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Mitologia Fenicia - Il favoloso destino di Cadmo (Capitolo 9)

Post n°40 pubblicato il 22 Marzo 2013 da nami.1991

Quando venne a sapere del rapimento della figlia, re Agenone sentì la terra mancare sotto i piedi. Da autentico re, si dece forza e chiese a Cadmo di inizare il lungo viaggio alla ricerca della sorella Europa.
Cadmo, raccolti pochi compagni d'armi, partì all'istante. Procedette per molti giorni e notti; giunse alla Ioni; attraversò il deserto  della Libia.
Dovunque interrogava gli indigeni. Di Europa nessuno aveva mai sentito nulla. Cadmi si spinse fin sull'Olimpo, terra sacra agli dei.
Senza risutato. Quando giunse a Rodi, patria del famoso colosso, erano passate lunghe settimane dai giorno della partenza di Tiro. Cadmo e ri compagni caddero nello sconforto.

LA PROFEZIA DELL'ORACOLO DI DELFI

Nel cuore della notte, il principe di Tiro fu colto da un'ispirazione improvvisa. "La pizia di Delfi! Perchè non consultarla? Il futuro, per lei, non ha segreti!"
Giunto a Delfi insieme ai compagni, Cadmo venne introdotto da un sacerdote nel santuario dell'oracolo. La Pizia non avrebbe tardato.
Il cuore di Cadmo martellava in petto. Stava per conoscere la verità.
Il sipario che sottraeva la Pizia allo sguardo si alzò. Cadmo restò incredulo dinanzi alla bellezza della sacerdotessa di Apollo.
La lunga capigliatura della donna ricadeva in boccoli scuri sulla tunica bianca. Per interrogare l'oracolo, la Pizia inalò gli effluvi dell'alloro bruciato.
D'un tratto, pronunciò le parole a lungo attese:

Guardati, o Cadmo, 
dal dio della bianca folgore,
fuggi da Zeus, vago d'amore.
Il tuo destino non è più quello di Europa.
Và, segui la prima vacca sacra. 
Dove si fermerà, ti fermerai anche tu. 
Sappi che là ti toccherà fondare una città.

                               
Così l'oracolo aveva sentenziato. Per Cadmo iniziò una seconda vita.
In quel tempo stesso, Europa si trovava a Creta. Il pensiero che il suo ratto avrebbe dato il nome dei continenti del globo neppura la sfiorava.

LA LOTTA CONTRO IL DRAGO

Per incanto, Cadmo uscì dal tempio e s'imbatte in una vacca. Essa guidò lui e i compagni fino alle porte di una città che pareva morta.
Cadmo vi penetrò. I compagni l'avevano preceduto per altro via. D'improvviso, Cadmo udì grida agghiaccianti.
Sconvolto si gettò nel punto donde venivano e vide i compagni alle prese con un drago alto come una vecchia quercia. La bestia ficcò gli artigli in petto al primo e squarciò la gola a un altro, continuando a sprigionare il suo veleno mortale.
In breve, il principe di Tiro restò solo dinanzi al drago. Un tremido gli scuoteva le membra.
Lo scontro era impari. In quella, Cadmo udì la voce di Atena. Egli gli induse nuovo coreggio, consigliandolo come agire.
Cadmo raccolse le forze, sollevò da terra un masso con un tremendo sforzo e lo scagliò contro la testa del dreago. Le ossa cedettero di schianto.
Cadmo estrasse allora la spada affilata e recise la testa dal corpo della bestia. Il drago era vinto...

LA FONDAZIONE DI TEBE

La voce di Atena non smise di parlare a Cadmo. Gli disse di raccogliere i denti del drago e piantarli nella terra arida.
Cadmo obbedì all'insolito volere della dea. Quindi irrorò con fervore la terra appena semitata. In quella, decine e decine di guerrieri spuntarono dal suolo.
Erano i nuovi compagni di Cadmo. L'avrebbero aiutato a fondare quella che diverrà l'illustre città di Tebe.
Le sorgenti di Tebe, liberata dal drago, presero a spillare abbondanti. Alberi e fiori germogliavano ancora.
La terra tornò a essere fertile. Uccelli e greggi furono attratti dalla verzura. Gli uomini, dal canto loro, sotto il comando di Cadmo, eresseo templi e statue, dando prova d'operositò e talento tipicamente fenici.
Ma sarà l'alfabeto fenicio, affidato al mondo per il tramite dei greci, a primeggiare come l'opersa più insigne.

L'INVENZIONE DELL'ALFABETO

Inventato tremila anni fa, l'alfabeto fenicio è l'antenato dei molti alfabeti del mondo: quello greco, quello latino, quello abraico, quello arabo.
La leggenda di Europa ci racconta come fu diffuso l'alfabeto fenicio. Partito da Tiro in cerca della sorella, Cadmo si trovò al centro di un destino eccezionale.
Nel corso del periplo di Grecia, insegnò agli indigeni le famose lettere fenicie. Come spesso accade, leggenda o realtà storica non differiscono molto.
Narra Erodoto, lo storico greco:"I fenici giunti insieme a Cadmo in Grecia vi introdussero l'alfabeto, che i greci ancora non possedevano".
La stessa introdizione compare nell'erudito romano Plinio: "Al popolo fenicio spetta l'insigne onore di aver intentato l'alfabeto".
Inventato a Biblo, diffusosi da Tito per merito di Cadmo, l'alfabeto fenicio dimostra come un piccolo popolo di marinai abbia regalato al mondo una delle cose più grandi scoperte!

LA MALEDIZIONE DI AHIRAM, RE BIBLO

La prima vera iscrizione fenicia si trova sul sarcofago di Ahiram, re di Biblo verso l'anno 1000 avanti Cristo. In essa compaiono diciannove delle ventidue lettere dell'alfabeto.
Le folgori del cielo sono invocate contro colui che avrà la svenutra di profanare la tompa del re: "E se uno dei re (...) ascenderà a Gybel (Biblo) e aprirà il sarcofago, che lo scettro del potere sia infamato, che il suo trono regale sia roveciato, che la pace scompaia da Gybel..."
Oggi il sarcofago riposa nel Museo Nazionele di Beirut. Per dimensioni e antichità, è davvero impressionante.
L'urna poggia su quattro leoni; ai lati è rappresentato un banchetto funebre. Il re, seduto in trono, riceve offerte; le donne si strappano capelli e vestiti.

VECCHIAIA DI CADMO

Una volta compiuta la missione, che ne è stato del principe di Tiro? Potrà gosersi il riposo, al termine di una vita eroica e movimentata? In verità, la profezia della Pizia di Delfi, che vedeva in Cadmo un essere immortale, non mancò a realizzarsi. Ecco come.
Divenuto re della città di Tebe, Cadmo prese la determinazione di sposarsi. Zeus gli diede allora in moglie la figlia di Ares e Afrodite, la divina Armonia.
Armonia era la più dolce tra le donne. Essa amò Cadmo di un amore appassionato e visse al suo fianco sino alla vecchiaia.
Un giorno, mentre Cadmo evocava con la moglie ricordi di gioventù e passate imprese, di trovò a dire:
-Sai, Armonia, talvolta mi pento di aver ucciso il serpente...
-Ma Cadmo, per liberare Tebe gloriosa non ne potevi fare a meno!
-Lo so bene, Armonia... Non scordare però che il serpente, presso i nostri avi fenici, è simbolo di saggezza e pefezione.
Non finì di dirlo che prese a trasformarsi: il ventre si allungò, le gembe divennero una cosa, la pelle si copri di squame. Cadmo capì quel che gli accadeva.
Aveva qualcosa ancora da dire ad Armonia, ma le labbra non emettevano più sibili.
Terrorizzata, Armonia esclamò: -O onnipotenti, seè destino che il mio sposo divenga in serpente, fate che lo divenga anch'io!
Il desiderio fu prontamente esaudito. Così gli dei hanno inteso siparare Cadmo e renderlo immortale.
La Pizia di Delfi non s'era ingannata. Perchè ella aveva detto: "Giacchè tu, felice Cadmo, sarai per sempre rinomato tra gli uomini, accedendo alle regioni immortali".

NATO DALLA COSCIA DI ZEUS

Dell'unione di Cadmo e Armonia nacquero quattro figlie e un figlio.
Semele era la più bella delle figlie di Cadmo. Zeus cedette al suo fascino e le diede un figlio.
Mentre però era incinta, Semele fu vittima di un incendio. Il bimbo che portava in gembo non aveva ancora quattro mesi. Morendo, espulse il frutto imcompiuto delle sue viscere.
Zeus lo raccolse, s'incise una coscia e lo lo ripose fino al tempo della nascita. Così nacque Dioniso.
Oggigiorno, l'espessione "nato dalla coscia di Zeus" indica un'origine illustre.

Fine Capitolo Nove

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