QUESTA FIOCA LUCE

come Proust che intuì questa relazione tra sensi e cervello e sfruttò il sapore del dolce e il profumo del tè per ritornare alla sua infanzia. Guardare il pasticcino non era sufficiente, tanto che lo scrittore arrivò a maledire il senso della vista perché gli sembrava occultasse i ricordi. Per fortuna, dopo quarantotto pagine dedicate allo stato mentale del narratore, Proust decise di infilare il dolce in bocca, cominciando così il percorso rivelatore dentro di sé. In pratica, quando la madeleine si scioglie sulla lingua, accende dei neuroni che, sulla scia del gusto e dell’olfatto, comunicano attraverso la forza delle sinapsi con altri neuroni, quelli che codificano la città di Combray e il viso di zia Léonie.

...che vorresti dire che devo tagliar corto? ahahahahahahah forse hai ragione,a presto ;O)

ma no... volevo dire che mi hai ricordato proust:)

i ricordi son parte della nostra vita ed è bello come tu l'esprimi, con tanta sensibile intensità :))) un sorriso. Giusy

per me i ricordi,sono una nuvola bianca e lieve,tiepida e accogliente,che mi trasporta leggendo i miei pensieri,senza che io parli...grazie Giusy,baci ;O)

ricordi, ricordasti, ricorderai?

...per te sono proprio da geriatrico eh?