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Post n°941 pubblicato il 26 Giugno 2016 da Nues.s
Tu, che ami attraversare le tempeste. Come fanno i naufraghi di oceani e pianure, nella malìa cavata di molte storie così forti. Tu, che ne hai cura, che non ne parli troppo per non rischiare di sciupare. Che anni dopo sei là, a detestare i pensieri, le paure che non dormono, a strappare in mille pezzi meraviglie lasciando cadere tutto come neve sui giorni, sugli attimi, sulle cose. Tu che ami e poco ti racconti, come di eroi bellissimi e confusi che non si piegano al vento affidandosi al poco di un cielo azzurro.
Ogni parola, gesto, promessa lo tieni come un dolce e nuovo seme, stretto al pugno prima che al mattino si smarrisca. Come un desiderio prepotente e caldo di non farlo e volerlo, di non poterlo e cercarlo. Di amare e rinascere meglio nel rispondere alla domande baciando il rumore restando in silenzio. Anche dopo tutto il tempo nel superare le sconfitte, coi gesti che restano piu’ forti e veri. Veri di tutte queste. Folli vite.
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