PIEMONTE
G. Carducci - Rime e Ritmi.
Un ricordo dolce, triste e pieno di nostalgia...
Post n°968 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da LaFigliaDelMare
Tag: Acqua, Amore, Canzoni, Cielo, controluce, Danilo Sacco, Dipinti, Escher, Figlia del Mare, Fuoco, Haiku, Il potere dell'intenzione, Immagini, Luce, Luna, Mare, Montale, Nomadi, Passato e presente, Pensieri, Poesie, Terra, Universo, Vento, Video, Vita, Willy the Shihtzu & C., Zen |
Post n°911 pubblicato il 11 Agosto 2008 da LaFigliaDelMare
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Stamattina, appena sveglia, mentre mi aggiravo per casa come un'anima in pena all'idea di dover riprendere il lavoro , mi risuonavano nella testa alcuni versi della prima, e più lunga in assoluto poesia che mia mamma, con infinita pazienza e rigore, mi fece imparare a memoria (tutta!!!) quando andavo alle elementari.. PIEMONTE Su le dentate scintillanti vette
salta il camoscio, tuona la valanga
da' ghiacci immani rotolando per le
selve croscianti:
ma da i silenzi de l'effuso azzurro
esce nel sole l'aquila, e distende
in tarde ruote digradanti il nero
volo solenne.
Salve, Piemonte! A te con melodia
mesta da lungi risonante, come
gli epici canti del tuo popol bravo,
scendono i fiumi.
Scendono pieni, rapidi, gagliardi,
come i tuoi cento battaglioni, e a valle
cercan le deste a ragionar di gloria
ville e cittadi:
la vecchia Aosta di cesaree mura
ammantellata, che nel varco alpino
èleva sopra i barbari manieri
l'arco d'Augusto:
Ivrea la bella che le rosse torri
specchia sognando a la cerulea Dora
nel largo seno, fosca intorno è l'ombra
di re Arduino:
Biella tra 'l monte e il verdeggiar de' piani
lieta guardante l'ubere convalle,
ch'armi ed aratri e a l'opera fumanti
camini ostenta:
Cuneo possente e paziente, e al vago
declivio il dolce Mondovì ridente,
e l'esultante di castella e vigne
suol d'Aleramo;
e da Superga nel festante coro
de le grandi Alpi la regal Torino
incoronata di vittoria, ed Asti
repubblicana.
Fiera di strage gotica e de l'ira
di Federico, dal sonante fiume
ella o Piemonte, ti donava il carme
novo d'Alfieri.
Venne quel grande, come il grande augello
ond'ebbe nome; e a l'umile paese
sopra volando, fulvo, irrequieto,
– Italia, Italia –
egli gridava a' dissueti orecchi,
a i pigri cuori, a gli animi giacenti.
– Italia, Italia – rispondeano l'urne
d'Arquà e Ravenna:
e sotto il volo scricchiolaron l'ossa
sé ricercanti lungo il cimitero
de la fatal penisola a vestirsi
d'ira e di ferro.
– Italia, Italia! – E il popolo de' morti
surse cantando a chiedere la guerra;
e un re a la morte nel pallor del viso
sacro e nel cuore
trasse la spada. Oh anno de' portenti,
oh primavera de la patria, oh giorni,
ultimi giorni del fiorente maggio,
oh trionfante
suon de la prima italica vittoria
che mi percosse il cuor fanciullo! Ond'io
vate d'Italia a la stagion più bella,
in grige chiome
oggi ti canto, o re de' miei verd'anni,
re per tant'anni bestemmiato e pianto,
che via passasti con la spada in pugno
ed il cilicio
al cristian petto, italo Amleto. Sotto
il ferro e il fuoco del Piemonte, sotto
di Cuneo 'l nerbo e l'impeto d'Aosta
sparve il nemico.
Languido il tuon de l'ultimo cannone
dietro la fuga austriaca morìa:
il re a cavallo discendeva contra
il sol cadente:
a gli accorrenti cavalieri in mezzo,
di fumo e polve e di vittoria allegri,
trasse, ed, un foglio dispiegato, disse
resa Peschiera.
Oh qual da i petti, memori de gli avi,
alte ondeggiando le sabaude insegne,
surse fremente un solo grido: Viva
il re d'Italia!
Arse di gloria, rossa nel tramonto,.
l'ampia distesa del lombardo piano;
palpitò il lago di Virgilio, come
velo di sposa
che s'apre al bacio del promesso amore:
pallido, dritto su l'arcione, immoto,
gli occhi fissava il re: vedeva l'ombra
del Trocadero.
E lo aspettava la brumal Novara
e a' tristi errori mèta ultima Oporto.
Oh sola e cheta in mezzo de' castagni
villa del Douro,
che in faccia il grande Atlantico sonante
a i lati ha il fiume fresco di camelie,
e albergò ne la indifferente calma
tanto dolore!
Sfaceasi; e nel crepuscolo de i sensi
tra le due vite al re davanti corse
una miranda vision: di Nizza
il marinaro
biondo che dal Gianicolo spronava
contro l'oltraggio gallico: d'intorno
splendeagli, fiamma di piropo al sole,
l'italo sangue.
Su gli occhi spenti scese al re una stilla,
lenta errò l'ombra d'un sorriso. Allora
venne da l'alto un vol di spirti, e cinse
del re la morte.
Innanzi a tutti, o nobile Piemonte,
quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria
diè a l'aure primo il tricolor, Santorre
di Santarosa.
E tutti insieme a Dio scortaron l'alma
di Carl'Alberto. – Eccoti il re, Signore,
che ne disperse, il re che ne percosse.
Ora, o Signore,
anch'egli è morto, come noi morimmo,
Dio, per l'Italia. Rendine la patria.
A i morti, a i vivi, pe 'l fumante sangue
da tutt'i campi,
per il dolore che le regge agguaglia
a le capanne, per la gloria, Dio
che fu ne gli anni, pe 'l martirio, Dio,
che è ne l'ora,
a quella polve eroica fremente,
a questa luce angelica esultante,
rendi la patria, Dio; rendi l'Italia
a gl'italiani.
G. Carducci - Rime e Ritmi. Sento ancora la voce di mia mamma che declamava ispirata, con un pizzico di ironia, questi versi altisonanti per renderli più appetibili e memorizzabili... addirittura mimava in certi punti il re pallido e immoto sull'arcione, con la lacrimuccia, e il marinaro biondo e il camoscio sulle dentate cime (io immaginavo monti con i denti..)... Un ricordo dolce, triste e pieno di nostalgia... |
Post n°844 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da LaFigliaDelMare
..... ……Luce che arriva dagli occhi Odore di pelle e magia …..Forse venivi dai boschi Forse abitavi già in me…. …..O forse no ..non so…… So solo che eri qui,,,,,,,,,,, mare che prendi e che porti Fai navigare anche me Dicono che in certi porti arriva chi come me…. Cerca nell’anima…risposte e fantasia no no no no … non ci credo no no no no …che non sei più qui no no no no … non immagini …….come sono inutile no no no no ..senza sole no no no no .. buio e nuvole no no no no ..non immagini ……com’è lontano vivere se tu non sei più qui hai detto parole promesse fatto di me un uomo in più ti confrontavo in un mondo troppo diverso da te certo che vivo… ma deserto e arido no no no no … non ci credo no no no no … che non sei più qui no no no no … non immagini …….come sono inutile no no no no ..senza sole no no no no .. buio e nuvole no no no no ..non immagini …… com’è lontano vivere se tu non sei più qui |
La memoria sa che non è un dettaglio
trascurabile una certa distanza
il rimpianto di se provoca da sempre
moti di coscienza indifferenza,
ovunque in ogni luogo il ballo della vita
come d'istinto ci colpisce di nuovo
e un sognatore, sai nel silenzio
è in grado di sentire e di volare.
Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.
E la memoria sa che non è sbagliato
lasciarsi andare lasciarsi cullare
dalla nostalgia dalla follia
come foglie al vento fragile incanto
a volte sai, che tutto quel che manca
scorre innanzi a noi senza fermarsi mai
dolci tormenti dolci lamenti
nelle pieghe della parola amare.
Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.
Quando il sole sfiora con le sue mani dorate l’orizzonte,
con gesti rituali da’ inizio alla danza della luna.
In sottofondo le ombre suonano la musica della sera
finche’ tutto si tinge dei colori notturni,
finche’ le ombre si spandono e permeano disegnando il silenzio.
Silenzio e quiete abbeverando chi ne ha sete.
~
Inviato da: serge
il 26/01/2014 alle 11:13
Inviato da: melo
il 26/01/2014 alle 11:13
Inviato da: julie
il 26/01/2014 alle 11:12
Inviato da: tony
il 26/01/2014 alle 11:12
Inviato da: romie
il 26/01/2014 alle 11:11