Oggi ho visto ke colori ha la morte,
vivaci e decisi,
pennellate forti degne di un Van Gogh
in preda ad un raptus di rabbia.
La sofferenza dipinge sul volto delle persone
delle trame inconfondibili.
Scava nell'anima fino al punto più profondo di essa
e lascia intravedere un vuoto disarmante.
Mi girano ancora in testa quelle parole,
il piacere e la sofferenza, così vicine e così contrastanti.
Certo desiderare il peggio potrebbe essere un atto liberatorio,
forse l'ultimo egoistico desiderio di coprire quel vuoto.
Ritornano alla mente scene del passato,
come quando guardi le meravigliose rovine dell'antica Roma,
testimoni di una potenza e di un vigore che ormai
vive solo nei noiosi, seppur interessanti, libri di storia.
Ultimo atto di una storia,
che molti chiamano vita.
Ultimo atto di un sorriso,
che rimarrà solo un ricordo.
E' difficile sopportare una vista che ci lascia basiti,
la forza di dover fingere un'empatia ipocrita
si nasconde dietro il cuore e le emozioni dei più forti.
Ma come si fà ad essere così forti??
Far buon viso a cattivo gioco...
Un bluff in un poker
in cui ki vince muore
e ki perde è costretto a vivere.