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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1092 pubblicato il 28 Marzo 2015 da mfr_caserta

Vangelo Sabato 28 Marzo 2015
Gv 11,45-56
Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
Parola del Signore


Commento su Giovanni 11,45-56

Il segno della resurrezione di Lazzaro è insostenibile. In tutta Gerusalemme non si parla d'altro: Lazzaro passeggia per le strade, tutti lo hanno visto irrigidito nella morsa della morte. Com'è possibile continuare in questo modo? Il Sinedrio decreta la morte di Gesù (e di Lazzaro), il problema va risolto alla radice, senza indugiare ulteriormente! E Caifa', il temuto sommo sacerdote, fa un'affermazione sconcertante: se Gesù continua con la sua predicazione, certamente verranno i romani a sedare le sommosse. Ora che il tempio funziona non bisogna scomodare Roma, e risolvere le cose fra ebrei. Gesù è pericoloso, suscita attese, smuove le folle, bisogna eliminarlo. Il ragionamento non fa un grinza, ed è perentorio: è meglio che un uomo solo muoia per tutti. E, senza saperlo, Caifa dice il vero: davvero Gesù morirà per tutto il popolo. Giovanni afferma che Caifa', senza saperlo, sta profetizzando. È una persona squallida, un violento arrivista, un uomo spregiudicato e folle. Eppure dice il vero. Come se l'evangelista dicesse che il ruolo del Sommo sacerdote travalica la sua piccineria. Il sacerdote profetizza con verità, nonostante Caifa.

 

 
 
 
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