Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi di Febbraio 2018
Ascoltavo, l'altro ieri mattina, una trasmissione radiofonica su radio3, la ridotta pellerossa dell’informazione partigiana preferita dai centri sociali. Parlavano del preteso ritorno del fascismo e vi si ospitavano ‘esperti’ e professori che discettavano da par loro sulle differenze tra il fascismo di ieri e di oggi. E’ sempre interessante ascoltare un diverso parere e le tesi, sia pure vistosamente claudicanti, di chi si dice e si fregia ‘antifascista’ – una parola onnicomprensiva, un ‘passi’ politico che sembra uno sciroppo per la tosse buono per tutti i bronchi infiammati e gli stanchi polmoni di chi troppo ha gridato vanamente ‘Al lupo!’; e buono per tutte le stagioni del nostro scontento politico e sociale. Che, se vogliamo usare bene e in modo appropriato le parole, dovremmo attenerci all’etimo e alla storia : fascismo viene da ‘fasci di combattimento’ e le modalità della sua nascita e del suo imporsi quale movimento politico e partito di governo nella storia italiana, benedetto dal re travicello Vittorio Emanuele terzo, davvero non ha nulla a che fare con i fatti e gli eventi di oggi. E sono stupefacenti sui ‘social forum’ i commenti di coloro che si pretendono ‘antifascisti’ e hanno gli occhi e la tastiera iniettati di sangue, a leggere le dichiarazioni intrise di un odio viscerale mai spento nel corso dei decenni e malgrado l’annuncio di pacificazione nazionale voluta da Togliatti qualche anno dopo la fine della guerra. E il risultato di tutta quella violenza estremistica dei centri sociali potrebbe essere, paradossalmente, quello di favorire l’ascesa elettorale delle destre e, se accadesse, constateremmo che ‘chi è causa del suo mal pianga se stesso’. E, se, dopo il 4 di marzo, vedremo Salvini agli Interni, dovremo ringraziare quegli scalmanati e violenti della peggior risma e buonanotte al secchio. L’amnistia Togliatti fu un provvedimento di condono delle pene proposto dall’allora Ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti, approvato dal governo italiano, promulgata con decreto presidenziale 22 giugno 1946, n.4.[1] IT.WIKIPEDIA.ORG |
19 febbraio 2016 - I viaggi papali non fanno bene a Francesco. Che, ogni volta, pungolato nella sua vanagloria mediatica dai giornalisti al seguito, se ne esce con gli strafalcioni concettuali che qualcuno sospetta non siano 'gaffes' di proporzioni planetarie, ma siano nella natura e cultura arruffona e confusa dello stesso Francesco. Che un giorno si abbassa sotto il livello di un cittadino medio e si rifiuta di esprimere un parere sulla controversa questione dei gay e delle loro unioni e comunioni e dice lamentosamente: 'Chi sono io per giudicare' (ma il Papa, santa pazienza, ti hanno messo lì per fare il Papa! Quello della storica 'infallibilità', che diamine!). E un altro giorno vorrebbe tirare un pugno a quelli di Charlie Hebdo (a strage ancora calda e rabbia e sdegno universali contro i maledetti assassini islamici) perché: 'Se ti offendono il padre e la madre...' Dimenticando clamorosamente la lezione evangelica del 'Perdonare sette volte sette.' e offrendo copertura mediatica urbi et orbi alle maledette fatwe degli imam radicali e alla lotta a suon di kalashnikov degli immigrati 'di seconda generazione' all'Occidente che li ha amorevolmente accolti e ospitati. E, ad ogni passaggio di piazza e popolo e messa all'aperto con milioni di fedeli, questo (e un altro) papa non mancano di chiedere perdono agli ortodossi, ai popoli maya, agli eretici di ogni setta e appartenenza per le violenze, gli assassinii e le sopraffazioni storiche di Santa Romana Chiesa di cui Francesco è provvisoriamente (e immeritatamente?) il capo politico. Ma non sarebbe più semplice chiudere una tal bottega piena di scheletri e orrendi fantasmi del passato che chiedono giustizia e riconoscimento e andare ad ingrossare le fila dei pacifici Valdesi dalla storia pulita e sempre rispettosi dell'assunto 'libera chiesa in libero stato'? E la gaffe odiosa di cui alle cronache odierne lo vede mettere naso e dito e piedone nella campagna elettorale americana con una sorta di scomunica (grande ritorno delle storiche stupidate ecclesiastiche!) nei confronti di Donald Trump accusato di costruire muri e non ponti in un epoca un cui le migrazioni umane sono peggio di quelle delle locuste che distruggono i raccolti e le fragili economie dell'Occidente malato di Crisi Globale. Ottenendo il risultato di favorire vieppiù Trump alle primarie prossime venture. Ma chi sei tu per giudicare, Francesco? |
Il 4 di marzo si avvicina implacabile e la situazione, a scrutare gli ultimi sondaggi, pare cristallizzata: il centrodestra a un passo dal conquistare il bastone di comando in parlamento e il m5s primo partito. Il pd, invece, giù a precipizio nella Genna del 20 per cento o, forse, sotto, - speriamo che sia vero e che l'ignominia dei tre anni di s-governo venga pagata per intero dal Superbone imbonitore fiorentino che invoca risolutivi confronti in tivù, ma nessuno se lo fila perchè è un'anatra zoppa già condannata dagli esodati sinistri del suo stesso partito. Ne va della vivibilità nelle nostre città e paesi, il 4 di marzo, ne va di un futuro meno gramo di quello degli sbarchi a centinaia di migliaia ogni semestre e nessuna possibilità di integrazione e risoluzione del dramma da parte dell'Europa – anatra più zoppa dello stesso Renzi - ma, naturalmente, se vorrete 'andare al mare' o ai monti, come invitava il Craxi Bettino, siete liberi di farlo.
Ci penseremo noi, in vostra vece, e saremo assennati e consapevoli di 'fare la cosa giusta'. Divertitevi, cari. |
Non ho aspettative miracolistiche per le elezioni del 4 di marzo. Teorizzo il ‘voto di segnale’. Un segnale forte mandato a chi ha s-governato il paese a partire dalla folle politica di immigrazione massiva vergognosamente coperta dall’imbonitore fiorentino con lo slogan atroce de: ‘ Salviamo vite’. E più si alzavano i numeri degli sbarchi più aumentavano, in parallelo, i numeri dei morti affogati – per la legge statistica dei grandi numeri e dei rischi correlati alla traversata nei diversi periodi dell’anno. E il cono d’ombra che inghiotte l’azione dei professionisti della misericordia, – per finire con le denunce recenti e atroci di abusi sessuali all’interno della Oxfam e di Save the children e di Medecins sans frontieres – ci mostra come la bontà e la misericordia assunta come mestiere con fondi illimitati e opachi non siano la giusta risposta agli immensi drammi del mondo – e bisognerà far ripartire gli ‘aiuti allo sviluppo’, prima o poi, ben mirati e affidati a una commissione di esperti senza macchia; e la cooperazione internazionale rilanciata come un post moderno ‘piano Marshall’ rivolto a quei paesi africani dai quali partono/iranno i milioni di migranti del nostro occidentale spavento. Ma oggi è tempo di ‘segnali forti’ da consegnare nelle urne rabbiose. E il 5 di marzo, se quel segnale arriverà, costringerà l’Europa tutta a una riflessione profonda sulla sua identità continentale e sugli orizzonti di futuro che l’attendono, – oggi abbuiati dalle integrazioni mai avviate e da pretesi ‘cittadini’ radicalizzati sul web nelle enclaves nemiche refrattarie e ostili all’imposizione della legalità repubblicana di ogni paese membro. Da Roma per Maastricht il 5 di marzo si cambia. Diciannove persone sono state licenziate, mentre gli altri membri del personale sono stati sanzionati in altri modi LASTAMPA.IT
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Li dovreste leggere i reportages di Domenico Quirico. Perché non è un semplice reporter e il suo non è solo pedissequo giornalismo di inchiesta bensì un inno lirico, un panegirico e una ispirata elegia della miseria e, insieme, un formidabile, violento 'j'accuse' lanciato contro il maledetto Occidente e gli occidentali responsabili di tutti i mali dell'Africa e del Medio Oriente - e che oggi rifiutano perfino di espiare le loro storiche malefatte, i malnati, cercando di chiudere le vie dei migranti manu militari. Domenico Quirico, nel suo scritto di oggi, un vertice assoluto della sua appassionata prosa lirica, ci manda a dire che noi occidentali siamo dei fantasmi se ambiamo a frenare e/o bloccare le migrazioni e nessuno ordinamento del caos immigratorio è possibile, anzi! Bisogna ri-andare alle prose liriche dei giornalisti degli anni Venti innamorati della rivoluzione russa per trovare parole così ispirate, impeti lirici così ricchi di pathos. John Reed era un arido contabile, al confronto, quando scrisse 'I dieci giorni che sconvolsero il mondo'. Segue una descrizione accurata di come i 'passeur' locali, gli schiavisti che ingrassano sulla pelle dei migranti, riescono ad aggirare coi loro camions rigurgitanti di miserabili i blocchi militari e trovano piste nuove nel deserto per raggiungere la Libia - e si sente, nel racconto che ne fa san Domenico assai poco savio, una viva e sentita partecipazione e malcelata solidarietà a quei 'passeurs', a quei miserabili schiavisti che lui nobilita e descrive quali strani missionari di una causa nobile: quella di consentire il rinnovato 'viaggio della speranza'; violare a centinaia di migliaia ogni semestre le frontiere europee col grimaldello della pietas dovuta ai naufraghi - per molti concluso da morte per affogamento e per l'Europa tutta un lavoro enorme e difficilissimo di contrasto attivo e 'suasion' diplomatica e milioni di euro di noi contribuenti gettati al vento dei corrotti governi africani. L'Europa come novello Atlante che regge sulla schiena il peso dell'Africa e dell'intero Medio Oriente in perenne affanno di guerre e miserie e carestie e chissà quale altro maledetto destino di tragedia di cui, secondo il vangelo di san Domenico-poco-savio, noi occidentali dovremmo sentirci colpevoli e spregevoli affamatori – e, oggi, crudeli invasori manu militari col maledetto scopo di arginare la marea umana che si raduna incessantemente nei lager nigerini e libici. Cronache di follia e di infiammazioni neuroniche buoniste del terzo millennio che ha elevato la misericordia a nuovo imperativo categorico morale assoluto e indiscutibile - e che si fottano i difficilissimi equilibri economici e sociali pericolosamente scossi dai milioni di migranti già in loco e da quelli in arrivo, e non ci frega nulla delle cronache di integrazioni impossibili nelle enclaves islamiche nemiche delle periferie urbane di ogni metropoli. Liberazione da questa inguaribile follia buonista che pretende che dobbiamo mettercela via, accettare il disordine assassino come un castigo divino e le migrazioni disordinate e non governate come biblica piaga delle locuste. La migrazione universale delle genti miserabili per questi suonati buonisti di ogni ordine, grado e professione è un castigo che ci meritiamo, noi vergognosi occidentali colpevoli di ogni nefandezza coloniale e post. Il 4 di marzo mandiamoli tutti a casa con la massima ignominia elettorale. |
Inviato da: Anthony101990Jones
il 26/04/2024 alle 10:55
Inviato da: aracnoid.999
il 11/04/2024 alle 16:31
Inviato da: animasug
il 29/03/2024 alle 15:03
Inviato da: fedechiara
il 27/03/2024 alle 14:40
Inviato da: maresogno67
il 27/03/2024 alle 08:31