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giornale di controinformazione

Messaggi del 26/03/2014

 

Schiavi danzanti

Post n°492 pubblicato il 26 Marzo 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il livello coscienziale in Italia sembra ormai aver toccato il fondo, un fondo dal quale sarà molto difficile risalire per le concomitanti spinte repressive di uno Stato antidemocratico e assassino e di una cultura becera e da schiavi che sembra aver completamente offuscato ragione ed occhi a quei “servi” felici che il “potere” mostra in tv nei suoi spot propagandistici.

Appena un mese fa moriva suicida un operaio della Fiat di Pomigliano, in cassa integrazione da tempo immemore, simbolo di quelle migliaia di lavoratori ancora fuori dal ciclo produttivo in attesa di un rientro che rimane ormai solo nelle parole, sempre meno credibili, del signor Marchionne, che nei fatti perpetua quell’esclusione dal lavoro e dalla vita di migliaia di operai ripresentando, ciclicamente, piani industriali che si risolvono in altrettanti nulla di fatto.

Le scarne notizie sulle condizioni di vita, mai filmate, all’interno delle fabbriche della famiglia Agnelli parlano di turni massacranti, di diritti calpestati, di dignità offese con il silenzio/assenso di quei sindacati, firmatari e non, presenti sul posto.

Melfi, Pomigliano, Mirafiori, Termoli, vivono di casse integrazioni pagate dallo Stato ad un’azienda che pagherà le sue tasse all’estero e che ha spostato gli “oneri” delle incapacità del suo manager macchietta e di una famiglia incline ormai solo ad offendere il paese, grazie al quale ha mangiato e si è arricchita, sulle spalle della collettività.

La beffa finale, l’insulto maggiore, viene da quegli “schiavi”, festosi e sorridenti, che ballano sulla cancellazione dei diritti dei loro colleghi per inneggiare a chi gli da lavoro a qualsiasi condizione (sembra che i partecipanti a questa ignobile farsa siano manager e funzionari dell’azienda e non operai…ma il giudizio del sottoscritto non cambia di una virgola) capovolgendo quella realtà che vivono sulla propria pelle quei pochi che lavorano, senza sosta, sulla catena di montaggio.

Uno spot ad uso e consumo degli idioti che credono che cancellare i diritti sia l’unica strada per quella ripresa che pesa solo e soltanto sulle spalle di quelle famiglie, di quelle persone, che hanno lavorato onestamente in questo paese retto da corrotti e gestito da incapaci.

Pubblicità anima della mancanza di anima di un governo, di partiti, di imprenditori, di famiglie predatrici che sono state la causa principe delle condizioni misere in cui è ridotta l’Italia.

Vergogna a chi ha partecipato a questo spot indegno, vergogna per chi lo ha pensato, vergogna per quel paese che non rispetta i più deboli, li irride, li illude, li massacra, li avvelena…vergogna per chi ancora giustifica il suo favore a questa gente infangando chi li contrasta, senza mai essere capace di levare una sola parola di indignazione per quello che accade ogni giorno sotto gli occhi di tutti noi.

Non è dagli “schiavi danzanti” che può rinascere la cultura e la dignità di questo paese.

 
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