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Messaggi del 27/09/2014

 

Perché si

Post n°596 pubblicato il 27 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Non è una città fortunata Napoli, come non è amata.

Non è amata da chi l’odia per quel razzismo viscerale che attraversa gran parte dello stivale, a partire da quel Nord così “perbenista” tanto da riempire la mia terra dei suoi rifiuti tossici in accordo con quella camorra con cui è bravo ad etichettarci, come è altrettanto bravo a chiuderci “affari” in spregio della vita di intere popolazioni.

Non è amata dalla sua classe dirigente, prona alle collusioni con la malavita organizzata e servile con quegli apparati dello Stato corrotti, che hanno portato miseria e degrado, dove c’era ricchezza e cultura.

Non è fortunata perché ogni sua speranza si perde in quella melma che l’avvolge e che non è fatta né di Ciro né di Davide, ma di tanti Antonio, di tante Rosa Russo, di tanti Nicola, di tanti Giggino, di quei personaggi “illustri” che l’hanno depredata, arricchendosi, che l’hanno umiliata, mortificandone la storia, che l’hanno vilipesa, rubandole il futuro, creando ghetti e povertà, sacche di raccomandati ignoranti e stuoli di fedeli servitori ben pagati.

Lugi de Magistris è stato condannato ad un anno e tre mesi per l’inchiesta why not, abuso di ufficio la motivazione, quanto basta per costringerlo alle dimissioni o, in mancanza, a sospenderlo per legge.

Lo stuolo di sciacalli pronti ad azzannarlo si è immediatamente scatenato, anche grazie alle sue poco avvedute dichiarazioni che, inoltre, non poggiano più su quel consenso popolare che gli aveva permesso, circa tre anni fa, di sbaragliare quei partiti che di Napoli avevano fatto la loro “pappa” quotidiana.

Già, quella speranza che riempì Piazza Municipio di gente normale, lontana mille miglia da quegli apparati che ancora oggi controllano la città e ne impediscono la crescita lasciandola morire in un degrado che non ha paragoni, sembra sfumata, sparita, in un percorso che ha visto il sindaco allontanarsi, giorno dopo giorno, dai suoi concittadini, chiudersi in un bunker di supponenze e di auto referenzialità, nella sbagliata idea che fosse possibile, senza la gente che l’aveva appoggiato, senza quei comitati cittadini che per lui erano nati, di gestire una città invasa dai barbari, dai lanzichenecchi del PD, del Pdl, di quei partiti che hanno permesso, senza muovere un dito, che le nostre terre fossero avvelenate, le nostre strade riempite di spazzatura, la nostra aria appestata dai roghi.

Ascoltare Vendola, corresponsabile dell’avvelenamento di Taranto, o Bassolino, attore primo del disastro Campania sotto ogni aspetto, a partire da quello del bilancio sic e simpliciter, per passare alla Sanità, alla scuola, alla gestione rifiuti, alla stessa distribuzione e gestione del potere cittadino e regionale, o i Lettieri, appoggiati da quel Cosentino, che tutti i pentiti denunciano come referente politico dell’avvelenamento della nostra regione, è un pugno nello stomaco che Napoli non merita.

Eppure Luigi de Magistris deve dimettersi, deve rimanere coerente con quanto ha sempre detto, deve farlo per se stesso e deve farlo per potersi riavvicinare a quella parte della popolazione che ancora crede che ci possa essere un’alternativa, deve farlo per quel rispetto alla lealtà ed alla coerenza che lo distinguerebbero da chi, ancora oggi, dopo il disastro di cui è stato artefice, si permette di giudicare, di condannare…senza vergognarsi.

Deve farlo perché, per assurdo, forse proprio così può riallacciarsi quel discorso interrotto, ripartire da dove si era cominciato, ripensare, questa volta seriamente, a quell’alternativa di cui la città ha bisogno, un alternativa che Ciro e Davide volevano, ma gli è stata negata, un’ alternativa che solo la gente, quelle migliaia di persone perbene di ogni quartiere e di ogni grado sociale, rappresenta in questa città…ed alla quale non è stata mai data la possibilità di dare il proprio contributo.

 
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