LA VITA DIPINTA
Ossia tentare di volare, sulle ali del libero pensiero, su ogni panorama dell'anima e della coscienza; la Vita, quindi, per come ce la dipingiamo addosso e per come veramente è sotto lo strato dei colori delle nostre illusioni !
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A MIO FRATELLO BENNY
Sul filo dell'orizzonte, la luna galleggia
sfaldata dal vento,
come un ricordo sul filo della coscienza,
sfaldato dal tempo
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La maggior parte delle immagini dei dipinti inserite nel blog e i testi integrali dei componimenti sono presenti nel Sito Web www.marinoarte.it
PENSIERO DEL GIORNO
L'amore è un sentimento troppo complesso perchè lo si possa comprendere in una sola vita.
Alessandro Marino
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Buon Natale a tutti i bambini del mondo, che il loro cuore possa essere colmo di gioia, i loro occhi traboccanti di luce e i loro pensieri leggeri come fiocchi di neve.
Alessandro Marino
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Mentre i mulini a vento aumentano, i don Chisciotte, ad uno ad uno, muoiono, esalando l'ultimo respiro di sana e meravigliosa follia. Alessandro Marino
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Se il sole si tuffasse nell'inesplorato mare dei miei dubbi, si spegnerebbe, e conoscerei la notte dall'angolazione delle mie paure. Alessandro Marino
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Una vita senza sogni è come una notte senza stelle !
Alessandro Marino
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Nevica stamattina, la neve si posa sui miei pensieri più neri e, inaspettatamente, li riempie di luce.
Alessandro Marino
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Post n°43 pubblicato il 11 Giugno 2011 da Bennyeal
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Post n°42 pubblicato il 11 Luglio 2008 da Bennyeal
Ho notato che questo post ha raccolto un gran numero di commenti e, secondo me, a questo ha contribuito l'andare a mettere sul tavolo, per l'ennesima volta, un problema che non è un problema, l'andare a cercare di fare il buco nell'acqua sapendo, spero, che l'acqua non può essere bucata durevolmente, ossia il buco rimane solo finchè ci teniamo dentro il dito. Mi spiego, o meglio, spiego il mio modestissimo punto di vista; non esiste, secondo me, una pornografia maschile o femminile, esiste solo la pornografia in quanto nella pornografia sono in ugual misura esposti il maschile ed il femminile, ed in questo consiste il buco nell’acqua di cui parlavo. Se, dal punto di vista della fruizione o dell’esistenza stessa della pornografia, le donne ostentano un risentito disinteresse, se non addirittura un rifiuto, dobbiamo chiederci se lo fanno anche nella loro intimità. Cerchiamo di capire questo non-problema partendo dal fatto che quello che le donne dicono della pornografia, ed anche gli uomini, ci perviene, il più delle volte, da statistiche messe a punto secondo diversi criteri che, comunque, escludono la possibilità di andare a vedere ciò che veramente accade nella vita intima e privata di tutti. Un conto è rispondere ad interviste sull'argomento, stendersi sul lettino di uno psicologo, scrivere un post, e un altro conto è vivere determinate situazioni all'interno della propria intimità. Ma andiamo per gradi: la pornografia, che abbiamo detto comprendere il maschile ed il femminile inseriti ognuno nel proprio ruolo sessuale, si basa su quello che è, e rimane e rimarrà, l'istinto basilare del Regno Animale: l'accoppiamento. Tale istinto, nella pornografia, non viene compromesso da influenze di carattere affettivo, sentimentale, religioso e via dicendo ma elaborato ed esasperato, dai produttori, attraverso la fantasia che è una peculiarità dell'intelligenza e che, differenziandoci dagli altri animali, fa si che le immagini non siano una sequela di accoppiamenti nudi e crudi. I fruitori, a loro volta, rielaborano a loro piacimento, e secondo la loro personale fantasia, le situazioni proposte dalle immagini in questione, attribuendo a queste immagini il valore della situazione che in quel momento stanno vivendo. Avremo, quindi, colui, o colei, che si masturba, che utilizzerà il piacere che saprà procurarsi o per il piacere stesso, o per rievocare un antico amore, o per pregustare un nuovo incontro, o per fantasticare liberamente e che amplificherà il piacere attraverso le immagini porno. Avremo le coppie, etero o omo, che utilizzeranno le immagini in oggetto a seconda delle loro esigenze del momento; fine ultimo sarà l’esasperazione del piacere che riusciranno a vivere e che potrà avere come sfondo una profonda storia d’amore, o una fortissima e liberissima storia di sesso ma, in entrambi i casi queste coppie cercheranno, anche attraverso la pornografia, di potenziare al massimo le loro emozioni e i loro desideri, cercheranno di volare alla ricerca di un piacere che abbia, il più possibile, i connotati dell’assoluto, del non plus ultra e questo lo faranno sia consapevolmente, rielaborando ed assorbendo il surplus di piacere che la trasgressione darà loro, sia istintivamente, semplicemente aiutati da situazioni virtuali che entreranno a far parte del loro vissuto. Potremmo parlarne per ore, o per anni, riusciremmo solo ad esprimere opinioni che incontrerebbero il favore di alcuni e la detrazione di altri, ma che sarebbero opinioni date ad altri e che, per questo, sarebbero viziate da una serie di fattori inibitori quali il credo religioso a cui si appartiene, il tipo di educazione che si è ricevuta, la morale comune, il timore di essere emarginati dal proprio entourage sociale, il timore di scoprirsi di fronte ad un partner moralista e intransigente, il timore di apparire volgari. Se poi per affermare ciò che il post afferma ci si rifà anche al fatto che, comunque, chi si espone nell’acquisto di materiale pornografico è, nella stragrande maggioranza dei casi, il maschio, bisognerebbe chiedersi quanti maschi fruiscono in solitudine di ciò che hanno acquistato e quanti, invece, lo fanno in compagnia, e quante sono le donne che fruiscono, in segreto, di ciò che è stato acquistato dai loro partners, dai loro padri, dai loro fratelli, dai loro amici, o quante sono le donne, sole o no, che utilizzano internet per questo, ovviamente, in camera caritatis. Pensiamo, inoltre, a tutti coloro che, per svariati motivi, non possono avere una sessualità normale e potremo capire quanto, a volte, la pornografia diventi il surrogato di una vita normale, degna di essere vissuta o sopportata. Complimenti al post di MARCO PICCOLO, quindi, per aver saputo dare il la ad un’orchestra che suona da sempre lo stesso motivo: pornografia o erotismo, bestialità o sensualità, amore o sesso, piacere o perversione; il buco nell’acqua è il non voler considerare che, forse, tutti questi termini possono far parte della natura umana senza, per questo, sporcarla. |
Post n°41 pubblicato il 05 Aprile 2008 da Bennyeal
...Nonostante il tempo, lentamente e sapientemente, continui imperterrito a seminare nella terra arida dei miei giorni consumati, verdi e scintillanti rimpianti, dalla mia bocca inquieta scaturiscono parole nuove e nuovi e sconosciuti fremiti di gioia che dilagano nel mare di velluto della mia nuova eccitazione da cui la vita emerge sensuale e tentatrice, come una luna carica di nuove sfide che promette spavento e poesia, bestemmie e canzoni, mentre galleggia nel cielo di un nuovo e irripetibile giorno.... |
Post n°39 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da Bennyeal
La vita aspettata l’ho soltanto sognata e, mentre perdutamente me ne innamoravo, la perdevo. Immobile, resto a guardare, sotto una luna spenta, bianche cattedrali di rimpianto sorgere, nello spazio di un battito di ciglia, sulle rovine di una vita solo immaginata, sulla sorda malinconia dei ricordi spezzati e stagliarsi immense contro una notte insonne, pronte ad accogliere, nelle loro orbite vuote, anche l’ultimo sogno, anche queste parole in mezzo alle quali, gelosamente, nascondo il mio cuore. |
Post n°38 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da Bennyeal
…………qualcuno mi disse che tutti abbiamo un destino assegnatoci da “Dio” a cui non possiamo sottrarci; tutti abbiamo un percorso da seguire che è già stato stabilito e che non possiamo modificare perché “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”. Torniamo così al 1300, e, insieme a Dante, ci consoliamo dandoci una spiegazione fatalista delle cose, spiegandoci tutto senza spiegarci niente, rimanendo a brancolare nel buio di quel dolore che tanto assomiglia alla morte, ammesso che non sia peggiore. Secondo le varie religioni esistenti, la vita di ognuno di noi è solo un passaggio temporaneo su questo pianeta e preparatorio di una vita eterna, la cui qualità sarà determinata dalla nostra condotta in vita. Proviamo, allora, a “dimandare” e cerchiamo di fare il punto della situazione: una vita eterna è una vita infinita, paragonata alla quale la vita terrena non è che un attimo, un frammento di attimo, un’infinitesimale frammento di attimo in cui noi dovremmo cercare “la retta via”. Personalmente credo che ci siano due contraddizioni fondamentali in questa teoria: la prima è che mi sembra enormemente breve il tempo che ci è concesso per prendere una posizione atta a garantirci una vita eterna “positiva”, la seconda è che questa facoltà che ci è “concessa”, che potremmo tranquillamente definire libero arbitrio, è in netto contrasto con la teoria secondo la quale vi sia un disegno divino in cui sia già previsto tutto. Devo ancora capire se sono libero di decidere che vita eterna voglio o se, tutto ciò che decido e che faccio è stato già deciso “colà dove si puote ciò che si vuole”. In entrambi i casi mi viene di pensare che questo “essere superiore” non abbia le idee chiare o non si sia spiegato bene in illo tempore. Trovo molto triste pensare che qualcuno abbia deciso per me quanto io debba vivere, come debba morire, che qualcuno abbia deciso per mio fratello che dovesse andarsene da solo, senza tenere la mano di sua madre, della sua compagna, a 27 anni. Trovo molto triste che qualcuno abbia aprioristicamente deciso che un bambino, milioni di bambini, debbano morire di fame, coperti da tafani e mosche, come trovo triste che qualcuno già sappia che un bambino sarà violentato e non faccia nulla, ma se ne stia lì a guardare. Non si era parlato di un dio onnipotente ? Forse sbaglio io a capire, forse onnipotente vuol dire che ha tutto il potere di fare o di non fare, di fare tutto o niente, o poco come quando si mette a miracolare, o delega qualcuno a farlo, facendo sgorgare lacrime di sangue dagli occhi di pietra di una qualche madonna o facendo recuperare la corretta postura a qualche ottuagenario affetto da vent’anni da artrosi deformante all’articolazione coxo-femorale. Io credo che, quanto meno, una serie di contraddizioni così evidente dovrebbe inculcarci un legittimo dubbio e fare scaturire, da quella infinitesimale intelligenza che possediamo, delle ipotesi. Ammesso che un essere superiore possa esistere, dovremmo porci il problema della durata della sua esistenza perché potrebbe non esistere più, o potrebbe aver ceduto lo scettro del potere, o i fili da burattinaio ad un dio più giovane, o ad una dea. Dio, però, ce lo danno per eterno ed immanente, senza darci, al riguardo, nessuna certezza ma solo un mare di supposizioni che diventano presunzioni quando la teoria dell’eternità di dio ci viene rifilata come “verità”, dove invece sappiamo che una qualunque tesi dovrebbe essere suffragata da prove incontrovertibili perché possa essere definita “verità”. Ed ecco che, come per incanto, si materializza il “dogma”, ossia l’indiscutibilità, l’imperscrutabilità di un concetto, quello dell’esistenza di dio, che non dà spazio a nessuna antitesi, a nessun ragionamento in un diverso senso che non sia quello dell’accettazione passiva della dottrina religiosa. Non metto qui in dubbio la bontà di dottrine religiose che comunque tendono a diffondere valori come l’Amore, l’Onestà, la Solidarietà, l’Altruismo e via dicendo, ma mi ritrovo a pensare che sia semplicistico e fin troppo facile credere senza pensare. Da adulti disincantati quali siamo, sorridiamo delle magie di Harry Potter perché sappiamo che è solo una favola, intanto ci inginocchiamo di fronte alla magia della risurrezione di Lazzaro, magia avvenuta millenni fa quando era facile credere e, soprattutto, far credere, per scopi demagogici, a streghe e vacche volanti. Crediamo al dito infuocato di dio con il quale vergò i 10 comandamenti, e non pensiamo che Mosè stette ben 40 giorni sul monte Sinai, potendo avere il tempo di incidere sulla pietra tutti i comandamenti che avesse voluto. Non ci fermiamo mai a pensare che Mosè era un capo e che era coltissimo rispetto al suo popolo e che, in qualche modo, doveva dare al suo popolo delle regole di vivere civile e far sì che fossero rispettate. Quale miglior modo che quello di dire che le regole fossero state vergate da una divinità che avrebbe punito per l’eternità chi avesse osato infrangerle ? Impariamo a rispettarci pensando e dubitando e se proprio dobbiamo pensare ad un dio per sentirci meno soli, pensiamo a lui con più benevolenza, senza cioè addossargli tutte le colpe di ciò che noi facciamo accadere. Pensiamo ad un dio che, nell’eventualità della sua esistenza, ci abbia permesso di viverci la vita così come scegliamo di farlo, riservandosi, al limite, un giudizio a posteriori. Pensiamo alla vita eterna come ad un’altra vita, forse nemmeno eterna, vissuta in un’altra dimensione ed in perfetta libertà, la libertà di correggere ciò che in questa sbagliammo, secondo il solito e meraviglioso libero arbitrio. Pensiamo all’eternità come alla possibilità infinita di vivere infinite vite in infinite dimensioni sconosciute. Pensiamo pure alla possibilità che, oltre questa nostra brevissima vita, ce ne possa essere un’altra o tante altre, se ci fa bene pensarlo, ma pensiamo sempre che stiamo solo supponendo che possa essere così e che potrebbe benissimo finire tutto, dopo un battito di ciglia, nell’attimo stesso in cui la vita, per come noi la conosciamo, finisce. Il punto è che possiamo supporre tutto senza escludere niente, semplicemente perché “niente” è l’unico dato in nostro possesso che possiamo inserire come incognita in qualunque problema che non verrà mai risolto per mancanza di dati. Per cui posso anche presumere che mio fratello e mio padre stiano vivendo un’altra vita e per questo mandare loro il mio abbraccio più forte, ma devo pensare, anche se questo pensiero mi uccide, che tutto quello che mi rimane di loro potrebbe essere solo il ricordo del loro viso, delle loro voci, del loro odore e dei momenti in cui ci siamo scambiato un sorriso che aveva il valore della vita stessa. Buon anno a tutti, a Benny e a papà. |
Post n°37 pubblicato il 29 Dicembre 2007 da Bennyeal
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Post n°35 pubblicato il 24 Dicembre 2007 da Bennyeal
Intanto si fa Natale, |
Post n°34 pubblicato il 23 Dicembre 2007 da Bennyeal
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Post n°31 pubblicato il 18 Dicembre 2007 da Bennyeal
Basterebbe inserire, nella discussione, il concetto di dogma e, come d'incanto, Babbo Natale diventerebbe reale ed inattaccabile nella sua autenticità perchè non potremmo più discuterne ma dovremmo, semplicemente, crederci.
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Post n°30 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da Bennyeal
Quando mio fratello, all’età di 27 anni, se ne andò, non mi salutò ma aspettò che io lo rintracciassi, seguendo il suo odore, o l’odore dell’ineluttabilità che s’insinuò nella mia mente, e quando lo ritrovai non poteva dirmi più nulla. Non mi disse nulla, non mi tranquillizzò come era solito fare quando ero spaventato. Mio fratello si limitò a restarsene immobile, muto, svuotato della sua giovane e forte vita, e, mentre lo accarezzavo, il mio sangue si polverizzò e il mio cuore implose. Durante questi quindici anni ho sempre continuato a cercarlo, nelle cose che mi lasciò, nei ricordi delle risate sguaiate quanto cristalline di cui era capace, avvenute, forse, in un’altra vita. Qualcuno disse che tutto era avvenuto per la volontà “superiore” del “Signore” secondo un imperscrutabile disegno e per un fine ultimo e superiore. Qualcuno, quindi, aveva previsto tutto e aveva mosso i fili fin dall’inizio. Mia madre accettò la volontà divina e, con questa, si consolò per non impazzire. Io, immerso nelle più buie profondità del dolore, avevo bisogno di pensare, di spiegarmi le cose, di capire il perché delle cose, se un perché esisteva. Ed eccomi a cercare di scrutare l’imperscrutabile, a cercare Dio in quello che è accaduto a mio fratello, a mio padre, ………………….ai milioni di bambini che muoiono ogni giorno, che si spengono in un attimo, come candeline su una torta che non assaggeranno mai. Ho vagato per anni tra i miei pensieri e le mie emozioni, tra i pensieri degli altri e tra le loro convinzioni; Ho camminato a lungo tra le preghiere imparate a memoria da millenni e le lacrime asciugate solo dal tempo e non ho trovato nessuno che possa fregiarsi del titolo di “Dio”. Ho trovato solo supposizioni e presunzioni......
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Post n°29 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da Bennyeal
Stasera sono incazzato nero. Sto pensando a coloro che sono andati via per sempre lasciandomi una manciata di ricordi destinata a perdere, col tempo, la loro consistenza, destinata ad ingiallire come le fotografie che ci ritraggono insieme, qualche tempo fa, quando l'amore era il filo conduttore invisibile e scontato del nostro rapporto, anche se non mancavano le baruffe. Quindici anni fa mio fratello, approfittando di un mio momento di distrazione, andò via per sempre, senza abbracciarmi un'altra volta, come era solito fare, senza salutarmi, lasciandomi solo, ad arginare il dolore dei miei genitori e a leccarmi le ferite. Nessun dolore è stato arginato ed io continuo a leccarmi le ferite mai guarite. All'inizio della scorsa estate anche mio padre ritenne opportuno concludere la sua esperienza terrena, dopo nove mesi di lento ed inesorabile declino; nove mesi, esattamente quanto ci mise a nascere. Intriso di una appiccicosa e torbida tristezza, ascolto i discorsi di mia madre, ascolto le spiegazioni che cerca di darsi circa l'accaduto e, mentre l'assecondo, penso a mio padre che, nel giro di pochi giorni, perse il suo passato, il suo presente, perse l'amore che aveva per gli altri e quello che riceveva, perse l'uso di stesso, del suo corpo, costretto ad essere accudito, imboccato e lavato come un neonato, come una pianta, come un fiore. Penso al figlio inadeguato che fui, quando non accettai la realtà, quando non riconobbi in lui l'uomo che per 48 anni avevo amato e stimato, con il quale era impossibile non litigare e, allo stesso tempo, non sentirsi così appagati come dopo un bagno caldo in inverno, o rigenerati come dopo un tuffo in acque freschissime durante un giorno afoso d'estate. Penso alla sua bellissima voce, capace di riempirmi il cuore di zucchero filato, e alle parole insensate e impastate che emetteva, verso la fine del suo travaglio, così simili a vetri rotti sotto le scarpe. Quello che conservò fu soltanto il dolore, un dolore immenso che, per lasciarlo, gli chiese in cambio la vita. Sono incazzato nero, stasera ! |
Post n°27 pubblicato il 15 Dicembre 2007 da Bennyeal
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Post n°26 pubblicato il 15 Dicembre 2007 da Bennyeal
Dobbiamo cercare di fare il punto della situazione, maledetto diavolo, circa l'eterna lotta tra Dio e il Diavolo. Sicuramente sarà che io sono tonto e non riesco ad afferrare il senso di questo millenario problema che, a quanto pare, è chiaro a tutti tranne che a me. Dio è un'entità superiore, e fin qui ci siamo, ma, soprattutto, Dio è onnipotente che, tradotto, vuol dire "che può tutto", ossia ha il potere di poter fare "tutto" ciò che decide di fare. Un'altro super-potere divino è l' "onniscienza", ossia il possesso di tutta la conoscenza. Io mi chiedo, allora, come mai un dio che conosce tutto e può tutto non riesce a conoscere in anticipo le mosse del suo acerrimo nemico, il diavolo, e ancora, se per qualche motivo "superiore" non dovesse riuscire a conoscerne aprioristicamente gli intenti, perchè non riesce nemmeno a fermare il suo operato. Io credo che il diavolo sia solo una delle invenzioni delle varie religioni che alle religioni serve per controllare le masse. La Chiesa, nel nome di qualunque dio, sfrutta il filone inesauribile dell'eterna ed irrisolvibile lotta tra il Bene e il Male, attribuendo il merito del primo a Dio e la colpa del secondo a Satana, seguendo una scuola di pensiero utile all'Uomo per scrollarsi di dosso ogni responsabilità e utile alla Chiesa stessa per controllare l'Uomo attraverso la paura. Questa filosofia, che tale non è perchè "filosofia" vuol dire "amore per il sapere" e noi non sappiamo nulla in merito all'esistenza o meno di un qualunque dio, presenta una visione unilaterale delle cose e non pone nessun quesito circa l'eventualità che Dio e Satana possano essere i due argini tra i quali scorre, atrocemente e semplicemente, la coscienza dell'Uomo. Se così fosse si spiegherebbe l'irrisolvibilità de conflitto di cui sopra. Se un dio possa esserci o meno cercheremo di capirlo in seguito.
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Post n°25 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da Bennyeal
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Post n°24 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da Bennyeal
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Post n°23 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da Bennyeal
...secondo me esistono ! Sarebbe pura presunzione pensare di essere noi l'unica forma di vita, del resto alquanto imperfetta, nello Spazio infinito e questo ce lo dovrebbe suggerire il concetto stesso di "Infinito", ossia uno Spazio e un Tempo che la nostra infinitesimale intelligenza non può nemmeno immaginare di contenere. Io, quindi, credo che, chissà dove, ma comunque in un "dove" reale, abitino altri esseri viventi e intelligenti, con le loro storie e le loro beghe. La nostra limitata immaginazione ci porta ad immaginare gli alieni come molto simili a noi e ce lo dimostra tutta una letteratura di genere e tutta una filmografia che si sono rinnovate solo tecnologicamente nel tempo. Gli alieni potrebbero avere qualunque forma o nessuna ed un'intelligenza uguale alla nostra, inferiore o superiore e per ogni possibilità ci sono "infinite" probabilità e infiniti gradi di probabilità. Del resto, se volessimo applicare a questo discorso un banale e semplice "teorema", potremmo dire che, considerato lo Spazio come Infinito, le probabilità che esistano altre forme di vita vanno da menoinfinito a piùinfinito. Se poi volessimo considerare lo Spazio come finito, dovremmo chiederci cosa ci sia oltre, ma pensare che quest'OLTRE sia comunque "qualcosa" fatto di "qualcosa", qualcosa che noi non conosciamo e che non riusciamo nemmeno ad immaginare e che, a sua volta potrebbe essere infinito. Se, ancora, volessimo immaginare lo Spazio contenuto in un altro Spazio, a sua volta contenuto in un altro Spazio ancora, e così via in una sorta di meccanismo simile a quello delle scatole cinesi, il risultato non cambierebbe perchè le scatole cinesi potrebbero essere infinite. Ma mettiamo il caso che le scatole cinesi finiscano, e con esse lo Spazio, nel Nulla, io mi chiederei di che cosa sia fatto il Nulla che le contiene, da cos'altro è abitato, o cos'altro ha o sta ancora ingoiando, e ancora una volta, il teorema delle infinite possibilità sarebbe applicabile. Tutte le religioni, anche se non in ugual misura e maniera, mentre negano l'esistenza di altre forme di vita nello Spazio, popolano le loro dottrine di una quantità di dei e semidei che comunque umani non sono, o che, se lo sono stati in vita, post mortem ottengono poteri sovrumani concessi loro non certo da entità umane, ne consegue che tali religioni ammettono l'esistenza di forme di vita sovrumane, quindi, aliene. ...e vogliamo parlare di quell'alieno che usiamo chiamare Diavolo ?... la prossima volta ! |
Post n°21 pubblicato il 22 Novembre 2007 da Bennyeal
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Post n°20 pubblicato il 22 Novembre 2007 da Bennyeal
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Post n°19 pubblicato il 22 Novembre 2007 da Bennyeal
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AREA PERSONALE
C. S.
COLONNA SONORA
Moonlight Serenade
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: Bennyeal
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Sesso: M Età: 66 Prov: BA |
IMMAGINI E PENSIERI
Siete liberi di inserire le vostre immagini e, cosa più importante, i vostri pensieri
...i miei occhi, lo specchio della tua anima
In un mare di lacrime,
costellato di effimeri colpi di luce,
si perpetua il dolore,
denso dei suoi pesi e delle sue misure,
denso come il sangue del corpo
o della mente.
Il vento
mi ruba il sogno
e il brivido che mi rimane
a serpeggiare tra le ossa stanche
mi riporta l'immagine
reale
di una vita in ginocchio,
che si arrende
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