Creato da antonioi0 il 05/02/2009
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ANCHE PER QUEL CHE RIGUARDA IL RESTAURO PROPRIAMENTE DETTO, PER ESEMPIO, NON FU FATTA MENZIONE DI UTILIZZARE L’ANASTILOSI COME METODOLOGIA DI INTERVENTO, IN REALTÀ POI
LARGAMENTE UTILIZZATA IN QUASI TUTTI I RESTAURI DI CHIESE E EDIFICI MONUMENTALI SIA A VENZONE CHE A
GEMONA334. SI PUÒ QUASI AFFERMARE CHE, MENTRE LA CULTURA UFFICIALE DIBATTE APPROFONDITAMENTE MA
SENZA CONCLUDERE, SEMBRA ESSERE PIÙ SENSIBILE E PREPARATA ALLA CONSERVAZIONE LA COMUNITÀ DEGLI
ABITANTI DEI CENTRI COLPITI, UNA CONTINUITÀ E UNA MEMORIA TECNICA CHE ALBERGAVANO PIÙ NEL LOCALE CHE
NELLE SFERE UFFICIALI335.
«NOI VOGLIAMO SALVARE AD OGNI COSTO IL CARATTERE DEL FRIULI. [...]NOI INTENDIAMO CHE IL FRIULI RIMANGA
UGUALE A SE STESSO»336, RIPORTAVA CESARE MARCHI NELLE COLONNE DE IL GIORNALE, DOPO AVER VISITATO I
LUOGHI E LE COMUNITÀ FRIULANE.
LA RICHIESTA ACCORATA AVANZATA DA CITTADINI E SOPRINTENDENZE, CIRCA LA NECESSITÀ DI RECUPERARE I CENTRI
STORICI DANNEGGIATI DAL SISMA, VENNE ACCOLTA DAL LEGISLATORE ED INSERITA NELL’ART.8 DELLA LEGGE N.30 DEL
20 GIUGNO 1977337. L’ARTICOLO PREVEDEVA LA POSSIBILITÀ DI RILEVARE E CATALOGARE TUTTE QUELLE
ARCHITETTURE RITENUTE PORTATRICI DI VALORI STORICI AMBIENTALI. UN COMPITO CHE NON ERA NUOVO ALLA
REGIONE FRIULI, PROVENIENTE DALL’ESPERIENZA DEL CENTRO REGIONALE PER LA CATALOGAZIONE, CON SEDE IN
VILLA MANIN A PASSARIANO, ORGANO CHE AVEVA GIÀ CONCLUSO DIVERSI E IMPORTANTI RILIEVI CON UN SISTEMA
“A TAPPETO”, SCHEDANDO INTEGRALMENTE IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE DI MOLTI COMUNI. LA LEGGE,
INOLTRE, PREVEDEVA DI SOTTOPORRE ALLA GIUNTA REGIONALE L’ELENCO DELLE SCHEDE, E, CON L’AIUTO DEL
SERVIZIO BENI AMBIENTALI E CULTURALI, IDENTIFICARE QUEGLI EDIFICI O AGGLOMERATI PORTATORI DI
“PARTICOLARE INTERESSE STORICO, CULTURALE ED AMBIENTALE”, NOTIFICANDOLO POI AL PROPRIETARIO
DELL’IMMOBILE, IL QUALE POTEVA ACCEDERE AD UN CONTRIBUTO PARI AL 100% DELLE SPESE EVENTUALMENTE
SOSTENUTE PER LA RIPARAZIONE, IL RESTAURO, L’INTERO RECUPERO338.
LA SCELTA DI RECUPERARE QUANTO PIÙ POSSIBILE I CENTRI FU, QUINDI E SENZA ALCUN DUBBIO, UNA VOLONTÀ
PRIORITARIA DI ISTITUZIONI E COMUNITÀ: IL COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITÀ E LA COLLABORAZIONE TRA QUESTE
E LE ISTITUZIONI HA FATTO DELLA RICOSTRUZIONE IN FRIULI UN “MODELLO”, INDICATO COME POSITIVO TUTT’ORA. DA QUESTA VOLONTÀ DISCENDE LA TEMPESTIVITÀ DELLE ISTITUZIONI A FARE IMMEDIATE SCELTE; LA PRIMA, QUELLA
DI PROVVEDERE ALLA RIATTIVAZIONE DEI SETTORI PRODUTTIVI PER EVITARE LA STAGNAZIONE ECONOMICA E ARGINARE
L’EMIGRAZIONE: IN POCHI ANNI FURONO RECUPERATI 18.000 POSTI DI LAVORO, ANCHE CON NUOVO IMPULSO ALLA
PRODUTTIVITÀ. L’ALTRA SCELTA, NON MENO IMPORTATE, FU LA METODOLOGIA DI INTERVENTO DA SEGUIRE NELLA
RICOSTRUZIONE: RICOSTRUIRE DOVE ERA E COME ERA, PROVANDO A NON DARVI IL SIGNIFICATO DI RICOMPOSIZIONE
CARTOLINESCA MA A RIPROPORRE L’IDENTITÀ COMPLESSIVA DELLA COMUNITÀ339. IMPORTANTE FU LA SCELTA DI
AFFIDARE LA RICOSTRUZIONE ALLA REGIONE, E PER CADUTA, ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI CHE SEPPERO
COINVOLGERE LE COMUNITÀ STESSE IN UNA SORTA DI LAVORO COLLETTIVO DI RECUPERO. LA SCELTA, IMMEDIATA, FU
GIÀ INSERITA NELLA PRIMA LEGGE, LA N.227/76, ESSA COSTITUIVA, SENZA DUBBIO, UNA NOVITÀ, MEMORI
DELL’ESPERIENZA SICILIANA DELLA “RICOSTRUZIONE” IN BELICE, TOTALMENTE DIRETTA DALLO STATO ED
EVIDENTEMENTE FALLIMENTARE. VA PRECISATO CHE QUANDO, NEL CASO FRIULI, SI PARLA DI COINVOLGIMENTO
DELLE COMUNITÀ LOCALI, SI INTENDE UN COINVOLGIMENTO REALE, FATTIVO CHE SI ESPLICITÒ, NELLA RACCOLTA
“MANUALE” DI TUTTO CIÒ CHE POTEVA E DOVEVA ESSERE RECUPERATO, DAI LIBRI ALLE STATUE, A QUALSIASI BENE
MOBILE PRESENTE GIÀ IN MUSEI E CHIESE CROLLATE O DANNEGGIATE, AL RECUPERO DELLE PIETRE DI PORTALI,
CORNICI, BALAUSTRE, MURI, CATALOGANDO SEGNANDO MANUALMENTE CIASCUNA PIETRA, DOPO AVERNE
IDENTIFICATO L’ANTICA COLLOCAZIONE CON LO SCOPO DI RIMETTERLA IN PRISTINO NELLA RICOSTRUZIONE.
OLTRE AL RECUPERO DEI SINGOLI MATERIALI SUPERSTITI, UN RUOLO DECISIVO GIOCÒ LA PIANIFICAZIONE
URBANISTICA. AL MOMENTO DEL TERREMOTO, IL FRIULI AVVIAVA L’ITER DI APPROVAZIONE DEL PIANO
URBANISTICO REGIONALE GENERALE (P.U.R.G. – L.30/1972), DEPOSITATO IL 16 MARZO DEL 1976, PRIMO IN
ITALIA. IL PIANO ENTRERÀ IN PIENO VIGORE NEL 1978. IN QUEL PERIODO LA REGIONE FRIULI ERA TRA LE PIÙ
AVANZATE IN MATERIA URBANISTICA: QUASI TUTTI I COMUNI ERANO DOTATI DI STRUMENTO URBANISTICO E LO STESSO
PUR APRIVA LA STRADA ALLA SECONDA GENERAZIONE DI PIANI, ANCHE A LIVELLO COMUNALE. LA RIFLESSIONE
SCATURITA DOPO IL SISMA FU QUELLA DI BLOCCARE IL PIANO, VISTO LO STATO DI EMERGENZA IN ATTO, MA
UNANIMEMENTE SI SCELSE DI MANTENERE LE DIRETTIVE DI PIANIFICAZIONE STABILITE PRECEDENTEMENTE: IL
PIANO URBANISTICO REGIONALE, PUR CON QUALCHE ADEGUAMENTO, DOVEVA CONTINUARE IL SUO PERCORSO DI
ADOZIONE E REALIZZAZIONE, POICHÉ IL TEMPORANEO STATO DI EMERGENZA NON POTEVA INFICIARE QUELLE
DIREZIONI CHE COSCIENZIOSAMENTE ERANO STATE STUDIATE E MESSE IN CAMPO PER LO SVILUPPO DELL’INTERO
TERRITORIO FRIULANO. IL PUR DOVEVA RESTARE INALTERATO, FOSSE ANCHE SOLO COME “METAPROGETTO”, OVVERO
COME GUIDA ALLA RICOSTRUZIONE. QUESTO CONSENTÌ DI USCIRE, IN QUALCHE MODO, DALLA STRAORDINARIETÀ E
MANTENERE ANCHE LA RICOSTRUZIONE IN UNO STATO QUASI ORDINARIO, COMUNQUE REGOLATO, SCIENTIFICO, DI
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE. LA LEGGE 23 DICEMBRE 1977, N.63, PREVEDEVA LA REALIZZAZIONE, A CASCATA
RISPETTO AL PURG, DEI PIANI COMPRENSORIALI E DELLE VARIANTI DI RICOGNIZIONE E DI ADEGUAMENTO DA REDIGERSI PER I COMUNI GIÀ PROVVISTI DI STRUMENTI URBANISTICI340. I PRINCIPI INFORMATORI DEL PURG, E
POI QUELLI DEI PIANI SOTTOPOSTI, FURONO DI “TEMPESTIVITÀ”, PER EVITARE IL PASSAGGIO DAL DANNO AL
DEGRADO FISICO E SOCIALE, DI “AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ”, LA RICOSTRUZIONE DOVEVA NECESSARIAMENTE
BASARSI SULL’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DA PARTE DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI, ISTITUZIONALI, SOCIALI,
LOCALI; “CONTINUITÀ”, LA RICOSTRUZIONE DOVEVA RIPORTARE AD UNO STATO DI NORMALITÀ E NON A COSTRUIRE
NUOVE STRUTTURE SOCIALI, ECONOMICHE E TERRITORIALI. TRA I PAESI COLPITI DAL SISMA E DANNEGGIATI, DUE SONO QUELLI CHE POSSONO CONSIDERARSI PARADIGMATICI.
IL PRIMO È SICURAMENTE VENZONE, L’ALTRO È GEMONA DEL FRIULI. VENZONE COSTITUISCE UN PARADIGMA
ANCHE PER LA SUA CONDIZIONE DI CENTRO VINCOLATO COME “UNITÀ MONUMENTALE” DAL 1965. GEMONA PUÒ
ESSERE INTESO COME ESEMPIO DAL QUALE TRARRE IL MODUS OPERANDI USATO POI IN TUTTI GLI ALTRI CENTRI
FRIULANI RICOSTRUITI. NELLE CONCLUSIONE DEL PRIMO CICLO DEL CONGRESSO, SI LEGGE: “L’ICOMOS RICHIAMA L’ATTEZIONE PARTICOLARE SUI SEGUENTI
PUNTI (…). SI RENDE NECESSARIO CHE TRA LE OPERE CHE DEBBONO ESSERE ASSIMILATE A MONUMENTI SONO DA COMPRENDERE ANCHE
TUTTI GLI ELEMENTI ARCHITETTONICI ISOLATI NONCHÉ QUEI COMPLESSI AMBIENTALI ANCHE DI APPARENTE MINORE IMPORTANZA
SPECIFICA, MA PERALTRO AVENTI CARATTERE DI PECULIARITÀ DI PROSPETTIVA, DI SCORCI, DI ALTRI ASPETTI TIPICI DI UNA LOCALITÀ, E CIÒ
ANCHE SE NON SIANO STATI IN PRECEDENZA QUALIFICATI COME TALI MEDIANTE VINCOLI SECONDO LE LEGGI IN VIGORE.”(DOCUMENTO
FINALE DELLA PRIMA PARTE, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE
TERREMOTATE, PG. 35).
331 R.PANE, IL RESTAURO URBANISTICO IN FRIULI, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI
CULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 119.
332 MOZIONE CONCLUSIVA, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE
TERREMOTATE, PG. 333.
333 IN RIFERIMENTO AL RECUPERO DELL’ANTICA CITTÀ DI VENZONE, F. DOGLIONI DICHIARAVA: “CONDANNARE LA RICOSTRUZIONE COME
FALSO FALSO STORICO, SENZA DEFINIRE LE CONDIZIONI CULTURALI ED UMANE IN CUI SI OPERA, SIGNIFICA CONSENTIRE NELLA MINUTA
REALTÀ DEI COMUNI TERREMOTATI, E ANCHE IN LUOGHI DI MAGGIORE RESPONSABILITÀ, DI STRUMENTALIZZARE QUESTA ISTANZA CULTURALE
A FINI EVIDENTEMENTE CONTRARI A QUELLI DELLA CONSERVAZIONE; SIGNIFICA SPESSO CONSENTIRE INTERESSATE PREVARICAZIONI OPERATE IN NOME DELLA CULTURA. È PER QUESTO MOTIVO CHE, COME RAPPRESENTANTI DEL COMITATO DI RECUPERO DEI BENI CULTURALI DI
VENZONE CHIEDIAMO ALL’ICOMOS COME GIÀ HA FATTO IN PARTE NEL VOTO DI DICEMBRE SCORSO, DI INDICARE CON UN VOTO DEI
PRINCIPI DI METODO PER LA RICOSTRUZIONE CHE LIBERINO IL CAMPO DA INTERESSATE ESTORSIONI”(C.LAMOREUX, F.DOGLIONI,
PROPOSTA PER UN COSCIENTE CONTRIBUTO ALLA RINASCITA DI VENZONE, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA
CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 127).
334 A.BELLINA, L’ANASTILOSI NELLA RICOSTRUZIONE DEL FRIULI, ARTI GRAFICHE FRIULANE, UDINE 1988, PP. 39-45.
335 IVI
336 C.MARCHI. IL GIORNALE, 20 MAGGIO 1976.
337 L.N.30, DEL 20 GIUGNO 1977, ART. 8: AL FINE DI RECUPERARE E VALORIZZARE, ATTRAVERSO LA CORRETTA ESECUZIONE DELLE OPERE DI
RIPARAZIONE E RESTAURO, I PRINCIPALI VALORI AMBIENTALI, STORICI, CULTURALE ED ETNICI,CONNESSI CON L’ARCHITETTURA LOCALE, IL
SERVIZIO REGIONALE DEI BENI AMBIENTALI E CULTURALI È AUTORIZZATO, ANCHE SU SEGNALAZIONE DEI COMUNI INTERESSATI A
COMPILARE, MEDIANTE SCHEDATURA E CATALOGAZIONE, ELENCHI DOCUMENTATI DEGLI EDIFICI DANNEGGIATI DAGLI EVENTI SISMICI E
RAPPRESENTATIVI DEI VALORI SUINDICATI.
338 M.B. PUSTETTO, UNA TRAGEDIA NON FACILE DA RACCONTARE, IN IL FRIULI RINASCE?, ARTI GRAFICHE BUTTAZZONI, SAN DANIELE DEL
FRIULI 1978.
Inviato da: cassetta2
il 01/09/2022 alle 18:29
Inviato da: What weather today
il 06/04/2022 alle 14:56
Inviato da: cp2471967
il 19/07/2021 alle 15:10
Inviato da: tempestadamore_1967
il 20/01/2021 alle 09:56
Inviato da: saltur
il 01/07/2020 alle 23:44