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Citazioni nei Blog Amici: 4
 
Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Maggio 2015

 

Voto e non voto

Post n°731 pubblicato il 30 Maggio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Ennesime elezioni in Italia e solita solfa, quella di sempre, quella che riempie il niente di quello che accade, per la gente, quella in difficoltà, quella senza lavoro, quella pensionata ai minimi, quella disabile, quella abbandonata da tutto e tutti, dai paladini del “voto buono” e dagli irriducibili del non voto.

Ognuno ha la sua ricetta, una ricetta piena di promesse, di annunci, di grandi cambiamenti e di imminenti rivoluzioni, per un futuro preso in giro da chi non guarda e non legge il presente, da chi non si accorge che tutto è cambiato.

Già è tutto cambiato, non c’è più la “classe operaia” e non c’è più “il capitalismo” come sino a ieri intesi. Gli equilibri, i rapporti, l’informazione, la disinformazione, le costituzioni e le libertà, i diritti e la legge…parole vuote, utili solo a riempire l’aria delle assemblee dei vari partiti, dei vari oppositori, di chi sostiene di “salvare il paese” e chi ritiene “di esserne un futuro” non meglio precisato.

Nella realtà, nel solo nostro paese, milioni di persone sono sotto la soglia di povertà, milioni sono i disoccupati, migliaia i suicidi, i disabili abbandonati, i pensionati alla fame, i giovani rincoglioniti dal wi-fi e da twitter, da quella cancellazione progressiva di una coscienza capace di discernere, capire, ribellarsi, arrabbiarsi, reagire.

Negli anni ’70 l’affluenza al voto superava l’80%, eppure si otteneva lo statuto dei lavoratori, migliori condizioni nelle fabbriche, contratti nazionali, difesa dei diritti dei più deboli, sanità e scuola per tutti.

Il PCI non vinceva mai, ma per le strade la gente, che manco votava PCI, rivendicava con forza quanto riteneva giusto. Pugno o non pugno alzato era la coscienza, la cultura, l’informazione a muovere quelle masse…e non c’era internet e manco WhatsApp.

Ora siamo circondati da fucili spianati, da gente che non si fa scrupolo di spararci addosso, di toglierci ogni diritto, ogni speranza, ogni futuro…che si inventa nemici per fare altre guerre ed altri morti, che controlla ogni piccolo spazio di libertà, da internet in giù, che ti fa sfogare in piazza per un po’…e poi ti carica senza pietà.

Noi siamo molti di più, ma siamo circondati ed ognuno di noi non sa bene cosa fare…aspettiamo di diventare quella maggioranza che già siamo, ma ci comportiamo solo come carne da macello per i ricchi padroni del mondo che decidono della nostra vita e del nostro futuro.

Ogni sistema, ogni sovrastruttura, con il tempo mostra le sue crepe.

La corruzione è l’anima del capitalismo globale, la sua linfa vitale, il suo modus vivendi. Senza di essa il sistema crolla, se ne crepano le fondamenta, rischia di implodere, di diventare vulnerabile.

In Grecia, in Spagna ed anche in Italia quella parola semplice, non certo rivoluzionaria, ma deflagrante per chi vive di reato, comincia a far paura: onestà !

Dall’FMI, dove Cristina Lagarde è indagata per abuso d’ufficio, alle banche, tutte implicate in quei “giochi finanziari” che hanno portato al collasso un sistema marcio, alle nostre istituzioni, occupate da corrotti e mafiosi, indagati e condannati, l’intero sistema teme che la gente pretenda trasparenza ed onestà.

Io voterò, sapendo che non cambierò il mondo come desidero io, ma nella consapevolezza che, se quella crepa si allarga, darò un’occasione a quel desiderio.

 
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H 24 allineati ed ubbidienti

Post n°730 pubblicato il 29 Maggio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Si allarga a macchia d’olio il lavoro 24 ore su 24, a turni, a soprusi, a mancanza di diritti, ad una vita che non puoi crearti, ad un’esistenza dettata dai tempi di quella produzione, di quel mercato, che ti considera merce.

Marchionne e Renzi sottobraccio: partito unico, sindacato unico, scuola gestita da presidi/gerarchi, manca il trattore ed il premier a torso nudo per tornare indietro non solo con i ricordi, ma con quelle lacrime versate, con quelle fatiche non pagate, con quelle arroganze subite e mai sanate, con quelle vite dimenticate ed estirpate.

I tempi sono diversi, ora la disinformazione abbraccia ogni ambito della nostra esistenza, dall’Istat, alle banche, dai banchieri ai corrotti, dai ladri agli aguzzini dell’FMI, tutti sono concordi nel dirci che tutto va bene, che la riforma del lavoro italico è la migliore che ci sia, che dobbiamo continuare così…fino a toglierci ogni libertà.

L’Espresso ed il Fatto quotidiano ci raccontano di un mondo a misura del padrone, di quello che con le mazzette si è comprato l’appalto, l’edificio, lo stand all’Expo…di come i ragazzi presi a costo zero, ed a sacrifici tanti, debbano anche passare sotto il vaglio delle “segnalazioni” della polizia e della digos, che assegna un più a chi assiste inerme alla cancellazione della propria libertà e dei propri diritti, ed un meno, con conseguente allontanamento dal posto di lavoro, a chi partecipa alle manifestazioni con la bandierella in mano ed urla qualche slogan.

Ci vogliono tutti allineati ed obbedienti, con la tuta bianca senza alcuna macchia, sorridenti e danzanti, quando capita, disposti a vendere ogni parte della propria vita al padrone di turno, al manager “veggente”, al premier vincente, nel delirio di una mortificazione del proprio essere, ad un annullamento dei propri desideri e dei propri respiri…scanditi, stabiliti, misurati, monetizzati da chi guida quel vapore…24 ore su 24 schiavi !

 
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L’ USB firma l’accordo truffa sulla rappresentanza sindacale

Post n°729 pubblicato il 28 Maggio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Proprio ora che Visco ci racconta che va tutto bene, grazie alla cancellazione di pensioni e di diritti, di cultura e di morale, di Costituzione e democrazia, anche l’USB taglia quel nastro che divide il falso dal vero, la giustizia dal sopruso, la libertà dallo schiavismo.

Nella delibera del Consiglio nazionale del sindacato di base, di pochi giorni fa, si giustifica la resa delle armi e dei principi fondanti per una “presa d’atto delle richieste di migliaia di lavoratori”.

Il “conflitto” dalle fabbriche, dalle aziende e dalle piazze, si sposta su quei “tavoli di trattativa” dove la minoranza, da questo momento in poi l’USB, ha sempre torto, dove la voce dei lavoratori, che l’accordo del Gennaio 2014 firmato dai Confederali cancella del tutto, non ha nessuna importanza.

Il ricatto del jobs act e della crisi economica, voluta da banche e classi dirigenti, crea, già di fatto, le condizioni materiali e culturali di una classe lavoratrice costretta a subirne le conseguenze, ad accettare condizioni di lavoro e diminuzioni di garanzie, libertà e dignità che già si concretizzano in Fiat, come nei grandi supermercati, come nei call center, come in gran parte delle aziende italiane e non.

La strada è tracciata e seguirla non può che darle ulteriore forza e conferma.

L’Usb, da sempre in piazza con le opposizioni sociali, sulle barricate contro i contratti capestro e contro le limitazioni delle libertà fondamentali dei lavoratori, devia dal suo percorso e, in nome di imprecisate ed infondate “costrizioni” , decide il suo ingresso in quel processo concertativo, politico/sindacale, che è stato il primo ed unico artefice del declino non solo materiale, ma soprattutto coscienziale, di una grossa fetta della classe operaia e lavoratrice.

La sostituzione sic e simpliciter del necessario protagonismo del movimento operaio , o anche il suo accantonamento contingente, quando in Spagna ed in Grecia si alza forte la voce contro le politiche padronali e di un’Unione Europea serva degli interessi delle banche e della finanza internazionale, pare una resa non obbligata, un passo indietro mosso più dal timore che da una vera ed attenta analisi del momento che stiamo vivendo.

L’Usb rappresenta una forza operaia e sindacale con grandi prospettive, capace di muovere, sulla difesa di quei diritti sotto attacco, migliaia di persone…non ha bisogno di nessuna firma per confermarlo.

 
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Pomodori marci

Post n°728 pubblicato il 26 Maggio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Più lo Stato italiano ti finanzia, più i dirigenti che lo decidono sono indagati, più puoi accedere alle procedure di licenziamento e intascare i soldi dei contribuenti contribuendo, scusate il gioco di parole, all’aumento, ormai irrefrenabile, della disoccupazione dello stivale e alla svendita del paese.

Nell’Italia di Renzi tutto questo è possibile! Agli stranieri viene aperto il nostro mercato, i lavoratori possono essere cacciati come e quando gli pare, non esistono regole e la moralità è considerata un costo, i soldi cadono a pioggia sulle aziende straniere che ci rubano i prodotti d’eccellenza, senza alcun tornaconto, senza nemmeno che si salvaguardi la tenuta occupazionale…è la “svolta buona” !

La Fiat utilizza la cassa integrazione in Italia, ma paga le tasse in Inghilterra, la Mitsubishi licenzia i lavoratori italiani ma riceve commesse, dall’Agea, agenzia governativa per le erogazioni (di denaro pubblico) in agricoltura, e dall’UE, 8 milioni di euro per sfamare i poveri sul nostro territorio nazionale…quei poveri creati da chi spende i soldi pubblici in questo modo !!!!

Il marcio, trovato dai NAS negli stabilimenti dell’AR Industrie Alimentari post-licenziamenti, ora di proprietà della multinazionale giapponese, si istituzionalizza con la promozione e successiva nomina a dirigente amministrativo dell’ Agea della sig.ra Concetta Lo Conte, indagata dalla Procura di Roma per falso e truffa.

Secondo la Procura la neo-amministratrice “avrebbe creato una sorta di contabilità parallela per favorire agricoltori indebitati consentendogli, così, di incamerare i finanziamenti europei legati a quei vincoli nascosti, a cominciare proprio dagli indebitamenti” (fonte Il Fatto Quotidiano).

E così alle lacrime dei lavoratori licenziati, 130 con relative famiglie, si aggiunge la beffa di un governo che, tramite un’indagata  eroga fondi proprio a chi licenzia e viene indagato, a sua volta, dai Nas !

La denuncia, dettagliata, con tanto di documenti ufficiali, arriva dallo Slai cobas, da Mara Malavenda che sottolinea: “E’ dal 2004 che l’azienda preparava la dismissione industriale e i licenziamenti di questi lavoratori…questo lo sapevano tutti da almeno dieci anni ! E’ tutto scritto sugli innumerevoli e relativi atti istituzionali ufficiali del Parlamento, dei Ministeri interessati e delle Regioni Puglia e Campania…sono oggettive non solo le responsabilità aziendali, ma anche le gravi complicità politiche e sindacali a tutti i livelli, che hanno consentito l’erogazione impropria (di fondi pubblici ndr) ad evidente danno sociale, a fronte di piani industriali quantomeno contraddittori e/o falsi”.

E’ la “volta buona” del signor Renzi  e di quella classe dirigente italiana che ha deciso di vendere paese e dignità in cambio del mantenimento dei propri privilegi, dei propri lauti stipendi, di quel marciume che ormai inonda il paese…e la cui puzza è divenuta ormai insopportabile !

 
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Aggressione squadrista ai facchini in lotta

Post n°727 pubblicato il 23 Maggio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

La lotta dei facchini, organizzata con il sindacato Si.cobas, non si arresta neanche davanti a vere e proprie aggressioni di stampo fascista che i manifestanti, ed alcuni rappresentanti del sindacato autorganizzato, hanno subito in questi ultimi tempi.

Il presidio del 19 maggio, organizzato dai lavoratori in lotta contro i licenziamenti decisi dalla Sda di Roma, e con i quali solidarizzavano quelli delle aziende in appalto, è stato vittima di una “spedizione punitiva” di gente armata di spranghe e coperte da caschi che avevano l’intento di forzare il blocco dei cancelli che si stava attuando.

Fascismo sindacale, a quanto risulta dalle rivendicazioni di Cgil Cisl e Uil, che giustificano la vigliaccheria, alla quale hanno partecipato loro iscritti, dietro l’ipocrisia della “esasperante situazione” ed il dovere, di chi fa il crumiro, di entrare a lavorare senza dare alcuna solidarietà a chi lotta per i propri ed altrui diritti.

L’opposizione Cgil, con il portavoce nazionale Sergio Bellavia, prende le distanze dall’aggressione subita dai facchini in lotta e rivendicata dalle segreterie di Fit-Uilt-Filt di Roma: “…le segreterie rivendicano nella sostanza l’aggressione agli scioperanti dichiarando in esplicito la diretta partecipazione all’azione di loro iscritti armati di mazze, bastoni e caschi di protezione. La Filt Cgil di Roma si pone così in totale rottura ed estraneità con i valori etici e politici di appartenenza alla nostra organizzazione. Chiediamo pertanto che al prossimo direttivo nazionale si assuma una posizione di netta condanna.”

Quanto avvenuto collima, in modo esemplare, con le ultime dichiarazioni del premier Renzi, che auspica un sindacato unico, come quello dei tempi del ventennio mussoliniano, schiavo dell’esecutivo e del “partito unico” e nemico  dei diritti e della dignità dei lavoratori.

Le finte contrapposizioni del sindacato confederale, nei fatti prono ad accettare le regole incostituzionali del jobs act e lo smantellamento della scuola pubblica (soltanto i cobas minacciano il blocco degli scrutini), è solo la fine di un percorso che ha visto le organizzazioni tramutarsi in vere e proprie aziende di profitto, elefantiache istituzioni, pieni di funzionari nullafacenti, pronte a firmare ogni accordo, ogni ignominia, ogni graduale cancellazione di diritti e leggi, di salute e futuro.

Fiat, Ilva, Alitalia, Indesit, Datitalia, e mille e mille altri “accordi”, hanno prodotto soltanto migliaia di licenziamenti, decine di suicidi, migliaia di cassintegrati, avvelenamenti dell’aria e del territorio,  e sono il frutto di quella concertazione utile a rimpinguare le tasche dei sindacati confederali, a garantirgli posti in parlamento o nelle aziende pubbliche, a concessioni di denaro pubblico tramite Caf e assicurazioni previdenziali, in cambio dei quali si svendono le lotte ed i diritti, l’unità dei lavoratori e la loro storia.

Quanto accaduto a Roma ne è la conferma… la resistenza dei facchini è quell’antidoto che non si aspettano e che può mutare gli equilibri di questa lotta impari.

 
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