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Aggressione squadrista ai facchini in lotta
Post n°727 pubblicato il 23 Maggio 2015 da ilpasquino.controinf
La lotta dei facchini, organizzata con il sindacato Si.cobas, non si arresta neanche davanti a vere e proprie aggressioni di stampo fascista che i manifestanti, ed alcuni rappresentanti del sindacato autorganizzato, hanno subito in questi ultimi tempi.
Il presidio del 19 maggio, organizzato dai lavoratori in lotta contro i licenziamenti decisi dalla Sda di Roma, e con i quali solidarizzavano quelli delle aziende in appalto, è stato vittima di una “spedizione punitiva” di gente armata di spranghe e coperte da caschi che avevano l’intento di forzare il blocco dei cancelli che si stava attuando.
Fascismo sindacale, a quanto risulta dalle rivendicazioni di Cgil Cisl e Uil, che giustificano la vigliaccheria, alla quale hanno partecipato loro iscritti, dietro l’ipocrisia della “esasperante situazione” ed il dovere, di chi fa il crumiro, di entrare a lavorare senza dare alcuna solidarietà a chi lotta per i propri ed altrui diritti.
L’opposizione Cgil, con il portavoce nazionale Sergio Bellavia, prende le distanze dall’aggressione subita dai facchini in lotta e rivendicata dalle segreterie di Fit-Uilt-Filt di Roma: “…le segreterie rivendicano nella sostanza l’aggressione agli scioperanti dichiarando in esplicito la diretta partecipazione all’azione di loro iscritti armati di mazze, bastoni e caschi di protezione. La Filt Cgil di Roma si pone così in totale rottura ed estraneità con i valori etici e politici di appartenenza alla nostra organizzazione. Chiediamo pertanto che al prossimo direttivo nazionale si assuma una posizione di netta condanna.”
Quanto avvenuto collima, in modo esemplare, con le ultime dichiarazioni del premier Renzi, che auspica un sindacato unico, come quello dei tempi del ventennio mussoliniano, schiavo dell’esecutivo e del “partito unico” e nemico dei diritti e della dignità dei lavoratori.
Le finte contrapposizioni del sindacato confederale, nei fatti prono ad accettare le regole incostituzionali del jobs act e lo smantellamento della scuola pubblica (soltanto i cobas minacciano il blocco degli scrutini), è solo la fine di un percorso che ha visto le organizzazioni tramutarsi in vere e proprie aziende di profitto, elefantiache istituzioni, pieni di funzionari nullafacenti, pronte a firmare ogni accordo, ogni ignominia, ogni graduale cancellazione di diritti e leggi, di salute e futuro.
Fiat, Ilva, Alitalia, Indesit, Datitalia, e mille e mille altri “accordi”, hanno prodotto soltanto migliaia di licenziamenti, decine di suicidi, migliaia di cassintegrati, avvelenamenti dell’aria e del territorio, e sono il frutto di quella concertazione utile a rimpinguare le tasche dei sindacati confederali, a garantirgli posti in parlamento o nelle aziende pubbliche, a concessioni di denaro pubblico tramite Caf e assicurazioni previdenziali, in cambio dei quali si svendono le lotte ed i diritti, l’unità dei lavoratori e la loro storia.
Quanto accaduto a Roma ne è la conferma… la resistenza dei facchini è quell’antidoto che non si aspettano e che può mutare gli equilibri di questa lotta impari.
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Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 12:49
Inviato da: ilpasquino.controinf
il 21/04/2016 alle 15:19
Inviato da: elektraforliving1963
il 20/04/2016 alle 15:57
Inviato da: elektraforliving1963
il 20/04/2016 alle 15:56
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 20:19