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Caro blog e lo stadio Attico

Post n°1020 pubblicato il 11 Ottobre 2015 da massimo.maneggio

Caro blog ti racconto una storia, ogni tanto facciamo chiacchiere come ai bei tempi

Stadio "Attico": storia di una fascia perduta.

 

Stamattina mi è capitato di vedere per qualche minuto una partita di Over 30 allo stadio comunale. Avevo già visto il suo nuovo rimodellamento in favore delle compagini che si alterneranno quest'anno.

Quando vado lì, allo stadio "Attico", un po' mi vengono in mente i trascorsi da calciatore: nonostante assomigli ora a una forma di Grana Padano, in passato avevo un fisico più longilineo, da calciatore con tanto di comparsata a Coverciano.

Giocavo sulla fascia, giocavo da terzino. Per sei anni sulla corsia sinistra per il solo fatto di saper crossare anche da mancino. Poi, stagione 2002-2003, sono passato sulla destra, l'unica assonanza di destra in vita mia.

Fu la miglior stagione (pensate le altre...), c'era un ottimo tecnico come Mauro Schittzer che mi aveva eletto capitano, l'anno prima comunque con Cosimo Pirro c'era stato pure un buon rapporto, era un tecnico burbero ma leale. Gli allenamenti erano duri, ma non erano scriteriati come quelli di alcuni "Scienziati di provincia"che ti facevano correre sulle salite delle strade sterrate o ti offendevano se sbagliavi la partita da fuori ruolo.

Giocavo quindi sulla destra: ero un terzino da 4-4-2. Non ero come tutti questi fluidificanti che devono fare tre-quattro ruoli, plasmabili e modellabili.

Ero un terzino. Punto. Quei venticinque metri della mia zona difensiva li conoscevo a memoria: in caso di pioggia sapevo che c'era la libera uscita, nessuna ala avversaria era talmente sprovveduta da puntarmi e scattare: una bella doccia nel fango era garantita. Potevo staccarmi e fare il mediano, davo delle randellate che erano meravigliose.

Battevo anche i rilanci, all'epoca il portiere doveva solo parare, secondo un'usanza tipicamente locale, il pallone arrivava almeno a 50-60 metri.

Ora lo stadio "Attico" è stato modificato, ridotto per far spazio a un altro campetto con le panchine sotto la tribuna, una cosa che stilisticamente fa riflettere.

Per me terzino del 4-4-2 con compiti prettamente difensivi, ai bei tempi conquistare l'area avversaria era come andare a un gran ballo, ti sentivi addosso il vento della gloria per poi tornare di corsa nei tuoi venti metri.

Ecco, quei metri offensivi - e anche quelli difensivi - del terzino di una volta non ci sono più allo stadio "Attico". Quando venivano gli avversari allo stadio bisignanese praticamente si cacavano addosso: dagli spogliatoi sembrava immenso.

Avevo promesso al mister di vedere l'esordio della sua squadra oggi, ma sinceramente non ce la faccio, preferisco annegare i dispiaceri nelle polpette fritte ormai: mi hanno scippato un altro pezzo di quella piccola parte di gioventù felice, il resto dopo quell'infortunio è stata una merda.

 

Caro blog, ti auguro una buona giornata

 
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