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BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

 

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PENSARE ALLA MONTAGNA

Post n°420 pubblicato il 24 Luglio 2012 da das.silvia

Immaginare un futuro possibile per la montagna, oggi, in un mondo ormai

massificato (6,5 miliardi di abitanti, quando erano appena 1,5 negli anni

Sessanta) con i ghiacciai che fra una generazione saranno per lo più

sciolti, sopra un pianeta avvolto da reti informatiche che superano in tempo

reale  quelle barriere di spazio e di tempo (lontananza, verticalità)

che non solo costituivano, ma “costruivano” la montagna (la sua specificità,

ma anche le ragioni dell’alpinismo), significa infatti ripercorrere il senso delle

esperienze  che nei millenni sulle montagne si sono aggrappate e manifestate.

Perché solo così è possibile ancora capire cosa “le montagne” hanno da

offrire. E quindi viverle.

A ben guardare lavoro e cultura, stili di vita e fatiche, paure e creatività,

 libertà e servaggi, si sono affermati non “in montagna” ( che è una dimensione

astratta) ma “sulle” montagne, che sono luoghi reali e diversificati nel mondo,

e possono consistere in un remoto borgo pedemontano appenninico , come in

un villaggio sherpa himalaiano, in un “quattromila” alpino, o in un alpeggio

altoatesino. Si dimentica troppo spesso, anche negli interventi pubblici e

politici a favore della montagna, che in realtà bisogna parlare di “montagne”.

Si dimentica anche le straordinarie multi potenzialità che questa

differenziazione offre. Anche nel restringere il campo di indagine alla regione

Trentino- Alto Adige  – laboratorio alpino ed europeo complesso, ma

abbastanza completo - non si può pensare al futuro senza fare memoria

delle “diverse montagne” dei diversi paesaggi e vocazioni che la compongono.

I problemi di una vallata dolomitica,  infatti, sono ben diversi dalle opportunità

(e non a caso usiamo questo termine) di una valle apparentemente

 minore ed emarginata come la Vallarsa. Voler trattare gli Altipiani come

si affronta lo sviluppo di Madonna di Campiglio significa  mistificare i

problemi della montagna e, sostanzialmente, imbrogliare chi vuole viverci  o

investire su di essa pezzi del suo futuro.  La montagna è fatta dai

condizionamenti della natura e dalle scelte degli uomini. E’ questa la forza e

la dannazione della montagna, perché natura e uomini non sempre si

incontrano. Non ci sarebbe montagna se il lavoro degli uomini – e poi

le conquiste dell’alpinismo - non l’avessero plasmata e “identificata” anche

nei suoi miti. Non ci sarebbe montagna se la Natura non le desse la forza di

rigenerarsi ad ogni stagione. ( W E B)

          

 

Commenti al Post:
giumor54
giumor54 il 24/07/12 alle 09:05 via WEB
Questo si che č un bel vedere Silvia, e che vuoi commentare č semplicemente meraviglioso immaginarsi li..ciao e buon martedė....))) gių
 
 
das.silvia
das.silvia il 24/07/12 alle 10:22 via WEB
Sempre colma di fascino ,la montagna, ci fa sognare profondamente... Grazie del passaggio, buona giornata e un caro saluto, silvia
 
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