Creato da robertocass il 22/03/2011
Storie di Vita Ordinaria e di Controinformazione

Area personale

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 

I miei link preferiti

 

Ultime visite al Blog

 
amorino11robertocassm12ps12solitudinesparsadony686cassetta2amici.futuroieriDott.Ficcagliamarabertowgprimicerisurfinia60terrybrevilucylla_sdtempestadamore_1967
 

Ultimi commenti

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Tag

 
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
 

Messaggi del 04/09/2014

 

Storie di Famiglia

Post n°55 pubblicato il 04 Settembre 2014 da robertocass
 
Foto di robertocass

5° Puntata

 

 

 

Rino stava tornando a casa con il suo motorino, acquistato a rate con i suoi primi guadagni ed era contento.

Era felice di come gli andavano le cose, lui non cercava di fare carriera o di primeggiare, a lui importava avere uno stipendio per mantenersi e non gli importava niente che per trovarlo aveva dovuto muoversi il fratello.

Faceva quello che gli chiedevano, con molta calma in verità ed erano sempre discussioni, ma poi a fine lavoro dovevano sempre ricredersi, è vero che ci aveva messo più tempo, ma il suo era perfetto, con i tubi tutti allineati alla stessa altezza ed alla stessa distanza.

E così se la cavava sempre e faceva sempre quello che gli pareva.

Non era invidioso del fratello, capiva il suo disagio, ma le chiacchere davano fastidio più a lui, a lui che non sapeva nemmeno chi era il suo vero padre.

Ma come sempre non gli importava più di tanto, per lui contavano solo qualche soldo in tasca, le ragazze a cui piaceva e gli amici.

Sì piaceva alle ragazze, alto e simpatico, sempre con la battuta pronta, ma lui non si decideva a fidanzarsi, usciva sempre con una diversa e si era fatto la fama del dongiovanni.

La sera poi con gli amici era il suo trionfo, tutti intorno a lui che raccontava storielle e barzellette.

Raccontarle era la sua vera passione e le raccontava bene, vere od inventate che fossero, sentirlo era un vero spasso, sarebbero stati a seguirlo per ore.

E' questo quello che succedeva tutte le sere, sempre a fare tardi in osteria, sempre l'ultimo ad andare via.

Tutte le mattine però era un dramma, sentiva il fratello uscire all'alba ma lui si girava dall'altra parte e ci volevano tante di quelle chiamate per farlo alzare che alla fine vincevano perchè non ce la faceva più a sentirle.

Usciva tardi ed era sempre in ritardo al lavoro, ogni mattina minacce di licenziamento ma poi però recuperava la sera.

Sì per Rino il giorno comiciava tardi ma finiva anche tardi e quindi nessun problema a fermarsi per finire l'impianto, anzi spesso restava da solo, tutti andavano via e lo lasciavano a lavorare.

Bè proprio lavorare è una parola grossa, lui sempre con calma, prendeva la chiave inglese mai poi si fermava a vedere un gatto che miagolava o delle formiche che trascinavano un pezzo di pane.

Andava via che era notte e spesso non passava neanche a casa, andava direttamente all'osteria dove mangiava pane e prosciutto ed aspettava gli amici che puntualmente arrivavano per fare veglia con lui.

Quel pomeriggio però aveva fatto presto e tornava lentamente, la salita sembrava non finire mai e il motorino arrancava, tanto che alla fine decise che conveniva fermarsi per farlo raffredare.

Si ferma su un piccolo spiazzo, si siede sotto su un albero e si accende una sigaretta.

In quel momento passa una apetta con scritto grande Comune di Narni, è lo zio che sta facendo il suo solito giro per le strade di sua competenza.

Il lavoro di stradino, che fra l'altro Giovanni prendeva molto sul serio, consisteva nel controllo se vi erano impedimenti sulla strada, massi o animali morti, se si erano aperte buche da riempire con il cemento che portava sempre, nel pulire il ciglio da erbacce che potevano nascondere una curva, e così via, il tutto con grande cura e precisione, come se fosse qualcosa di estremamente importante.

Beh Rino che stai facendo? Non ti parte?

No zio tutto a posto, lo faccio raffredare, tanto oggi è presto.

Va bene, ci vediamo a casa.

Giovanni riparte pensieroso, doveva sbrigarsi, fra poco iniziava la riunione del partito e non voleva mancare.

Era sempre stato fra i socialisti e più di una volta gli avevano proposto un posto al comune come assesore.

Ma lui prima aveva sempre rifiutato, anche se oggi se ne pentiva, e poi non era stato più possibile.

Tutto era cominciato quando aveva preso in casa quel bambino che rimasto orfano non sapeva dove andare.

Alessandro era rimasto solo a 12 anni, non aveva altri parenti e il giudice non trovò di meglio che rivolgersi a quel cugino fra l'altro conosciuto come persona di tutto rispetto.

Non fù difficile diventarne il tutore con una delega fino a maggiore età di tutte le sue proprietà, che non erano poche e che facevano gola a tutti.

Giovanni in paese aveva tanti amici e tutto gli fù molto facile, aveva una posizione rispettabile, la moglie maestra, era colto e stimato da tutti.

Non fù nemmeno difficile passare dalla delega alla proprietà effettiva, Alessandro si fidava ciecamente di quello che considerava il suo nuovo padre e diventò tutto normale.

Giovanni rimase vedovo e decise di andare a vivere in campagna, in una piccola località fra Narni e Sant'Urbano.

Tutto sembrava portarlo ad una serena vecchiaia quando accade quello che non avrebbe mai immaginato: Alessandro porta a casa la sua ragazza Margherita e tutto diventa diverso.

La ragazza è bella, formosa da subito Giovanni ne rimane affascinato.

I ragazzi si sposano e vengono a vivere in casa, nasce Egidio e la casa non grande costringe ad una intimità che diventa subito morbosa.

Tutto diventa sconvolgente per Giovanni: la ragazza si toglie la camicia per allattare il bambino e mostra un seno florido che lo lascia senza fiato, riempie la bagnarola per farsi il bagno ma la porta è difettosa e rimane socchiusa e la vede quasi completamente nuda.

Giovanni perde completamente la testa e se ne innamora perdutamente.

Il paese è piccolo e la situazione diventa ben presto sulla bocca di tutti, le chiacchere diventano macigni quando nasce Rino con una somiglianza che non può passare inosservata.

Giovanni perde il suo posto al partito e perde qualsiasi possibilità di venire eletto, lo richiamano ad una condotta più consona al suo ruolo, ma lui non cede, non vuole perdere Margherita e rinuncia a tutto.

Alla fine gli danno quel posto di stradino, una specie di liquidazione per tutto quello che aveva fatto.

A questo pensa ancora una volta mentre guarda la strada alla ricerca di qualcosa da fare, chissa se sarei diventato assessore, ma non mi pento, non la voglio perdere e non ci rinuncio, certo mi dispiace per quel ragazzo che considero un po' mio figlio, ma non riesco a farne a meno.

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963