegneria meccanica, quindi l’approdo in America, in California, professore a Berkley per più di 10 anni. Quindi la decisione di sfidare la malattia del secolo: il cancro. Prima destinazione l’Ohio al National Cancer Research Institute dove partecipa al programma più importante al mondo di nanotecnologie applicate al tumore.  Mauro Ferrari oggi è il numero uno al mondo nel campo delle nanotecnologie applicate alla medicina. A 52 anni è presidente e amministratore delegato di Methodist Hospital Research Institute, una struttura nata nel 2010, costruita in pochi anni, proprio per accogliere i più avanzati progetti nel settore dei nano farmaci. Il Methodist Hospital di Houston è uno dei 5 maggiori ospedali americani con mille medici oltre 700 clinical trials, dalla ricerca di base alla ricerca applicata ai pazienti, alla sperimentazione clinica.
Nanoparticelle, nanotecnologie, quale la differenza?
Per nanoparticelle, più importanti in medicina, si intendono quei contenitori infinitesimali in grado di portare la cura direttamente sulla parte malata, in particolare nella cura del tumore. Le nanotecnologie comprendono invece i nanosensori, i nanomateriali e tante altre cose diverse.
Come è possibile indirizzare direttamente la nano particella sulla parte malata?
In oncologia il problema non è tanto trovare il farmaco giusto ma arrivare. La cosa difficile non è uccidere le cellule cancerose, ma non uccidere le altre, le nano particelle non solo sono in condizione di riconoscere il cancro, ma hanno anche la capacità di superare le barriere biologiche che impediscono l’accesso alle sostanze esterne all’organismo. Superare queste barriere è la chiave di volta per il successo della nanotecnologia dove la farmacologia classica ha enormi problemi.
Il futuro nella lotta ai tumori è quindi nelle nano particelle?
Occorre lavorare tutti assieme nessuna disciplina da sola è in condizione di risolvere il problema, entro pochi anni però i nano farmaci saranno i farmaci principali. La  personalizzazione delle cure, altro aspetto fondamentale nella lotta contro il cancro, passa di certo per i nano farmaci: da persona a persona, da momento a momento.
Cioè possono esserci risultati diversi a seconda delle persone e dei momenti?
Il farmaco si distribuisce nel corpo in maniera diversa da persona a persona, proprio perché quelle barriere biologiche sono diverse da persona a persona e si evolvono nel corso della malattia.
Come è arrivato a Houston?
Sono negli Stati Uniti da 27 anni. Sono partito dall’Italia come studente di fisica matematica e sono approdato in California, professore a Berkley per più di 10 anni, poi sono passato in Ohio al National Cancer Research Institute ed ho partecipato al programma più importante al mondo di nanotecnologie applicate al tumore. A Houston ci sono da circa 7/8 anni, qui c’è il centro medico principale al mondo nella lotta contro il cancro, è difficile trovare altri luoghi come questo.
Tornerebbe in Italia?
Sono spessissimo in Italia almeno una volta al mese. Abbiamo collaborazioni con i centri di eccellenza italiani in Lombardia, Calabria, Friuli – sono friulano di origine –Campania e Toscana. E nel gruppo di ricerca di circa 100 persone che dirigo ci sono quasi 20 italiani che vengono da diverse regioni e che contribuiscono alla ricerca italiana con le collaborazioni che facciamo, quindi credo di essere più utile al sistema Italia stando dove sto che tornando.
Da fisica matematica a medicina è un passo lungo…..
E’ vero, inizialmente c’era la matematica, poi sono successi degli eventi personali che mi hanno fatto vedere l’esistenza di grandi tragedie e non sempre gli strumenti tradizionali all’interno della medicina  sono efficaci, così provi a trasferire le tue conoscenze, quello che hai, io avevo tecnologia, avevo la matematica ed ho tentato a sviluppare sistemi basati su questo, così è arrivata la partenza verso la nanomedicina, tra i primi al mondo, sulla base di esperienze personali.
Le faccio una domanda personalissima alla quale può anche evitare di rispondere se non se la sente, la perdita di sua moglie ha influito sulle sue scelte?
E’ stata la svolta. Inizialmente non mi piaceva parlarne, poi in realtà sono cose che fanno parte della vita di tutti i medici e i ricercatori, la motivazione dei ragazzi che iniziano a studiare medicina, mille volte la spinta iniziale è la tragedia personale…. Dobbiamo trovare la forza nel dolore. Certamente è stata la sofferenza per la morte della moglie Marialuisa, morta a 32 anni, lasciando Giacomo che veva 6 anni e due gemelle, a far scattare la chiamata alle armi…..Per completare la storia, il miracolo è stato che ho trovato Paola mi sono sposato ed è nata una seconda coppia di gemelli e c’è chi dice che gemelle qui, gemelle là: questa è la vera nanotecnologia…..
Esiste una collaborazione internazionale sul fronte della lotta ai tumori o le gelosie e l’accesso ai finanziamenti rendono tutto molto complicato?
Le dinamiche della ricerca sono sempre dinamiche complesse, ma io credo che fondamentalmente tutti abbiamo a cuore il benessere del prossimo… e spesso i ritorni non si vedono bisogna affrontare anni di buio e di sacrifici e la compensazione economica non è paragonabile a mille altri mestieri, veramente credo che i ricercatori siano motivati dal desiderio di fare qualcosa di utile.
Negli Stati Uniti la ricerca è spesso finanziata dalle grandi industrie, questo crea condizionamenti di qualche natura?
Questo nella storia americana è spesso vero, la ricerca è finanziata dai privati, ma le cose stanno cambiando, sempre più spesso la ricerca è finanziata dal governo federale e statale anche per ragioni di rilancio economico. In Texas sono stati creati quasi il 70 per cento di tutti i nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti negli ultimi anni. Perché il Texas dal 2010 investe nella ricerca, solo noi del Methodist abbiamo creato più di 200 posti di lavoro tra l’indotto e le applicazioni. A questo modello dovrebbe guardare anche chi gestisce la cosa pubblica italiana, investire in ricerca è anche un obbligo etico per il bene del Paese, si investe sul futuro dei nostri figli, purtroppo la storia italiana è una storia dolorosa e non è a livello con il suo passato. Negli Stati Uniti  per ogni dollaro di privato investito nella ricerca ce ne sono tra i 3 ed i 4 pubblici.
Quale consiglio ad un giovane ricercatore italiano?
Per tutti, indipendentemente dalla nazionalità, un’esperienza all’estero è di fondamentale importanza. Il mondo è cambiato, tutto si è globalizzato: parlare lingue diverse, rapportarsi con culture diverse. Quindi un buon suggerimento per gli italiani è andare all’estero per un paio d’anni, ma anche poi di trovare il posto migliore per esprimere i propri talenti, ognuno di noi ha un senso di missione e deve ascoltarsi e guardarsi dentro e dire il mio scopo nella vita è…… contribuire con un piccolo tassello, non è un servizio nazionale, le malattie non conoscono confini , è l’efficacia di quello che si fa il punto di arrivo o uno dei punti di arrivo.
Spesso la ricerca vive di annunci: trovata la cura per tale malattia, risolto il problema per il tumore…. Poi più nulla….. Come se nulla fosse accaduto…
Perché un’idea nuova arrivi in clinica ci vogliono 15 anni e più o meno un miliardo di dollari per un nuovo farmaco e nel processo ci sono tante valli della morte: solo che purtroppo fanno parte del sistema, non permettono un’efficacia  di traslazione.
Sono tempi che si possono accorciare?
Sono certamente tempi che si possono accorciare e in realtà il nostro istituto è fondato proprio su questo principio, siamo il primo istituto al mondo che ha messo assieme tutti i pezzi della filiera che va dall’idea alla clinica, tutto all’interno di un singolo edificio… e i nostri dipartimenti sono trasversali e non creiamo dipartimenti a meno che la filiera non sia completa, tutto per evitare le procedure esterne e con il fatto che chi fa ricerca di base non è lo stesso che poi guida lo sviluppo del farmaco che richiede competenze diverse ed è qui, nei passaggi della staffetta che viene lasciato cadere il testimone. Per questo in un solo luogo certamente si può fare più velocemente.
Come valuta la contraddizione italiana di pochi finanziamenti alla ricerca e la contemporanea esistenza di punte di eccellenza internazionalmente riconosciute?
E’ storia italiana, grandi menti, grande creatività e l’Italia è tra i primi 10/15 Paesi economicamente più forti… quindi uno si aspetterebbe che l’output scientifico italiano fosse dove invece non è, naturalmente ci sono punte di grande eccellenza distribuite in vari settori e sono molto forti. La realtà è che il sistema Italia non investe in ricerca, storicamente non lo ha fatto nella maniera che ci si dovrebbe aspettare e questo è secondo me una grandissima tragedia e non capisco perché la gente non sia in piazza tutti i giorni. Ricerca vuol dire nuova economia, carriera, soluzione di problemi, istruzione e futuro. Tra l’altro tutti gli italiani che hanno vinto il Nobel negli ultimi 100 anni, lavoravano tutti all’estero, l’unico italiano è stato Natta, ma poi tutti gli altri, i nostri eroi nazionali, Rubbia era in Svizzera, Montalcini, Giacconi, Dulbecco…. Io non voglio parlare male però è chiaro che l’output non è quello che dovrebbe essere per un paese di queste dimensioni/magnitudine….
Esperimenti di medicina nello spazio….
Lavoriamo con la Nasa da diversi anni… I problemi che si affrontano ogni giorno in clinica si ritrovano amplificati nello spazio, quindi studiandoli in un ambito più difficile è possibile portare sulla terra sviluppi di interesse generale: rilascio controllato dei farmaci nel tempo e come distribuzione nel corpo, sistemi di diagnostica indipendenti  per avere sempre sotto controllo il proprio stato di salute come utilizzare tutto questo non solo nello spazio, ma soprattutto sul pianeta Terra…
L’assenza di gravità può aiutare?
Abbiamo un sistema che stiamo sperimentando e se ne sta occupando un ragazzo italiano Alessandro Grattoni. Alessandro ha sviluppato un sistema di nano canali che rilasciano farmaci in maniera intelligente, le leggi che regolano il rilascio sono leggi che esulano dalla fisica normale, alcune di queste leggi possono essere capite meglio se eliminiamo l’effetto gravità.
Uno dei maggiori problemi dell’esplorazione spaziale è rappresentato proprio dal fisico umano…..
Questi problemi sono affrontabili con tecnologie nuove, nano ghiandole impiantate in maniera sottocutanea che rilasciano farmaci che permettono di bilanciare i problemi. Nanoghiandole artificiali.
Chi sono i suoi collaboratori italiani…
Il programma sulle particelle multistadio per il cancro è gestito fondamentalmente da Paolo de Cuzzi, pugliese, i sistemi di chips di proteo mica per l’analisi dei fluidi biologici nella diagnosi precoce è gestita da Ennio Tasciotti, di Latina, poi ci sono altri 15 giovani. Gran parte dei nostri successi in laboratorio avvengono per mano italiana.

 

 
 
 

Antologia di grandi poeti - Pablo Neruda

Post n°10 pubblicato il 29 Gennaio 2014 da asscultsischiglia
 

 

Giochi ogni giorno...
Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
Sei più di questa bianca testina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
Chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.
Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.
Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.
Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.
Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.
Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell'universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.

 
 
 

Nasce il polo della bioedilizia

Post n°9 pubblicato il 28 Gennaio 2014 da asscultsischiglia
 

 

 

da L’UNIONE SARDA
13.09.2013
Francesco Pintore

 

Gli ostacoli burocratici sono stati ormai superati. Sulla carta il polo della bioedilizia esiste già, ma per vedere i primi pannelli isolanti in fibra di legno e lana di pecora “made in Iglesias” bisognerà aspettare più di un anno. Nei primi mesi del 2015 l'ambizioso progetto della cooperativa sociale San Lorenzo dovrebbe diventare realtà. Nel 2012 era stato presentato ufficialmente dai responsabili della Renovo (un'azienda che opera nel settore della energie rinnovabili), dal Comune di Iglesias e Sardegna Ricerche. Nei giorni scorsi è arrivata l'autorizzazione regionale e ieri il progetto è stato illustrato a Cagliari durante una conferenza stampa negli uffici dell'assessorato all'Industria. EDILIZIA E BIOMASSE L'obiettivo è quello di creare un polo della bioedilizia che sposa le energie rinnovabili. Il progetto è stato realizzato dalla Renovo in collaborazione con l'Università Bocconi di Milano. «Si tratta di una nuova opportunità per il territorio - ha detto Stefano Arvati, presidente della Renovo - i residui della lavorazione del legno e anche dell'agricoltura verranno riutilizzati per produrre energia. Tutte le aziende coinvolte in questo progetto sono italiane. L'accordo nasce dalla collaborazione con diverse realtà del territorio». Già, l'occupazione. Tra dipendenti diretti e indotto le buste paga dovrebbero essere un centinaio: 18 nella centrale, 70 nella produzione dei pannelli isolanti, altri 25 in entrambe le attività. L'investimento previsto è di 18 milioni di euro. Capitale esclusivamente privato, neanche un centesimo dalle casse pubbliche. L'ASSESSORE «Per il Sulcis Iglesiente si tratta di un progetto molto importante - ha sottolineato l'assessore Antonello Liori - la Regione ha creduto molto nel polo della biodilizia. C'è stata una grande collaborazione tra gli enti. Il progetto tra l'altro nasce nel mondo della cooperative sociali, un settore della nostra economia che ha sentito meno gli effetti della crisi. C'è inoltre anche la collaborazione di Legambiente e Confocooperative. Questo progetto favorirà lo sviluppo della green economy e l'affermarsi della nuova concezione di industria da sviluppare nell'Isola. Tutto perfettamente inserito nelle strategie che sono alla base del nuovo Piano energetico regionale, in fase di ultimazione». La Renovo costruirà una centrale termoelettrica alimentata a biomassa vegetale. «Renovo e San Lorenzo - si legge in un comunicato stampa - hanno raggiunto un accordo in base al quale tutto il piano di approvvigionamento della centrale e dell'impianto di pannelli isolanti con fibre di legno con biomassa da filiera verrà affidato alla cooperativa. Il progetto prevede la costruzione di una centrale cogenerativa di piccola taglia che sarà al servizio della linea di produzione». LA COOPERATIVA Giuseppe Madeddu, presidente della cooperativa San Lorenzo, ha creduto molto nel progetto della bioedilizia. Durante l'incontro con i cronisti non nasconde la soddisfazione per quello che considera «un ottimo risultato». La coop San Lorenzo è una della realtà economiche e sociali più importanti del Sulcis Iglesias. Nasce nel 1997. Si occupa prima del reinserimento di persone disagiate e con il passare degli anni allarga la sua sfera d'azione al mondo dell'imprenditoria. «Ma restiamo sempre una cooperativa sociale - spiega Giuseppe Madeddu - e anche di questo si terrà conto quando saranno creati i nuovi posti di lavoro». Nella San Lorenzo occupa una ventina di persone con contratto a tempo indeterminato. Il numero dei lavoratori part-time varia in base ai progetto che la coop porta avanti nel Sulcis Iglesiente: nel 2012 erano 267. Non sono pochi nella provincia più povera d'Italia.

 

 
 
 
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