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dottor clown baristo

un medico in corsia per amore, per le strade del mondo in cerca di incontri e scontri tra cuori ispirato dall'amico patchadams

 

 

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Eccoci alla relazione del nostro capo Missione in Kenia ...super Carlo Dott. Pluto

Post n°663 pubblicato il 08 Giugno 2010 da dottorbaristo
 

AFRICLOWN - KENIA 2010: relazione del capomissione.

Il nostro giromondo di sorrisi e amore ci ha portato questa volta all'equatore, in kenia. La prima missione clown quindi in terra africana.
Dieci i partecipanti in rappresentanza di Vicenza (Federica Chicca, Evaristo Baristo, Andrea Whisky, Carlo Pluto), Belluno (Martina Aia, Anna Cannuccia, Olga Pasticcino (?) ) e Rovigo (Federico Paraflù). hanno fatto parte del gruppo anche la Veronica fotografa e il Paolo dentista.
Due sono stati i nostri contatti: a Nairobi e a Nyahururu.

A Nairobi siamo stati ospiti dell'associazione KARIBU AFRICA che segue vari progetti nelle terribili baraccopoli della città. Ecco, se volete augurare qualcosa di veramente brutto ad una persona, augurantegli senz'altro di andare a vivere in una di queste baraccopoli.
Come tutte le baraccopoli anche quelle di Nairobi sono un insieme di sporco, di polvere, di odori schifosi, di miseria assoluta e di persone fantasma; in più c'è una componente di violenza che non ha eguali nemmeno nelle favelas brasiliane.
Pur in questo contesto la missione ha potuto far scatenare il suo consueto clown show: siamo stati 4 giorni in 4 slums diversi, ovviamente bambini a migliaia; anche gli adulti incurositi dalla cosa: il naso rosso lì è proprio una novità, le bolle di sapone generano come sempre un incredibile caos, bastava una gag con un paio di mutande per scatenare un urlo da stadio. Ancora una volta l'immagine della nostra missione è quella di un arcobaleno che lascia per un pò una scia colorata in mezzo al grigio delle baraccopoli o a luoghi solitamente di disagio e miseria. Lo spettacolo dura sempre quell'ora e mezzo di scenette, magie, giocoleria e balletti. abbiamo comprato cassa acustica e amplificatore per avere anche la musica. Il fatto di essere lì per la prima volta ci "permette" di pescare qualsiasi numero dal nostro incredibile repertorio. I bambini ridono, urlano, per un attimo diventano bambini "normali" che si possomo divertire e possono giocare. Va sempre ben anche il giro girotondo e l'immancabile intramontabile Colita.
Nel corso della giornata c'è sempre stato poi il momento di contatto con gli educatori del posto, i volontari, gli insegnanti delle piccole scuole all'interno e sempre una camminata tra i vicoli, le baracche, le fogne aperte delle baraccopoli. Così si fanno tanti brevi intensi incontri, si stringono mani, si batte cinque con quelle dei bambini, si regalano palloncini, si "sparano" le bolle di sapone, si cammina mano a mano con il solito bambino che ti ha scelto e che solo quando prendi il matatu (pulmino) per andar via te la molla.
Sporco incredibile dappertutto. Alla sera per fortuna per noi una doccia che lascia cadere un nero che "accumuli" addosso dopo una giornata così. Anche il soffiarsi il naso alla sera libera un qualcosa di grigio rifugiatosi nelle narici.
Alla sera poi siamo rinchiusi in una casa, recintata e sorvegliata. Quando una sera decidiamo di andare a piedi in un cinema a 10 minuti di strada, i nostri contatti locali sono molto preoccupati, ma andiamo lo stesso a vedere Robin Hood.

La seconda parte dell'Africlown si svolge a Nyahururu, 200 km a nord della capitale sugli altipiani a 2400 metri di altezza. Abbiamo trovato caldo di giorno e freddo di sera e  anche in questa città vale il coprifuoco appena viene buio.
Succede infatti che noi arriviamo in questa città alle 9 di sera, nessuno in giro, solo qualche faccia strana. Ma troviamo il nostro contatto, in pensiero perchè non ci vede arrivare e preoccupato perchè alla sera è un bel passatempo sparare ai matatu. Visto che la casa che ci ospita è a mezz'ora di strada dal posto dove siamo, con autoambulanza ci scortano e a tutta velocità di prepariamo alla nostra notte in altura .La casa si chiama Flora farm, è veramente dispersa in mezzo agli altopiani, per arrivarci anche 10 minuti di strada sterrata di terra rossa rossa e buche micidiali dovute alle recenti piogge.
Ad ospitarci è l'associazione SANT MARTIN, ben organizzata con progetti che vanno dai bambini di strada, ai bambini con disabilità, bambini con HIV/aids, scuola, micricredito. 4  sono i giorni di permanenza: noi avevamo detto di riempirci per bene le giornate e così il nostro contatto ha fatto. 4 giorni pieni pieni nei quali abbiamo toccato tutte le mani, le teste rasate, i visi e i sorrisi di questi bambini, ognuno con la sua storia e/o la sua disabilità e/o malattia. Solito spettacolo clown, ma anche giochi, balletti, improvvisazioni, ma anche momenti di tenerezza e di coccole. Dobbiamo sempre stare attenti al mangiare e al bere per il rischio "cagottino" e non solo. Nel frattempo sono operativi anche i nostri due dentisti presso il dispensario medico con suor Fulgenzia che un giorno ci fa felici preparandoci un pranzo fantastico...ah le suore!!!
Anche uno spettacolo nella prigione della zona; è una prigione considerata di buon livello che vuol dire comunque baracche dove dentro dormono in 50 per terra e un un unico buco dietro un muretto come cesso. Spettacolo nel polveroso e afoso cortile dell'ora d'aria. Alla fine il comandante della prigione ci vuole nel suo ufficio e ci dice che mai aveva sentito i carcerati urlare e divertirsi così tanto...ancora una volta capiamo la bontà e l'utilità delle nostre missioni.

Sulla strada del ritorno troviamo ancora le poche energie rimaste per visitare un ospedale; per noi è comunque occasione di camice bianco e di sentirci nel nostro ambiente. Un pasto veloce preparato da suor Norberta (anche pan e soppressa, incredibile!! in mezzo alle montagne, dispersi, ma con la soppressa nostrana) ci rende allegri e pronti per tornare a Nairobi dove l'aereo ci aspetta per tornare. Veronica invece proseguirà per l'Uganda.

Ricchi. Ancora una volta torniamo a casa ricchi. Ricchi di sorrisi ricevuti e di emozioni vissute. Di mani e visi toccati. Contenti che la missione abbia potuto portare quei sorrisi e amore che non cambiamo il mondo ma lo migliorano.
E pieni. Pieni di immagini che ricordano momenti collettivi e personali che ognuno ha vissuto a suo modo.
Il gruppo è stato unito e forte; ognuno ha dato il massimo delle sue energie. Abbiamo fatto i consueti cerchi e in breve tempo si prendevano decisioni.

E come sempre il finale è lo stesso, ovvero con la micidiale domanda che tutti ti fanno: "tornerete?". Abbiamo risposto di SI.

Un sorriso da Pluto.

 
 
 
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