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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Gennaio 2015

 

Un nome non fa primavera

Post n°665 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Si ricompatta la casta per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Nella tornata precedente l’inattesa affermazione dei 5 stelle aveva creato quel panico tipico di chi sente il terreno franare sotto i suoi piedi, allontanarsi vitalizi e privilegi, facili corruzioni e concussioni, prescrizioni ed assoluzioni…il nome di Napolitano si ergeva a difesa dei soprusi commessi e di quelli a venire, l’unica strada fu rivotarlo a larga maggioranza.

L’avvento di Renzi, dopo il breve e malinconico periodo Letta, ha ridato fiato e fiducia a chi ha da sempre inteso il suo ruolo come l’occasione della vita, un superenalotto perenne, che permettesse a lui ed ai suoi familiari e suoi amici di poter pappare per sempre sulle spalle degli italiani…e il premier ne è un magnifico esempio.

Le riforme anticostituzionali della Costituzione, che toglie il diritto al voto al popolo italiano, il jobs act, che cancella il diritto al lavoro inteso come contributo alla ricchezza di tutti e lo trasforma in variabile dipendente dai profitti , la legge di stabilità, che stabilisce la distruzione del territorio e la cancellazione della sanità pubblica e della scuola pubblica, sono stati il banco di prova che la casta, guidata dallo spregiudicato Renzi, ha messo in campo per tastare le reazioni dell’opinione pubblica italiana.

Il silenzio assenso ha dato il via libera a quel teatrino dell’orrido che è divenuto il nostro parlamento. Un nome preso da quella miriade di personaggi che calcano la scena politica da sempre, da sempre inseriti pienamente nei meccanismi di un potere marcio e logoro, da sempre silente contro le ingiustizie perpetuate ai danni dei più deboli e della povera gente, esce dal cilindro di un venditore di pentole usate per servire da specchietto per quegli allocchi che credono che, da questo momento, le parole scritte nella Costituzione torneranno a vivere nel nostro paese.

Entusiasmo tra i piddini, che dimostrano di controllare completamente l’emiciclo pieno di mantenuti,  di persone attaccate alla poltrona e distanti milioni di chilometri dal vero senso della loro presenza, costretti a votare chi gli viene indicato per non rischiare, neanche lontanamente, una crisi di governo, un qualcosa che possa mettere a rischio il loro posto “fisso”.

E’ la festa della casta, il suo carnevale mascherato di una democrazia che nelle vite, nelle strade della gente onesta, non esiste più.

 
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Ottimismi ad orologeria

Post n°664 pubblicato il 30 Gennaio 2015 da ilpasquino.controinf
Foto di ilpasquino.controinf

Appena un mese fa tutti gli indicatori segnavano l’Italia come il fanalino di coda dell’Europa…solo la Grecia, ormai allo sbando, riusciva ad avere previsioni peggiori.

Poi accade che in Grecia vinca Tsipras, uno che quello che dice in campagna elettorale lo fa quando viene eletto, a differenza dei tanti pagliacci italiani che ormai ben conosciamo.

Quasi raddoppio degli stipendi bassi, da 450 a 750 euro mensili, blocco dei licenziamenti nel settore pubblico, blocco delle privatizzazioni, aumento delle pensioni minime, riduzione drastica degli sprechi della politica, a cominciare dalle auto blu per finire ai voli di Stato...insomma una politica tutta incentrata a ridare speranze e fiato a quelle masse popolari immiserite ed uccise da quell’austerity che sembrava essere l’unico diktat della troika….ma che la stessa, ad elezioni avvenute, smentisce ipocritamente di aver richiesto.

La bomba Tsipras sconvolge non solo i mercati, ma soprattutto la concezione tirannica dei ricchi del mondo, ormai certi di poter continuare nel massacro senza che nulla accadesse. L’Italia e la Spagna, asservite grazie ai burattini Renzi e Rajoy , non risultano più un problema per chi immagina un mondo fatto di ricchi e di schiavi, schiavi silenti e contenti di appartenere al “grande progetto globale”, quello che immiserisce intere regioni del mondo ed arricchisce sempre di più gli assassini della terra.

In Grecia, e pare che possa accadere, in un prossimo futuro, anche in Spagna con “Podemos”, il progetto sembra naufragare sotto la spinta di una massa popolare indisposta a retrocedere al medioevo, che conosce i propri diritti e che democraticamente li rappresenta e li sostiene. In Italia il problema, almeno per ora, non si pone, i papponi sono tanti e sono quelli che ancora manovrano il consenso, né la gente ha il coraggio di rivendicare la propria libertà ed il proprio futuro…ed un Renzi basta ed avanza, ad un popolo ormai inerte, a tenere “il carro per la scesa” .

Ma ci vuole quel qualcosa che convinca i più che le politiche di massacro e di impoverimento servano, realmente, non ad aumentare, come è provato, i soldi ed i portafogli dei ladri, dei corrotti e degli assassini economici ed ambientali che tirano le fila del loro gioco.

Ed ecco che appena pochi giorni dopo le previsioni disastrose sulla crescita italiana, l’Istat, in contemporanea con la vittoria e i primi provvedimenti del governo greco,  ribalti quanto sinora detto, così come Confindustria e la stessa Banca d’Italia. Sulla base del mese di dicembre, mese nel quale il Natale spinge, comunque, le famiglie ad ulteriori sacrifici pur di riuscire ad organizzare un momento di felicità, sale la fiducia, indice ancora difficile da comprendere come si stabilisca, sale l’occupazione (100mila posti in più), sale il Pil…sale tutto.

Nel frattempo si registrano altri licenziamenti alla Riello (70), l’indotto Ilva è senza stipendio da vari mesi, così come varie altre realtà di cui neanche si parla, come i centri fisioterapici campani, non rientrano i cassintegrati di Pomigliano e di Nola della Fiat auto o FCA, non diminuisce la povertà, non aprono nuove aziende, i disabili rimangono senza ausili e senza scuola ed aiuti, molti negozi continuano a chiudere, molta gente non riesce più a mangiare, molti suicidi vengono taciuti dai giornali nazionali, la sanità è allo sbando e non riesce più a coprire la domanda dei malati, la scuola cade a pezzi.

Ma il “capitale” ha bisogno di mostrare, ora che la mina vagante Tsipras stravolge gli equilibri rimettendo al centro l’uomo e non la finanza corrotta e malata, che il suo cammino è quello giusto…non può permettersi di perdere, non vuole cedere di un passo.

Ottimismo è la parola d’ordine dei vari burattini della troika, a cominciare dal signor Renzi, che utilizza l’elezione del presidente della Repubblica come un’ ulteriore dimostrazione del suo potere attuale su quella massa di corrotti seduti in parlamento attaccati a quella poltrona che gli permette stipendi da favola e che non abbandonerebbero per nessuna ragione al mondo.

Ieri avevamo ristoranti pieni ed aerei stracolmi, oggi abbiamo i nostri figli disoccupati, i negozi che chiudono, le città piene di mendicanti, licenziamenti ogni giorno ma 100mila posti in più…e #la volta buona che la gente riesca finalmente a capire il nemico chi è.

 
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VENDESI

Post n°663 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Sono piene di cartelli con su scritto “Vendesi” le strade delle città italiane.

Molta gente ormai non può più neanche mantenere la propria abitazione, le tasse imposte dalla troika, e ben accette dai vari governi sorretti e tenuti dal PD, hanno reso la casa un bene di “lusso”, che solo i ladri ed i corrotti possono permettersi…agli altri vengono “gentilmente” lasciati i ponti o i tuguri.

Eppure benché i prezzi siano notevolmente diminuiti non è facile riuscire a vendere la propria casa, molte famiglie, allo stremo, pur di non cadere in quella spirale senza più ritorno, si sono viste costrette a svendere quello che avevano acquistato con fatica e sacrifici, o loro o i loro genitori.

C’è un vendesi, però, nel nostro “magnifico” stivale, che non perde mai il suo sex-appeal, che non si deprezza e che ti permette di ottenere un congruo assegno mensile per la vita…

Qualcuno lo chiama scilipotismo, ricordando le gesta dello Scilipoti nostrano pronto ad aiutare il governo Berlusconi a mantenersi in piedi quando ormai era al crollo…e questo fece molto scandalo in Italia…ricordo i piddini scaldarsi in ogni dove, riempire le loro bacheche di Facebook dell’indignazione che derivava da quel tradimento del mandato popolare…

Ora accade che decine di “onorevoli “ , eletti nel Movimento 5 stelle, che come unico mandato popolare avevano: “mandate a casa la casta dei corrotti” , decidano di passare, ad ogni delicato momento parlamentare, prima nel gruppo misto e poi, piano piano, lemme lemme, approdare verso le ambite sponde di un posto in lista verso quel partito unico o di maggioranza che assicura se non una poltrona sicuramente un posto qui o lì.

La scusa è sempre la stessa: “è colpa di Grillo e Casaleggio che tradiscono il mandato dei loro elettori, noi conosciamo qual è e quindi lo portiamo avanti, mantenendoci da ora tutto lo stipendio, nel gruppo misto, e votando ciò che ci dirà il PD”.

Eppure gli elettori del Movimento 5 stelle, stando ai sondaggi, non sono per nulla calati, rimangono costanti anche quasi a dispetto delle continue dimissioni, le piazze, come quella dell’onestà, risultano piene come agli inizi di quel boom che solo Napolitano non si aspettava e che ha permesso, a questa gente, di sedersi in parlamento per portare avanti una “rivoluzione culturale e politica” che non può scendere a patti con chi viola la Costituzione, fa leggi ad personam, affama la povera gente, cancella diritti e distribuisce fame.

Il “senso del dovere”, che prevale in questi personaggi sconosciuti sino a ieri, e solo oggi finalmente ripresi da qualche telecamera a parlare di cose che probabilmente stravisano o non conoscono, sembra imporsi sugli interessi di quel popolo che li ha votati, su quel mandato che diceva, a chiare lettere, che il problema principale non era quello di trovare un nuovo capo dello Stato più corrotto di quello di prima, ma di difendere, a spada tratta e con ogni mezzo, i diritti che vengono negati, quotidianamente, ridare voce a quelle persone abbandonate con la loro pensione minima, con la loro disabilità, con la loro disoccupazione e quell’emarginazione a cui lo Stato non solo non pone freno, ma alimenta con decreti legge e provvedimenti che vanno in un unico senso…

Non democrazia e Costituzione, ma culo e poltrona…sono questi gli “ideali” che muovono i tradimenti.

 
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Una speranza

Post n°662 pubblicato il 26 Gennaio 2015 da ilpasquino.controinf
 
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Sotto il palco di Tsipras c’erano le donne delle pulizie licenziate, i disoccupati, i poveri, quella massa di gente massacrata dalla troika e dagli aguzzini burattini che siedono sulle poltrone dei vari governi europei.

In Grecia, come in Italia, negli anni dell’austerity, necessari a ripagare i debiti contratti dalle banche e causati dalla corruzione della classe politica, i ricchi affamatori sono diventati ogni giorno più ricchi, i poveri lasciati soli a combattere contro la disperazione di un presente ucciso ed un futuro rubato.

Le misure di impoverimento sono state chieste a gran voce dal FMI, dalla UE, dalla Banca centrale europea, da quella troika che difende solo gli interessi finanziari e che ha relegato i diritti a fattore dipendente dai loro enormi guadagni, sempre più indecenti.

Le manifestazioni di dissenso sedate ovunque con la forza degli sgherri servi armati di manganello, in Spagna, come in Italia, in Grecia, come in Portogallo, a difesa di una dittatura del capitale mascherata da un’ipocrita democrazia, dei “Je suis Charlie”…ma non Erri De Luca, no NO Tav, no indignados, no antagonisti, no Gaza, no Palestina.

Alla vigilia delle elezioni nel paese ellenico vere e proprie minacce e ricatti ad una libera elezione di uno stato e di un popolo sovrano fioccavano dalle stanze di nazisti in sedia a rotelle e di premier mai eletti da nessuno, che  disegnavano un futuro di fallimento per l’intera nazione, il blocco di tutti gli aiuti, un vero e proprio embargo ai popoli che “pretendono” di rialzare la testa, di decidere del proprio futuro.

Syriza stravince e non grazie all’astensione, ma grazie alla partecipazione di quel popolo tradito dai suoi rappresentanti…e i “dittatori” della troika abbassano i toni, probabilmente aiutano la borsa greca ad evitare quel tracollo che sarebbe stato l’ulteriore segno della loro ignobile tirannia, aprono le porte a ridefinire i termini della restituzione del debito, non contestano la strada delle riforme che Tsipras ha annunciato, dopo essersi accordato con quella parte politica, anche se di destra, ma che ha ben chiaro chi sia il nemico ora da sconfiggere, la vera emergenza, il vero problema di un mondo che ha fatto della morte, della povertà e della disperazione un trafiletto di cronaca.

La speranza, per ora almeno quella, rinasce nei cuori di chi ha visto tutto quello costruito nella propria vita sottratto da chi continuava ad arricchirsi ed a parlare di una democrazia ormai assente anche nelle sale ospedaliere.

Che pena l’Italia e quel premier per caso, non eletto da nessuno, che scappa nelle piazze dove i disoccupati ed i poveri lo accolgono ad uova marce, che parla di riforme costituzionali mentre appiana i debiti della sua famiglia con i soldi pubblici e arricchisce i Boschi dell’ennesima vergogna italica con decreti ad hoc…che pena i suoi sostenitori, ieri in piazza vestiti di viola o con i bavagli a denunciare Berlusconi e la censura ed oggi proni ad attendere che un parlamento pieno di ladri e di corrotti elegga un presidente della repubblica che difenda la casta e i suoi furti da una rabbia popolare che lo spiraglio di speranza greco apre in tutta Europa.

Quella speranza, per ora solo aspirata in una notte di festeggiamenti, fa paura a chi ha rubato e vuole continuare a farlo, a chi ha avvelenato e non si è pentito, a chi è corrotto ed usurpa il posto in cui siede indegnamente, a quella classe dirigente che ha dichiarato guerra ai diritti dei più deboli senza avere il coraggio di dirlo, raccontando frottole e presentando slide.

Quella speranza va nutrita, alimentata, resa concreta, non per dire, domani: “avevo ragione io”, ma per dare un futuro a chi oggi dorme per strada, a chi ingrossa le fila delle varie associazioni umanitarie per un pasto caldo o per una medicina che gli salvi la vita, a chi di pensione non vive più, a chi nei rifiuti cerca qualcosa per sopravvivere…a chi l’ha persa…ed ha tutto il diritto di riaverla.

 
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Le bugie della CGIL

Post n°661 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Una telenovela, che dalle pagine di questo blog abbiamo più volte riportato, che sembra non avere mai fine e che vede la protagonista, la Cgil, continuare a negare i fatti, anche davanti alle evidenze.

Tutto parte dal comitato “licenziati dalla Cgil”, un gruppo di persone, Alma Bianco,  Romina Licciardi, Alessandra Mangano e Giovanni Sapienza, che si uniscono per denunciare i “metodi”, poco ortodossi ed ancora meno rispondenti alle leggi, del sindacato in tema di “rapporti di lavoro” e di “licenziamenti” del personale.

 La cosa si estende anche in altre regioni italiane dove i licenziamenti degli “scomodi” piovono a raffica. Già perché licenziare, per la Cgil, è più facile farlo di quanto possa esserlo, ante jobs act, per un’ azienda privata.

Il sindacato non rispetta l’art.18 dei lavoratori ed utilizza, come denuncia il comitato, tutti i mezzi che le peggiori aziende private usano per evadere il fisco ed avere il pieno potere di licenziamento sui lavoratori: lavoro a nero, sommerso, part-time utilizzati full-time, contratti atipici a iosa, retribuzioni fuori regolamento e non registrate.

Inutile dire che le denunce cadono nel vuoto della disinformazione italiana. Solo pochi blog (compreso il nostro, mi piace ripeterlo) ed il Tg1 di Minzolini, guarda caso,  ne riporta la notizia.

Apriti cielo ! La Cgil, piccata, risponde con una dichiarazione di fuoco: “Notizia falsa del Tg1”. E nel comunicato parla di rapporti di lavoro totalmente inventati, di interruzione del rapporto di lavoro di una persona accusata di appropriazione indebita, di rifiuto di un posto di lavoro e, conseguentemente, denuncia per diffamazione il direttore del TG Minzolini e l’autore del servizio Monfredi…alla faccia della libertà di stampa e di informazione tanto cavalcata dal sindacato della Camusso.

Peccato che la sentenza di settembre scorso, sulla diffamazione addossata ai giornalisti del TG1, ricordi al sindacato, difensore dei diritti a parole dei lavoratori nelle piazze e neanche a parole nei tavoli di “concertazione” e nei suoi uffici, che le cause di lavoro intentate non siano solo tre, ma ben tredici distribuite in tutt’ Italia, che a Napoli Ciro Crescentini  era stato realmente reintegrato, a seguito di una causa di lavoro per licenziamento illegittimo, e che la giustezza o meno delle denunce dei lavoratori non era né la Cgil, né il giudice attuale, né il servizio giornalistico a poterla acclarare. Spese legali e spese accessorie, al 15%, addossate al sindacato.

Ma la vicenda ci insegna un’altra cosa. Ci fa capire come in quelle strutture elefantiache nelle quali si è trasformato il sindacato italiano, piene zeppe di funzionari nullafacenti legati, spesso, a doppio filo con le aziende con le quali fanno finta di entrare in conflitto, per poi avere di ritorno l’assunzione di figli, amici e parenti, le parole di “fuoco” e di “lotta” siano solo il paravento per ottenere ulteriori prebende da uno Stato che ha già concesso Caf e assicurazioni pensionistiche.

I lavoratori, ed i loro problemi, utilizzati come arma di ricatto per manifestazioni che vedono gente onesta presa in giro da chi non rispetta, già al suo interno, le leggi ed i diritti.

E’ la mesta, ed ormai ripetitiva storia del nostro paese, nato dal sacrificio di chi credeva di renderlo migliore, ed infangato da chi, ogni giorno, nei ruoli che dovrebbero maggiormente esprimere onestà e correttezza, coerenza e rispetto della Costituzione,  ne sfrutta i “poteri” annessi per il proprio tornaconto e per quella corruzione che permette, ai Renzi di turno, di fare carta straccia della democrazia e dei suoi valori.

 
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