L'Oltremondo
i pensieri di Giulio
Ascolto, muto, il mio silenzio
che riempie queste mura
illuminate dal sole d'inverno,
desideroso di far scorrere
questa corda per leggerne i nodi,
che il passato mio ha
dolcemente eseguito.
Son perso ormai negli occhi miei,
nel pensier di ciò che ho costruito,
minuscolo seme che va crescendo
nell'altrui destino, che come corda
ci unisce nell'unico nodo che mai
si scioglierà.
Vorrei, ti giuro, essere in grado
di darvi riparo dalle avversità,
ma menzogna è la mia sicurezza
e come neve al sole si scioglie
di fronte alla realtà della vita,
se non fosse per quella dolce mano
che morbida mi copre dai raggi
e come una madre, serena, mi dice
"le paure di adesso saranno
il passato di un uomo felice".
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Ed era duro osservare gli occhi di lei,
mentre liberi si posavano altrove,
in cerca di nuove emozioni
da rinchiudere in un tetro cassetto,
era dura sentirla distante
anche se a pochi passi da me,
come rapita da lontani ricordi
rimasti incrostati sul suo debole cuore.
Era dura ricominciare ad amare
dopo che il mazziere ha scoperto le carte,
rivelando una mano scadente
la cui soluzione era solo bluffare.
Era dura avvertirne il distacco
e chiudere gli occhi per fare l'amore,
prigioniero com'ero di certe emozoni
che mi bruciavano dentro
mentre fuori fingevo artificiale normalità.
Era duro tutto il cammino,
ma c'ho riprovato,
ho creduto al perdono
di un'anima gentile,
e il dolore s'è trasformato in pazienza,
e la pazienza di nuovo in amore.
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Ed è arrivato questo strano giorno,
vuoto contenitore d'amore
che ci occupa nelle fredde giornate,
corriamo indaffarati, senza meta,
per acquistare un momento,
un sorriso, del calore umano
a scadenza annuale.
Si sta attorno ad un tavolo
colmo di sapori e genti,
volti a drogarsi di cibo
ed alcoliche bevande,
così che quel falso sorriso
risulti più leggero,
così che quei ringraziamenti
appaiano più sinceri.
E di ciò che siamo noi
nulla appare,
niente interessa
ai nostri commensali,
se non la facciata
che ogni uomo
per dovere deve
portare avanti.
Forzata consuetudine,
pensieri ad altri luoghi,
e tutti insieme
gridiamo attorno
ad un tavolo imbandito
nel pieno silenzio
delle nostre menti,
che piangenti
si rifiguano
dentro di noi,
sperando presto
di viver momenti diversi,
in compagia di coloro
a cui teniamo veramente.
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Conservo come lucenti gioielli
i ricordi di un bambino felice,
che alla tua presenza s'alzava
da terra e vedeva il mondo intero
e gelosamente custodisco
quei brevi momenti
che m'avevi concesso tu,
così raro come oro prezioso,
che ai miei occhi
apparivi come il modello
da seguire ed inseguire ancora.
Ma quanto ero piccolo,
ora, chiaro, lo vedo.
Quanto ingenuo il mio sorriso,
di cui tu cosciente
ti sei approfittato,
quanto falsi quei momenti,
toppe ad un'assenza
priva di giustificazione.
Ed ora ricordo momenti artificiali,
emozioni costruite
con foglie secche d'autunno,
pronte a volar via
al vento della realtà.
Ho sognato di imitarti,
ho sperato di stupirti,
poi mi son svegliato
ed ho visto gli occhi tuoi,
vuoti come un torrente
d'estate prosciugato
dai caldi raggi del sole.
Hai cresciuto un altro figlio
privo dell'amore più sincero,
hai sbagliato nuovamente
cieco innanzi al tuo passato.
Ora so chi si cela dietro
un uomo di facciata,
insieme di scuse
marchiate a fuoco
da una vita di fallimenti,
ove il successo non è denaro,
ma l'amor di chi si ama.
Forse un poco c'hai provato,
ma non abbastanza per amarti.
Forse qualcosa m'hai insegnato,
e sarà mio figlio a perdonarti.
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E' un momento in questa notte,
e il mio pensiero torna da te
ora che sei lontana dai miei occhi,
e penso, penso, penso ancora
al presente che si trasforma.
Ogni istante muta la sua forma,
diventa ricordo e svanisce pian piano,
cambia colore e con sè il momento,
cambia la vita che ricordiamo
di aver avuto in quegli istanti.
Com'è vano il ricordo,
costruzione forzata
d'un momento passato,
e com'è vano il passato,
insieme di ricordi mendaci,
melma a cui noi abbiamo dato forma
con la nostra volontà.
Così io vivo questo presente,
che si traforma e annuncia
momenti venturi,
a questo penso io,
per esser felice.
Non ricordo, vivo.
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Sarà l'età, l'esperienza del giovane,
l'ingenuità d'un bambino,
saranno le storie che abbiamo vissuto,
i ricordi che abbiamo lasciato
e ripreso e lasciato di nuovo.
Sarà la voglia del nuovo,
dell'ancora inesplorato,
del quadro in bianco e nero
di cui immaginiamo i colori.
Sarà quel profumo lontano,
quella risata felice,
quel riparo sicuro che
mai abbiamo lasciato.
Sarà il suo calore,
l'odore di casa,
le dolci abitudini
che tanto amavamo.
Saranno avventure,
amori rubati,
giochi proibiti
e litigi di cuore.
Sarà il desiderio,
quel campo di grano,
quel mare accecante
dal duro rumore,
sarà quel cuscino,
quel triste momento,
sarà quel peluches
dimenticato sul muro.
Cos'è che ci ostacola,
così forte e pungente,
dal godersi un amore
che sia privo di quel triste sentire?
La paura del nuovo,
di rinnovato dolore?
O quella più grave,
di cancellare un ricordo?
Nessuno lo sa,
questo è pur certo,
ma è morire da vivi
il tenersi un ricordo
al sol fin di evitare
che nuove emozioni
entrino dentro di noi.
Soffrite, piangete,
strappatevi i capelli,
ridete, scherzate,
guardate mondi nuovi,
nessun ricordo
sarà così forte
da vincerne uno nuovo.
Per ricordare
è necessario vivere.
Di nuovo.
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Io e te,
corpi estranei fino a ieri,
siamo, sai, la stessa cosa.
Discutiamo, ci arrabbiamo,
e viviam lo stesso mondo,
ci abbracciamo, a volte amiamo,
percorriamo strane strade.
E ora siam legati da un momento,
quella gelida panchina.
quel freddo vento della notte,
abbiamo deciso ch'era giusto
il perchè non è importante.
Siam diversi, questo è vero,
ed a volte non capiamo
cosa c'era dentro al cuore,
ed a volte non capiamo
cos'abbiamo in quegli istanti.
Ma se sforzi tutti i sensi,
capirai, questo è certo,
che l'amore è un ferro raro,
va battuto con destrezza,
quando è freddo e ha preso forma,
non c'è fornace che lo riaccenda.
E' per questo che si perdona,
si sistemano i difetti,
e si pensa a come fare,
per non trovarsi quando è tardi
a pensare: era giusto?
E adesso dove andare?
Viviam modi differenti,
giorni grigi, giorni alterni,
esultanze e giochi strani,
non è sempre tutto uguale!
E' l'amore un gioco a due,
si sostiene a quattro mani,
se sei stanca non lasciare!
Posso reggerlo da solo
anche per eterni istanti,
ma non c'è dono più importante
delle ferma convinzione
che siam due, e ne son certo,
noi sapremo rinnovarci,
non stancarti, ci son io,
ed in due siam meglio, è chiaro!
Pensa, vivi, corri svelta,
guarda indietro, sogna avanti,
io son qui, a braccia aperte,
a sorreggere i tuoi pianti.
Siam diversi, quanto è vero,
ma l'amore ci accomuna,
se pensiamo a quel momento,
ed a quello che verrà,
s'arma subito l'orgoglio
e l'amore si fa forza,
siam comunque stessa cosa,
nell'origine, nel tempo,
siamo figli delle stelle,
morte per la nostra vita,
quindi pensa che di fronte
hai trovato la passione,
hai trovato un caldo cuore,
che starà sempre ad ascoltare.
Parla piano, parla svelto,
l'importante è cominciare,
questo ferro è ancora caldo,
non fermarti, batti ancora!
Il sorriso sarà il premio,
e la gioa è ricompensa,
io ci sono e sono pronto,
io ci spero, perchè ti amo.
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Ascoltare i tuoi umori
per imparare dagli errori,
è questa la strada maestra.
Vivere accogliendo i tuoi problemi,
con la vita che mi fa da consigliera,
l'esperienza che ha toccato le mie carni,
a tua disposizione senza lucchetti arrugginiti.
Potrai sempre contare su di me,
anche quando sarò padre dei tuoi mali,
perchè in fondo sono un uomo
ed imparo come tutti
ch'esser ciechi può far male,
può distruggere castelli,
mari e monti, grandi amori.
Tieni aperta quella porta,
raccontami i tuoi guai,
starò zitto ad ascoltare,
lo giuro, lo prometto,
vedrò te come maestra,
ed imparerò in fretta,
non tacere, non omettere,
tutto può esser risolto
quando siamo in due
a voler la soluzione.
Se questo non è Amore,
allora mai nessuno ha amato.
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Quel velo di malinconia
che ti prende il petto,
quando t'accorgi di
non essere il primo,
d'essere uno dei tanti,
d'esser solo venuto dopo.
Sarà pur grande il
sentimento che ci prende,
che ci unisce in questa
avventura infantile
che rapisce ad ogni età,
ma siam pur sempre
gli ultimi d'un cammino,
una novità tra le notizie
scontate del mondo.
E mai sapremo
cosa ci attende,
fin quando quel giorno
non arriverà deciso,
e segretamente
lo attenderemo
sperando che non arrivi mai,
che quel foglio
abbia finito gli argini,
che quella penna
abbia finito l'inchiostro.
Siamo gli ultimi,
ma potremo
essere anche i
primi d'un nuovo
ciclo, come altri
lo son stati prima di noi.
Tutto dipende da noi,
niente dipende da noi,
è una fiamma
che s'accende una volta,
e non v'è fuoco
abbastanza caldo
per rimediar
al suo spegnimento.
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S'attarda il tramonto
su questa fredda cornice,
e mentre gli scogli
fanno a gara per esser
baciati dal mare,
due innamorati
si giurano amore
con tenere parole,
innocenti ma affilate
come coltelli.
Danza lontano
una vela decisa,
mentre guardo rapito
i giochi dell'acqua
sulle rocce gioconde,
e m'arrivano confuse
ricette di mare
tramandate da
una vecchia signora,
che fa dono del suo sapere,
per lasciare qualcosa
ad uno sconosciuto
ed entrargli dentro
come una goccia nel mare.
Profuma questo tramonto,
d'alghe, di sole, di pino
e di novembre,
basta chiudere gli occhi
per essere altrove.
Ed ora, che il freddo
mi cinge le mani,
risalgo queste lunghe scale,
regalo per chi si sa amare.
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Scende pian piano,
preceduto da una rossa luce,
e s'appoggia stonato sui suoi sostegni
chiudendo la strada all'uomo di fretta.
E così genera scontento, noia,
violenza repressa dal turbinio della vita.
Eppure fa il suo lavoro,
preserva le vite di chi s'avvampa
per evitar la sua solenne imposizione.
Ma in fondo, chi l'odia, lo fa
per una sola ragione:
perché quei momenti
di accompagnata solitudine
lo costringono ad accettare,
coatta, la compagnia di sé stesso,
vedendosi sì costretto ad ascoltarsi,
a chiudere in un buio barattolo
i rumori che lo circondano.
E' un passaggio a livello,
ed ora passa un vecchio treno,
s'alzano le sbarre,
e il silenzio a cui condanniamo
noi stessi, potrà continuare.
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Una nuvola scappa solitaria
sospinta dal vento che la cinge,
e quante cose vede inosservata,
quanti cuori infranti che a capo chino
si perdono la sua meravigliosa magia.
Ma io ti ho vista, nuvoletta fugace,
quando con gli occhi al cielo
ringraziavo il mondo intero
per quei momenti insieme a lei,
per quelle risate innocenti
e quei complici sguardi,
per queste giornate
riempite di noi,
per questo grigio mondo
colorato a quattro mani,
che ogni giorno
si riempie del nuovo
e da nuova aria ai miei polmoni.
Ti ho vista, nuvola d'argento,
mentre ombroso pensavo
ai miei pensieri contorti,
e come d'incanto li hai spazzati
via, come il vento
che silenzioso t'accompagna.
Ho visto te,
e vedrò il mondo,
perché ora posso sognare,
e i miei sogni diventano realtà.
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Cade, la goccia, cade.
Si fa strada tra irti ostacoli
e scivola quando può
tra la materia più varia.
Cade, la goccia, cade.
Spera che il cammino
sia privo di trappole
che ne fermino la corsa.
Cade, la goccia, cade.
Si spezza, si riunisce,
perde del suo per strada.
E quando sarà arrivata
non sarà più lei,
ma l'opaca figura
che il tempo ha disegnato.
Cade, la goccia, cade.
Non saprà mai cosa l'attende,
ed inutile è chiederselo,
ciò che l'aspetta
arriverà comunque.
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Ascolto con cura
questi tuoi silenzi
che riempiono gli spazi
di questa buia notte,
e vivo l'istante
che prepotente
s'insinua dentro di me,
come siero diretto in vena
entra la felicità
dentro il mio spirito.
Sento il freddo avanzare
tra le mie nude vene
offerte alla tua mano,
ed improvvisamente
è calore, è spirito,
è genuina sostanza.
Mi lascio cadere
in questo bianco
vortice d'estasi,
che tra le tue mani
s'è creato per accogliere
questo corpo irrequieto,
quest'anima mai doma
che ha trovato la pace,
il giusto equilibrio
tra amore e follia,
liquido che scorre
dentro di me in ogni istante,
purché ci sia tu accanto a me.
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Paure, certezze e ancora paure, così si resiste all'amore per ciò che ci nutre, che da senso alle nostre giornate e colora il paesaggio di fronte ai nostri occhi. E così fragile l'equilibrio, tra occhi chiusi e quasi aperti, che un briciolo di luce arriva sempre, ad illuminare le nostre paure. Chiudi i miei occhi con le tue lisce mani, e chiedimi di aprirli solo per te, per osservare insieme il nostro domani, ed io sarò tuo, senza paure.
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Notte. desideri che mi tormentano. ricordi di attimi fugaci e interminabili istanti. il pensiero di una sosta dalla felicità. Tormento. E fuori brillano, mute compagne, in silenzio, le stelle.
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Domani, funambolica pioggia di sogni irrealizzati, mattoni che cadono con cinico ordine e compongono forme che ci spaventano, e ci incuriosiscono, immagini che prendono vita pian piano, dandoci a malapena il tempo di capire cosa abbiamo di fronte. Ed è così bello il domani, perché ci da il gusto di immaginare il futuro, di vedere ciò che non è ancora accaduto e che forse non accadrà mai, ed è meravigliosa la sensazione di imminenza, la voglia di stringere ciò che si ama, di fare ciò per cui siamo nati! E ora chiudo gli occhi, affinchè l'oggi si trasformi in domani, così da trascorrere il tempo nel vuoto del sonno e viaggiare in questo misterioso mondo che ci porta diretti verso il domani. Ed è già mattina, un nuovo granello che si aggiunge alla clessidra del mio tempo, una nuova occasione per amarti di nuovo, e di più, e più forte ancora.
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E' così l'amore,
un palloncino nelle mani
di un bambino,
che ci gioca
e ne ammira
le forme e i colori
sempre nuovi,
trasformandolo
mille volte in
nuove figure
dalle bizzarre
espressioni,
non può fare
a meno, quel bambino,
del palloncino
che gioioso
volteggia sulla sua
testa spensierata,
tanta è la sorpresa
che il suo svolazzar
crea in ogni istante.
Ma si sa, il palloncino
nelle mani di un bambino
è destinato a volar via,
tanto è precario il nodo
che lo lega al piccolo polso
di quell'essere innocente,
ma così abile nel
perder ciò
a cui più tiene.
E una volta perso, non tornerà più indietro.
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E cos'è vivere se non vedere i tuoi occhi lucidi per l'emozione di un nuovo viaggio, di una nuova scoperta che allarga il mondo che ti circonda? Non c'è catena che l'amore non riesca a spezzare, ed è vero amore quello che non mette catene attorno ai nostri polsi. Vola via, supera questi spazi infiniti che ti attendono, che reclamano uno spazio negli occhi e nella tua memoria, e torna, più grande di prima, per condividere con me le bellezze finora sconosciute che il mondo ti ha riservato. Attenderò fiero i tuoi racconti, e sognerò nel frattempo quei verdi campi che ti circondano, così da essere sempre accanto a te, anche con un continente di mezzo.
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Vorrei essere lì,
a reggere il peso
dei tuoi problemi,
vorrei essere lì,
ad ascoltare
il tuo malessere
e porvi rimedio,
vorrei essere lì,
ad accettare
un silenzio o
uno sguardo
o una carezza
di complicità,
vorrei essere lì,
a condividere
la tua malinconia
e sentire il tuo
cuore battere,
vorrei essere lì,
per porre una
fresca benda
sulle tue più
nascoste ferite,
vorrei essere lì,
perchè stare
insieme a te
per alleviare
il tuo dolore
è tutto ciò
che posso darti,
niente più
e niente meno
di tutto il mio amore.
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Nickname: Nikolaj_000
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Sesso: M Età: 37 Prov: LI |
Inviato da: zanna1999
il 18/02/2012 alle 21:28
Inviato da: chanelkuy
il 12/01/2012 alle 10:49
Inviato da: zanna1999
il 01/01/2012 alle 04:21
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il 30/10/2011 alle 00:59
Inviato da: winnie1971
il 26/09/2011 alle 14:16