Creato da Nues.s il 11/09/2009

N u a g e s

Vanno, vengono. Sostano lasciandoci il ricordo

 

 

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Eleven

Post n°745 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Nues.s

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Il pensiero beffa il tempo. Evanescente confine.

 

 

 

Oppure, vi è una logica. Ogni movimento, ogni forma, una giustapposizione di oggetti senza legami capaci a creare un clima, un'atmosfera attraverso un proprio colore, scelto e dominante. Muoversi in un universo definitivamente collocato e fuori dall'oggetto. Un distanziarsi fisico. Di questo universo inedito, che per primo hai esplorato e definito, hai la chiave di un'intuizione poetica e la forza di una deduzione logica. La scoperta dell'infinitamente piccolo ha dimostrato che tutto abbonda di forme inclassificabili, irriducibili a strutture visibili.

Tra linee di cristalli, strutture di vegetazione, legni, minerali, affini processi creativi tra il fuori e il dentro, tra natura e arte. Poesia e concetto. Strappi accordi sonori, spesso con toni puri, interi, in piena sonorita'. Tutto cio' che si avverte e sente, si introduce nel cuore di uno strano Universo, libero da ogni impegno visuale e di pensiero, dove non puo' riconoscersi nulla e che tuttavia, arriva ai sensi. Il colore che si sceglie, si addice così perfettamente e disposto a lasciarsi emanare una pienezza luminosa, un'armonia confortante.

Ogni incarnazione passeggera o temporale in cui siamo presenti, ci si scopre profondi nell'espressione piu' alta, in quella ricerca spasmodica di tesori invisibili. Tutto questo è il contrario dell'informale, ma noi ne siamo coscienti. Tutti. Tutto cio' diventa piu' sontuoso in quel tendersi e in quella tensione, nella loro flessione, nella loro certezza.

La vita, la natura che circonda, le foglie che cadono danzando, le lunghe passeggiate. E quella sensibilita' al suono delle voci, perchè sai che provengono da un ritmo interiore. Gli apporti esterni sono molti, il confrontarsi è nell'arrivare assai oltre. Ogni vita interiore puo' dissolversi, riprendere corpo, condensarsi. Ogni idea di evocazione, dal fremito della apparenze per ritrovare fermezza decisione nitidezza purezza. Non c'è alcuna ebrezza cosmica, nessun oscuro sentimento, ma una ispirazione plastica, riconoscibile. Serve la frattura scatenata da eventi esterni. Tutto serve come contrappunto e a segnare tappe.

Potra' forse e ancora, essere tutto insperatamente propizio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Rispondi al commento:
zagreus.zagreus
zagreus.zagreus il 29/10/14 alle 14:00 via WEB
Eppure Platone riferisce che il maestro Socrate disse: "la scrittura ci insegnerà a dimenticare". Per questo motivo, forse non lasciò mai nulla di scritto di suo pugno. Sorprendente pare che fosse la capacità mnemonica di un aedo o rapsodo che visse nel periodo precedente l'VIII sec. a.C. Quel che contava all'epoca era la performance orale. Non dimentichiamo inoltre che le Muse erano figlie di Mnemosyne (personificazione della memoria). Per i nosteri antenati esisteva un rapporto tra la memoria e la poesia
 
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