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giornale di controinformazione

Messaggi del 12/11/2014

 

Fasci “acerbi”

Post n°623 pubblicato il 12 Novembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

La Storia dovrebbe essere “maestra di vita”, ma le bugie e le contraffazioni, dei vari “Pansa” italici, hanno cercato di far dimenticare le origini di quei mali che hanno devastato famiglie e paese, che hanno portato a lutti, sopraffazioni, negazione della libertà e della verità, dittatura, guerra.

E quelle lezioni, che avremmo dovuto apprendere, si perdono nella nebbia delle falsità, nella mancanza di quel necessario storico ricordo che consentono al fango di ripresentarsi con nuove vesti, anche ripercorrendo le stesse fogne.

Mussolini, messo a capo di un parlamento allo sbando, in quella perenne ricerca italica dell’ uomo “forte”, e il suo primo pensiero fu la legge elettorale. Mentre i partiti di opposizione si disgregavano, il fascismo creava le basi della sua dittatura sulle debolezze, le incapacità politiche e la stupidaggine di chi riteneva necessario non mettere freno alla corruzione ed al degrado, ma creare un “governo forte” in grado di superare “la crisi” che nel paese faceva fiorire movimenti operai e di cittadini di protesta.

Siamo nel 1923, non nel 2014, il re che “impose” il duce si chiamava Vittorio Emanuele…ora si chiama Giorgio Napolitano. Anche allora non ci furono elezioni per decidere il premier, e come allora il primo provvedimento di cui si parlò fu la legge elettorale.

Mentre gli “oppositori” si dividevano tra contrari ed “astenuti”, Mussolini presentava la legge “Acerbo”  che prevedeva la maggioranza dei 2/3 alla Camera per la lista, od il partito, che avesse ottenuto il 25% dei voti…mentre Civati & co. discutono di fiducie “critiche” Renzi porta avanti una legge elettorale che prevede la maggioranza alla Camera del partito che raggiungerà il 40% dei voti, che stando alle attuali percentuali di astensione, nei fatti rappresenterebbe meno di un quarto di tutto il paese.

Le prime leggi fasciste colpirono sindacati ed il diritto allo sciopero dei lavoratori; istituiti “collegi” per “dirimere” le questioni lavorative; tolta la voce alla stampa; picchiata, con i manganelli, l’opposizione operaia e comunista…la prima legge di Renzi è il job acts, che colpisce al cuore le ultime difese dei lavoratori; i sindacati corrotti vengono messi all’angolo dalle loro chiare ed inequivocabili collusioni con la controparte;  i lavoratori, gli studenti, i disoccupati, i cittadini che protestano vengono sistematicamente manganellati dalle “forze dell’ordine”; la stampa, la Tv e tutti i mezzi pubblici, che vivono esclusivamente di aiuti statali,  salutano “la svolta” scodinzolando chi gli manterrà ben saldo il culo sulla sedia.

Ricordare è lasciare, durante la propria vita, le tracce, materiali e morali, di un passaggio che sia in grado di tramandare valori e dignità, di dare senso e peso a parole come libertà e democrazia…non lo si può fare stando solo a guardare.

 
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