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Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1

Post n°5 pubblicato il 22 Ottobre 2011 da famigliaarcobaleno
 
Tag: Jannik
Foto di famigliaarcobaleno

Jannik

Mentre mi sto godendo le ultime ore della giornata sdraiato in giardino arriva Jannik con il suo solito sorriso da 32 denti.
Ciao Tony, lo so che per te é un po tardi, ma hai voglia di fare quattro chiacchiere con me mentre ci beviamo un caffè?
Hey piccolo, dai tuoi occhi posso leggere che c'è qualcosa di importante di cui vuoi parlarmi. Il caffè lo preferirei con un cucchiaio di zucchero ed un biscotto a lato, senza latte. Sai a quest’ora è meglio non stimolare lo stomaco con fermenti lattici troppo vivi!
OK, dammi il tempo di preparare il caffè e di cambiare l’acqua ai fiori, e possiamo parlare con calma.
Jannik è un ragazzo di appena 18 anni con alle spalle tante (forse troppe) esperienze negative. A volte mi vergogno pensare che io a 18 anni avevo come obiettivo primario la patente di guida, o organizzare una serata in discoteca con gli amici, praticamente Problemi (quelli con la A maiuscola) zero!
Oggi sono 4 settimane che è arrivato da noi, e se ripenso alle ultime settimane ed al suo sorriso, non posso fare altro che pensare ad un miracolo!
Jannik è un ragazzo cresciuto con la sola madre. Per la maggior parte della sua infanzia è stato accudito dai suoi nonni materni, dato che la madre non era in grado di prendersi cura di lui. Nemmeno la mamma conosce il padre, dato che il suo concepimento è stato un caso fortuito. Ebbene si, la mamma lavorava in una delle tante case di appuntamento sparse per la Baviera. Con il tempo ha imparato a conoscere cosa sia l’affetto e l’amore tramite i nonni, ma all’età di 16 anni la nonna è mancata in seguito ad un tumore al fegato, ed il nonno ha raggiunto la sua consorte dopo qualche mese, forse per il dolore per aver perso la sua cara moglie.
La mamma negli anni è riuscita ad avere quasi tutti i problemi che un essere umano può cercarsi, iniziando con la prostituzione, passando per l’alcool e sfociando nella droga .
Comunque, nel periodo in cui nonni sono mancati, stava in una delle rare fasi di presa di coscienza, ed è anche per questo che i servizi sociali decisero di affidare il piccolo alla mamma.
Per fortuna non si è dovuto trasferire in un altro appartamento, dato che la casa dei nonni era oramai libera, ed era molto grande. Fu così che la mamma si trasferì con Jannik nella casa dei suoi genitori.
L’idillio però è durato molto poco. Evidentemente non era in grado di affrontare un 16enne alle prese con le tempeste ormonali, ed i soldi che ricevevano dall’assistenza sociale non erano mai sufficienti per arrivare a fine mese. Fu così che cominciò ad arrotondare con quello che sapeva fare meglio, e ricevere a volte i clienti direttamente a casa.
Nonostante i suoi 48 anni e i periodi di alcol e di droga, la ragazza era ancora molto avvenente, e non era difficile per lei trovare clienti molto facoltosi pronti a compensare molto generosamente le sue prestazioni. Evidentemente i soldi non bastavano mai! Comprare i vestiti che necessitava per operare la sua professione, e la droga di cui aveva bisogno erano lussi molto costosi!
Dopo alcuni mesi dal trasloco la situazione andava sempre più peggiorando, e naturalmente anche i problemi con Jannik che oltre alle prese dell’essere adolescente cresciuto praticamente senza genitori, si ritrovava adesso ad avere a che fare con una mamma che praticamente era un relitto della società!
La goccia che fece traboccare il vaso fu quando un giorno si presentò con Albert, il suo nuovo compagno! Albert praticamente traslocò dopo solo pochi giorni, e fu subito chiaro che anche lui era nella stessa situazione della mamma, anzi peggio, dato che pretendeva che la sua mamma si prostituisse anche per racimolare un pò di soldi per lui.
I mesi passavano per Jannik tra preoccupazioni di trovare a casa qualcosa da mangiare a pranzo e a cena, e paura di essere bastonato o dalla mamma o dal suo compagno. Non era raro organizzare dei party a base di droga, spesso con altri uomini che sfruttavano le prestazioni della mamma. Dato che i party venivano organizzati di sera, non potevano mandar via Jannik, quindi veniva confinato nella sua stanza al piano superiore.
Fu proprio in uno di questi party che mentre la mamma era praticamente strafatta insieme ad uno dei 2 clienti che quella sera avevano partecipato al festino, il compagno e l’altro cliente decisero di andare a fare una visita nella camera di Jannik. Sembra che il cliente aveva messo su piatto una somma a 4 cifre per poter usufruire del figlio della prostituta, ed il compagno senza alcun scrupolo aveva subito indicato dove si trovava Jannik.
Presero di sorpresa Jannik che stava facendo i compiti. Lo presero uno dalle gambe e l’altro per le braccia e lo stesero sul letto, e mentre il compagno lo teneva bloccato, l’altro iniziò a spogliarlo togliendogli prima le scarpe, poi i pantaloni e la t-shirt e quindi gli slip. Jannik rimase terrorizzato dei 2 energumeni che nel frattempo lo schiaffeggiavano. Fu nel momento in cui il cliente cominciò a togliersi i pantaloni che riuscì a sferrare un calcio in mezzo alle gambe e a dare un morso alla mano del compagno della mamma.
Prese al volo i suoi vestiti e a scappare dalla sua camera. Una volta sceso le scale, si rimise i jeans e la t-shirt, e scappò via di casa. Nel frattempo i due cominciarono a discutere animatamente. Evidentemente il cliente era insoddisfatto della mancata prestazione.
Erano circa le 9:00 di sera, e Jannik non sapendo dove andare, si avviò verso la stazione del paese. Voleva scappare, andare lontano, e quindi decise di andare alla stazione centrale di Monaco.
Quando arrivò alla fermata del tram, il treno aveva appena fatto scendere le persone e si apprestava a chiudere le porte. Con un guizzo si lanciò tra le porte che stavano chiudendosi lentamente. Un secondo più tardi non sarebbe riuscito a salirci!
A quell’ora non c’era tanta gente nel tram, quindi non fu difficile trovare un gruppo di sedili vuoti. Tremante ancora per ciò che era appena successo, prese posto nel sedile vicino al finestrino, e si mise a fissare gli alberi che sfilavano sempre più veloci, con lo sguardo all’infinito.
Fu dopo alcuni minuti che si accorse di essere osservato. Dal vetro del finestrino vide qualcuno in piedi che lo stava fissando. Girò lo sguardo e si asciugo in fretta le lacrime.
È libero un posto?
Si, prego, sono tutti liberi.


Continua...

 
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