Creato da robertocass il 22/03/2011
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Messaggi di Ottobre 2017

 

Separati e Separate

Post n°131 pubblicato il 27 Ottobre 2017 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Ci voleva un comico di Zelig per rammentarci il destino dei tanti divorziati con prole che scivolano lungo la scala della sopravvivenza fino a cadere per terra.

Dormire sul sedile di un’auto come lui, mangiare alla Caritas sono situazioni che viviamo ogni giorno, ognuno conosce qualcuno uomo o donna che vengono ridotti alla disperazione con una cattiveria che non può messere giustificata nemmeno dal peggiore dei tradimenti.

A volte basta un attimo.

Lo stipendio dimezzato o pignorato per gli alimenti. Il mutuo della casa dei figli,l’affitto della casa per sé stessi, si entra in un vortice dal quale è difficle uscirne.

E alla fine non si riesce più a far fronte, si perde il lavoro e non si riesce più a pagare.

E si arriva a chiedere ospitalità ai genitori anziani e aiuto agli amici e ai colleghi.

Sarebbe però ipocrita usare le tragedie dei tanti separati ridotti in miseria per nascondere il fenomeno ancora più massiccio di quelli che riducono in miseria la propria famiglia.

Ci sono tanti uomini che spacciandosi per nullatenenti senza esserlo utilizzano leggi ambigue e avvocati senza scrupoli per centellinare il dovuto o non corrisponderlo affatto, confidando nella mansuetudine e nell’orgoglio delle loro ex compagne.

Appena ci si inoltra in certe materie si capisce quanto sia assurdo continuare a etichettarle in base al sesso dei protagonisti.

In gioco non c’è il diritto degli uomini contrapposto a quello delle donne, ma il diritto di tutti di vivere una vita degna di essere vissuta.

Il diritto di vedere i propri figli e il diritto anche di rifarsi una nuova famiglia.

Perché nessun figlio vorrebbe che un padre o una madre si riducessero così per lui.

 

 
 
 

Asia Argento vittima o complice?

Post n°130 pubblicato il 20 Ottobre 2017 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

In questi giorni si sta parlando molto di Asia Argento e perchè per molti non è una vittima, anzi una complice, avrebbe dovuto ribellarsi ai ricatti del produttore e invece non l'ha fatto e anzi lo ha fatto oggi quando quell'uomo dipotere ne ha molto meno.

Si leggono tante storie come quella di una ragazza che alla vigilia della laurea, riceve le avance del professore con cui stava preparando la tesi, lei non risponde ma straccia la tesi e cambia professore, preferendo diventare dottoressa con qualche mese di ritardo piuttosto che venire meno ai suoi principi.

E' tutto ineccepibile e il comportamento della ragazza straordinario ma ci avete fatto caso?

Dal momento in cui è esploso lo scandalo, il produttore bavoso di Hollywood è uscito dal dibattito, quasi si trattasse di un fenomeno naturale e inevitabile: premesso che la pioggia esiste, discutiamo se si debba o meno aprire l’ombrello.

Invece il problema rimane la pioggia, cioè il comportamento di un uomo che ha abusato del suo ruolo per esercitare pressioni nei confronti di una donna.

È di questo che si dovrebbe discutere.

E questo prima o poi capita a tutte le donne e di tutte l'età.

Ora il modo in cui la donna reagisce alla prevaricazione è affare che riguarda la sua coscienza, mentre l’atteggiamento del prevaricatore riguarda tutti.

Il fatto che sia ancora così diffuso non significa che lo si debba dare per scontato.

Soltanto il giorno in cui il diritto delle vittime sarà tutelato davvero, potremo arrogarci quello di giudicare le loro strategie di sopravvivenza.

 

 
 
 

L'Uomo del Treno

Post n°129 pubblicato il 09 Ottobre 2017 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Lo vide per la prima volta sul treno dei pendolari, mentre leggeva un libro che lei aveva amato.

Zoe cominciò a sbirciarlo ogni giorno, per un anno.

Rimpiazzò i jeans con abiti eleganti, ma lui non staccava gli occhi dalla pagina.

Una mattina lei gli si sedette davanti e lasciò cadere il biglietto del treno.

Lui si chinò a raccoglierlo e glielo porse, senza smettere di leggere.

Zoe era cocciuta e il giorno del suo compleanno, al momento di scendere alla stazione londinese di King’s Cross, si festeggiò mettendogli in mano una lettera in cui lo invitava a prendere un drink e gli lasciava la sua mail.

Lui rispose soltanto la sera.

Si chiamava Mark e si complimentava per il coraggio, ma rimbalzava l’invito perché non era certo che la sua fidanzata lo avrebbe gradito.

Dal mattino dopo continuarono a fronteggiarsi sul treno facendo finta di niente, come solo due inglesi sanno fare.

Passarono così altri otto mesi e Mark scrisse la seconda mail: «Sono single da un po’ e ti penso: sarà tardi per quel drink?».

Non era tardi.

Nemmeno per stupirsi che Mark fosse veramente l’uomo che Zoe aveva immaginato.

Si sono sposati, hanno fatto due figli e adesso un libro, che tra gli inglesi sta suscitando reazioni emotive smodate, racconta la loro storia.

Beati loro.

Sui carri merci dei pendolari italiani certi colpi di fulmine al rallentatore si possono solo fantasticare.

Non che tra i nostri viaggiatori manchino le donne intraprendenti e qualche sparuto maschio che legge.

Ma sono troppo impegnati a cercare di non arrivare in ritardo per avere anche il tempo di innamorarsi.

 

 
 
 
 
 

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