Creato da occulto50 il 29/12/2008
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Ultimi commenti

 
Ciao, ma la tua sensibilità ed intelligenza ti porta...
Inviato da: occulto50
il 30/04/2009 alle 16:34
 
Le tue poesie,sono molto profonde,un saluto,Oretta
Inviato da: ferrarioretta
il 30/04/2009 alle 11:06
 
Ciao, serena Pasqua
Inviato da: occulto50
il 10/04/2009 alle 19:57
 
ciao,ms
Inviato da: maresogno67
il 10/04/2009 alle 18:29
 
Ciao, apprezzo sempre di più i tuoi commenti, se hai...
Inviato da: occulto50
il 26/03/2009 alle 11:39
 
 

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PERSONALITA' ASTROLOGICA

 

Mi ritengo persona leale e sicura, legato alle tradizioni come fossero parte di me stesso.

I miei umori e i propositi possono essere mutevoli come il pianeta dominante del mio segno, la Luna.

Questo mio auto-contraddirsi è comprensibile, quando è riconoscibile come parte della natura innata dell'individuo.

Sono amante della casa, della vita familiare e della tranquillità domestica ma mi diverto anche con viaggi e avventure.

Adoro il passato e a volte vivo praticamente in esso, così si spiega il modo in cui ricerco il presente sempre tornando al passato.

Sono molto sensibile, anche se spesso faccio di tutto per non dimostrarlo. Le discussioni mi logorano, le critiche mi feriscono e come il granchio mi rintano nel mio guscio. Anche se cauto, apprezzo i divertimenti e la vita sociale. Spesso sono vivace e generoso, devoto alle cause perse.

 

LA VERA STORIA DI BIANCANEVE

 

La Germania del terzo millennio, in cerca delle sue radici nel passato prenazista, si rivolge al mondo delle favole, come sempre avviene peraltro nei periodi di depressione economica o politica.

La ragazza molto bella, cresciuta dopo la morte della madre con una matrigna gelosa della sua avvenenza, che ad un certo punto viene mandata a vivere lontano e finisce anche avvelenata (nelle favole dopo avere addentato una mela offerta dalla strega), nella realta' si chiamava Margaretha von Waldeck, ed è vissuta nel XVI secolo.

Anche Margaretha era cresciuta con una matrigna dopo la morte della madre e con il crescere era diventata di una bellezza travolgente. Per questo motivo a 16 anni il padre la mando' via da Waldeck, un paesino dell'Assia, su istigazione della seconda moglie. Nella favola dovette attraversare le foreste ''dei sette monti'', nella realta' la catena del Siebengebirge (che significa appunto Sette Monti) per arrivare alla corte imperiale di Brabante, l'odierna Bruxelles. Qui sarebbe dovuta diventare dama di corte, ma la sua bellezza attrasse l'attenzione anche dell'erede al trono spagnolo, il futuro Filippo II, e improvvisamente la sua salute comincio' a peggiorare, fino alla morte avvenuta quando aveva 21 anni. Dai documenti trovati negli archivi statali di Bad Wildungen, una localita' di cure termali tuttora in funzione a pochi km da Waldeck, da un ricercatore di tradizioni popolari in Assia, Eckhard Sander, risulta che la giovane Margaretha mori' avvelenata. Forse costituiva un rischio per il futuro dinastico di Filippo?

 
La storia  arrivò alle orecchie dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, che nel 1812 pubblicarono per la prima volta la favola di Biancaneve ed i sette nani, diventata uno dei prodotti di maggiore successo mai esportati dalla cultura tedesca.

 
Alcuni parenti stretti dei Grimm trascorrevano regolarmente periodi di cure termali a Bad Wildungen, ed e' risaputo che i due fratelli per le loro storie si rifacevano ai racconti popolari, raccolti di persona oppure ottenuti da intermediari, attingendo ad ampie mani alle storie tramandate oralmente.

 

I MIEI QUIZ

 

Questo risultato riflette una mente sicuramente matura e disillusa, che ha saputo fare tesoro dell'esperienza accumulata durante il corso della vita, breve o lunga che sia. Si potrebbe definire tale mentalità anziana, ma nel senso positivo del termine, ovvero quello di "saggia". Una mente vissuta è caratterizzata da una dose di sano relativismo, spesso sinonimo di apertura mentale, il quale porta ad abbandonare le certezze assolute della gioventù in funzione di un più ponderato e flessibile punto di vista sul mondo. Questo profilo corrisponde in genere a persone di età biologica superiore ai 40 anni, responsabili e dotate di spirito critico.

La tua anima è in sintonia con la natura che ti circonda. Sei un grande sognatore, riflessivo, creativo. Nutri profondo rispetto per ogni singolo essere, e ti meravigli anche per una semplice giornata di sole o una farfalla che vola. Questo modo di vivere ti permette di godere delle piccolezze. Non sopporti le persone volgari e maleducate; tendi a rifugiarti nel tuo piccolo grande mondo luminoso, ma questo non fa altro che aumentare in te la malinconia, perchè ti chiedi come mai, se puoi sognare un mondo migliore, questo non debba avverarsi... un consiglio: se vuoi che il tuo "sistema solare" cambi, cambia prima te stesso e agisci. La tua sensibilità ti guiderà nelle tue mosse, contagiando chi ti sta intorno.

I sogni son desideri..di felicità.. Vivi in un mondo tutto tuo e spesso tendi ad esonerarti dalla realtà e da ciò che ti circonda per rifugiarti nelle tue illusioni, sogni, passioni... Sei un tipo dolce e sensibile..basta pochissimo per ferirti o illuderti.. Un consiglio? Occhio a non sognare troppo ad occhi aperti...altrimenti rischi di cadere dalle nuvole, e farti veramente male..

Sei un tipo sui generis: non ami molto la compagnia, la società per te è troppo rumorosa. Tendi ad isolarti, preferisci dedicare tutto il tuo tempo a te stesso o comunque a qualcosa che ti interessa (un obiettivo preciso).

 
 

 

 
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IL GIUOCO DEI RUOLI

Post n°23 pubblicato il 09 Marzo 2009 da occulto50
 

    Tanti anni fa, un ragazzo, ancora minorenne,trascorse pochi giorni di vacanze in una località balneare non distante dalla sua residenza.

   Quel luogo di villeggiatura rappresentò per lui, l'inizio di un nuovo modo di trascorrere le vacanze, avendole sempre trascorse nella solitudine dei luoghi.

   La prima conoscenza, che  in seguito divenne per lui simbolo di quel paese, fu un vecchio marinaio che, con un'arte tutta particolare, si divertiva a tramutare blocchi di pietra squadrati in forme meno geometriche che dovevano, con molta immaginazione, rappresentare dei leoni accucciati. 

   Il vecchio non si pettinava più, e la sua capigliatura bianca era autonoma, quasi non appartenesse a lui, quasi fosse senza padrone. Tutto il giorno era intento nelle sue opere e la sera provava piacere sedersi fra i blocchi di pietra e mangiare il suo pasto: alcune alici salate, accompagnate da lunghi sorsi di vino. Terminando di lì a poco ubriaco e stanco, non vedeva l'ora di appoggiare il capo su di una sua opera e lì iniziare il suo riposo.

   In contrapposizione a questo vecchio, la seconda conoscenza fu una signorina tutta rigida ed impettita, che la mattina successiva al suo arrivo, s'adagiò su di una sedia a sdraio e senza rivolgere i suoi sguardi ad alcuno ed iniziò la lettura di un piccolo libro che in precedenza aveva sotto il braccio sinistro. Poco dopo s'affiancò a lei una signorina più giovane che iniziò a sfogliare distrattamente un giornale. Tutto questo fece molto ridere il ragazzo che avvertii puzza di perbenismo e, nello stesso tempo, fu preso dalla forte curiosità di sapere se le due donne fossero in grado o meno di leggere un libro.

   Nello stesso giorno, come per una predestinazione o per quel gioco infantile e di mescolanze che sono le ripartizioni dei posti su di una spiaggia, conobbe le due ragazze, insieme a suo cugino.

   << Questa gente non mi piace >>  gli confidò subito il cugino dopo le rituali formalità sciocche e ridicole che si usano per i nuovi incontri. Erano in acqua e, lasciando tutti sulla spiaggia, decisero di non perdere molto tempo in convenevoli e di sfruttare l'occasione che le circostanze offrivano loro.

   Fu quello l'anno che la Cecoslovacchia o, meglio, che i suoi abitanti, ebbero la sorpresa amara di vedersi non più padroni della loro terra, e  restringere lo spazio vitale delle loro idee. Quando Rosario venne a conoscenza della sorte di quegli uomini, immaginò che fra loro vi fosse il caro vecchietto che non si pettinava più, uomini come lui non avrebbero mai avuto padrone, qualsiasi cosa accadesse nel mondo, egli era ormai libero con se stesso e nessuna stupida regola avrebbe pettinato la sua folta chioma bianca.

 Spinto dal desiderio di rivedere quel vecchio che rappresentava per lui un concetto ben vivo di ribellione, anche se puramente interiore, ritornò al suo paese ed invece di cercarlo, corse sulla spiaggia alla ricerca di Glenda, una delle due ragazze conosciute una quindicina di giorni prima, con la quale avevo trascorso quei pochi giorni di villeggiatura, sprecati in inutili passeggiate che alla luce del ricordo gli appaiono ancora ridicole.

   La sua amica, certamente, non aveva alcunché di personaggio e disertava le spiagge alla moda, perché in tali luoghi il divertirsi le era pesante e sconveniente. Invece, com'era bello divertirsi su quelle paesane, dove si rischiava poco e chissà, ci poteva scappare anche un matrimonio! Era tornato in quel paese, dunque, per lei, in pratica per una persona che non aveva mai conosciuto veramente, e di cui non aveva mai cercato di scoprire le idee, un po' contaminate dal gioco dei ruoli che viene talvolta, un po' a tutti, imposto dal vivere quotidiano.

   Trascorse i suoi pochi giorni di villeggiatura nel modo più semplice e più sano  possibile e fra l'altro si divertì molto a fare il bagno con la pioggia e guardare la mia amica nell'atto d'aggiustarsi il costume che molte volte faceva i capricci, volendo restringersi per riposarsi un po' dalla gran fatica che sopportava a sostenere quella carne che voleva ad ogni costo essere libera. Se il suo corpo o, meglio, poche parti di esso erano trattenute dal capriccioso e pur intelligente costume, la sua mente era bloccata e tenuta stretta da ben altro costume, anch'esso capriccioso, ma incredibilmente stupido ed atavico. Certo spogliare un'amica dei suoi abiti bisogna saperci fare, ma spogliarla dei suoi pregiudizi, bisogna essere artista, ciò che il ragazzo non era e che mai sarà. Ragion per cui, finita l'estate, tornò ai banchi di scuola, e ciò non vi meravigli, perché allora, lui, andava a scuola, o più elegantemente: era studente.

 

Dopo cinque anni, il ragazzo, fattosi giovanotto, imbocca una strada che non gli era capitato più di percorrere ed è molto ansioso ed ha molto caldo.

   Il treno, un diretto, scivola sulle rotaie; alla sua destra vede la spiaggia e con essa tutta la folla anonima dei bagnanti. Anche lui è diretto verso un pezzo di spiaggia, forse un pezzettino che qualcuno avrà conservato per lui. Non che qualcuno lo aspetti, non è ancora diventato un'artista, ma questa volta non farà amicizia con un vecchietto, nel luogo in cui è diretto sono ben pettinati.   

   Vado a trovare un'amica, un'amica che non l'aspetta, non gli è amica; ed è questo che gli fa avvertire di più il caldo che non riesce a placare anche avendo la testa tutta fuori del finestrino e le mani che giocano a fendere l'aria.

 Sono giunti. Lui e il suo bagaglio ci avviano al mare seguendo quelle colorate  segnaletiche  che  attraggono più di  un'idea, anche se lui l'idea se l'era già fatta

quando si era informato sull'orario dei treni della sera per un affrettato ritorno.

     <<Bisogna essere pazzi, per fare ciò che hai fatto !... Venire così all'avventura,>> gli dice la sua amica <<venire a disturbarmi, a seccarmi nella mia dolce pace, soltanto perché avevi voglia di vedermi!>>

 

    A distanza di anni, loro due vogliono recarsi a ringraziare quel vecchio, passare le loro mani fra la sua capigliatura e sentirsi un po' artisti; il vecchio vorrebbe scambiare un suo leone di pietra accucciato con il loro di cristallo, ma loro non glielo permetteranno.

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Commenti al Post:
ferrarioretta
ferrarioretta il 09/03/09 alle 22:39 via WEB
Molto bello e triste un saluto Oretta
 
 
occulto50
occulto50 il 10/03/09 alle 06:56 via WEB
Grazie dell'apprezzamento, a breve pubblicherò le altre due novelline..un abbraccio. Carlo
 
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