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Conseguenze del consumo di carni rosse

Post n°158 pubblicato il 20 Marzo 2019 da robertocass

 

 

 

 

Le carni rosse (bovine, suine, ovine,equine e caprine) e comunque i prodotti di origine animale forniscono proteine.

Le proteine sono conosciute per il loro potere di fornire quell’energia che dura nel tempo.

La proteina ha un processo digestivo più lento, produce più scorie metaboliche e non dà quindi una spinta energetica immediata: questa caratteristica appartiene invece ai carboidrati, fonte primaria di energia per il cervello e una loro carenza rende molto difficile la concentrazione.

Sentirsi stanchi e deconcentrati può essere il segnale di un eccesso proteico nell’organismo, soprattutto in relazione alla produzione di un eccesso di scorie (ad es. i corpi chetonici, che possono dare mal di testa, stanchezza ed irritabilità).

Esagerare con la carne può portare a una carenza di nutrienti, come ad esempio la vitamina C, che si trova raramente nei prodotti animali.

La vitamina C svolge un ruolo importante nella formazione del collagene, proteina alla base della crescita di pelle, capelli, unghie, ossa e altro ancora.

Una carenza quindi può essere alla base di capelli deboli, pelle sciupata, ruvida o irregolare.

La carne è quasi priva di fibra, che normalmente è contenuta in frutta, verdura e cereali integrali.

Costipazione e dolorosi movimenti intestinali sono uno dei primi segnali che nella dieta manca la fibra e che si sta esagerando con la carne.

La ridotta funzionalità dell’intestino facilita l’accumulo di sostanze nocive e interferisce con l’assorbimento delle sostanze nutritive.

Mangiare troppa carne può causare alito cattivo.

Quando il corpo va in riserva di carboidrati comincia a usare il grasso come combustibile metabolico e questo favorisce la produzione di chetoni, che possono dare all’alito uno spiacevole odore di acetone.

La carne è ricca di grassi saturi e la ricerca suggerisce che aumentano il colesterolo cattivo (LDL) che, a sua volta, aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiache.

L’eccesso di proteine può provocare danni ai reni.

In particolare le proteine a base animale sono ricche di composti chiamati purine che si scompongono in acido urico e troppo acido urico aumenta il rischio che si formino calcoli renali.

Con la carne viene inoltre introdotto l’azoto, una molecola contenuta solo nelle proteine e non nei carboidrati e nei grassi.

Se l’azoto viene introdotto in quantità eccessiva rispetto ai fabbisogni deve essere eliminato (sono le cosiddette “scorie azotate”) attraverso i reni.

E anche in questo caso, il super lavoro dei reni per eliminare le scorie in eccesso, può aumentare il rischio di calcoli renali, soprattutto per le persone già inclini e, nel caso di persone anziane e/o con problemi renali, promuovere un’insufficienza renale.

A lungo andare, come detto, con il consumo di carne rossa in eccesso, viene prodotto molto acido urico che, se non correttamente smaltito, può portare danni seri ai reni e al fegato, sottoposti a un super lavoro per eliminare le scorie azotate.

Con l’aumento di acido urico i reni hanno bisogno di più acqua per diluire le tossine attraverso l’urina: per questo si rischia di rimanere disidratati senza rendersene conto.

La disidratazione può essere anche indiretta: mangiando più carne, mangiamo più sale e meno verdure, quindi a maggior ragione siamo a rischio di disidratazione.

È vero che l’apporto di proteine e l’esercizio fisico possono costruire un corpo tonico, ma può verificarsi un effetto indesiderato perché la carne contiene anche grassi saturi.

Le carni rosse (bovine, suine, ovine, equine e caprine) sono state dichiarate «probabilmente» cancerogene sia dal WCRF che dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel 2015 perché è stato individuato un legame diretto tra queste e (soprattutto) il tumore al colon-retto, primo in termini di incidenza in Italia.

L’indicazione del Fondo mondiale per la ricerca sul cancro è di limitarne il consumo a 300 grammi alla settimana.

La carne rossa è ricca di ferro-EME, altamente ossidante, per cui aumenta la produzione di radicali liberi che hanno un effetto cancerogeno e generano infiammazione intestinale.

Un eccesso di proteine animali tende ad acidificare l’organismo, quindi rischia di attivare una reazione di rilascio di ioni calcio dalle ossa, nel tentativo di alcalinizzare il sangue circolante, quindi di portare ad una rarefazione del tessuto osseo (osteopenia che, nei casi più gravi, diventa osteoporosi).

Importantissimo è alternare le proteine animali con proteine vegetali, soprattutto legumi.

Quindi quanta carne si può consumare a pasto?

100 grammi a crudo di carne sono più che sufficienti.

 

 

Stefano Erzegovesi medico nutrizionista e psichiatra, responsabile del Centro per i disturbi alimentari dell'Ospedale San Raffaele di Milano

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Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 19/04/19 alle 14:30 via WEB
Sto facendo la dieta. Al mattino posso mangiare due fragole. A pranzo, sedano scondito a volontà. Ma quanto sedano si può DESIDERARE di mangiare, secondo voi?
 
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