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DANIELE

Post n°8 pubblicato il 30 Marzo 2010 da haley84
 

Questa storia mi e stata raccontata dalla mamma di Daniele e presa dal suo sito....
www.danielenegro.it ...visitatelo questo sito e poi Daniele e davvero un bel bambino...

nato il 23 febbraio 2005 alle ore 16.15, presso il Policlinico “San Matteo” di Pavia, alla 23° settimana + 4 gg di gestazione a causa di una Hellp Sindrome.

E' venuto al mondo con taglio cesareo d’urgenza, peso solo 560 gr, lungo 32 cm e la mia circonferenza cranica è di 21 cm;

Appena giunta al Policlinico San Matteo di Pavia, dopo vari accertamenti urgenti, la sua Mamma viene sistemata in una stanza del Comparto Operatorio, in attesa dei risultati. Le fa forza e le dà coraggio il suo Papà al quale permettono di starle vicino.

Tra i tanti medici che si alternano per comunicare ai suoi genitori l’evolversi della situazione, vi è anche un Neonatologo, il quale li informa che, causa la mia estrema prematurità, la speranza che io sopravviva è ridotta ad un lumicino, e che effettuano il parto
cesareo solo per salvare la vita alla sua Mamma.

I miei genitori sono disperati, la Mamma piange e non vuole sottoporsi all’intervento per salvare la mia Vita. (questo si che e amore materno).

Dopo 4 ore circa di tentativi per poter prolungare la gestazione e quindi regalargli qualche speranza in più, la situazione si aggrava e i medici procedono al parto d’urgenza.

Al momento della mia nascita, in Sala Parto è presente un Neonatologo al quale è affidato per le prime cure: lo rianimano, lo ventilalo e lo adagiano in un’incubatrice adatta al trasporto e lo trasferiscono immediatamente nel Reparto di Patologia Neonatale - Terapia Intensiva e Rianimazione.

Il suo papà e la mia nonna materna sono i primi a vederlo poiché sono in trepidante attesa fuori dalla Sala Parto per conoscere le sue sorti e quelle della sua mamma .

La sua mamma invece lo può vedere soltanto dopo otto giorni poiché l’intervento è stato molto rischioso: viene ricoverata prima nel Reparto di Rianimazione dove rimane due giorni e poi in Ginecologia e la degenza si presenta lunga. Però il suo papà mi scatta le prime foto e nel vederle la mamma si commuove e si mette a piangere.

Da quel giorno i medici e gli infermieri del Reparto diventano la sua seconda famiglia, curandomi e volendomi bene come a un figlio, non a caso all’ingresso del Reparto campeggia una toccante frase: "NOI CURIAMO DEI FIGLI E NON DEI PAZIENTI"...(e proprio bella questa frase)...

In quei 107 giorni di degenza ha affrontato grandi e piccoli problemi, ma la sua voglia di vivere e di farcela ha superato ogni difficoltà.

Dopo i primi esami clinici gli hanno riscontrato la previetà del "Dotto arterioso di Botallo", che con terapie farmacologiche si è chiuso in pochi giorni, "grave distress respiratorio", "ittero del prematuro" ed "emorragia cerebrale".

Durante il decorso clinico sono emerse altre problematiche quali "anemia del prematuro", per la quale ha dovuto effettuare varie trasfusioni, "broncodisplasia polmonare", "malattia delle membrane ialine", "convulsioni neonatali", "ernia inguinale bilaterale", "retinopatia del prematuro" per la quale ancora oggi sta effettuando dei controlli, e che si sta evolvendo positivamente; inoltre ha contratto una grave "sepsi da candida" curata con una lunga antibioticoterapia.

Per i primi 40 giorni è rimasto intubato, necessitando di un’alta percentuale di ossigeno, tra il 70 e l’80 %, per poi essere estubato e posto in CPAP (ventilazione meccanica tramite mascherina nasale) per ulteriori 30 giorni.

Ma la sua vittoria più importante risale al 5 maggio quando ha cominciato a respirare da solo senza l’aiuto di alcun macchinario, necessitando solo a tratti di ossigeno in culla per una percentuale tra il 21 e il 24 %.

Il giorno che i suoi genitori non dimenticheranno mai è sicuramente il 23 maggio quando, con enorme sorpresa, lo hanno trovato in una bella culla nel reparto subintensivo, primo passo verso casa.

Il 1° giungo il suo Papà risponde con il cuore in gola ad una telefonata dell’ospedale; è la Dottoressa Zanette, che gli comunica che ha raggiunto il peso necessario per la dimissione, ma dato che io mi alimento ancora con il sondino e succhio solo pochi grammi di latte a pasto, propone alla Mamma di ricoverarsi per aiutarlo a stimolare la suzione e imparare dalle infermiere le terapie che dovrà fare a casa.

Già dal giorno successivo riesce senza sondino a succhiare tutto il biberon, senza alcun problema. Cosi la degenza della Mamma dura circa una settimana e il 9 giugno 2005 viene dimesso dopo gli ultimi controlli di routine che danno esito favorevole.

E può andare a casa sua...finalmente...

Quanta paura ha fatto prendere ai suoi genitori! ! ! !

Quante notti in bianco hanno trascorso, sempre attaccati al telefono, sperando di non ricevere telefonate dall’ospedale, quante ansie e preoccupazioni, quanti momenti di sconforto alle parole pessimiste dei medici, quanto peregrinare da casa all’ospedale, tanti e tanti chilometri per poterlo vedere solo un paio d’ore al giorno.

Quanti giorni passati a piangere con la paura di non poterlo mai abbracciare e vederlo crescere, quanto dolore per il distacco subito, quanti sensi di colpa per non averlo saputo proteggere, vivere giorno per giorno nella speranza che quello successivo sia migliore del precedente.

Quanta gioia per i suoi piccoli progressi, per la prima marsupio terapia, per i suoi costanti aumenti di peso, per le prime parole positive e di speranza dei medici che finalmente dopo tanti mesi cominciavano a pronunciarsi favorevolmente, sino alla grande emozione per il rientro a casa.


Ora il piccolo Daniele ha 5 anni...e sta bene
!!!

 
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Commenti al Post:
carolinabassone12
carolinabassone12 il 15/01/14 alle 17:28 via WEB
Mi sono commossa a leggere questa storia, c'è sempre speranza e la gioia di avere un bimbo è la più bella di tutte!
(Rispondi)
 
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Mi sono commossa a leggere questa storia, c'è sempre...
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