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« SavinoLa Musica che Sento »

Savino

Post n°45 pubblicato il 04 Novembre 2013 da robertocass
 
Foto di robertocass

2° Puntata



 

Ruggero è un uomo imponente che mette suggezione, un uomo severo che ha sempre fatto le sue scelte, vivendole sempre in prima persona.

A Barletta la sua era una famiglia benestante e conosciuta ma Ruggero aveva le sue idee e si era innamorato di Vincenza.

Vicenza era carina, piccola, non bella e lavava i piatti in cucina.

La madre se ne era accorta.

Ruggero, te lo dico di nuovo, Vicenza è solo una serva e tu se vuoi divertiti va bene ma non fare cose di cui potresti pentirti.

No, mamma io la voglio sposare.

Ruggero non pensarci nemmeno, se fai come al solito di testa tua, tuo padre te la farà pagare, ha già detto che ti toglie tutto e ti lascia senza un soldo.

Ma Ruggero era testardo, anzi più era contrastato e più s'incaponiva.

Vicenza domani scappiamo.

Ma Ruggero dove andiamo, soli e senza soldi, tu ancora non lavori, che facciamo?

Andiano a Roma, siamo nel 1924, tranquilla che ci sistemiamo.

E così una notte scappano da Barletta, un viaggio in treno in terza classe fino a Roma e poi la città, la capitale, enorme e immensa, disponibile per un ragazzo come Ruggero grande e grosso.

In poco tempo trova lavoro come meccanico alle Officine Meloni, prende casa vicino alla fabbrica.

In pochi anni ne diventa il capoccia e arriva ad un discreto benessere, aumentato sotto la guerra perchè da ragazzo sveglio si era unito ad una banda di partigiani che rubavano ai treni tedeschi fermi alla Stazione Tuscolana.

Il rischio era grande, i tedeschi uccidevano ma poi c'era la borsa nera e i soldi erano tanti.

Ora la guerra era finita ma tanti soldi erano stati spesi in operazioni sbagliate.

Ruggero era analfabeta e questo era il suo grande cruccio, costretto a fidarsi era stato truffato, aveva fatto studiare i figli, ma erano troppo piccoli per aiutarlo.

Ora sperava in Savino, alla sua età poteva farlo.

L'aveva fatto entrare all'officina, dove aveva già preparato il posto per gli altri due maschi, ed ora sperava che Savino fosse sveglio come lui.

Savino, allora?

Sì papà arrivo.


Anna, Anna, Anna.

Buongiorno, che c'è?

Scendi che andiamo al mare.

Come? Ma che sei matto, io non posso, devi chiederlo a mamma.

Va bene.

Buongiorno Signora Gilda, andiamo al mare in treno a Fiumicino, torniamo presto.

Gilda lo guarda e sorride.

Va bene, però viene anche Ivana e questa sera vieni a parlare con Gaetano.

Certo ci mancherebbe, io con Anna ho intenzioni serie.

Va bene a stasera e non fate tardi.

Mentre aspetta Savino non è proprio tranquillo, certo forse le cose sono un pò precipitate, ma Anna è la ragazza giusta per me pensa, e quella che già vedo madre dei miei figli.

Si calma e nell'attesa si accende una sigaretta.

Veramente non fumava ma ogni volta che decideva di uscire andava nel cassettone e prendeva un pò di soldi e poi faceva l'americano, andava al bar e al ristorante e comprava le sigarette.

Ruggero non si fidava delle banche e sempre per la paura della sua ignoranza lasciava i soldi a casa, tutti nel cassetto.

Savino ne approffittava e ne prendeva qualcuno, sempre pochi però.


Fù una bella giornata, Savino era al colmo della gioia, passeggiava per le strade del porto con la sua ragazza vicino, poteva sentirla, poteva sentirle battere il cuore, e poi girato l'angolo Ivana andava a prendersi un gelato e lui poteva baciarla e stringerla a sè.

Il mare era calmo, era freddo ma al sole si stava bene, sul molo le barche dei pescatori e le reti stese al sole ad asciugare.

I gabbiani volavano basso e cercavano da mangiare, il cielo era limpido di un bel blu deciso, era proprio una bella giornata.

Al ritorno Savino cantava Annie ed erano felici.


Buonasera Sig.Gaetano

Vieni entra prendi un bicchiere di vino.

Allora?

Niente, io ho intenzioni serie con Anna, sono un bravo ragazzo, fra qualche giorno entro a lavorare alle Officine Meloni dove mio padre è capoccia e ho studiato, ho il diploma di tornitore.

Va bene, quando pensate di sposarvi.

Veramente non ci ho ancora pensato, ma presto, al massimo l'anno prossimo.

Va bene, siediti che mangiamo.


Savino era felice non pensava che sarebbe stato così semplice, era ormai fidanzato casa e la cosa gli andava molto bene.

Certo, pensava mentre rientrava a casa, ora devo dirlo a ai miei, ne parlo a cena.

Mamma, papà mi sono fidanzato.

Tutti lo guardano e gli fanno i complimenti, Ruggero sorride

Bene, ora che metti la testa a posto, le cose cambiano e potrai aiutarmi.

Savino lo guarda ma non risponde.

Avrebbe voluto dirgli che non ne era capace e che non gli interessava, lui voleva un lavoro, una moglie e dei figli, voleva una vita tranquilla, non aveva le idee imprenditoriali del padre.


Un padre che non accettava di essere contraddetto e che per questo non aveva mai avuto e mai avrà, l'aiuto di quel figlio maschio che a vent'anni voleva solo divertirsi con la sua ragazza, e a cui i soldi non interessavano.

Non gli interessava aprire un negozio, una attività, lui stava bene così, gli bastava la sua Anna per essere felice.

Pensava a questo mentre si faceva la barba.



Savino sbrigati ci aspettano tutti in chiesa.

Sì ci aspettano tutti, sono cinquant'anni di matrimonio.

Anna, vieni qui.

Ti ricordi quando ci siamo sposati?

Ora siamo vecchi ed io non stò bene, non ci sento più e il cervello ogni tanto parte, me ne rendo conto ma non posso farci niente.

Ma che dici, stai buono.

No, ferma, ora sono lucido, chissa se mi ricapita ancora.

Siamo stati bene, siamo stati una bella famiglia, tre figli tutti sistemati con tanti nipoti, siamo nonni e bisnonni.

Ho vissuto una bella vita insieme a te, siamo stati felici.

Ti ho sempre voluto bene, anche oggi dopo cinquant'anni di matrimonio.

Solo che ora stò diventando un peso per te, il cervello non funziona, mi dimentico tutto, anche di andare al bagno.


Quando il cervello parte però sogno, sogno il mare, sogno io e te da ragazzi, sogno la nostra vita che ripercorro tutta, come in un film.

Ho paura un giorno di non svegliarmi più, di passare dal sogno alla morte.

Ferma, ne sono cosciente, non ti preoccupare, volevo solo dirti queste cose oggi che sono lucido.

Non lo so quando e se ricapiterà, salutami e dai un bacio ai miei figli e ai miei nipoti, digli che gli ho voluto bene anche se non l'ho mai detto.

Non l'ho mai detto neanche a te, non sono capace in queste cose.

Ti ricordi che per chiederti di fidanzarti con me ho fatto parlare il disco di Rabagliati?

Sì, certo che lo ricordo, eri tanto bello, mi sei subito piaciuto.


Ora però vieni che comincia la messa.

Savino svegliati, è tanto che dormi.


No,ora sono stanco, dopo mi alzo.


Savino, ho paura, ti chiamo ma mi sembra che non mi ascolti.


No, Anna stiamo al mare, vieni a fare il bagno.

Anna guarda che sole, i bambini stanno giocando ed io ti stò abbracciando.


Savino, no, non fare così, stiamo in ospedale.


Va bene, dopo mi alzo.

 
 
 
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