Creato da dolcebaciostregato il 19/02/2006
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Giro di vite - Il rientro©

Post n°45 pubblicato il 14 Giugno 2006 da dolcebaciostregato
 

Parte II°  (la prima parte al post n. 44)


“Pronto.. Fiò???... Sono rientrata ora. No, non ho cazzeggiato.. Sono stata bloccata in ufficio sino a poco fa. Sai com’è Gabriele.. ha pensato bene di organizzare la solita  riunione dell’ultimo minuto. Si, lo so che sono  in ritardo; scusami con loro. Vi raggiungo all’Edy’S  fra tre quarti. Lasciami almeno il tempo di  fare una doccia, cambiarmi d’abito e... arrivo. Un bacio”-  Mentre riattacco la comunicazione, sento ancora la voce di Fiorella, la mia grandissima amica, che sbraita bonariamente. Sorrido.

Raggiungo il bagno, apro la cabina, regolo il getto  e mi infilo sotto la doccia. Lascio che l’acqua scorra lentamente, avvolgendo le mie forme, carezzandole e titillandole con dolcezza, quasi che fossero “quelle” mani esperte che sapevano procurarmi piacere provocandomi singulti di passione. La mia mente ora vaga alla ricerca di quelle sensazioni, apparentemente sopite. Meccanicamente passo sul corpo la spugna, ben intrisa di bagnoschiuma tonificante al latte di mandorla. Massaggio delicatamente il mio seno ripensando alle sue carezze e scendo sempre più giù..

Quanto tempo è passato ormai? un anno? due?? La ferita brucia ancora e il lapsus di oggi ne è la dimostrazione.

Esco dalla doccia e indosso l’accappatoio. Il suo accappatoio.

L’accappatoio che lui ha indossato più volte e che, per più volte, ha sfilato,  lasciandolo cadere a terra e sdraiandocisi sopra.

- “Ilenya, guardami e raggiungimi. Adagiati sopra di me”. Ed io mi ci adagiavo, beatamente, come una barca  solitaria che si culla trasportata dalle onde del mare.

Lentamente le sue mani  affondavano nella mia carne. Un gioco crudele il suo. Conosceva ogni mio sussulto e anticipava, con carezze sensuali, il mio piacere, fino a renderlo quasi insopportabile. Guardarlo negli occhi era eccitante. Traspariva la sua voglia di osservare il mio corpo fremere di desiderio, quella voglia di vedermi godere per poi giacere su di me, prendendomi con passione, fino all’apice.

Faccio il mio ingresso all’Edy’S  tendendo l’orecchio per scovare la posizione del gruppo. Un vocio e gridolini vari mi portano al tavolo di  Fiò e compagnia. Mi sento un pò stranita ma.. tanto vale divertirsi, ora che sono qui.

Per un momento cerco di fissare tutte loro con occhi che vanno ben oltre la realtà che conosco. L’impressione che ne traggo, osservandole,  è quella di donne in carriera, colte, eleganti, disinibite e amanti della buona compagnia. Se fossi un uomo, mi ritrovo a pensare, ci tenterei con tutte. E comincio a ridere in modo pacato.

- “Ehi, Ilenya, sempre puntuale come un orologio svizzero tu!! meno male che nell’attesa, a farci compagnia, ci sono i camerieri. Anzi, poi ti presento quello che stasera ha colpito il mio cuore... eheheh...” – mi dice Fiò mentre si gira verso le altre, sorridendo. Sorregge tra le dita un calice pieno di liquido; presumo sia il Berlucchi, visto che lei ne va matta. - “ Ma che ti prende? Non dirmi che la stanchezza ti ha impregnato di buon umore.. Rendici partecipe dei tuoi pensieri. Siediti e raccontati...” –  mi scosta la sedia accanto a lei e  aspetta che io la occupi. Mi osserva con attenzione. Lei mi conosce bene, siamo amiche d’infanzia, e capisce al volo quando qualcosa mi turba. Sottovoce mi chiede se è tutto Ok.

Rapidissimamente, senza farmi scorgere dalle altre, le dico che sì, sono giù di corda. Il ricordo di Fabio è ritornato a galla nell’oceano del mio cuore; mi sta perseguitando da ore.

- “Ciao Ilenya. Finalmente !!! “ –  un corale saluto, un miscuglio di voci che si sovrappongono tra loro. Baci e abbracci. Tutte ben felici di ritrovarci per il mensile appuntamento di Happy Hour.

- “Ciao a tutte voi!! Le mie bellissime Donne in carriera!!! Avete spento i vostri cellulari?? Vi ricordo che sono bandite le telefonate di lavoro. Al diavolo tutto ciò che lo ricorda. Questa serata è tutta per noi.. ” – e, sorridendo, comincio a spiegare il mio punto di vista maschile su di loro, quello che mi ha portato a ridere sommessamente al mio ingresso all’Edy’S.

La serata prosegue in modo divertente. Non vengono lesinati nuovi aneddoti  riguardanti colleghi,  battutine, racconti di intermezzi amorosi, tutto condito da una sana e piacevole ironia.

L’aria allegra del nostro tavolo viene percepita anche dagli altri  clienti dell’Edy’S che osservano (e ascoltano) divertiti. Siamo diventate, senza volerlo, l’attrazione principale della serata.

Ma è scattata l’ora X. L’ora dei saluti e del rientro.

E’ l’ora in cui ciascuno di noi, volente o nolente, fa i conti con i propri pensieri, stendendo il bilancio della propria realtà.

Fiò e io ci incamminiamo silenziosamente verso le nostre rispettive auto. Percepisco che Fiò ha qualcosa da dirmi ma, al momento, tace e riflette.

La strada è semibuia, l’aria frizzantina. I lampioni proiettano le nostre ombre sul marciapiede. Le case ora appaiono quasi sinistre; è come se fossimo state catapultate in un altro mondo. Un mondo triste e vuoto. Nessun suono, nessuna risata, solo  i nostri battiti e i nostri pensieri rendono vivi i nostri corpi.

- “Dimmi Ilenya, ma, per caso, hai risentito Fabio?” – mi chiede Fiò all’improvviso, facendomi sussultare.

- “No Fiò. Oggi, durante l’incontro con Gabriele , mentre esponevo il programma delle affissioni, involontariamente ho nominato il suo nome anziché quello di Fausto. Per un istante ho rivissuto gli attimi in cui lui era presente alle sedute di programma. Come se lui, da lontano, stesse forzando i miei pensieri, annebbiando la mia mente per sintonizzarsi con me”

- “ Qualcuno ti ha informata del suo rientro in Italia?” – Fiò è una donna abituata ad andare al sodo; sono inutili per lei i giri di parole.

Mi sento mancare. All’improvviso provo come un senso di smarrimento. Il cuore sembra voler uscire da questo mio corpo.

- “Hai certezza di questo? Le mie fonti lo danno ancora in Canada con sua moglie. Mi sembra alquanto strano...”

- “Senti Ilenya, questa sera, prima di staccare dal lavoro, sono passata in ufficio da Mario. Sentendolo impegnato in una conversazione telefonica ho atteso nel corridoio. La porta era aperta. Ho capito che stava parlando con Gabriele; sai quanto siano amici loro. Evidentemente Gabriele stava esponendo a Mario le sue perplessità circa un progetto seguito da un tuo nuovo collega. Non vedeva l’ora che quella persona riprendesse servizio nella vostra società. Questo l’ho capito bene perché Mario ha ripetuto l’affermazione chiedendo la data del rientro ”

- “Quindi? Che significa?”

- “Significa che Gabriele  ha richiamato in Italia il Direttore Artistico che aveva trasferito in Canada. Mi risulta che il vostro Direttore artistico, trasferito in Canada sia solo Fabio.  Mario ha poi concordato con Gabriele di vedersi domani a pranzo; lui, Gabriele e Fabio. E quel “domani” è già oggi... vista l’ora....!!!  Quindi Fabio è rientrato in Italia, per questo ti ho chiesto subito se lo avevi sentito”.

Ora il mio cuore ha cessato per un attimo di battere. Mi sento come  risucchiata da una voragine che si è aperta improvvisamente su questa strada. Arranco a fatica. Risalgo.

- “Ilenya, ti senti bene?? “ – mi chiede Fiò mentre apre la portiera della sua auto e si siede. “Non farmi stare in pensiero. Domattina ti chiamo e, se ho novità , te le passo” – e augurandomi la buona notte con un abbraccio, avvia la macchina e parte.

Sono nuovamente sola con i miei pensieri. Fabio è rientrato. I ricordi ora sono sospesi, tra il reale e l’irreale. Un pò come me.

Salgo in macchina e faccio ritorno a casa.

Oggi è un altro giorno. Un giro di vite e...... ricomincio da capo.

Fine II parte

(iva2006)©

dolcebaciostregato


 
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dolcebaciostregato
dolcebaciostregato il 17/06/06 alle 21:32 via WEB
Esageratoooooooooo...... eheheheh... :)
 
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