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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Settembre 2014

 

La guerra degli ipocriti su quell’art.18 che non c’è più

Post n°598 pubblicato il 29 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Assistiamo, prendendo anche parte, almeno con il cuore, ad una vera e propria fanta-battaglia, ad uno di quegli spettacoli pirotecnici nei quali i fuochi sparati servono solo a fare alzare la testa agli spettatori all’insù, a distrarli da quello che in realtà accade e spostando l’attenzione su questo o quell’ esplosione di colori, fatua e breve, che appare, ai nostri occhi, più bella.

Scissione, diktat, veri e propri attacchi frontali a viso aperto, mentre, nei fatti, sindacati e partiti si spartiscono la torta del paese, ne mangiano le membra, ne distruggono le speranze. Un gioco delle parti ipocrita, come sempre, utile al mantenimento degli stessi equilibri e degli stessi privilegi, a cominciare dalle pensioni dei dirigenti sindacali, per passare alla liceità, degli stessi, di licenziare chiunque come e quando gli pare, senza incorrere in nessuna legge che lo impedisca, per finire a quella corruzione dei politica ancora immune da ogni decreto d’urgenza, come se non fosse lo scandalo più indegno del nostro paese, e a quegli emolumenti, a quei vitalizi che gridano vendetta, ma che ancora intonsi gravano sul bilancio dello Stato.

L’art.18, nei fatti, è stato cancellato con il pacchetto Treu, divenuto legge nel 1997, governo Prodi, con l’introduzione di quella precarietà che, a dire dei soloni di ieri e di oggi, avrebbe rilanciato quell’occupazione che, invece, è divenuta vero e proprio ricatto giornaliero, precarietà a vita, cancellazione dei diritti e distruzione delle competenze.

Il vero ed unico obiettivo, di governo e sindacati, era quello di togliere spazio alle rivendicazioni dei lavoratori, ridurli ad accettare stipendi da fame, siamo quelli con gli stipendi tra i più bassi d’ Europa, e condizioni di sicurezza degne di un paese di schiavisti.

Il vero ed unico risultato di quella “rivoluzione” del mondo del lavoro la osserviamo oggi nei suoi risultati “magnifici”, con le esperienze ed i valori che fuggono all’estero ed una perdita di conoscenze e di capacità che fa del nostro paese il fanalino di coda di quelli del G8…e di grossa parte dell’Europa, esclusa, forse, solo la Grecia.

La difesa ad oltranza di quell’articolo che non c’è più, che il governo Monti ha ridotto a semplice simulacro cancellando quei motivi, spesso addotti dalle aziende, di veri e propri licenziamenti collettivi atti solo ad allontanare il personale “scomodo” e giustificati con situazioni economiche spesso figlie di veri e propri falsi in bilancio, è il terreno di scontro tra poteri che nulla hanno a che vedere con la difesa dei diritti, quei diritti che al loro interno, sindacati e partiti, come il PD, non rispettano.

Serve far credere, a chi ancora ci crede, che qualcuno si batte per difendere quello che non c’è più, quel lavoro diventato vero e proprio ricatto, quello stipendio ormai elemosina, quella salute, ormai serva degli interessi dell’economia e dei “grandi” industriali italiani, protetti da politici e sindacalisti, quella sicurezza, vero e proprio indegno termometro del degrado morale di tutta la classe dirigente.

Una guerra ipocrita tra ipocriti, tra chi cerca di mantenere il proprio potere contrattuale difendendo quello che non c’è già più e chi, al contrario, si ostina a cancellare ciò che è stato già cancellato nei fatti per rimarcare, con ancora più forza, il primato di chi ruba, su chi lavora onestamente.

L’unica verità è che l’articolo 18 va riconquistato in tutta la sua pienezza ed in tutto il suo significato, quello originale, con tutte le implicazioni utili ad impedire che il “profitto” di pochi sia più importante della vita, dei diritti e della dignità degli uomini…questa è l’unica seria e reale battaglia da intraprendere.

 
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Condannati a morte

Post n°597 pubblicato il 28 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Ci sono le leggi come dovrebbero esserci i controlli, come dovrebbero esserci gli imprenditori che le rispettano e gli ispettori che impediscano incidenti sul lavoro. Ma siamo in un paese in cui il condizionale non è solo d’obbligo, è il tempo vigente, il tempo del si dovrebbe fare, ma non si fa, per quegli svariati motivi che tutti noi conosciamo, ma che fanno parte, ormai, del “modus vivendi” di un paese che accetta la corruzione come un normale status, anche quando il chiudere gli occhi sull’inadeguatezza dei sistemi infortunistici può causare la morte di una o più persone, anche quando l’essere stato colluso, od incapace, nella gestione dei rifiuti e nel controllo del suo smaltimento, ha portato alla morte per cancro decine, centinaia di bambini, anche quando quell’azienda che inquina la nostra aria e ci fa morire di tumore, è stata difesa a spada tratta, da chi doveva, pagato, salvaguardare la nostra vita.

In pochi giorni, mentre Renzi si ostina a chiedere meno tutele per i lavoratori, chiedendo a tutti noi, mai a lui ed ai suoi galoppini ignoranti, l’ennesimo sacrificio per una ripresa che nella corruzione vigente mai potrà esserci, sono morti 8 operai…8 persone hanno perso la vita lavorando.

Non una parola, da Napolitano, sempre presente quando deve bloccare le inchieste della magistratura o chiedere al parlamento di decretare ulteriori sacrifici per la gente, al twitteraio per eccellenza, a quel premier ormai onnipresente sui nostri video a raccontar balle quotidianamente, è stata spesa per chi ha perso la vita in una maniera così ingiusta, così inqualificabile, così vergognosa…

Come dei condannati a morte, ad una vita di stenti, sempre sull’orlo di un possibile licenziamento e con la povertà come spettro per se stessi e per la propria famiglia, chi lavora, oggi, non ha nessuna tutela, neanche quella Costituzionale, in un paese in cui la Costituzione è ingiuriata da chi dovrebbe esserne il tutore, da chi dovrebbe rappresentarla al governo.

Resi poveri per poter essere resi schiavi, schiavi di quella corruzione, di quell’ignoranza e di quell’arroganza di quelle cassi dirigenti piene di incapaci ed imbecilli, assassini in combutta con le mafie di Stato e nello Stato, in quel degrado morale e materiale in cui chi ha rubato, chi ha evaso, chi ha ucciso, ci ha condotti, e nel quale solo noi stiamo affogando.

Condannati a morte non da un “sistema”, forse sarebbe più dignitoso l’esserlo, ma da un’accozzaglia, da una marmaglia di quaquaraquà  malviventi che se solo ci vedessero uniti in piazza scapperebbero a gambe levate !

 
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Perché si

Post n°596 pubblicato il 27 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Non è una città fortunata Napoli, come non è amata.

Non è amata da chi l’odia per quel razzismo viscerale che attraversa gran parte dello stivale, a partire da quel Nord così “perbenista” tanto da riempire la mia terra dei suoi rifiuti tossici in accordo con quella camorra con cui è bravo ad etichettarci, come è altrettanto bravo a chiuderci “affari” in spregio della vita di intere popolazioni.

Non è amata dalla sua classe dirigente, prona alle collusioni con la malavita organizzata e servile con quegli apparati dello Stato corrotti, che hanno portato miseria e degrado, dove c’era ricchezza e cultura.

Non è fortunata perché ogni sua speranza si perde in quella melma che l’avvolge e che non è fatta né di Ciro né di Davide, ma di tanti Antonio, di tante Rosa Russo, di tanti Nicola, di tanti Giggino, di quei personaggi “illustri” che l’hanno depredata, arricchendosi, che l’hanno umiliata, mortificandone la storia, che l’hanno vilipesa, rubandole il futuro, creando ghetti e povertà, sacche di raccomandati ignoranti e stuoli di fedeli servitori ben pagati.

Lugi de Magistris è stato condannato ad un anno e tre mesi per l’inchiesta why not, abuso di ufficio la motivazione, quanto basta per costringerlo alle dimissioni o, in mancanza, a sospenderlo per legge.

Lo stuolo di sciacalli pronti ad azzannarlo si è immediatamente scatenato, anche grazie alle sue poco avvedute dichiarazioni che, inoltre, non poggiano più su quel consenso popolare che gli aveva permesso, circa tre anni fa, di sbaragliare quei partiti che di Napoli avevano fatto la loro “pappa” quotidiana.

Già, quella speranza che riempì Piazza Municipio di gente normale, lontana mille miglia da quegli apparati che ancora oggi controllano la città e ne impediscono la crescita lasciandola morire in un degrado che non ha paragoni, sembra sfumata, sparita, in un percorso che ha visto il sindaco allontanarsi, giorno dopo giorno, dai suoi concittadini, chiudersi in un bunker di supponenze e di auto referenzialità, nella sbagliata idea che fosse possibile, senza la gente che l’aveva appoggiato, senza quei comitati cittadini che per lui erano nati, di gestire una città invasa dai barbari, dai lanzichenecchi del PD, del Pdl, di quei partiti che hanno permesso, senza muovere un dito, che le nostre terre fossero avvelenate, le nostre strade riempite di spazzatura, la nostra aria appestata dai roghi.

Ascoltare Vendola, corresponsabile dell’avvelenamento di Taranto, o Bassolino, attore primo del disastro Campania sotto ogni aspetto, a partire da quello del bilancio sic e simpliciter, per passare alla Sanità, alla scuola, alla gestione rifiuti, alla stessa distribuzione e gestione del potere cittadino e regionale, o i Lettieri, appoggiati da quel Cosentino, che tutti i pentiti denunciano come referente politico dell’avvelenamento della nostra regione, è un pugno nello stomaco che Napoli non merita.

Eppure Luigi de Magistris deve dimettersi, deve rimanere coerente con quanto ha sempre detto, deve farlo per se stesso e deve farlo per potersi riavvicinare a quella parte della popolazione che ancora crede che ci possa essere un’alternativa, deve farlo per quel rispetto alla lealtà ed alla coerenza che lo distinguerebbero da chi, ancora oggi, dopo il disastro di cui è stato artefice, si permette di giudicare, di condannare…senza vergognarsi.

Deve farlo perché, per assurdo, forse proprio così può riallacciarsi quel discorso interrotto, ripartire da dove si era cominciato, ripensare, questa volta seriamente, a quell’alternativa di cui la città ha bisogno, un alternativa che Ciro e Davide volevano, ma gli è stata negata, un’ alternativa che solo la gente, quelle migliaia di persone perbene di ogni quartiere e di ogni grado sociale, rappresenta in questa città…ed alla quale non è stata mai data la possibilità di dare il proprio contributo.

 
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La speranza Francesco

Post n°595 pubblicato il 26 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Non siamo abituati a vedere realizzate le promesse che ci vengono fatte, siamo talmente assuefatti alla presa in giro che molti italiani ritengono Renzi un premier ed anche l’unica speranza per l’Italia, dimostrazione della ormai irreversibile decadenza cerebrale del nostro paese.

Eppure, per la prima volta, da quell’ Istituzione per secoli immobile, capace di coprire ogni nefandezza, arrivano segnali reali di cambiamento, segnali ben più coraggiosi dello scrivere una legge contro la corruzione o abbassarsi uno stipendio vergognoso ed inspiegabile, cose che il premier Renzi ed il signor Napolitano sembrano aver del tutto messo nel dimenticatoio.

Ma qui parliamo di altro, parliamo di uomini, non di quaquaraquà, di chi ha coraggio e di chi svolge, con onestà, il suo compito, di chi non si fa né corrompere né fa parte, a pieno titolo, del peggio della classe dirigente del paese.

Francesco l’ha detto e, a differenza di molti altri, anche suoi predecessori, l’ha fatto. “La pedofilia è come la lebbra e va combattuta, tolleranza zero” , parole alle quali sono seguiti i fatti concretizzatisi con l’arresto dell’arcivescovo Wesolowski, uomo di Wojtyla, e con i vari allontanamenti di tutti quei prelati, di “alto rango”, che coprivano i pedofili, nascondendo le prove e difendendone l’operato.

Una svolta seria, non a chiacchiere, una svolta che mette il Papa a rischio attentati, non da parte dei folli dell’Isis, ma di chi vuol ripristinare i vecchi equilibri, di quella parte sporca del paese che non si arrende ai cambiamenti reali, a quelle svolte culturali e morali che mettono in primo piano, al primo posto, quei valori di vita, di rispetto, di dignità, di umanità che non trovano posto e non sono mai citate né dai “rottamatori” giovani dell’ultim’ora, ignoranti come capre, né dai vecchi soloni politici, arricchitisi con il furto di tutte le risorse pubbliche del paese.

Un segnale preoccupante per la classe dirigente nazionale e mondiale, per il metodo naturale e spontaneo di Francesco, per la sua indiscutibile coerenza, per il valore morale e materiale dei suoi atti, sempre e soltanto a difesa dei più deboli, di chi non ha voce, di chi subisce soprusi senza avere nessuno al suo fianco, a partire dai manichini televisivi che i partiti ci propinano ogni giorno.

Un segnale reale, un segnale di speranza, di quella speranza di cui si deve alimentare la voglia di cambiare un mondo fatto di ingiustizie e di morte, di ghetti e di lager, di guerre e di fame, di premi Nobel assassini e di “terroristi” finanziati da chi poi decide di sparare, di quell’ipocrisia che chiama democrazia il furto del futuro del pianeta e le lacrime e il sangue di milioni di bambini, una speranza che ha solo un modo di trasformarsi in realtà: “immischiatevi, partecipate, intervenite”…non lasciamo ad altri decidere della nostra vita.

 
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Marta stai serena

Post n°594 pubblicato il 24 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Stai tranquilla Marta, te l’ha detto quel premier, mai eletto da nessuno per la carica che ricopre, che ha fatto fuori il suo compagno di partito, Letta, proprio pochi giorni dopo averlo invitato alla serenità.

Stai tranquilla e serena perché al futuro ci pensa Renzi, in soli mille giorni, nei 210 precedenti ha avuto altro da fare, e non preoccuparti se quando riuscirai a trovare lavoro potranno licenziarti come e quando vogliono, se solo ti permetti di discutere un ordine illegale, o di rifiutarti di fare una mansione pericolosa senza tutele sulla sicurezza…l’obiettivo è alto, è sublime, è, come dice anche il nostro Presidente Napolitano, quello di non dividere i lavoratori in categorie di serie A e serie B…meglio tutti in C…ma tutti eguali !

Non dispiacerti per la disoccupazione che vede i tuoi amici senza lavoro, tuo padre a casa senza stipendio, la tua famiglia incapace anche di pagare le tasse…quando a tutti sarà concesso di lavorare per pochi spiccioli a tutti sarà dato accesso agli ammortizzatori sociali, tutti potranno vivere in povertà…ma eguali !

Non girare la testa quando vedi i tuoi nonni, al minimo di pensione, scavare tra i rifiuti per trovare il minimo sostentamento o fare la fila alla Caritas per poter mangiare…il premier sta cambiando l’Italia…qualcuno deve pagare…meglio gli anziani…tanto devono morire.

Non disperarti per la pensione, non mettere da parte quei pochi spiccioli che potresti conservare rinunciando a mangiare per farti una pensione per la vecchiaia…già è molto se ci arriverai…e se ci arrivi…potrai sempre fare come i tuoi nonni…no ?

Non arrabbiarti, Marta, se i tuoi parenti disabili, se i tuoi amici diversamente abili, se i tuoi fratelli con handicap invalidanti non hanno accesso alla sanità, alla scuola, e gli vengono negati i diritti primari, stabiliti dalla Costituzione…Costituzione, diritti…sono parole ormai vecchie…il premier è l’uomo del futuro, quello che i disabili non avranno mai con lui a capo del governo.

Se vuoi curarti Marta, anche se il premier ti augura lunga vita senza alcuna malattia, meglio assicurarti…mica il governo ed i partiti, che si riempiono dei nostri soldi, possono investire nelle malattie. La crescita non è malata, la crescita è sana…chi è malato…beh si curi da sé !

Scuola, cultura, istruzione…cara Marta, sono, è vero, molto importanti, ma in Italia le scuole cadono a pezzi, i docenti sono sottopagati e in numero ridotto, ai disabili non è concesso neanche l’insegnate di sostegno, i nostri siti archeologici, a cominciare da Pompei, vanno in frantumi…con un tweet, invece, puoi convincere tante persone delle cazzate che dici, non devono stare ore in aula ad ascoltare un professore anziano fissato con la letteratura o con l’arte, non devi costringerli a girovagare per città piene di pietre cadenti spiegandogli ciò che, in realtà, non frega più a nessuno…il futuro è nei selfie, nei tweet, nel gelato, nei videomessaggi…insomma nel niente…che è molto meno faticoso del tutto…devi ammetterlo.

Cara Marta, per finire, se vuoi veramente diventare quel tassello che costruisce, passo dopo passo, un’ Italia diversa, nuova, rottamatrice…non rottamare la corruzione…con quella ci campano.

 
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