Creato da MalinconieSublimi il 07/06/2011

GiulianoPiancastelli

FAENZA ARTE...STUDIO D'ARTE PIANCASTELLI...VICTORIAN ART

Messaggi di Gennaio 2018

ROMOLO LIVERANI, Il suo volto e la sua vita

ROMOLO LIVERANI
Il suo volto e la sua vita

Romolo Liverani

Romolo Liverani iniziò i suoi studi nella scuola comunale di disegno a Faenza, sua città natale, e con l’insegnamento di architettura tenuto da Pietro Tomba, fu scenografo, decoratore e vedutista. Si specializzò nelle decorazioni di soffiti e pareti in molti palazzi e ville dell'alta società. I nobili e i ricchi borghesi anelavano ad avere un soffitto od un'intera stanza decorata  da lui e il fratello. Le scene a soggetto naturalistico o architettonico, e quelle del melodramma erano il suo marchio di fabbrica, ma anche nei sipari e nella stessa architettura di teatri lavorò a Pesaro, Ferrara, Ravenna, Cesena, Rimini, Urbino e Faenza. Di lui, oltre alle scenografie che lo resero l’artista forse più apprezzato a livello nazionale nel mondo del teatro, restano gli album con schizzi riproducenti luoghi di ogni parte della Romagna e delle Marche impregnati di un romanticismo ottocentesco.

IL SUO VOLTO....
Romolo Liverani ritratto

( Foto di scarsa qualità da me scattata anni fa, nella Pinacoteca Comunale di Faenza )

Il dipinto è conservato alla Pinacoteca comunale di Faenza ed è opera del pittore Bellenghi Lodovico Paolo ( 1815-1891 ). E' un dipinto a olio su tela e misura cm. 102 x70, datato 1840.
Si tratta di una lezione di architettura: quattro uomini sono raccolti intorno al maestro che spiega un disegno di progetto, servendosi di un compasso che tiene in mano. Il maestro è Pietro Tomba; gli allievi da sinistra sono: Federico Argnani, Romolo Liverani, lo stesso Ludovico Bellenghi. Il fondo è scuro.
L'opera, della cui provenienza non si hanno notizie, è di grande interesse storico ed iconografico: tutti gli effigiati hanno ricoperto ruoli di rilievo nel mondo artistico e culturale di Faenza. Pietro Tomba fu maestro di molti pittori faentini dal 1820 fino alla morte avvenuta nel 1846, anzi il fatto che sia ritratto piuttosto anziano ha permesso a Casadei di proporre la datazione del 1840 (Casadei, 1993). Federico Argnani fu il fondatore della Pinacoteca, Romolo Liverani e appunto Ludovico Bellenghi celebri pittori.
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LA SUA VITA
1809. Il dodici settembre nasce Romolo Achille da Gaspare “macchinista del teatro faentino”.
1815-18. Assiste alle operazioni del babbo e degli scenografi durante le stagioni teatrali faentine.
1819. Forse nell’autunno di quest’anno viene iscritto alla Scuola di Disegno diretta da Giuseppe Zauli; partecipa inoltre all’evolversi della formazione artistica del fratello maggiore Antonio che stava perfezionandosi sotto la guida di Pietro Piani.
1820-23. Oltre al disegno d’ornato frequenta le lezioni di architettura e prospettiva nella scuola di Pietro Tomba. Comincia a schizzare vedute e bozzetti scenografici.
1823-25. Perfeziona le sue esperienze artistiche nel campo della prospettiva e scenografia, avendo per esempio il concittadino Clemente Caldesi (allievo del Gonzaga e “gianesco”), prendendo conoscenza anche dei modelli bolognesi del Basoli. Esegue vari albums di vedute del territorio faentino e dintorni, cominciando nel biennio 1824-’25 le prime esperienze professionali di scenografo.
1828. Probabilmente intorno a questo anno fa una puntata a Milano per conoscere il Sanquirico e l’ attività scenografica di quell’ambiente. Del Sanquirico si vanterà di essere stato allievo.
1829. A Bergamo esegue scenografie per quel teatro. E’ quindi documentata l’attività professionale di Romolo fuori di Romagna quando non aveva ancora compiuto il ventesimo anno.
1830. Alterna l’attività di pittore per decorazioni chiesastiche, come i teloni dei Sepolcri o gli sfondi panoramici per Crocifissi, con le stagioni d’opere o di commedie nei teatri di Romagna. L’attività di scenografo nel Teatro faentino, nelle varie stagioni di Carnevale, S. Pietro o d’Autunno, sarà da questo anno in poi pressochè ininterrotta.
1830-35. In uno di questi anni inizia anche l’attività di scenografo per il Teatro di Ravenna che, dopo Faenza e con Pesaro, sarà il luogo preferito dei suoi incontri con il pubblico. Nel 1835 Romolo ha eseguito delle sovraporte di soggetto scenografico nel palazzo di Francesco Casalini sul Corso di Porta Imolese, è co-nosciuto come palazzo Rossi, progettato dal Tomba.
1837. E’ l’anno in cui, il 6 marzo, nasce il figlio Tancredi che se-guirà l’attività paterna.
1840. Inizia l’attività di scenografo al Teatro Nuovo di Pesaro (Teatro Rossini) che, ancor più di Ravenna, gli darà le maggiori soddisfazioni della sua attività teatrale. E’ forse in questo anno che dipinge il secondo scenario, detto Comodino, del Teatro di Faenza, per la stagione in cui eseguì le scene delle opere donizettiane Roberto Devereux e Gemma di Vergy.
1842. Nel settembre di quest’anno termina con le vedute del Ponte delle due Torri travolto dall’alluvione, l’Album di vedute faentine che era stato iniziato nel 1823 e oggi è conservato nella Biblioteca comunale di Faenza. E’ anche l’anno in cui il baritono Tamburini venne a cantare a Faenza la Lucia di Lammermoor e lo Stabat Mater del Rossini; per l’occasione Romolo fece scene in Teatro per la Lucia e il grande fondale nel Salone municipale ove si eseguì, a pochi mesi di distanza dalla trionfale prima esecuzione di Parigi, lo Stabat rossiniano.
1843. Romolo lavora in Teatri della Toscana fra i quali quello di Pisa.
1844-45. Molto attivo a Pesaro ove andrà sposa la figlia maggiore Matilde.

La sera del 31 dicembre del 1844, il pittore Romolo Liverani coi suoi compagni di baldoria: Pasquale Saviotti, Achille Calzi senior, Adriano Baldini e Savino Lega, nell’osteria dell’odierna “Marianaza”, avevano festeggiato con una lauta cena e numerosi fiaschi di vino, la chiusura dell’anno. Quando fu il momento di pagare, si accorsero che i soldi non bastavano e l’oste, che già da tempo faceva credito alla brigata, pensò di chiedere a quegli artisti qualche loro disegno pensando di compensarsi. Il foglio fu chiamato "E' luneri di Smembar" e servì per pagare il debito...

Romolo Liverani
( Romolo Liverani, ritratto pochi anni prima della sua morte )

1846. Nel novembre gli muore il padre Gaspare.

1847-50. E’ un periodo critico per Romolo: malattie sue e dei familiari, poco lavoro e contrarietà di ogni genere gli rendono odiosa la vita. Nel 1849 Romolo fece parte della Commissione istituita dalla Repubblica Romana per il Censimento delle Opere d’arte appartenenti a Chiese e Ordini Religiosi.
1851. E’ andato col fratello Antonio a decorare la Sala e preparare le scene del nuovo Teatro di casa Perticari nella loro villa di S. Angelo in Lizzola sopra Pesaro. Aveva collaborato anche alla elaborazione del progetto architettonico. Nello stesso tempo mantiene contatti con l’architetto Meduna che sta ultimando il nuovo Teatro di Ravenna: fa da consulente per l’attrezzatura del palcoscenico.
1852. Dopo quattro anni di assenza per essere stato escluso dall’ attività del vecchio teatro a causa degli intrighi del giovane scenografo ravennate Luigi Ricci, ha potuto avere la soddisfazione di tornare a lavorare a Ravenna per l’inaugurazione del Nuovo Teatro. E’anche l’anno in cui col fratello Antonio inizia la decorazione della Cappella della Immacolata nella chiesa dell’Osservanza di Faenza; il lavoro è in omaggio alla memoria del padre defunto ed ivi sepolto.
1853. Cambia casa: da quella dei Bassi allo Spirito Santo di fronte alla Beneficenza (oggi Casa Savini) passa in quella dei Tomba da Porta Montanara di fronte alla piazzetta di S. Lucia.
1854. Lavora per vari teatri del Veneto: Venezia, Padova, Vicenza, Verona e nel tardo autunno passa a Mantova.
1855. Anno del colera: fugge di casa e si ritira nella Villa Gessi di Sarna ove si diletta a riprodurre i luoghi del paesaggio circostante.
1856. In quest’anno Romolo è impegnato a restaurare e rinnovare l’interno della Chiesa del Suffragio, dove rifà nuovi tutti gli altari, compreso quello principale, da lui progettati; ha fatto eliminare tutti gli stucchi barocchi alle pareti e col fratello Antonio ha dipinto la parete di fondo del presbiterio.
1857. Romolo e Antonio completano la decorazione della cappel-la dell’Immacolata nell’ Osservanza e vi pongono la lapide in memoria del padre.
1858. Sempre in collaborazione col fratello Antonio, Romolo rin-nova e decora la chiesa di San Maglorio. Egli è il direttore anche del restauro architettonico. In primavera Romolo, col figlio Tancredi, era stato a lavorare a Ferrara e poi erano passati a decorare la Sala e preparare gli scenari per il nuovo Teatro di Argenta.
1861. In primavera è nuovamente in crisi: indebitato e senza lavoro fin dall’anno precedente. In estate però lui e il figlio Tancredi vanno a lavorare a Cesena, finito il lavoro a Cesena, Tancredi passa a Forlì per quella stagione d’opera e Romolo in ottobre va ospite del Conte Antonio Gessi alla Villa di Sarna.
1864. In primavera Romolo è disoccupato e arrabbiato contro la Deputazione Teatrale di Faenza, ma spera di rifarsi a Pesaro dove lui e Tancredi, hanno avuto incarico di apprestare tutte le scene per l’opera Guglielmo Tell in occasione della stagione d’opera per l’inaugurazione del monumento a Rossini. Subito dopo passerà a lavorare per il Nuovo Teatro della Fortuna di Fano.
1866. Geremiadi fra lui e l’amico Odoardo Gardella di Ravenna a proposito della situazione economica e sociale della Romagna. Sono tutti disoccupati con grande miseria a Ravenna e Faenza ragion per cui Tancredi pur di avere un soldo da mandare a casa si è fatto soldato. In compenso in casa Liverani aumentano le bocche: è nato il secondogenito di Tancredi (Leonida).
1868. Ormai Romolo è mal ridotto anche fisicamente e confida le sue pene alla Marianna Casalnuovo, cognata dell’amico Gardella, che fu in tempi migliori, una sua allieva prediletta.
1869-72. Romolo fisicamente e moralmente depresso, declina verso la sua fine in piena miseria. Tancredi è emigrato con la famiglia a Roma sperando di trovare lavoro e Romolo con sua moglie si ritira in una misera stanza in fondo a Via Monaldina verso S. Rocco dove muore di stenti al tramonto del 9 ottobre 1872.

PALAZZO MILZETTI...La capanna rustica a trompe l'oeil dei Liverani Romolo e il figlio Tancredi.
A Palazzo Milzetti a Faenza, un piccolo gioiello che testimonia il carattere del giardino “romantico” realizzato presumibilmente all’epoca dell’età Rondinini, forse attorno al 1851.

Capanna rustica, palazzo Milzetti

La struttura in legno di faggio con tetto incannicciato, presenta all’interno una decorazione a tempera di Romolo e Tancredi Liverani di carattere illusionistico che allude alla funzione di servizio al giardino o al giardiniere o ancora di divertimento e riposo. Ed è nel carattere della finzione che si rivela il gusto teatrale del Liverani che ci fa immaginare vero il legno finto, gli oggetti e le suppellettili, i libri e i fogli, gli strumenti di lavoro e soprattutto lo straordinario paesaggio che si rivela oltre un tendaggio come un fondale di palcoscenico aldilà di un sipario sollevato. La conversazione è l’occasione per un confronto e un riferimento ad altri contesti soprattutto di ville del territorio ove Romolo Liverani ha lasciato significative tracce del suo “genio romantico” nelle decorazioni parietali.
affreschi interni
Le notizie storiche sono state prese da internet.

 
 
 

FAENZA, Casa Sangiorgi e gli affreschi di Romolo Liverani

Post n°188 pubblicato il 24 Gennaio 2018 da MalinconieSublimi
 

ROMOLO LIVERANI

"Casa Sangiorgi e gli affreschi dei fratelli Liverani"

Ora sede di Quazàr, Coworking e spazio eventi.

https://www.facebook.com/CoWorkingFaenza/

Ho avuto la fortuna di diventare un artista noto a livello nazionale, ho fatto videoesposizioni di mie opere al Louvre, ricevuto premi ad Edimburgo in Scozia. L'arte è sempre stato il sangue che mi ha mantenuto in vita. In questo mio blog mi sono spesso preoccupato di segnalare altri colleghi artisti, ma poi ho compreso che un artista vivo, ha sempre più possibilità di far conoscere la propria arte, mentre uno morto...


Casa Sangiorgi Faenza


Ho una grande passione per un artista nato nella mia stessa città natale, anche se in un'epoca diversa...Romolo Liverani. Molto famoso ed apprezzato, presente in aste d'arte, collezioni private, ecc. Ma quando si è così "magici" come lui, parlarne non è mai abbastanza. I suoi affreschi poi mi sconvolgono, mi entrano nell'anima, come quelli di Casa Sangiorgi a Faenza.

All’interno del palazzo ci sono vari ambienti affrescati dai fratelli Liverani fra i quali la Sala della Lirica che vi mostro in foto.
Questo ambiente era la sala dove Romolo Liverani, che all’epoca risiedeva qui, riceveva e s’intratteneva con gli amici .

 

Romolo Liverani affreschi


L'edificio dalla facciata anonima e severa, tutta in mattoni a vista come era tipico nelle case con secoli di storia sulle spalle, non fa presagire quello che nasconde al suo interno. E' certamente uno dei tanti edifici in cui i fratelli Liverani hanno dato il meglio.

Ringrazio l'Arch. Bianca M. Canepa, per avermi autorizzato a fare questo post.

Romolo Liverani affreschi

Il Liverani era l'allievo prediletto di Pietro Tomba nella locale scuola di architettura. Dal 1824 era già attivo come acclamato scenografo nei teatri di Faenza, Ravenna, Senigallia e Lugo. Lavorò in tutta l'Italia settentrionale e centrale presso i più importanti teatri, ma particolarmente in Romagna e a Faenza.

 

Romolo Liverani affreschi


Straordinario interprete della decorazione faentina dell'Ottocento, proseguì con il fratello maggiore Antonio la tradizione neoclassica inaugurata da Felice Giani arricchendola di stilemi romantici.


Romolo Liverani affreschi


Nel 1830 eseguì decorazioni prospettiche nel Palazzo Mazzolani, del 1831 è lo scomparto della Chiesa di San Vitale, del 1837 i decori di Villa Rotonda, nel '39 il convento di San Domenico, nel 1840 decorò lo studiolo di Palazzo Gessi, e del 1842 sono le decorazioni di Palazzo Pasolini Zanelli. Negli stessi anni opera con il fratello Antonio in molti palazzi e case faentine. Nel 1843 fu attivo nelle dimore patrizie di Ravenna.

Romolo Liverani affreschi


Verso il 1848 dipinse le lunette dipinte nel Palazzo Laderchi a Faenza raffiguranti le due ville di campagna di proprietà dei Conti Laderchi: villa il “Prato” e la villa di Prada. L'anno 1851 curò la realizzazione del teatrino Perticari di Sant'Angelo in Lizzola. Tra il 1852 e il 1857 eseguì, sempre col fratello, la decorazione della Cappella dell'Immacolata della Chiesa di San Girolamo all'Osservanza di Faenza, dedicandola al padre, morto nel 1848.

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Ringrazio il signor Pietro Baccarini che mi ha autorizzato a pubblicare le sue foto.

Una parte delle notizie storiche sono state prese da internet

 
 
 

Alice's... Portobello Road London

Post n°187 pubblicato il 19 Gennaio 2018 da MalinconieSublimi
 

PORTOBELLO ROAD
e le magiche atmosfere di....
Alice'
Ci sono luoghi che quando li attraversi, sembra quasi suscitino una sorta di  benessere agli occhi....e all'anima. Oggi ve ne presento uno...


portobello road


Se si decide di fare un viaggetto a Londra una delle tante mete irrinunciabili è certamente Portobello Road. Famosa nel mondo per il suo mercato antiquario e indipendentemente da questo, già  spettacolare da attraversare a piedi. Le case una di un colore diverso dall'altra, le caratteristiche finestre, i negozietti con le vetrine d'altri tempi, che sembrano uscite da un romanzo di Dickens, insomma, un luogo che certamente vi entrerà nel cuore. La via è piena di negozi storici, ma certamente quello più affascinante  è"ALICES" di fama mondiale, al numero  86 di Portobello Road appunto.


alice's


Fondato nel 1887, è una rinomata azienda a conduzione familiare che si dedica alla vendita di oggetti d'antiquariato, articoli di riproduzione, mobili e opere d'arte. Aperto 5 giorni su 7, da martedì a sabato. Questo posto ha una splendida vetrina rossa  ed è assolutamente da visitare quando si cercano oggetti di antiquariato o semplicemente vecchi, o quando si va a Londra per fare shopping a Portobello Road a Notting Hill. Il negozio è assolutamente stupendo ed è stato spesso utilizzato come location in numerosi film nel corso degli anni, lo si può vedere anche nel film del 2014 Paddington.


alice's


Tantissimi i divi del cinema e della tv, o i politici che negli anni hanno fatto una capatina da Alice's. I prezzi sono abbastanza buoni, ma sappiamo tutti che Londra è carissima. Puoi trovare tutti i tipi di regali, dai vecchi barattoli di marmellata alle vecchie casse, alle ceramiche e alle teiere di chintz più nuove e incredibilmente belle, realizzate nello Staffordshire da Heron Cross Pottery. Ottimo posto per prendere una bella teiera Made in England per meno di 30 sterline. Il negozio è piuttosto stretto all'interno ma ricco di tante cose con quella patina d'altri tempi che fa molto vecchia Inghilterra. Un negozio che ha una lunga storia. Aprì i battenti come già detto nel 1887, è in tanti anni ha anche cambiato vari proprietari, uno di questi fu Alan Carter, nato a High Wycombe in  Inghilterra nel1941, e cresciuto nei dintorni di Portobello Road. Dopo aver lavorato per un anno e mezzo in un'assicurazione, andò a lavorare per un commerciante di antiquariato di portobello road dove rimase per due anni prima di mettersi in affari con suo fratello Kenny.


alice's


Lavorò per un periodo di cinque anni nel commercio dell'antiquariato a Portobello Road, che  è stato seguito da altri 14 anni di commerci nel paese occidentale. Alan Carter è il fratello di Ken Carter che ha lavorato e ha posseduto "Alice" per molti anni, fino alla sfortunata morte di Ken.





Nel 1980 ha trasferito la sua famiglia in Australia dove ora importa pezzi d'antiquariato dall'Inghilterra e pubblica riviste e libri. Ora il negozio è gestito da altri proprietari che lo riempiono fino a svegliare, di oggetti molto British Style. E poco lontano da lì avrete anche modo di gustare degli ottimi arancini Siciliani. Chissà! Forse un giorno ci andrò anch'io a visitarlo! Ma voi...che aspettate a partire?


 
 
 

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