... e poi accadde

Qui amant ipsi sibi somnia fingunt

 

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Treni

Post n°12 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da SacredHeartRebel

E' questione di treni che passano e non si fermano, di stazioni in paesi di periferia che si assomigliano tutte e magari scendi alla stazione sbagliata e , nel momento in cui ti accorgi che non dovresti essere li, il treno è già ripartito.

Eppure mi era sembrato di aver fatto tutto per benino, ero stato romantico, ma sensuale, tenero, ma virile, pronto ad assecondare i suoi desideri, ma al tempo stesso deciso e determinato come deve esserlo un uomo ...
Avevo riempito di fantasia e di sogno alcuni suoi momenti tristi, da una sua lacrima tenuta come perla sulla punta di un dito avevo tirato fuori storie di principesse da salvare e cavalieri impacciati, ma volenterosi

Poi una notte, tra il tepore soffice delle lenzuola, avevo scoperto il suo corpo, andando fino oltre l'ultima barriera e l'avevo sentita mia, l'avevo sentita calda tra le mie braccia fremere di emozione e desiderio.

Era una realtà, dolce come una carezza e dura come una lama che scivolava tra le mie certezze, le mie consumate abitudini e mi invitava a gettare all'aria tutto il tavolo e rimettermi in gioco.

Poi però, piano piano si è dileguata, nel momento più forte in cui era terra ed acqua, è tornata ad essere nebbia sottile, impalpabile alla mano.
E' bastato un No ed i sottili fili di rugiada che conducevano da me a lei e viceversa, si sono dissolti e mi sono ritrovato ad abbracciare l'aria., ad abbracciare me stesso ed un desiderio che non poteva bastare a se stesso.

E' una questione di treni che passano, qualcuno dice che se è il tuo treno non hai bisogno di pensar Beh, forse non ci devi pensare, ma sicuramente ci devi salire, devi agire ...
...e dire che sarei anche stato disposto a farmela a piedi pur di arrivare da lei.

 
 
 

Scoprirsi. stupirsi

Post n°10 pubblicato il 01 Gennaio 2017 da SacredHeartRebel

Sono solo le 11 e sto già morendo dalla voglia di rivederla, per ingannare l'attesa scartabello tra gli opuscoli nella bacheca dell'hotel, quando mi capita tra le mani il depliant di una mostra di pittura che si tiene in un paesino sulla strada per arrivare al lago, "il manierismo italiano".
E' una mostra incredibile, i maggiori artisti del rinascimento italiano raccolti a pochi km da me.
Con un po' di batticuore la chiamo al telefono.
"CIao, non ti aspettavo così presto"; la voce dall'altro capo del telefono è allegra ed il fatto che non mi abbia chisto chi sono vuol dire che mi ha già registrato nella rubrica.

Senti, se invece di un pranzo facessimo una cena, ma ci vedessimo alla stessa ora per andare a vedere una mostra di pittura?

"Va benissimo, vediamoci al bar ... ci prendiamo un'insalata e poi andiamo"

Con il cuore che batte a mille vado in camera, mi faccio una doccia, mi vesto, guardo dove è il bar ... e con un buon anticipo mi metto in strada, devo cercare posteggio.

Pochi minuti prima dell'ora dell'appuntamento la vedo arrivare in un vestito morbido color del cielo, trucco leggero, un filo di rossetto che mi impedisce di baciarla sulle labbra, orecchini e scarpe con il tacco poco aggressivo.

Ci sediamo davanti ad un buon apritivo che basta da solo a fare pranzo e poi e intanto mi chiede della mostra.

L'aria è allegra, intensa, nessuno dei due fa riferimento alla notte appena passata , nè alle aspettative.

Un caffè e ci mettiamo in macchina.

Guido fino all'autostrada e solo allora, dopo aver immesso l'auto nel traffico, mi azzardo a prenderle la mano, le dita si strigono e lei le appoggia sulle sue gambe.

Mi faccio un po' più audare e salgo lungo le sue cosce fino a trovarmi sotto le dita un paio di mutandine di pizzo.
Con fare noncurante lei le scosta di lato e le mie dita accarezzano la sua pelle più tenera e morbida dove non ci sono più i peli a proteggerla.

La accarezzo mentre guido, forzo le dita sulla sua entrata per bagnarmele del succo e poi portarlo alle mie labbra.

"Fammi sentire il tuo sapore", ed è lei ad affondare le dita nella sua natura e poi farmele succhiare, una, due, tre volte...
... poi si sdraia sotto il mio braccio e comincia ad armeggiare con i miei pantaloni.

Il mio sesso è teso, ma per la posizione sul sedile, non svetta , lei comunque lo libera, lo prende tra le labbra ed inizia a leccarlo.
Mi eccito pensando al suo rossetto che adesso macchia il mio sesso.
Mi inarco un poco sul sedile per poterle penetrare di più la bocca, ma sento di non poter mantenere la concentrazione alla guida, così imbocco la prima area di servizio e mi fermo nel parcheggio.

Finalmente le mie mani possono tornare tra le sue gambe, dal parabrezza vedo l'andirivieni delle persone verso il bar, ma più di tutto sento la sua bocca calda e la sua lingua regalarmi sensazioni da paradiso.

Con un ultimo sussulto vengo nella sua bocca e sento la sua lingua che raccoglie tutto prima di staccare la bocca, poi improvvisamente mi bacia condividendo con me il mio seme.

Facendo le acrobazie, la ribalto sulla schiena e senza toglierle le mutandine affondo la mia bocca sulla sua natura, le faccio sentire l'alito caldo della mia bocca, cerco, attraverso il pizzo , cercandone il clitoride, facendola vibrare attraverso la stoffa.

Poi afferro il bordo superiore degli slip e li tolgo aiutato dal movimento di lei e finalmente la mia bocca può trovare la carne morbida, il solco succoso in cui inflilare la lingua ed infine il bottoncino nascosto che la fa vibrare di piacere fino a che una serie di sussulti mi fanno capire che anche lei è arrivata al culmine.

Ci risistemiamo un poco, un bacio lungo a suggellare il momento di passione e ripartiamo.

Alla mostra prendo i biglietti e due audioguide ed iniziamo a girare tra le opere, ognuno per conto suo.

La  guardo tra la folla, so che le mutandine sono rimaste nell'auto e quando si avvicina per un bacio sfiorato, lascio correre la mano sui suoi fianchi, sulle natiche, sul pube.

E' un'opera d'arte tra le opere d'arte, pulchrum pulcherrimus, e mi scopro a pensare che è la mia donna.

La cena sul lago è suggestiva, il mio tavolo è proprio in pole position, oltre c'è solo l'acqua che il sole al tramonto colora d'oro.
Il pesce è ottimo ed anche il vino, nonostante lei sia astemia.

"Ti andrebbe di passare la notte insieme?" le chiedo.
"Si però..."
"Però?"
"Non so come dirlo, mi piace questa cosa che si è creata tra di noi, sono eccitata, ma anche un po' spaventata, non vorrei che pensassi male di me"
"Ma guarda che io..."
"Senti, sono una donna ed una donna non ha bisogno di parole, vive ed agisce d'istinto, non ha bisogno di parole per capire le cose"
Credo di aver capito e le dico di fidarsi di me.
Conosco un posticino non distante, ci sono capitato per caso una sera che non avevo trovato posto nell'hotel dove soggiorno di solito per lavoro, così prendo il trelefonino, seleziono l'app ed in meno di un attimo ho prenotato.

In Hotel hanno ancora i miei dati e non mi chiedono quelli della mia compagna, saliamo nella nostra stanza che ha un salottino, un bel lettone comodo ed un terrazzino da cui , oltre il giardino, si vede il lago su cui la casta diva si sta specchiando in uno spettacolo creato apposta per noi.

La tengo stretta a me, la sua testa sulla mia spalla, il calore del suo corpo sotto il vestito, poi rientriamo.

Ci baciamo, faccio per spogliarla, ma lei mi ferma.
"Siediti li e guarda" mi dice.
Mi siedo sul letto e la guardo spogliarsi, lentamente, scoprendo quella pelle bianca che ho imparato a conoscere.

Lentamente si toglie tutto regalandomi il profumo della sua pelle e , per un breve attimo anche l'immagine del suo sesso offerto, indifeso, virginale.

Si siede rannicchiata sulla poltrona, le gambe chiuse ed inizia ad accarezzarsi.

"guardami" la sua voce mi scuote mentre mi scopro a fissare le sua mano tra le sue gambe

 
 
 

Lucciole

Post n°8 pubblicato il 30 Dicembre 2016 da SacredHeartRebel

Lentamente il sonno scivola via ed i sensi riprendono a funzionare, accanto a me una testolina bionda sta ancora dormendo e mi ritornano in mente i particolari della notte appena passata, di come, passato il primo approccio ci siamo messi a parlare, di cosa non ricordo, ma so che ad un certo punto l'ho interrotta per farle vedere una cosa.

La notte era scesa, calda come sono le notti estive, c'era solo una falce di luna sottila a brillare sulla recinzione e improvvisamente sono comparse le lucciole, prima una, poi due, poi tante, ogni angolo del giardino pulsava di quel chiarore .

Siamo rimasti in silenzio a guardarle rapiti da quello spettacolo, le ho messo il braccio intorno alle spalle, con naturalezza e lei si è stretta a me, poi le ho tolto gli occhiali perchè mi pareva che piangesse, ma l'attimo dopo ci stavamo baciando.

Il primo è stato quasi rapido, quasi una prova, il secondo ha unito bocche e lingue in un momento passionale.

Le mie mani le accarezzavano la schiena, i fianchi, le natiche, poi sono salito sul suo seno e lei mi ha lasciato fare, quando ho infilato la mano sotto la maglietta ed ho trovato la soffice consistenza della sua carne ha avuto un piccolo gemito ed il bacio è diventato ancora più intenso.

Il suo capezzolo era ritto nella mia mano, ed ho staccato la bocca dalla sua per andarlo a cercare con le labbra.

La sua mano mi accarezzava il davanti dei pantaloni e la mia eccitazione era palese.

"Non possiamo continuare qui" le dissi.
"Portami su da te" ha risposto con semplicità.

Siamo rientrati abbracciati come fanno gli amanti, come se ci conoscessimo da sempre.

In camera abbiamo ricominciato a baciarci mentre la spogliavo lentamente, scoprendo un corpo non più giovane, ma morbido ed accogliente , poi è stata la volta sua di esplorare il mio.

I dettagli non si addicono ad un gentiluomo, ma quando alla fine è stato il momento di entrare dentro di lei, ha chiuso un attimo gli occhi e poi li ha riaperti con un espressione di sorpresa che mi ha fatto innamorare.

E' stato dolce ed intenso e adesso è qui sdraiata accanto a me, sento il profumo della sua pelle da sotto le lenzuola, accarezzo piano il suo corpo, i fianchi, le natiche.
Cercando di non svegliarla la faccio ruotare piano sulla schiena, poi vado sotto le coperte con la testa, voglio svegliarla in modo dolcissimo baciando la sua intimità.

 
 
 

Il dehors dell'hotel

Post n°6 pubblicato il 29 Dicembre 2016 da SacredHeartRebel

Il dehors dell'hotel odora di stantio, come certe case degli anziani dove la polvere e gli anni si sono abbracciati così forte che nessun detersivo o lavatrice riuscirà mai a farli divorziare.
Il tetto in legno, il pavimento di assi verniciate e pochi tavolini, potrebbe quasi sembrare triste se non si affacciasse su un cortile inondato dai raggi del sole in un quasi tramonto d'estate.
Un pozzo al centro con la sua carrucola ed il secchio d'ordinanza, un cespuglio di rose canine, due oleandri danno un senso di ordine ed armonia che aiuta a rilassarsi dopo una giornata di lavoro.

Accendere un sigaro per sottolineare il bicchierino di grappa davanti a me mi pare la cosa più gratificante da fare in quel momento.
Accendere il sigaro è un rito, lo si deve prendere dolcemente tra pollice ed indice quindi avvicinare la fiamma lasciando che ne labisca l'orlo per circa un centimetro, facendolo ruotare tra le dita perchè l'accensione sia uniforme.

Quando inizia a fumare da solo lo si può avvicinare alle labbra e tirare la prima boccata.

Ed è proprio mentre mi accingo a fare queste operazioni che vedo lei.

Biondina, un visino pulito, due occhiali con la montatura scura le ingrandiscono gli occhi chiari e nell'insieme le danno un aria molto seria.
Assorta sta leggendo un libro di cui non riesco a vedere la copertina.

"Le da fastidio se fumo?" mi azzardo a rompere il silenzio di quel luogo

Lei solleva gli occhi dal libro, mi inquadra al di là delle lenti, (deve essere un po' miope, mi viene da pensare), guarda l'oggetto che ho in mano, poi si guarda intorno come ad accertarsi di essere ben protetta e che tra noi due ci sia spazio sufficiente affinchè il mio vizio non possa essere di diturbo a lei.

Rinfrancata dal fatto che si sono due tavoli interi più un altro paio di metri e che tutto intorno l'aria circola liberamente mi rassicura dicendo "No, affatto".

La frase è troppo breve per capire da dove venga ed oltretutto dalla mia posizione non riesco neppure a vederle le gambe.

Inizio ad accendere il sigaro e mi appresto anche io a leggere il mio libro quando mi accorgo che un refolo di vento birichino porta il fumo verso di lei.
Arriccia un momento il suo nasino e mi guarda.
"Posso provare a spostarmi " abbozzo
"No, non è male, non puzza come i sigari normali"
"Sono Toscanelli al cioccolato nero fondente" le dico contento di poter provare ad iniziare una conversazione

"Al cioccolato? "Prova ad annusare di nuovo e quando arriccia il nasino diventa ancora più adorabile con quel visino da supplente di italiano "Non sapevo che ci fossero."

"Oh, beh, si, ci sono anche al caffè ed alla vaniglia, sono più leggeri degli altri che non riuscirei mai a fumare "
E come fossi un venditore porta a porta approfitto di questa piccola apertura per infilarci il piede e attaccare bene discorso
"Cosa sta leggendo, se posso essere curioso"

 
 
 
 
 

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Un blog di: SacredHeartRebel
Data di creazione: 09/06/2011
 

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