Creato da nontantopiccolapulce il 26/01/2006
un po' di me in un blog arancione ;)
 

Area personale

 

I miei Blog preferiti

Citazioni nei Blog Amici: 13
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e i membri possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Ultime visite al Blog

Quaquaraqua77driver223Oxumare81saralol79lucisuglialberinontantopiccolapulceallauroraticercobiba_386marco110975venticinquemarinellabal_zacTaiBluvia_dei_sogniERREZETAxMacchiaccia
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Ultimi commenti

 

 

« L'inverno...La trentenne etero che n... »

Identikit di un rivoluzionario

Post n°222 pubblicato il 01 Febbraio 2012 da nontantopiccolapulce

Ho appena letto un bellissimo articolo sulla Persona che da qualche anno mi ha stravolto magnificamente l'esistenza, l'Amico che mi ha abbracciata ma anche rivoltata come un calzino, Colui da cui traggo la mia ispirazione, la mia gioia e il mio equilibrio e che mi ha dato tutta l'energia per essere quella che sono adesso, con tutti i miei pregi e, perchè no, anche accettando i miei tanti difetti

Lo condivido con voi :

 

GESÙ: IDENTIKIT DI UN RIVOLUZIONARIO di Corona Perer*
 

Quale fu l'immagine di Gesù? E' possibile applicare la Teoria della Comunicazione di massa al suo messaggio? Partendo dal concetto di immagine e coniugando il termine in una duplice visione, teologica e sociologica, è possibile dimostrare che Gesù fu anche maestro di comunicazione.  Eccone le ragioni.

E' autenticamente uomo:
Condivide la condizione umana fino in fondo, sperimenta la fatica e il disagio quotidiano, il lavoro, la fatica tipiche della sua gente. Mangia, beve, dorme, si alza, prega, fugge la folla che lo "pressa". Prova sentimenti: sente compassione di fronte alle folle che lo seguono, di fronte al lebbroso emarginato, alla vedova privata dell'unico figlio: piange alla vista di Gerusalemme (e ne prevede la rovina), davanti alla tomba di Lazzaro. Prende posizione, difende i suoi discepoli, è mite e paziente, ma reagisce con tristezza e collera di fronte alla durezza del cuore, al rifiuto di credere.

E' un anticonformista 
Rompe le regole. Dai suoi gesti e dalle parole emerge una straordinaria libertà, sincerità, schiettezza e capacità di grandi decisioni. È libero dalla schiavitù delle cose, da preconcetti e comode convenienze sociali. Parole e comportamenti di GESU' capovolgono il modo di giudicare e di agire degli uomini. Smaschera l'istinto di potere, la sete di onori e di privilegi, l'avidità delle ricchezze, l'egoismo e l'autosufficienza, lo spirito fazioso. Infrange le consuetudini tra i rabbini di allora (niente donne e bambini al seguito e malati da segregare...) e capovolge la scala dei valori: il Regno dei Cieli non è monopolio di nessun privilegiato. Sul sabato compie la più grande rivoluzione che si poteva compiere allora come oggi. Capovolgendo la regola "è il sabato per l'uomo, non l'uomo per il sabato".

E' schierato
Ha fatto l'opzione degli ultimi, accoglie tutti, è solidale con chi è nel bisogno. Cura i peccatori offrendo loro amicizia, li sostiene nel cammino di vita nuova. Dà sollievo ai malati, ai sofferenti, ai rattristati. Risveglia chi è sfiduciato. Ai più osservanti (stupiti di un Rabbi che scavalca lo steccato di separazione tra buoni e cattivi), risponde con semplicità che è venuto per i "malati".

Ha un programma 
E lo presenta a quanti vivono ai margini della società, con gesti che puntano il dito sulla ignoranza e sul pregiudizio culturale. Il suo programma va contro ogni divisione ed emarginazione. In particolare: i posseduti dal demonio, i malati di lebbra, i pagani che non hanno parte ai privilegi di Israele, le donne e i bambini che non hanno alcun peso nella società, chi ha commesso reati e sono evitati dai "buoni", l'adultera come la cananea. L'agire di GESU' è quello di chi vuole raggiungere tutti, cogliendo ogni opportunità di "salvare". La folla coglie la sua apertura verso tutti: donne, bambini, pubblicani e peccatori, malati e lebbrosi, gente analfabeta e disprezzata..

E' misterioso 
E' parola di DIO, il figlio di DIO. Su di lui il Padre compie gesti prodigiosi: la colomba al suo battesimo sul Giordano, la trasfigurazione con le vesti bianchissime e il dialogo con i profeti sul monte, la vittoria sulla morte con la Resurrezione.

Agisce...
Guarisce il lebbroso, chi è posseduto dallo spirito maligno, la suocera di Simone.  E' Signore delle cose e della vita: placa la tempesta, moltiplica il pane per sfamare la folla. Compie gesti significativi che «sono tipici di DIO»: perdona i peccati e si attribuisce passi biblici, caccia i mercanti dal tempio.

La sua comunicazione:
- E'  incontro
Ci sono sempre due persone che mettono in gioco la loro libertà, l'incontro con GESU' porta a mettersi in gioco. 
- E' impegno
GESU' chiede di dargli credito e promette a chi glielo dà meraviglie
- E' esclusione
Non entra nella relazione con GESU' chi ha la pretesa di comprendere il mondo da spettatore non-partecipe, chi vuole abbracciare senza lasciarsi abbracciare. Non entra in contatto con lui chi non vuole capire l'altro e farsi coinvolgersi dalla sua vita, chi pur apprezzando  un valore non lo sceglie, chi pretende di predisporre-condizionare la vita senza viverla mettendosi in gioco. Non entra in relazione con lui chi non è pronto a vestire gli abiti dell'uomo nuovo, abbandonando quelli del vecchio uomo: lui è il Nuovo Adamo. 
- E' apertura
La comunicazione di GESU' è solo rivolta all'amore: quello verticale del Padre verso il Figlio, quello orizzontale tra l'uomo  il suo simile. Quando la comunicazione non incontra un cuore aperto ogni parola è inutile e GESU' sceglie la via del silenzio.
E' verità
GESU' punta ad una comunicazione vera e quando prende una piega sbagliata, perché non è secondo verità, o perché è sviata da un'idea erronea o da un'illusione, GESU' dà una sterzata risoluta, apre gli occhi al suo interlocutore, gli mostra un orizzonte più ampio e profondo. 
E' speranza
C' è un nuovo mondo per chi accoglie questa comunicazione che è tutta compresa nella categoria della "promessa". 
E' provocazione
GESU' spiazza. La sua comunicazione ha strategie imprevedibili, argomenti al limite del paradossale che tolgono alla comunicazione ogni ovvietà. Il modo di fare di GESU', pur partendo dall'umiltà di gesti, parole, situazioni, riferimenti semplici, mette sempre in campo qualcosa di imprevedibile... 
- E' novità
Egli è la novità di DIO ed è venuto a salvare l'uomo. Il suo parlare è nuovo. Le parabole: sono storielle semplici tratte dalla vita sociale e familiare del tempo, ma in esse GESU' innesta elementi paradossali (si uccide il figlio per avere l'eredità, bisogna procurarsi l'olio per le lampade nel pieno della notte, il più piccolo dei semi diventa l'albero più grande). Il meccanismo delle parabole provoca e costringe l'interlocutore
E' penetrante
GESU' penetra l'uomo, lo conosce, lo attraversa. Ma lo lascia libero, anche di dirgli di ‘no'. L'ultima grande parola di GESU' è il silenzio e il grido inarticolato sulla croce. Avrebbe potuto scendere e costringere tutti a credere con un ultimo mirabolante prodigio. Non lo ha fatto. Da vero uomo è morto. Da vero DIO si è donato affrontando la derisione degli uomini. Perché il dono di sé è la forma di comunicazione più alta.

*Lo studio è stato pubblicato su Rivista di Teologia Morale nr. 159, luglio settembre 2008, pagg 431-435

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963