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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Settembre 2015

 

Aver connivente al voto cancella la Costituzione

Post n°791 pubblicato il 18 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il PD di Renzi non sembra aver alcuna remora né nessuna preclusione nei confronti di quei politici e/o parlamentari che hanno, nel loro curriculum, molte indagini e molte inchieste che li vedono protagonisti in reati di corruzione, collusione o, peggio ancora, mafia.

Nella trasmissione “Presa diretta”, di domenica scorsa, nella quale era presente un Orfini che si arrampicava sugli specchi, i giornalisti della Rai davano un quadro esaustivo del modo con il quale Renzi, e la sua mandria di aficionados, concepiscono il potere e la famosa, e mai attuata, “rottamazione”.

Inglobare, al loro interno, tutti quei “mammasantissima” portatori di voti, non importa se più volte intercettati in colloqui amichevoli con esponenti mafiosi…al PD basta, per vincere, che non siano ancora stati arrestati e che mantengano il cesto pieno come prima.

La “questione morale” relegata ad impedimento di uno sviluppo, e di un business, che vede protagonisti i “soliti noti”, quelli che sarebbero dovuti essere rottamati già da tempo, ma che ancora dettano legge e fanno costruire ponti fatiscenti, permettono abitazioni abusive, decidono commesse e posti di lavoro, gravano sullo Stato, per la spesa pubblica gonfiata e per l’inefficienza dei servizi, dati nelle mani dei loro galoppini, per quelle migliaia di miliardi che i cittadini onesti sono costretti a coprire con i loro sacrifici ed il loro lavoro.

Basta vederlo camminare, questo signore non eletto da nessuno, per capire il livello del suo pensiero e il rispetto che porta alla nazione ed a noi cittadini.

Ora si vuole trasformare il Senato in un accampamento di corrotti, eletti nelle varie regioni, e quasi tutti sotto indagine, nel “bivacco” di un sistema marcio, pronto ad esaudire i desiderata di chi comanda, semplice portatore di firme e di assenso al potente di turno…

Dalle opposizioni, tutte non credibili, ad esclusione del Movimento 5 stelle, ci si organizza per sgambettare il governo, ma non per salvaguardare i diritti dei cittadini italiani, solo per contrattare meglio con chi, al momento, risulta essere il più potente.

Un rimpasto, un ministero, una regione o un assessorato, una commessa pubblica o l’assunzione dei propri familiari potrebbero essere la base di un confronto degno di questa repubblica e di questi personaggi.

Da questa connivenza, da questo Dna mafioso, che non sporca solo Napoli, ma tutto lo stivale in ogni sua stanza istituzionale, in ogni sua decisione, in ogni suo decreto, si partorisce la cancellazione di quella Costituzione che nel 1948 i nostri predecessori conquistarono con il sangue.

La Bindi ha in parte ragione, la camorra è nel Dna di Napoli…avrebbe dovuto aggiungere che vive e vegeta nelle Istituzioni del nostro paese, a cominciare dal Parlamento, dove lei siede…forse dormendo.

 
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Il lavoro “raccomandato”

Post n°790 pubblicato il 16 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Sembra aumentare il numero degli occupati e di chi cerca lavoro, almeno così racconta l’Istat.

Ed aumenta anche quello di chi crede di avere un lavoro fisso, a tempo indeterminato, solo perché il governo Renzi ha mutato la parola “precarietà” in “stabilità”.

Sulla partita lavoro si gioca la credibilità di questo esecutivo, e su quella parola, e su tutte quelle ad essa annesse e connesse, il governo gioca le sue carte, come se si stesse affrontando una mano di poker.

Nei fatti il poker della stabilità è negato dallo stesso decreto legge, che impegna lo Stato, e non l’azienda, al versamento dei contributi e delle tasse inerenti l’assunzione, e non pone alcun limite, passati i tre anni di agevolazioni, ai licenziamenti, aprendo, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, la strada a soprusi  e discriminazioni, a quei furbetti che utilizzeranno questa legge per continui “cambi di personale”, pesando così sia sulla collettività che sulle vite di chi è stato preso solo in giro.

Ma aumenta anche il numero di chi cerca lavoro, non tramite le vie “normali”, quelle adottate in tutti i paesi avanzati dove le competenze hanno la priorità sulle raccomandazioni e le amicizie.

Noi in Italia facciamo l’opposto. Al diavolo le competenze, gli studi fatti, l’esperienza acquisita, i sacrifici affrontati…noi ci rivolgiamo all’ amico di turno, a quello più potente, più vicino alle varie caste, che “agevola” il contatto con l’azienda interessata ad usufruire dei mega incentivi statali, che assume sapendo di poter, domani, licenziare.

Raccomandiamo ottimismo e figli e parenti, ci riempiamo di incompetenze, lasciando andar via il meglio del nostro paese.

Non è la qualità che ci interessa, ma la quantità, quei numeri che l’ Istituto di Statistica sforna ad ogni batter di ciglia del nostro premier…senza conoscenze e senza competenze ci scanniamo alla ricerca di chi meglio potrà “raccomandarci”, aiutarci, senza alcuno sforzo personale, a trovare un posto, anche non sicuro, anche senza diritti.

Ci aiuteranno, abituandoci da giovani, in quelle scuole italiane dove i diritti dei più deboli, dei disabili, vengono negati dalla mancanza cronica di insegnanti di sostegno, dove gli stessi alunni, negli ultimi anni della loro carriera scolastica, saranno sfruttati, a costo zero, da quelle aziende italiane che primeggiano per evasione fiscale e per collusione con gli ambienti mafiosi  e corruzione, a far della “raccomandazione” il titolo del nostro curriculum vitae…e l’epitaffio del nostro paese.

 
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Pagare le banche per cacciare la gente

Post n°789 pubblicato il 14 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

La “sana” competizione tra chi aspira ad un lavoro, abbassandone diritti e costo per le imprese, è pur sempre un guadagno per chi ha immaginato un’ Europa a misura di Banche e ricchi imprenditori, ma se il flusso dei migranti supera quel livello di spesa previsto ed  impegna, i pagliacci dell’ Unione Europea, a trovare soluzioni non più transitorie, ma definitive per un’ accoglienza degna di questo nome che incide, nei fatti, per il solo 0,4 per cento sull’intera popolazione europea,  fili spinati e campi di concentramento, sgambetti  e manganelli, lacrimogeni ed umiliazioni sono l’ unica risposta di cui sono capaci.

Accade pochi mesi dopo il ricatto fatto alla Grecia. Se la Grecia non era in grado di pagare i debiti contratti con le banche private, che di fatto controllano la politica europea, doveva uscirne, doveva esserne espulsa, pagandone le conseguenze.

La fermezza manifestata contro quel paese,  che lamentava la distruzione della propria economia e l’impoverimento diffuso conseguente, non si riscontra nei confronti di chi viola i diritti umani, tratta, chi fugge da fame e guerre, come nemici, erge muri e appronta campi di concentramento, mobilita le sue forze per impedire che la speranza abbia un approdo.

Esseri umani trattati come bestie, accordi internazionali prima confermati e poi cancellati, tratte ferroviarie chiuse,  il “mondo” dei banchieri mostra la sua faccia spietata all’intero globo, senza alcuna vergogna, i politicanti, loro servi, muovono le fila di un olocausto che nessuno ricorderà per settant’ anni, che non giustificherà eccidi di altri popoli innocenti, sommerso, com’è, dalle bugie e dall’ipocrisia di un continente indegno, di un unione che puzza di soldi, ma che manca del tutto di umanità.

Di pari passo vanno avanti le riforme di cancellazione dei diritti dei cittadini dell’Europa delle banche. Sanità, scuola, ambiente, lavoro sono i “temi” sotto attacco, quelli da cui, chi continua a rubare futuro, trae beneficio e potere.

Il “capitale” del secondo millennio dichiara la sua guerra a chi è povero, a chi non si vende, a chi ritiene il mondo un posto per tutti, a chi conosce la storia, a chi, con i suoi  piedi, sa attraversarne le difficoltà e rivendicarne l’umanità…nella consapevolezza che il progresso dell’intero pianeta profuma solo di libertà…e non di fili spinati.

 
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I funerali di Napoli

Post n°788 pubblicato il 12 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Forse nessuno se ne ricorda, ma appena un anno fa, proprio nei primi giorni di Settembre, Davide Bifolco fu ucciso da un carabiniere per non essersi fermato all’ alt. Il carabiniere è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo.

Un anno dopo, quasi negli stessi giorni, Gennaro D.C. viene colpito a morte da un proiettile. Sul posto si trovano 18 bossoli. A Napoli c’è una guerra di camorra che lo Stato non è capace né di contenere né di cancellare.

Nel primo caso il giudizio della “gente bene” fu quasi unanime: “chi non si ferma all’alt è di sicuro un delinquente…va punito” e la morte di Davide fu “archiviata”, da quella parte di Napoli che vive nell’agiatezza, nelle consulenze milionarie ed inutili, nei rapporti in stile camorristico con le istituzioni locali, nel furto perenne e nella collusione costante, come il giusto prezzo da pagare per chi non ha un futuro, per chi non è capace di “saltare l’ostacolo” delle difficoltà in cui vive, del quartiere senza luci e senza Stato, senza scuola e senza diritti.

Gli “araldi” di una giustizia, che a Napoli i “ricchi” della città hanno dato nelle mani della camorra e di quella parte delle istituzioni corrotta e collusa, si alzarono a rivendicare la giusta punizione per il giovane in moto che scappava davanti a quello Stato che nel suo quartiere sa solo punire.

Sotto i colpi di una malavita senza controllo, pochi giorni fa, cade Gennaro. Immediato è l’ accostamento, da parte dei giornalai nazionali, del ragazzo alla delinquenza della città. A Napoli, per essere colpevoli, basta vivere in determinati quartieri, non importa cosa fai o cosa sei, il marchio è indelebile, ti viene impresso dalla nascita…hai due possibilità: o fuggire…o rimanere, ma chi ama Napoli non fugge.

Gennaro non era fuggito, era rimasto. La gente del suo quartiere lo descrive come un ragazzo perbene, come il figlio di quella parte della città abbandonata e dimenticata, che lotta, tutti i giorni, per un futuro migliore, per quei diritti negati, per quelle libertà affossate dalla delinquenza che la fa da padrona.

“Aveva precedenti”, dicono i giornali, molto meno gravi di quelli per cui Bassolino e la Iervolino sono finiti sotto processo, molto meno pesanti di quelli che gravano sulla coscienza del Presidente Napolitano, che ha taciuto sull’avvelenamento della nostra terra.

Ma mentre per alcuni c’è un’alternativa, una via di fuga, quel passo indietro mai fatto, per Davide e Gennaro l’unica uscita era rimanere nel quartiere e lottare, giorno dopo giorno, per un’esistenza dignitosa, per un futuro almeno da intravedere…a cavallo di quegli scooter o al centro del proprio rione, tra i sorrisi di chi ti conosce, tra le offese di chi non capisce, figli di una guerra mai dichiarata, morti per un domani che era, e rimane, un loro diritto.

 
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Le spalle della crisi

Post n°787 pubblicato il 10 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

“La crisi è alle spalle”, urla l’annunciatore dem dagli schermi dell’informazione disinformante.

I dati che tutti gli istituti di statistica, compresi quelli europei, riportano sono di un aumento decimale sia dell’occupazione che del Pil, accompagnati da una fiducia in crescita e da quell’ottimismo sbandierato ed urlato rimasto unico ed ultimo strumento politico di governi senza senso e senza verità.

Alle spalle delle balle i licenziamenti continuano a colpire centinaia di famiglie, i  “non ottimisti” smettono di cercare lavoro, e sono in aumento, i pessimisti addirittura decidono di togliersi la vita…ma tutto questo passa inosservato sotto i riflettori dei governi, e della loro informazione, che hanno intrapreso il cammino della menzogna e della presa in giro, della guerra all’immigrato o del pericolo Isis, con l’obiettivo di “abituarci” a vivere con meno, o con niente, o ancora meglio sotto un ponte, ma con il sorriso sulle labbra ed il pensiero rivolto ad un domani migliore...senza immigrazione.

Già perché alle spalle di questa crisi, che sarebbe superata,  c’è un esercito dimenticato che non ha dimora e non ha futuro, che di pensione muore di fame…o è esodato e non percepisce neanche l’assegno che potrebbe farlo campare male,  che muore nei campi agricoli per un super lavoro pagato pochi euro, o nelle aziende italiche, dove la “sicurezza” è un costo da non affrontare in nome della competitività, che non può curarsi per i tagli che la sanità subisce ogni anno o deve fare attese indecenti per una visita, che vive in città che crollano ad ogni pioggia, ma è costretto a pagare una tassa per quei “servizi” che l’hanno resa così.

Sulle spalle e sulle palle di una crisi, che continuano a pagare solo i più deboli, si erge il castello delle menzogne di un governo che affossa diritti e libertà, che immagina un futuro a misura di banche e di ricchi, dove chi è povero, o fuori dai “carri” dei vari vincitori, responsabili della sconfitta economica e culturale del paese,  è la vittima sacrificale di questo “sistema”.

 
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