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Setoseallegorie

BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi di Maggio 2012

CATACLISMA

Post n°310 pubblicato il 31 Maggio 2012 da das.silvia

Nel boato che fa eco

all’impulso delle viscere

s’accartocciano come fuscelli

edifici e mausolei d’antica tradizione

Il panico interpreta

lo sgomento incredulo di anime

inermi allo sconquasso

della natura imbizzarrita

Preme nell’egemonia d’inaudita forza

sulla fragilità di piccoli uomini spauriti

illusi d’evoluzione tecnologica…

Si frantumano credibilità come neve al sole

nello scalpito irruento

d’un irreversibile estro che sa far dolore


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio2012


 
 
 

IL TERREMOTO

Post n°309 pubblicato il 31 Maggio 2012 da das.silvia

 

Improvvisamente un boato, diverso dal rumore d’un tuono

e poi un sussulto inaudito  che sfocia nel forte tremolìo

della terra e tutto si muove d’intorno in modo inconsulto…

Ecco il terremoto, inaspettato cataclisma, che sa incutere

interminabili attimi di panico.

La mente in pochi secondi gestisce immagini terrificanti

e l’istinto di sopravvivenza avanza a grandi passi con

velocissime mosse portate alla salvaguardia della propria

persona, allarmata da una situazione di forte pericolo.

Non c’è tempo di pensare, si deve correre al di fuori delle

mura dell’abitazione, all’aperto, possibilmente lontano

da fabbricati, che potrebbero sbriciolarsi da un istante allo

altro.

Le scene che seguiranno, dopo il sisma, saranno terrificanti

per la loro violenza… un ammasso di detriti ed edifici

distrutti o semidemoliti, fra gli sguardi della gente ancora

attonita e sbigottita per aver vissuto attimi devastanti ed

avere ancora il dono della vita, dopo un evento di tale portata.

Organizzati nelle tendopoli, in uno stato di precarietà ed

emergenza, in parte sono felici di aver avuto salva la

 esistenza,ma molti di loro hanno perso la casa e forse

anche il lavoro.

Situazioni davvero drammatiche, che il percorso, che bisogna

sempre considerare un’avventura, può riservare insieme

ad altre, di natura imprevedibile che portano a riflessioni

profonde e alla considerazione di quanto, soprattutto,

siamo fragili, di fronte all’inaspettata forza della natura,

 che non finisce mai di sbalordirci con le sue incredibili

performance

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 


 
 
 

SENZA PAROLE

Post n°307 pubblicato il 30 Maggio 2012 da das.silvia

E' il gelo a sopprimere
la lucidità dell'iride
precipitata in un non vedere d'arte disfatta
nelle inflorescenze dolenti di zagare appassite

sono conflittualità nei pensieri dolenti
discostati da un sensuale brio sulla pelle
nel gemito d'un male luttuoso
abile nel corrodere la logica rituale

eppur sa ricondurre le linee istintuali
all'imitazione dell'atavico succhiare
il caldo seno materno
nell'adempiente saggio persuasivo... senza parole

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati ottobre 2011

                                       

                                    

 
 
 

LA ROSA DEI VENTI

Post n°306 pubblicato il 30 Maggio 2012 da das.silvia

La rosa dei venti raffigura i quattro punti cardinali

principali (nord, sud, est e ovest), con altrettanti

quattro punti intermedi che determinano le seguenti

altre direzioni: nord-est, sud-est, sud-ovest e nord-ovest.


A questi otto punti (i quattro principali e i quattro

intermedi), e' possibile raffigurarne altri otto intermedi:

nord-nord-est (NNE), est-nord-est (ENE), est-sud-est

(ESE), sud-sud-est (SSE), sud-sud-ovest (SSO), ovest-

sud-ovest (OSO), ovest-nord-ovest (ONO), nord-nord-

ovest (NNO). Tutto sara' piu' chiaro vedendo l'immagine

della rosa dei venti a centro pagina.

La rosa dei venti classifica i venti a seconda della

loro provenienza. Se infatti immaginiamo la rosa centrata

sull'isola di Zante (quella del Foscolo per intenderci, sita

a Sud-Est dell'Italia, vicino alla costa greca che si affaccia

sul Mar Jonio), scopriamo che a Nord-Est c'e' la Grecia

(da cui proviene appunto il vento Grecale), a Sud-Est la

Siria (da cui proviene appunto il vento Scirocco), a Sud-

Ovest la Libia (da cui proviene appunto il vento Libeccio)

e a Nord-Ovest Roma (da Roma "caput mundi" da cui

proviene appunto il vento Maestrale che guarda caso

significa "maestro dei venti"). Con questo metodo sara' piu'

facile ricordare i nomi dei venti e la loro provenienza.

Questi i principali venti: tramontana, grecale, levante,

scirocco, ostro (o mezzogiorno o austro), libeccio,

ponente, maestrale. ( W E B)

      

 
 
 

'NBUCHETTO

Post n°305 pubblicato il 29 Maggio 2012 da das.silvia

Ce sta ‘nbuchettto nei pressi de’ ‘na porta

ar sesto piano der palazzo mio

che co’ poco spazzio t’embeve

de’ ‘na grandezza solenne….

che guasi ce stenti a crede…

Maestosa e senza grilli pe’ ‘a testa

te compare lei..Roma

disinvorta ne le piazze più distinte

che se rincoreno pe’ ‘a maestà

e ‘a tradizione de l’antenati

che ce l’hanno tramannate

Sbigottita, ‘sta città de ‘a primavera odorosa

trasuda da quer foro ‘nenergia

che t’embriaca e te fa capì senza fiatà

come da sempre sa rinasce

su quele pennellate d’acquerello

che manco er mejo pittore sa imità….

 

TRADUZIONE

UN BUCHETTO

C’è un buchetto dentro una porta

al sesto piano del mio palazzo

che con poco spazio ti dona

una grandezza solenne…

che quasi stenti a crederci

Maestosa e senza grilli per la testa

ti appare lei Roma

disinvolta nelle piazze più famose

che si fanno concorrenza per la maestà

e la tradizione degli antenati

che ce le hanno tramandate.

Sbigottita questa città per questa primavera profumata

trasuda da quel foro un’energia

che quasi dà alla testa e fa capire, in silenzio

come da sempre si rigenera

su quelle pennellate d’acquerello

che ne anche un pittore quotato sa imitare…

 

Silvia De angelis tutti i diritti riservati   febbraio 2012

                     

                                    

 
 
 

COSA SI NASCONDE NEI SOGNI?

Post n°304 pubblicato il 29 Maggio 2012 da das.silvia

Qualche mese fa una delle più grandi community

di matchmaking ha svolto un sondaggio tra i propri

utenti per cercare di scoprire cosa sognano e perché.

Lo studio è stato interpretato dalla psicologa Stefania

Maiorino, del team di Monica Zentellini, la psicologa

di centobattitiperminuto. Il dato più interessante che

emerge dal sondaggio è che più della metà degli utenti

(55,4%) afferma di avere sogni ricorrenti, che possono

presentare la stessa struttura, gli stessi personaggi,

la stessa scena e atmosfera. Un dato considerato dagli

psicologi contemporanei come espressione di temi

importanti della propria vita che può essere una delle

chiavi interpretative per comprendere meglio la

personalità del sognatore stesso. Dall’indagine risulta

che il 39,5% parla dei propri sogni come occasione per

parlare di sé, per conoscersi meglio, ma anche per

stupirsi e ridere insieme ad amici, parenti, colleghi,

mentre solo il 25% preferisce non condividerli nell’ambito

delle proprie relazioni affettive. Le donne in questo caso

si sono dimostrate gli utenti più sensibili e maggiormente

a contatto con la propria fantasia (44%) ma anche gli

uomini mostrano una certa sensibilità e interesse per

il sogno, quale parte intima e bizzarra della propria

esperienza individuale (24%). Il 74,3% afferma di

ricordare i propri sogni al risveglio (65,2% donne)

evidenziando un buon contatto con la propria

dimensione onirica. La consapevolezza dell’esperienza

onirica aumenta col crescere dell’età: mentre i giovani

sono incuriositi dall’aspetto irreale dei propri sogni e per

questo più inclini a “riderci su”, i sognatori più “maturi”

li considerano occasione di riflessione personale. La

possibilità di ricavare numeri da giocare partendo dai

simboli sognati mette nuovamente in risalto il campione

femminile, più ricettivo anche nei confronti dei contenuti

“esoterici”, Il 23,2% del campione femminile racconta

di avere sognato un parente o un amico comunicare loro

dei numeri. I luoghi più frequentemente sognati sono la

casa (25,8%) e il mare (16,1%), dove la casa è

considerato un simbolo molto importante: ciò che avviene

nella casa accade dentro di noi. Il simbolo della casa è

associato alla donna e alla madre, è il rifugio sicuro e

accogliente, lo spazio dell’intimità e delle relazioni familiari.


Anche il mare rappresenta un simbolo di maternità e

inconscio, il luogo da cui proviene la vita e in cui la vita si

trasforma e rinnova. Il tema più ricorrente nei sogni sono

l’amore e le relazioni, rivisitati in chiave piacevole (21,8% ).

Amoreggiare nel sogno indica un atteggiamento di

apertura all’inatteso, al diverso, la possibilità di congiungerci

con una parte di noi stessi passando attraverso la

relazione con l’altro. Infine, il sondaggio evidenzia un

legame intenso degli utenti con l’elemento emotivo, il 66,2%

dichiara di sognare a colori piuttosto che in bianco e nero.

I colori rispecchiano le sfumature dell’universo affettivo

e la vivacità delle sue vibrazioni, producendo una sorta

fascinazione che ha lo scopo di richiamare l’attenzione

ed il ricordo. (W E B)

                        

 
 
 

SUONI D'AMORE

Post n°303 pubblicato il 28 Maggio 2012 da das.silvia

 

L'effluvio di un'emozione cattura il viola

disperso nella visione menzognera

d'un amore effimero

spettatore di sussulti ormeggiati sulle rive

mentre il suono dell'acqua si fa forte

Si discostano insenature dai cardini della pelle

nell'orizzonte di una stagione cupa

dentro le vene levigate di sospiri

e alchimie d'amore sbriciolate

scampate alla deriva d'un tempestoso ardire

Si ripropongono impudenti e inaspettate

nella svogliatura d'un di qualsiasi

come uno schiocco altisonante

mentre le labbra aderenti al vetro

s'imbibiscono di suoni d'amore


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati novembre 2011

 
 
 

Storia del tricolore

Post n°302 pubblicato il 28 Maggio 2012 da das.silvia

Verde, bianco, rosso. Tre bande verticali di eguale

dimensione che vanno a comporre il nostro vessillo

nazionale. Esposto nelle celebrazioni ufficiali e osannato

nella manifestazioni sportive il tricolore fa parte della

nostra cultura da secoli. L'origine della bandiera italiana,

infatti, non va fattacoincidere con l'Unità di Italia, poiché

è alla fine del 1700 che bisogna far risalire la sua nascita.

La sua prima comparsa ufficiale va a collocarsi nel 
1796,

anno in cui vide la luce la Repubblica Cispadana,

comprendente alcuni territori dell'attuale Emilia Romagna.

Il verbale della riunione, infatti, recita: fa pure mozione che

si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre

colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino

anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti.

Ma perché furono scelti i sopracitati colori? Sull'argomento

si è molto discusso e le suggestioni arrivano anche dalla

poesia. «Il verde la speme tant’anni pasciuta, il rosso la gioia

d’averla compiuta, il bianco la fede fraterna d’amor» dice Berchet;

 ma Dall'Ongaro risponde «I tre colori della tua bandiera non son

tre regni ma l’Italia intera : il bianco l’Alpi, il rosso i due vulcani,

il verde l’erba dei lombardi piani». Carducci, invece, scriveva

«le nevi delle alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E subito

quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni

e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco,

la fede serena alle idee che fanno divina l'anima nella costanza

dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto

di bene nella gioventù de' poeti; il rosso, la passione ed il sangue

dei martiri e degli eroi.»Altri, molto meno poeticamente

sostengono invece che i tre colori derivino essenzialmente

da una mera copia della bandiera francese, alla quale

si è sostituito il verde con il blu. (W E B)


 
 
 

REMINISCENZE

Post n°301 pubblicato il 27 Maggio 2012 da das.silvia

Si dissuade lo sguardo nel muro informe

protende battiti di ciglia in angoli remoti

lastricati di tessuti sul davanzale di fioche viole

Si rigenerano consapevoli pulsioni

e focose energie celate negli spazi dissepolti

sanno rapire nei toni accesi di canzoni

con venti caldi insinuati tra i capelli

e gigli divenuti color porpora

in uno sconfinare dalle futili banalità dell’attimo

Si infrangono  emotività su  dune del passato

suggestionano scialbe tele del deserto

 inventando raffinate magie d’amore

 scivolate in una prospettiva d’inversi

mossi da soffi di luna e ilari ciocche di sole


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati aprile 2012


 
 
 

CONSIDERAZIONI

Post n°300 pubblicato il 27 Maggio 2012 da das.silvia

Accadono alcuni eventi, di particolare gravità, che ci lasciano

veramente basiti e amareggiati.

Le immagini di quei fatti cruenti rimangono scolpite nel

profondo e non riescono a ragguagliare ragionamenti di logica

e razionalità, che si intensificano nei meandri della nostra

mente.

Persone della folla, come noi, che si macchiano di omicidi,

togliendo, nei modi più dolorosi, la vita ad altri esseri umani.

I motivi di queste scelte gravissime potrebbero essere

infiniti e toccare punti cruciali della personalità, che, in un

modo o nell'altro arriva a una conclusione dai toni

irrinunciabili e drammatici.

Mi chiedo se sia possibile che il cinismo e la freddezza

arrivino al punto tale da non lasciare la benchè minima

remora o forte senso di colpa, nei cuori di questi individui?

Come possano procedere nel percorso esistenziale con un peso

nella coscienza di così immensa portata?

Eppure credo che loro non si pongano minimamente il

problema ...anzi si sentano anche investiti di un compito

al di sopra delle possibilità degli altri e camminino nel

solco quotidiano in un'indifferenza che li renda quasi al

di fuori della sensibilità degli altri, visto che loro non

sanno ne anche cosa significhi amare il prossimo e

rispettarlo, anche se le sue idee siano completamente

diverse dalle nostre...

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 

 
 
 

PENOMBRE ONDULATE

Post n°299 pubblicato il 26 Maggio 2012 da das.silvia

Serbo ancora lucciole di te
- luminarie d'amore -

vibranti anse effervescenti
come lampi d'esistenza
circuiscono dita affusolate

dolci dettami si insinuano nella filigrana

dei pensieri ampliandoli

s'adoperano inclini sfumature
mai sbiadite
ad acuire futuribili riflessi

ora penombre ondulate s'inebriano

d'ermetiche vertigini
nella sofficità del tuo morbido ammaliare


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati febbraio 2011

         

 

 
 
 

CAGLIOSTRO

Post n°298 pubblicato il 26 Maggio 2012 da das.silvia

Il mitico conte di Cagliostro, figura mitica a metà strada tra

il mago e il ciarlatano, abitò a Parigi per un breve periodo. Il

leggendario alchimista, che costruì la sua immagine

misteriosa durante il regno di Luigi XIV, occupò una casa al

numero 1 della rue Saint Claude, nel quartiere del Marais.


Nato il 2 giugno 1743 a Palermo in una famiglia modesta,

Giuseppe Balsamo (detto Alessandro) fu educato nel convento

di Misericordia di Caltagirone dedicandosi particolarmente allo

studio di medicina e alchimia.  Nel 1768 il giovane Balsamo

sposa la bella Lorenza Feliciani e, grazie alla sua ricca dote,

i due viaggiano attraverso l’Europa: Venezia, Milano, Genova,

Aix en Provence, Londra e l’Inghilterra, Bruxelles, Berlino,

Russia, Polonia e la Francia intera. Nel 1776, a Londra, si affiliò

alla massoneria e creò una loggia dedicata al  rito egiziano che

contribuì ad accrescere l’alone di mistero attorno alla sua figura.


Utilizzando i suoi poteri ipnotici, le sue conoscenze nel campo

dell’occultismo e la forza della suggestione, il giovane acquistò

la reputazione di mago e guaritore e cominciò a farsi chiamare

il conte di Cagliostro. Il conte raccontava di essere capace di

fabbricare diamanti, trasformare la canapa in seta e il metallo in

oro, di aver conosciuto Gesù Cristo e di aver preso parte alle

nozze di Cana. Cagliostro si stabilì a Parigi nel 1785 e conobbe

un grande successo grazie anche all’amicizia con il marchese Rohan.


Le sue sedute di magia riempivano i saloni parigini e la sua fama

di guaritore raggiunse rapidamente le strade della capitale francese.


Tuttavia il conte Cagliostro, coinvolto nell’affare della collana della

regina Maria Antonietta, fu costretto a lasciare la Francia. Tornato in

Italia, il conte fu arrestato, processato dal tribunale dell’Inquisizione

e condannato a morte perché fondatore di una setta massonica.


La pena di morte fu commutata dal Papa nel carcere a vita e

Cagliostro morì nella fortezza di San Leo, dopo alcuni anni di prigionia,

nel 1795. (W E B)

                               

                               

 
 
 

RESPIRO IMMINENTE

Post n°297 pubblicato il 25 Maggio 2012 da das.silvia

                                  

Si affievolisce l’attinenza dell’occasione

nel battibaleno impercettibile

affonda l’estro intrigante

nel carisma dotato d’affini percezioni

si disperdono in un tracciato

distante dal rumore

carezzante i nembi della coscienza

l’appagante brusìo

celato nel dubbio d’un autunno sfocato

intimorisce i battiti di tempie soggiogate

da un tripudio effervescente

impagabile nell’espressione d’un vanto d’amore

toccante il respiro imminente


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio 2011

 
 
 

IL PARAPENDIO

Post n°296 pubblicato il 25 Maggio 2012 da das.silvia

L'anno di nascita del parapendio è ufficialmente il 1985,

e la sua patria è la Francia. In realtà l'idea di un'ala non

rigida che crea portanza è da attribuire a Francis Rogallo

sviluppata nelle sue ricerche per conto della NASA negli

anni '60. I primi parapendio erano direttamente derivati

dal paracadute da lancio, avevano un aspetto

rettangolare con una doppia superficie alimentata da

grosse bocche poste sulla parte anteriore dell'ala.


Come avviene anche oggi, allora il decollo veniva

effettuato correndo su un pendio inclinato e costringendo

l'aria ad entrare nelle bocche, fase in cui la vela, iniziava

ad avere la sua forma, necessaria per il sostentamento

del pilota. Nel 1985 la FAI (Federazione Aeronautica

Internazionale) riconosceva il parapendio come velivolo vero

e proprio, anche se a quel tempo le prestazioni di tali

apparecchi erano pressochè simili a quelle dei paracadute

da lancio, con un'efficienza di circa 3:1, cioè la vela

percorreva circa 3 metri di volo orizzontale ogni metro di

quota perso. Questi furono gli anni del cosiddetto

“pionierismo”; fase in cui i pochi appassionati del tempo,

provenienti per lo più dall'alpinismo e dal paracadutismo,

tracciavano le prime esperienze in un campo allora privo

di ogni certezza. Nel 1988 viene organizzato il primo

campionato FAI a St. Hilaire de Touvet (Grenoble) per le ali

da parapendio; sarà un vero e proprio censimento epocale

e darà il via allo sviluppo tecnologico delle ali che ha portato

alle moderne vele di oggi e che non si è ancora interrotto.


Le varie federazioni di volo libero europee si “accorgono”

del parapendio e iniziano la loro progressiva ma inesorabile

trasformazione che porterà ad una forte diminuzione degli

appassionati di deltaplano e una crescita esponenziale

dei piloti di parapendio, in special modo nei paesi a ridosso

dell'arco alpino. Contemporaneamente si sente una forte

esigenza a creare delle basi d'insegnamento del volo, in modo

da trasformare sempre più l'epoca dei pionieri in quella del

moderno insegnamento del volo, forte di esperienza e di

certezze acquisite. Oltre alle scuole di volo nascono anche

gli enti preposti ad omologare le vele, cioè a decretare

oggettivamente il loro grado di sicurezza e la loro idoneità

ad essere commercializzate. (W E B)

  

 
 
 

TRASPARENZE

Post n°295 pubblicato il 24 Maggio 2012 da das.silvia

Nella stiva misteriosa della tua coscienza


raffiche d'ingenti intrichi


si mescolano a sofferti pensieri


e fughe di caldi fiati d'emozione


trapela sipida espressività


nella parabola d'effetti coinvolgenti


su velato alone di luce...


quella che lasci trapelare


nell'eco di fragile rancore


che ho imparato ad amare


senza districare i nodi delle tue penombre


ma avvicinando l'anima alle tue trasparenze


che sanno come sfiorarmi


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati (agosto 2011)

                                    

                                        

 
 
 

LA MURAGLIA CINESE

Post n°294 pubblicato il 24 Maggio 2012 da das.silvia

Una delle opere architettoniche più impressionanti e più

grandiose è certamente la Grande Muraglia Cinese. Anch’ essa

fa parte delle sette meraviglie del mondo. I Cinesi sono soliti

chiamarla Wan-li Ch’eng, che significa letteralmente muro

dei diecimila li. Quest’ ultimo è un’ unità di misura che

coinciderebbe a cinquecento metri: la muraglia dovrebbe

quindi correre per circa cinquemila chilometri, ma in realtà

sono molti di più. Attraverso accurate e abbastanza precise

misurazioni, si è riuscita a stabilire la sua lunghezza: sarebbe

di circa 8850 chilometri. Il suo spessore era invece di circa

dieci metri.

Fu realizzata durante l’ anno 215 a. C. ad opera dell’ imperatore

Qin Shi Huangdi, il quale successivamente decise di far

costruire anche l’ esercito di terracotta. Dato il grande impegno

che richiese la sua costruzione, furono impiegati circa dieci anni

affinché fosse ultimata. Egli regnò dal 246 al 210 a. C. circa,

quindi riuscì ad ammirare la splendida muraglia in tutta la

sua imponenza. La grande muraglia si estende dal golfo di Liao-

Tung fino al Tibet, in particolare fino al passo di Kia-gu: essa

delinea quindi il confine settentrionale della Cina.

L’ alzato era costituito da terra battuta, rivestita di pietre bianche.

Essa seguiva il percorso tortuoso del terreno, che le dona anche la

sua caratteristica forma. Venne creata allo scopo di difendersi

dagli attacchi di un popolo vicino quanto aggressivo: i Mongoli.


Nonostante l’ imponente mole, non riuscì a contenerli poiché

essi riuscirono a penetrare all’ interno del territorio cinese

attraverso le porte di cui era composta la muraglia. Oltre alle

porte, la Muraglia disponeva ovviamente, come tutte le opere

difensive, di torri di avvistamento.

È opinione diffusa che la Grande muraglia cinese sia l’ unica

costruzione fatta ad opera dell’ uomo che sia possibile vedere

anche dallo spazio. In realtà, lo spessore del muro che compone

l’ opera – di circa 10 metri - non è tanto notevole da permettere

di essere osservata da così tanto lontano. (WEB)

 

 
 
 

NEL RICORDO DI CHI NON C'E' PIU'

Post n°293 pubblicato il 23 Maggio 2012 da das.silvia

 

Siamo  nella ricorrenza del 23 maggio per ricordare e

onorare la figura e il sacrificio di Giovanni Falcone,

per dedicare alla sua memoria, alla memoria di Francesca

Morvillo, di Paolo Borsellino e di tutti i caduti di quelle

giornate, un rinnovato, corale giuramento d’impegno

civile. Ma quello di oggi è un anniversario speciale :

e non solo perché sono trascorsi vent’anni e il lungo

tempo che ci separa dalle stragi di Capaci e di via d’Amelio

ci consente bilanci e riflessioni di fondo sulla lotta

contro la mafia, sull’impegno per la legalità e per la

sicurezza. Quello di oggi è un anniversario speciale anche

perché gli orribili fatti della vigilia, la barbara sanguinosa

aggressione alle ragazze della scuola di Brindisi,

e ancor più tutto quello che sta accadendo in Italia,

la situazione generale del nostro paese, rendono

importante, anzi prezioso, il richiamo all’esperienza

di quel tragico maggio-luglio 1992, di quel drammatico

biennio 1992-93; rendono prezioso il richiamo

all’insegnamento e all’esempio di Giovanni Falcone.

(W E B)

 
 
 

INSTABILI SCENARI

Post n°292 pubblicato il 23 Maggio 2012 da das.silvia

Non sempre è facile sconfinare


al di là di instabili scenari


ritoccando quel progetto sottopelle


che accarezza intricate linee dell'anima


addomesticate da sempre


a elargire doni d'amore di gran portata

In quella inaspettata scarna ricompensa


caduta in un baratro svuotato di scivoli di sole


s'irradia chi di sopruso gestisce trame d'esistenza


nella voce stretta e verticale


che abile sa domare ombre inquietanti


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati giugno 2011


 
 
 

TEMPI MODERNI

Post n°291 pubblicato il 23 Maggio 2012 da das.silvia

L'esistenza non ci dà tregua....sembra starci col fiato

sopra con una serie di eventi più o meno disgreganti

la nostra personalità, indaffaratissima a  dover

risolvere tutto con intelligenza e tanta rapidità per non

inciampare in quei tranelli fatidici che non ti

permetteranno più di dormire tranquillamente.

Le  incombenze sono interminabili e ci colpiscono

come frecce, lasciando segni difficili da rimarginare con

rapidità e soprattutto hanno urgenza di veloci

risoluzioni che, talvolta, tardano a balenare nella

mente affaticata.

Anni fa la vita aveva ritmi più tranquilli...si sono

velocizzati nel corso degli ultimi anni, come, del resto,

l'uscita straripante di nuovi prodotti che rendono

obsoleti quelli messi in commercio poco tempo prima.

Indubbiamente questa corsa sfrenata ci accorcia

l'esistenza votata al raggiungimento continuo di

obiettivi, cessati i quali, se ne presentano di nuovi

ancor più complessi . Lo stress è all'ordine del giorno

e l'insorgere di strane malattie, causate dallo

abbassamento del sistema immunitario, esausto,

non fanno altro che complicare di più l'andamento

dell'esistenza.

Oltretutto la divulgazione di notizie devastanti da

parte degli organi di comunicazione, peggiora di

molto la situazione della personalità, bersagliata

da una serie infinita di attacchi bellici di tutti i tipi.

Forse l'indifferenza generale diventa un'arma di

difesa a tutte queste inquitudini che ci assillano

senza un attimo di tregua, ma non risolve le grandi

problematiche esistenti nel periodo che chiamano

del progresso.


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati


 

 

 

 
 
 

NEI PRESSI DEL LAGO

Post n°290 pubblicato il 22 Maggio 2012 da das.silvia

S’accosta alla vena del silenzio

quel brusìo tacito del lago

mentre nel cerchio raffermo della coscienza

s’addentrano pensieri d’inconfessate smanie.

S’adagiano sul torace concavo

per discendere nell’estro dell’io

che ne esalta il fascino

immedesimato su cerchi concentrici d’acqua

mossi da una breccola intrigante

Nella lucentezza metallica d’un riflesso

in un limpido abbandono

il disamore raffermo s’identifica

allo stupore d’un verbo che si fa muto

sull’ebbrezza di sassi sbiaditi

al calore d’un ‘emozione


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio 2012

                                  

                                                    

 

 

 
 
 

 

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