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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Ottobre 2015

 

L’ Italia del meno

Post n°815 pubblicato il 31 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Meno disoccupati e meno occupati, meno persone che cercano lavoro e meno italiani che rimangono nello stivale a sperare nella famosa ripresa.

E’ l’ Italia del meno, o dei gufi, come dice il presidente non eletto da nessuno signor Renzi, quella che con le parole non mangia, che alle favole non crede meno che meno se raccontate da chi dirige un partito dove gli onesti sono meno di quelli indagati.

Meno serietà e meno politica, meno attenzione ai più deboli e meno controlli sui corrotti, meno Costituzione e meno peso al voto dei cittadini, meno sindaci che contestano il governo, meno libertà d’ espressione, meno controlli su chi ruba e su chi ha rapporti con le organizzazioni malavitose, meno ambiente, meno aria e meno acqua pubblica.

Meno sanità pubblica e meno scuola pubblica, meno diritti sul lavoro e meno controlli sulla sicurezza, che costano meno vite umane salvate, meno rispetto della gente onesta.

Un meno che pesa sul significato della parola verità, stravolgendone il senso, rendendola schiava di un sistema dove meno informazione libera e meno cultura asservita divengono la forgia dei meno cittadini, dei meno consapevoli, di quei tanti meno che, anche se uniti, mai saranno capaci di creare un solo più.  

 
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La Cantonata

Post n°814 pubblicato il 29 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Sentivamo tanto il bisogno di sentire l’aria riempirsi dell’ennesima imbecillità, soprattutto ora che, come dice l’ Istat, siamo tutti più fiduciosi e quindi più disponibili a essere persi in giro.

All’appello mancava il magistrato Cantone, ora presidente di quella Autorità nazionale anticorruzione che, ad oggi, non ha prevenuto un solo caso di corruzione in Italia…sembra che ne abbia preso solo atto.

Dalla sua bocca veniamo a sapere che Milano sarebbe la “capitale morale” dello stivale e che Roma, fino a ieri retta da Marino, inviso a quel presidente del consiglio con cui il magistrato sembra molto in sintonia, non avrebbe gli “anticorpi” per combattere la corruzione dilagante, quella di mafia capitale, per intenderci, quella dove il partito del premier guazzava.

Forse sfugge al bravo magistrato, ora in polemica anche contro l’Anm per aver difeso le scelte del governo sulla stretta alle intercettazioni e l’aumento della soglia del contante a 3mila euro, che nella capitale morale, in questi ultimi mesi, sono finiti sotto indagine ed in galera il vicepresidente della Regione Mantovani, per gare truccate nella Sanità in cambio di lavori gratis a casa; che due dipendenti comunali siano stati trovati in possesso di 32 lingotti d’oro e 530mila euro in contanti, oltre ad orologi di pregio e altri oggetti per un valore di due milioni di euro, per un giro di tangenti riguardante l’edilizia scolastica e popolare, quest’ ultima ancora al centro di mille polemiche per il suo cattivo, se non indecente, utilizzo; che al presidente della Regione Lombardia, Maroni, venga contestato il reato di “turbata libertà” ed “induzione indebita” per ottenere un viaggio gratis ed un lavoro per sue due ex collaboratrici.

Se questa è la capitale morale italiana, ci sarebbe da dire, siamo veramente rovinati, ma è ancora più grave che questo sia detto da chi dovrebbe, e sottolineo dovrebbe, occuparsi di combattere la corruzione.

Perché c’è da aggiungere che da quando Cantone è divenuto presidente dell’ Autorità nazionale anticorruzione non c’è giorno che passi che le forze dell’ordine non arrestino qualcuno per il reato che lo stesso dovrebbe preoccuparsi di prevenire…e non di constatare soltanto (a Napoli diremmo, e Cantone può comprenderci, “che te pavamm’ a fà?”).

Insomma siamo perplessi non tanto perché alle tante baggianate ora se ne aggiunge una nuova, ma perché questa arriva in un momento politico particolare, almeno riguardo alla vicenda Marino.

L’affondo di Cantone appare un entrata a gamba tesa contro la resistenza del sindaco di Roma e l’aiuto politico che Renzi si aspettava.

Una cantonata per chi, come Cantone, racconta di essere estraneo ai giochi politici…

 
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Sulla nostra pelle

Post n°813 pubblicato il 28 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Di taglio in taglio, di scandalo in scandalo la Sanità pubblica scompare sotto il peso delle responsabilità di chi ne ha fatto il suo “bancomat” personale, il suo bacino di voti, il suo centro di potere da dove disporre assunzioni, distribuire consulenze, regalare allegramente appalti.

Un’ infamia che attraversa tutto lo stivale, dalla Lombardia alla Campania, dalla Calabria alla Puglia. Chi denuncia paga il prezzo del suo coraggio, perché nel nostro paese per essere onesti c’è bisogno di molto, anche troppo, coraggio.

I buchi di bilancio, che tanto pesano sulla vita delle persone, sui disabili, sugli anziani e sugli ammalati, sono soltanto il frutto di gestioni incompetenti, di decisioni che passano sotto la tagliola di accordi che nulla hanno a che vedere con l’efficienza di un servizio che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini.

Puglia: due medici sindacalisti, Francesca Mangiatordi e Francesco Papappico, coadiuvati da Antonio Loconte, direttore del quotidiano QI di Bari, denunciano l’inesistenza di un servizio, quello di telecardiologia, che il Policlinico di Bari ha sottratto, con una serie interminabile di documenti e dichiarazioni false, a chi prima svolgeva questa vitale attività, la Cardio on line (http://bari.ilquotidianoitaliano.it/attualita/2015/10/news/medici-incatenati-il-complotto-2-sansonetti-a-dibello-una-processione-di-lamentele-non-ti-volgiono-95933.html/).

Un servizio già sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza per i costi esorbitanti (10 milioni di euro in 5 anni) a causa di un contratto che prevedeva incrementi di spesa nel caso si superassero soglie, estremamente basse, previste e che vede, probabilmente, anche i vertici regionali responsabili di tale accordo, coinvolti.

Se tale operazione, di passaggio al pubblico, fosse utile a diminuire i costi ed a migliorare il servizio per i pazienti, non ci sarebbe niente di scandaloso, ma sembra che non ci sia nulla di tutto questo, visto che il Policlinico di Bari, ad oggi, non ha mezzi né addetti capaci di attivarsi, nei tempi necessari, alle urgenze nel campo della cardiologia.

Da una parte progetti rubati alla controparte privata, presentati e mai attuati, ritardi nei tempi previsti per la loro attuazione, causa mancanza di macchinari e medici, dall’altra ecocardiografie inventate per far lievitare i costi, il tutto sulla nostra pelle, nel solito indegno silenzio delle Istituzioni locali e nazionali. (http://bari.ilquotidianoitaliano.it/attualita/2015/10/news/scandalo-telecardiologia-vergogna-tutto-nasce-da-un-plagio-e-una-ritorsione-95059.html/).

Uno scandalo che ha avuto come conseguenze, sinora, solo le minacce arrivate al direttore di QI e le sanzioni ai due medici sindacalisti, ora in sciopero della fame, ma presenti sul posto di lavoro.

Chi vuol dare la sua solidarietà ai medici in sciopero della fame ed al quotidiano che, con coraggio, ha denunciato questo ennesimo inganno ai danni del cittadino, può inviare e-mail agli indirizzi : Bari@ilquotidianoitaliano.it e/o alla redazione   web dell’ USI-AIT (anarres56@tiscali.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )

 

 

 

 

 

 

 
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La strana voglia del PD di sovranità popolare

Post n°812 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

“Si è rotto il rapporto tra il sindaco Marino e la popolazione”, aveva detto pochi giorni fa il premier, ora seguito dai belati del gregge dei suoi sottoposti.

Marino, al quale non riesco a concedere alcun merito, tranne quello di essere, almeno, una voce dissonante all’interno di un partito di corrotti continuamente perseguiti dalle legge in ogni parte d’ Italia, grazie a chi scende in piazza per chiedergli di restare, sembra voler resistere.

Ma al PD scappa la voglia di sovranità popolare, quella fiducia accordata, con i voti, al primo cittadino romano deve essere, secondo il partito, ora confermata, non a lui, non si sa a chi e, forse, neanche perché.

Non sono gli scontrini, dicono i piddini dopo aver saputo dei problemucci del loro segretario per importi ben superiori, ma il consenso che ora, non si sa in base a quali strani volteggi statistici, mancherebbe e quei guai di Roma, tutti, nessuno escluso, eredità della giunta Alemanno e di quella mafia-capitale che vede proprio il PD tra i protagonisti del mangia Roma e tutto il resto.

E’ il popolo che deve decidere, urlano i portaborse di quel primo ministro non eletto da nessuno, mai passato per nessuna consultazione elettorale per detenere un ruolo che nessuno sa per quale motivo gli sia stato affidato e perché, in quel caso, la “sovranità popolare” non sia stata tenuta in conto neanche per sbaglio.

E’ la “strana” voglia del PD di essere con la gente, quando la gente non conta nulla, e contro la gente, quando la gente vuole ben altro.

Comanda il parlamento o l’emiciclo comunale, quando i giochi vengono decisi nelle stanze degli scambi e dei favori interpartitici, comanda la gente quando la si vuole prendere in giro ed utilizzarla per eliminare un nemico interno.

Renzi è il premier dal segno più, di quel più che sa di arroganza, ipocrisia, falsità, tasse, corruzione e povertà.

 
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L’abbraccio tra politica e magistratura

Post n°811 pubblicato il 25 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Deve aver raggiunto toni veramente alti l’intervento odierno del ministro Boschi, riforme istituzionali, per ripianare un conflitto che nei fatti era solo l’ennesima pagliacciata dei due poteri dello Stato che da tempo immemore camminano a braccetto.

Nel suo “forbito” discorso, ben lontano dall’affrontare quel problema, che qualcuno ancora si ostina a chiamare corruzione, patrimonio di entrambi i poteri dello Stato, la Boschi ricorda a se stessa ed agli astanti che : “Tutti noi siamo impegnati a rispettare l'articolo 54 della nostra Costituzione che ci chiede di servire lo Stato con disciplina e onore” e tanto basta a cancellare la stretta sulle intercettazioni, il nulla sulla corruzione, l’aiuto all’evasione che il governo mette in campo per “rilanciare” l’economia illegale del nostro paese e ricreare quel clima di amore ed amicizia già visto quando Di Matteo, pm di Palermo, fu oggetto di attacchi trasversali, così come Falcone, così come tutti quelli che hanno cercato, con il loro coraggio, di determinare, sul serio, un cambiamento in questo paese.

Da Palermo giunge la notizia, forse sottovalutata, di quel magistrato antimafia, tale Silvana Saguto, che con mazzette e piaceri vari, ad amici e parenti, gestiva con allegria i beni confiscati alla mafia, ritenendo il suo potere, si percepisce, come fanno i politici nostrani, al di là di ogni regola morale e civile e solo utile all’ arricchimento personale e dei propri “intimi”.

Ed è sempre la stessa magistratura ad aver assolto, senza ombra di dubbio, quelle “famiglie” di industriali responsabili dell’avvelenamento degli operai della Marlane Marzotto, o quelli della Eternit, o ad aver ridotto le pene agli assassini degli operai della ThyssenKrupp, ed aver tralasciato le responsabilità degli agenti di polizia per il massacri di Cucchi o aver reso ridicole le pene per quelli che uccisero Aldrovandi, così come ha fatto e continua a fare la politica nostrana.

Del resto cosa dovrebbe mai aspettarsi questo popolo, al quale viene sottratta ogni libertà e la stessa Costituzione, da quei poteri che ne decidono, nei fatti, ogni mossa ?

La farsa è finita, ora si continua, come prima, a braccetto, a scapito di chi combatte contro la corruzione e per la verità. Come prima, o forse più di prima, ci stanno dicendo, a chiare lettere, che loro non sono più lo Stato, ma lo stato delle cose e che per cambiarlo non ci si può affidare né all’uno né all’altro.

 
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