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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1585 pubblicato il 28 Luglio 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Matteo (13,47-53)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Parola del Signore


Commento su Matteo 13,47-53

Nel vangelo di oggi scopriamo che nel gruppo dei discepoli non ci sono solo pescatori e pubblicani, ma anche scribi diventati seguaci del Nazareno. Gli scribi erano gli unici in grado di ricopiare la Scrittura, ed erano conosciuti ed apprezzati per la loro cultura biblica: spesso intervenivano nelle dispute teologiche per dare opinioni autorevoli. Appartengono, quindi, alla parte avversa, a quanti si oppongono risolutamente alle novità destabilizzanti di Gesù, al suo modo poco tradizionale di interpretare la Scrittura. Spesso, nei vangeli, gli scribi, assieme ai farisei, sono annoverati fra i più ostinati oppositori di Gesù; non in questo caso, però: Gesù loda quegli scribi che lo hanno accolto, paragonandoli ad un buon padrone di casa che sa estrarre dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche. Anche nella Chiesa ci sono persone che sanno accogliere le novità con intelligenza, sapendo distinguere cosa è essenziale alla fede e cosa è accessorio o secondario. Persone, anche non più giovani, formate ad una vita cristiana precisa e rigorosa, che capiscono e apprezzano i modi nuovi di dire lo stesso Vangelo, senza arroccarsi sulle proprie posizioni...

 

 
 
 
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