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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Novembre 2014

 

Passo dopo passo verso lo sfascio

Post n°633 pubblicato il 28 Novembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il sorriso ottimista del premier, ben pagato e non eletto da nessuno, non ha alcun riscontro nei dati reali, che sono quelli che la gente vive ogni giorno, e neanche in quelli, molto più soft ed ovattati, che l’Istat mensilmente ci propina.

Da quando questo “signore”, voluto da un Presidente della Repubblica che ancora non ha spiegato, ai suoi concittadini, il suo silenzio sull’ avvelenamento di una intera Regione ed ancora si nasconde dietro “prerogative”,  che lo autorizzerebbero a tacere sui rapporti tra Stato e mafie, il declino del paese, sia a livello materiale che a livello morale, sembra accelerato ed in una fase nella quale si accentua, come mai, la frattura tra il significato di democrazia e l’utilizzo di quel termine che il “palazzo” ne fa.

 E’ al 13,4% la disoccupazione, record mai toccato, che di pari passo accompagna il crescere del debito pubblico e delle tasse divenute un vero e proprio pizzo sul lavoro e sulle case degli italiani. Gli 80 euro si sono dimostrati la bufala e l’inganno che molti, almeno i più accorti e meno servi gaudenti, avevano da subito indicato, con un’inflazione, e una conseguente diminuzione della spesa da parte dei cittadini, che addirittura arretra, confermando l’inadeguatezza e l’incapacità di questa accozzaglia di inetti di cui Renzi si è circondato…dall’alto della sua inettitudine.

Il tracollo del paese non è più alle porte, la luce in fondo al tunnel non si intravede neanche più, si ascolta solo un Presidente della Repubblica, ormai dimissionario e responsabile primo dello sfascio, raccontar frottole a studenti che accettano di essere presi in giro, ed un premier che gira per l’Italia scortato e che in ogni dove viene contestato e cacciato.

Ma “quelli della politica”, quelli dei vibratori e delle case comprate a loro insaputa, quelli delle mazzette  e delle decine di incarichi, quelli con i figli piazzati in ogni dove a spese nostre, quelli degli stipendi intoccati e dei voli di Stato a nostre spese, hanno vita facile quando nel paese quelli che avrebbero dovuto rappresentare i diritti dei lavoratori, i sindacati, si sono distinti per la loro palese collusione con i poteri forti, con interessi che con la gente non hanno nulla a che vedere; quando le cosiddette “opposizioni” perdono il tempo nel decidere questa o quella espulsione e questo o quell’accordo locale con il PD, responsabile primo del fallimento del paese.

E la storia insegna, ancora oggi, come ieri, che allo sfascio ed all’arroganza di un potere corrotto e marcio c’è una sola ed unica alternativa: la gente, le piazze, la capacità di unirsi per un obiettivo comune, non più rimandabile, non più secondario, non più delegabile ad altri…quell’unione degli interessi della maggioranza, dei più deboli e degli onesti, di chi sa che il proprio nemico non ha un color diverso della pelle, ma l’arroganza e la supponenza di crede di poter prendere in giro un intero paese facendola franca.

 
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Applausi di ladri intorno a te

Post n°632 pubblicato il 25 Novembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Neanche in un incubo saremmo capaci di assistere ad un tale scempio della ragione e del buon senso, della dignità e della misura della vergogna.

Papa Francesco va al parlamento europeo, quel parlamento che ha affossato i diritti dei greci, dei portoghesi, degli italiani, degli spagnoli, che ha diffuso povertà, causato suicidi, non mosso un dito per le morti in mare dei migranti.

Il suo discorso è duro, è chiaro…l’Europa politica si sta staccando dalla gente…e giù applausi…il lavoro è un diritto, la dignità non deve essere calpestata, il mediterraneo non può essere la tomba dei migranti…e il conclave dei ladri viene giù, le mani si consumano…una standing ovation a quelle parole che puntano il dito proprio contro di loro, contro ogni presente in quell’assise di ladri, contro ogni loro decisione, ogni loro accordo, ogni loro pronunciamento.

L’ipocrisia di questa gentaglia ha raggiunto limiti inaccettabili, non sono neanche in grado di farsi un semplice esame di coscienza, neanche in grado di replicare a quelle parole con le bugie con le quali hanno distribuito fame e disperazioni.

Difronte all’autorità ecclesiastica, che a chiare lettere gli dice “siete la schifezza della schifezza della gente”…applaudono consci del loro potere, un potere che gli permette di essere disonesti anche con se stessi.

Spiace che Papa Francesco non abbia sottolineato questa ennesima presa in giro di quelle persone alle quali lui, dall’inizio del suo mandato, manda messaggi di coraggio e resistenza…spiace che non abbia creato quello strappo utile, a quella gente che soffre, a vedere, con chiarezza, dov’è il nemico.

Quelle parole, così piene di significati e così importanti, applaudite dai carnefici e dai corrotti, hanno perso la loro dirompenza, sono sparite dietro il paravento di un’ istituzione capace solo di distribuire fame e miseria, morti e sofferenze, diretta da ladri e corrotti, che si fanno la guerra l’un l’altro…non per la “crescita” dei paesi che dovrebbero rappresentare, ma per quella dei loro portafogli ben sistemati nelle loro tasche.

Parole come macigni, ridotte a sassolini inefficaci da quegli applausi e, forse, anche dalla presenza del Papa a quell’assemblea.

Il mondo non ha alcuna speranza di diventare migliore se i ladri, i corrotti, vengono lasciati nel tempio…bisogna scacciarli, Francesco, Gesù così ci ha insegnato.

 
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Gaudium magna magna

Post n°631 pubblicato il 24 Novembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

E’ la vittoria che da tempo il PD aspettava, quella che sanciva definitivamente l’unico modo per averla vinta a tutte le elezioni: la totale mancanza degli elettori, una specie di replica delle primarie fatta con i soldi pubblici, il massimo del godimento !!!

Di turno in turno elettorale ci si avvicina sempre di più alle percentuali di quelli in fila con i due euro in mano, a quella carnevalata che manco a niente è mai servita visto che tanto, dopo, si sono fatti le scarpe tra di loro, serenamente.

Ma a chi della gente non è mai fregato niente, il dato elettorale, che segna una sconfitta epocale per la politica italiana ed, in primis, per il piazzista toscano che si vanta, in giro, di avere percentuali di consenso da capogiro, mentre manco quelli del suo quartiere lo votano in massa, e di essere impegnato a “salvare il paese con grande consenso”, sicuramente di quelli che gli pagano pure la cena, l’astensione di massa ritorna utile, visto che non è accompagnata, sinora, da altre forme di rifiuto.

Un modo come un altro per continuare a fare quello che cavolo gli pare, in barba alla democrazia, al buon senso ed al significato stesso di rappresentanza politica e di Stato.

Per capire la loro esaltazione però dovremmo riuscire ad entrare nei meccanismi che muovono il loro cosiddetto pensare, o vaneggiare, spesso, se non sempre, condizionato dal livello culturale che li contraddistingue, nei modi, nei termini e nei ragionamenti, tratto ormai diventato distintivo in quel “partito unico” o “partito del toscano” o “partito democratico” o “partito ma purtroppo rimasto” dell’ era renziana.

“I pagamenti con il bancomat e con la carta di credito sconfiggeranno l’evasione fiscale” (Padoan); “Gli 80 euro rilanceranno l’economia” (Renzi); “Lo sciopero è un atto politico” (ancora Renzi !); “durante la presidenza del semestre europeo affidato all’Italia cambieremo l’Europa” (sempre lui…il Renzi); “I cittadini vogliono la riforma del Senato” (Boschi);  “quando c’è il dissesto lo Stato si sostituirà alle Regioni” (la sempre ridente Boschi); “L’aborto è il fallimento della politica” (Madia); “Il jobs act rilancerà l’occupazione” (Poletti, quello delle coop rosse, dove lo sfruttamento e la negazione dei diritti fondamentali sono la regola).

Potremmo scriverne un libro, un libro di cavolate universali che quel 40%, del 38% che è andato a votare (ergo un misero 15% circa dell’elettorato), ritiene serio, plausibile, come “Uomini e donne” o “I fatti vostri”.

Il “che ce frega e che ce importa”, che sembra prevalere nell’analisi approfondita del voto regionale dei piddini, che sa tanto di “continuiamo a magnà sino a che nun ce cacciano”, ritrae, come foto del secolo, una classe politica che ricorda, molto da vicino, quelle tavolate di ubriaconi, spesso ritratte in qualche film nostrano, nelle quali chi la spara più grossa guida il branco…sino all’arrivo dell’oste…e del conto da pagare…assai salato !

 
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Su la testa !

Post n°630 pubblicato il 22 Novembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
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La repressione delle lotte e di chi rivendica i propri diritti è l’unica risposta di uno Stato che ha ridotto, ai minimi termini,  gli spazi democratici ed ha cancellato, dal suo DNA, la Costituzione.

Comitato cassintegrati e licenziati della Fiat di Pomigliano, S.I. cobas, Usb, Cub, comitati dello “sciopero sociale”, disoccupati e gente comune si sono incontrati per dare una risposta unitaria ad una “lotta di classe” che viene da quel capitale, da quelle forze assassine e corrotte che, con il governo Renzi, da loro finanziato ed applaudito, tentano il definitivo affondo contro i residui di quel welfare e di quelle salvaguardie, divenute ultimi ostacoli ad un arricchimento senza vergogna ed alla distribuzione della povertà e delle disperazioni ad una sempre maggiore platea di persone.

Colpire i pochi che si ribellano per insegnare a tutti la sottomissione, un ricatto bello e buono verso quelle migliaia di famiglie che già vivono a stento con un solo stipendio, molte delle quali costrette, quasi, ad accettare la mortificazione della loro dignità, che non fa rima con la parola lavoro se non accompagnata dal sostantivo diritti.

Quello di cui non si parla, quello che la “disinformazione” dei gruppi editoriali, nelle mani delle banche e dei ricchi nullafacenti del nostro paese, evita di raccontare, sono le storie di resistenza, di coraggio, di vittoria che attraversano ogni punto del nostro stivale, ma che non debbono avere voce, non devono trovare spazio, non debbono essere d’esempio per chi dovrà accettare la cancellazione degli ammortizzatori sociali, che diverranno licenziamenti a tutti gli effetti, la mortificazione della propria professionalità, del proprio salario, del proprio diritto ad una vita dignitosa, ad un lavoro non da schiavo.

Da Nord a Sud invece si lotta e si resiste, anche da soli, anche a costo della propria vita e dei propri affetti, per un semplice motivo, per quel motivo che si chiama domani…ed ha il viso dei nostri figli.

Mimmo, Marco sono i nomi dei due dei cinque licenziati dalla Fiat del Marchionne a 4 milioni di euro l’anno, quella Fiat che non paga neanche più le tasse in Italia, che nei suoi stabilimenti tiene oltre il 50% del personale in cassa integrazione perenne a spese della collettività, che licenzia a tutto spiano chi si permette di ribellarsi (Mimmo è al quinto licenziamento consecutivo), che dei diritti fa massacro, che del rispetto si fa beffa, che del suo profitto fa l’unico motivo di esistenza.

Pino, a Torino, è stato pedinato prima in fabbrica, poi anche fuori dalla fabbrica…ha ricevuto una sequela impressionante di provvedimenti disciplinari sino al suo licenziamento…la sua colpa? Far parte di una sigla sindacale non “gradita” dall’azienda, combattere per quei diritti che venivano, pezzo dopo pezzo, cancellati, parlare con i suoi colleghi di come difendersi tutti assieme.

Riccardo licenziato per aver accettato l’incidente probatorio sulla strage di Viareggio, per non aver sottostato ai ricatti dell’azienda di quel Moretti, ora amministratore delegato di Finmeccanica, amico e compare di Renzi nella distruzione del servizio di trasporto pubblico di Firenze a lui regalato.

Poi c’è Karim, lavoratore delle cooperative “rosse” per la logistica della “Granarolo”. Quelle di cui era presidente il sig. Poletti ora Ministro del Lavoro, quelle nelle quali lo sfruttamento e la negazione dei diritti sono l’unica regola, dove quel “rosso” sa di vergogna e non di ideali.

In quel massacro quotidiano, nel quale né la salute né il corrispettivo economico erano considerati diritti, un gruppo di “immigrati” capiscono la differenza che intercorre tra schiavitù e lavoro…si organizzano, con il S.I. cobas, e non mollano, neanche davanti alla repressione dei manganelli, agli arresti, alla fame…e lottano, all’Ikea per un mese e mezzo, alla Granarolo, per un anno e mezzo, senza famiglie dove appoggiarsi, solo con la forza della loro determinazione e la solidarietà di chi contribuisce a creare una “cassa di resistenza” che gli permetta almeno di mangiare.

Per quegli immigrati ogni licenziamento toccava tutti, mobilitava tutti, e nessuno, ma proprio nessuno, accettava quelle proposte che dai padroni, e dai sindacati confederali compiacenti, arrivavano ogni giorno per dividerne l’unità, per spaccarne il fronte, per creare quella crepa che li avrebbe visti sconfitti.

Testimonianze di un mondo che dai giornali, dalle tv, sembra scomparso, nell’era dei Renzi finanziati a mille euro a cena da quei malfattori che non pagano le tasse, che inquinano il nostro territorio, che non rispettano le leggi sulla sicurezza, che uccidono persone e le loro famiglie solo ed esclusivamente per il loro profitto.

Testimonianze che ci dicono, e ci impongono, di alzare la testa, tutti assieme. Siamo vicini a Natale…ed ai nostri figli possiamo fare un regalo molto più bello di un iPhone o di un iPod, regaliamogli un futuro di libertà e diritti.

 
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Prescritta Italia

Post n°629 pubblicato il 20 Novembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Prescrivere significa, in termini giuridici, porre un limite di tempo oltre il quale quell’argomento, quel fatto, perde ogni validità…come se non fosse mai accaduto, mai successo, mai nato, una pietra tombale che copre ogni ignominia, ogni assassinio, ogni furto, ogni delitto.

L’Italia è prescritta nel suo senso giuridico, come Stato, come Istituzioni, come giustizia, come sanità, come istruzione, come valori costituzionali e morali, come senso e come dignità.

Quando i valori fondanti di una Repubblica vengono continuamente vilipesi, ignorati, calpestati da chi dovrebbe rappresentarla, sia come potere legislativo che come potere esecutivo, sprofondano i pilastri del suo motivo di esistere, si oltrepassano i limiti della sua naturale esistenza, se ne nega la validità e lo stesso concetto, come se tutto quello che è stato scritto, con il sangue di chi ci ha preceduto, con le lotte di chi si è sacrificato, non fosse mai esistito, mai accaduto, mai neanche iniziato…scomparso nelle spire di quella piovra, politica economica e mafiosa, che utilizza le leggi a suo piacimento, per i suoi tornaconti, per il suo arricchimento, anche a danno della vita di milioni di persone.

Lo scaricabarile tipico degli assassini di Stato si scatena ad ogni sentenza che lascia, a piede libero, chi uccide e chi, fino a ieri, camminava a braccetto con le nostre istituzioni, dalle quali, sempre, veniva, e viene coperto.

Eternit come Marlane/Marzotto, come Thyssen, come terra dei fuochi, come i mille avvelenamenti di una terra e di un ambiente che lo Stato avrebbe dovuto difendere, di una salute che avrebbe dovuto salvaguardare, senza nascondersi dietro dichiarazioni che sono il segno palese del decadimento morale di una classe politica attenta solo ed esclusivamente a mantenere intatto il proprio potere, le proprie prebende, la propria arroganza, la propria supponenza, la propria collusione.

Le sentenze sono solo la conseguenza di una totale mancanza di una legislazione che impedisca, a chi uccide, di uscirsene da vincitore, di leggi che blocchino la prescrizione per chi commette delitti a danno di intere comunità.

Non sorprende neanche più la “sorpresa e l’indignazione” di chi, premier per caso e non eletto da nessuno, ha come primo atto attaccato i diritti dei più deboli e previsto, nella legge di stabilità, un ulteriore degrado e sfruttamento di un ambiente già al tracollo, senza minimamente mettere mano a quei veri problemi che costano disastri ambientali e numerose vittime civili.

La “svolta buona” parte con il piede di sempre, con un ulteriore svendita di diritti e di dignità del paese, in quel percorso di cancellazione della Costituzione e delle libertà che ci ha portato a piangere le nostre vittime senza riuscire neanche ad avere giustizia.

 
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