Sono solo le 11 e sto già morendo dalla voglia di rivederla, per ingannare l'attesa scartabello tra gli opuscoli nella bacheca dell'hotel, quando mi capita tra le mani il depliant di una mostra di pittura che si tiene in un paesino sulla strada per arrivare al lago, "il manierismo italiano".
E' una mostra incredibile, i maggiori artisti del rinascimento italiano raccolti a pochi km da me.
Con un po' di batticuore la chiamo al telefono.
"CIao, non ti aspettavo così presto"; la voce dall'altro capo del telefono è allegra ed il fatto che non mi abbia chisto chi sono vuol dire che mi ha già registrato nella rubrica.
Senti, se invece di un pranzo facessimo una cena, ma ci vedessimo alla stessa ora per andare a vedere una mostra di pittura?
"Va benissimo, vediamoci al bar ... ci prendiamo un'insalata e poi andiamo"
Con il cuore che batte a mille vado in camera, mi faccio una doccia, mi vesto, guardo dove è il bar ... e con un buon anticipo mi metto in strada, devo cercare posteggio.
Pochi minuti prima dell'ora dell'appuntamento la vedo arrivare in un vestito morbido color del cielo, trucco leggero, un filo di rossetto che mi impedisce di baciarla sulle labbra, orecchini e scarpe con il tacco poco aggressivo.
Ci sediamo davanti ad un buon apritivo che basta da solo a fare pranzo e poi e intanto mi chiede della mostra.
L'aria è allegra, intensa, nessuno dei due fa riferimento alla notte appena passata , nè alle aspettative.
Un caffè e ci mettiamo in macchina.
Guido fino all'autostrada e solo allora, dopo aver immesso l'auto nel traffico, mi azzardo a prenderle la mano, le dita si strigono e lei le appoggia sulle sue gambe.
Mi faccio un po' più audare e salgo lungo le sue cosce fino a trovarmi sotto le dita un paio di mutandine di pizzo.
Con fare noncurante lei le scosta di lato e le mie dita accarezzano la sua pelle più tenera e morbida dove non ci sono più i peli a proteggerla.
La accarezzo mentre guido, forzo le dita sulla sua entrata per bagnarmele del succo e poi portarlo alle mie labbra.
"Fammi sentire il tuo sapore", ed è lei ad affondare le dita nella sua natura e poi farmele succhiare, una, due, tre volte...
... poi si sdraia sotto il mio braccio e comincia ad armeggiare con i miei pantaloni.
Il mio sesso è teso, ma per la posizione sul sedile, non svetta , lei comunque lo libera, lo prende tra le labbra ed inizia a leccarlo.
Mi eccito pensando al suo rossetto che adesso macchia il mio sesso.
Mi inarco un poco sul sedile per poterle penetrare di più la bocca, ma sento di non poter mantenere la concentrazione alla guida, così imbocco la prima area di servizio e mi fermo nel parcheggio.
Finalmente le mie mani possono tornare tra le sue gambe, dal parabrezza vedo l'andirivieni delle persone verso il bar, ma più di tutto sento la sua bocca calda e la sua lingua regalarmi sensazioni da paradiso.
Con un ultimo sussulto vengo nella sua bocca e sento la sua lingua che raccoglie tutto prima di staccare la bocca, poi improvvisamente mi bacia condividendo con me il mio seme.
Facendo le acrobazie, la ribalto sulla schiena e senza toglierle le mutandine affondo la mia bocca sulla sua natura, le faccio sentire l'alito caldo della mia bocca, cerco, attraverso il pizzo , cercandone il clitoride, facendola vibrare attraverso la stoffa.
Poi afferro il bordo superiore degli slip e li tolgo aiutato dal movimento di lei e finalmente la mia bocca può trovare la carne morbida, il solco succoso in cui inflilare la lingua ed infine il bottoncino nascosto che la fa vibrare di piacere fino a che una serie di sussulti mi fanno capire che anche lei è arrivata al culmine.
Ci risistemiamo un poco, un bacio lungo a suggellare il momento di passione e ripartiamo.
Alla mostra prendo i biglietti e due audioguide ed iniziamo a girare tra le opere, ognuno per conto suo.
La guardo tra la folla, so che le mutandine sono rimaste nell'auto e quando si avvicina per un bacio sfiorato, lascio correre la mano sui suoi fianchi, sulle natiche, sul pube.
E' un'opera d'arte tra le opere d'arte, pulchrum pulcherrimus, e mi scopro a pensare che è la mia donna.
La cena sul lago è suggestiva, il mio tavolo è proprio in pole position, oltre c'è solo l'acqua che il sole al tramonto colora d'oro.
Il pesce è ottimo ed anche il vino, nonostante lei sia astemia.
"Ti andrebbe di passare la notte insieme?" le chiedo.
"Si però..."
"Però?"
"Non so come dirlo, mi piace questa cosa che si è creata tra di noi, sono eccitata, ma anche un po' spaventata, non vorrei che pensassi male di me"
"Ma guarda che io..."
"Senti, sono una donna ed una donna non ha bisogno di parole, vive ed agisce d'istinto, non ha bisogno di parole per capire le cose"
Credo di aver capito e le dico di fidarsi di me.
Conosco un posticino non distante, ci sono capitato per caso una sera che non avevo trovato posto nell'hotel dove soggiorno di solito per lavoro, così prendo il trelefonino, seleziono l'app ed in meno di un attimo ho prenotato.
In Hotel hanno ancora i miei dati e non mi chiedono quelli della mia compagna, saliamo nella nostra stanza che ha un salottino, un bel lettone comodo ed un terrazzino da cui , oltre il giardino, si vede il lago su cui la casta diva si sta specchiando in uno spettacolo creato apposta per noi.
La tengo stretta a me, la sua testa sulla mia spalla, il calore del suo corpo sotto il vestito, poi rientriamo.
Ci baciamo, faccio per spogliarla, ma lei mi ferma.
"Siediti li e guarda" mi dice.
Mi siedo sul letto e la guardo spogliarsi, lentamente, scoprendo quella pelle bianca che ho imparato a conoscere.
Lentamente si toglie tutto regalandomi il profumo della sua pelle e , per un breve attimo anche l'immagine del suo sesso offerto, indifeso, virginale.
Si siede rannicchiata sulla poltrona, le gambe chiuse ed inizia ad accarezzarsi.
"guardami" la sua voce mi scuote mentre mi scopro a fissare le sua mano tra le sue gambe
Inviato da: pleiadesland
il 09/06/2011 alle 19:01