Messaggi di Dicembre 2017
Post n°1565 pubblicato il 30 Dicembre 2017 da das.silvia
Chiari presagi
nel fato che si muove
buon anno nuovo @Silvia De Angelis
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Post n°1564 pubblicato il 29 Dicembre 2017 da das.silvia
Multicolori
sfumature di mare
tondo orizzonte @Silvia De Angelis
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Post n°1563 pubblicato il 26 Dicembre 2017 da das.silvia
Al cervello bastano soltanto 200 millisecondi per captare una situazione sociale minacciosa. Dinanzi ai pericoli, infatti, i nostri neuroni agiscono in modo automatico e ultraveloce. Proprio come se il cervello fosse dotato di una sorta di «sesto senso» che funziona solo nelle crisi e che è più spiccato nei soggetti ansiosi. Queste, in estrema sintesi, sono le conclusioni di uno studio condotto dal team di Marwa El Zein dell’Istituto francese di sanità e ricerca medica e della Scuola Normale Superiore di Parigi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista eLife. Nello studio i ricercatori hanno identificato per la prima volta specifiche aree del cervello associate a questo senso del pericolo, che variano a seconda della personalità del soggetto. Mentre infatti nelle persone ansiose il segnale di allarme viene elaborato nella regione del cervello responsabile dell’azione, in quelle più tranquille viene processato dai circuiti deputati al riconoscimento facciale. Inoltre, i ricercatori sono riusciti a tracciare l’identikit del viso che viene percepito come minaccioso. In un esperimento condotto su 24 volontari, gli studiosi hanno scoperto che una persona viene percepita come una minaccia quando presenta un’espressione arrabbiate e, soprattutto, quando il sguardo è puntato su di noi. «In una folla sarete più sensibili a una faccia arrabbiata che sta guardando verso di voi - spiega El Zein - mentre presterete meno attenzione a un viso che, pur accigliato, sta volgendo lo sguardo altrove». Per i ricercatori, questo «sesto senso» per le minacce e un residuo dell’evoluzione, cioè quando l’uomo viveva sul pianeta fianco a fianco con predatori che potevano attaccarlo. Riconoscere la paura su un’altra faccia poteva aiutare a individuare il pericolo prima ed a mettersi in salvo. (WEB) |
Post n°1562 pubblicato il 24 Dicembre 2017 da das.silvia
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Post n°1560 pubblicato il 21 Dicembre 2017 da das.silvia
Spolettano
emotivi frastuoni
ornati di sonanti gingilli
su dite accese
di surreale senso ascetico
Tracimano
promesse di buonismo
colme di cromatiche sillabe
per un’iperbole di nuova sacralità
Fasciano
vertebre in cammino
per inazzurato cielo
Donano
un consono motivo di pace
a quel disavanzo d’umanità
che ara
nel tempo
campi di guerra
@Silvia De Angelis
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Post n°1559 pubblicato il 19 Dicembre 2017 da das.silvia
Il Belize è situato in America Centrale e la sua capitale è Belmopan. Confina con lo stato messicano e si affaccia sul mar dei Caraibi e sul golfo dell'Honduras, pertanto offre un panorama a 360 gradi a dir poco caratteristico ed unico. La lingua ufficiale è l'inglese ma è ben gradito, e parlato, anche lo spagnolo. È un paese ricco di corsi d'acqua, di lagune, paludi e a nord-ovest si estendono notevoli foreste tropicali. È famosissimo per la forte contaminazione Maya, che garantisce un folklore ed una storia del tutto particolareggiata e misteriosa. Il clima è puramente tropicale e la popolazione è composta principalmente da meticci, da creoli, maya ed altre etnie locali in percentuali minori. Sicuramente è una meta affascinante da raggiungere sotto molti punti di vista e secondo vari interessi, ma per scelta dei viaggiatori, e per il fascino dei luoghi, i 5 posti da non perdere sono sicuramente indirizzati ai patiti di balneazione, immersioni, naturalisti e cultori della storia Maya. Cercheremo di seguito di rappresentarli al meglio.
La riserva marina di Hol Chan rappresenta una delle mete più gettonate del Belize. Situata a San Pedro Ambergris Caye, è la riserva marina con una barriera corallina estesa per oltre 300 km che permette agli escursionisti di nuotare circondati da pesci meravigliosi, variegati di tantissimi colori, o spostarsi in barca alla volta del reef per vedere tartarughe marine giganti, razze e, in particolare, squali. Lo snorkeling è riservato agli amanti della natura marina e la barriera corallina presente nel reef e tra le più colorate al mondo. La riserva è particolarmente tutelata e permette la visione di una molteplicità di pesci fantastica ed inimmaginabile. I fondali sono molto accessibili e non destano timore per i neofiti, comunque per le prime uscite si consiglia di rivolgersi agli esperti del luogo e di aggregarsi alle molte escursioni a disposizione dei turisti.
Il great blue hole è un pozzo marino circolare di oltre 100 metri di profondità e largo più di 300, denominato tecnicamente dolina, e situato sulla barriera corallina del Belize a circa 60 km dalla città di Belize e vicino all'atollo di lighthouse. È stato riconosciuto come patrimonio dell'Unesco ed è stato teatro di molte attività subacquee, es. Le immersioni esplorative di J. Cousteau, che ne hanno decretato curiosità ed attrazione a livello mondiale. All'interno troviamo diverse specie marine, come gli squali e le cernie giganti, mentre le pareti a strapiombo sono ricoperte dalla vegetazione tipica dei coralli. Le escursioni in profondità sono prettamente tecniche ma restano sicuramente nella memoria per la particolarità del luogo e per l'estremo fascino dell'immenso pozzo scuro in mezzo all'oceano. (WEB)
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Post n°1558 pubblicato il 17 Dicembre 2017 da das.silvia
Quell’accadere
di verbi irritanti
insinuati nel mezzo
d’un vicolo d’amore
ne smitizza il baricentro
fragile nel disavanzo
d’una spiccata sensibilità
Fa fluttuare la ragione
sulla scorza d’un motivo profondo
ch’ampli un cicaleccio smodato
e di chiusura al sole
quando scompaia
nell’abito di brina @Silvia De Angelis
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Post n°1556 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da das.silvia
Sembrerebbe una cosa strana, ma talvolta preferiamo non sapere, o non indagare su alcuni tracciati della nostra esistenza, per evitare di crearci pensieri negativi o sofferenze. Infatti scavare a fondo su alcune situazioni o atteggiamenti che ci mettono in allarme, non sempre è l’atteggiamento giusto per la nostra persona e soprattutto per il nostro sistema immunitario. Infatti, anche se non ce ne rendiamo conto, il nostro organismo, è sensibile ad ogni evento di vita, e risente maggiormente di quelle fragilità del percorso, che concorrono a farlo adombrare. Esistono persone cavillose, e molto pignole, che amano sapere qualsiasi cosa e controllare l’andare dei propri cari, interferendo, talvolta, in quegli atteggiamenti, in cui non si trova d’accordo…..penso che questo agire non porti a buoni risultati. Ognuno di noi deve proporsi, come sente, e intraprendere quelle azioni che contribuiscono ad un buon equilibrio interiore, senza farsi condizionare da intromissioni, che potrebbero, in qualche modo, modificare il comportamento. Personalmente mi piace vivere secondo i miei crismi, e non amo intromettermi nella vita del mio contorno, anche se, talvolta mi giro altrove, quando qualcosa degli altri mi lascia perplessa… @Silvia De Angelis |
Post n°1554 pubblicato il 12 Dicembre 2017 da das.silvia
PERCHE' SE NE PARLA Svelato il mistero dei fairy circles, i famosi cerchi delle fate della Namibia. Questi, presenti in versione più piccola anche in Australia, sono aree a forma di cerchio prive di vegetazione ma circondate da un anello di erba del genere Stipagrostis. Possono variare dai 3 ai 20 metri di diametro, e generalmente sopravvivono per qualche decina di anni. A volte anche per 70 anni. Ebbene, uno studio internazionale pubblicato su Nature, suggerisce che queste misteriose aree siano il risultato dell’ingegneria delle termiti e delle "leggi" della vegetazione. In altre parole le termiti si nutrono delle radici delle piante che stanno sopra il loro nido. E dove le relative colonie sono costrette a vivere le une accanto le altre, le aree di erba intatta ne simboleggiano i confini tra fazioni. E per spiegare la natura circolare di questi cerchi, gli esperti spiegano che alcune erbe sarebbero in grado di sopraffarne altre, diffondendo le loro lunghe radici, privandole di acqua, e provocando quindi la formazione di chiazze di sabbia asciutta. PERCHE' ANDARCI La Namibia è una bellissima destinazione per tutti coloro che amano la natura in tutti i suoi contrasti. Il Deserto Namib, la cui larghezza varia fra 50 e 140 chilometri, è il più antico del mondo, tra dune, fiumi prosciugati e canyon erosi. L'altopiano centrale, che presenta savane cosparse di rovi e monti che si innalzano dalle pianure, termina a sud nel maestoso Fishriver Canyon. Nel nord del Paese, si varia dalla densa macchia e dalle aperte pianure della Piana di Etosha, alla savana boscosa e alla vegetazione rigogliosa. DA NON PERDERE Il parco nazionale d'Etosha (Etosha National Park) è un parco nazionale del nord della Namibia, con un'estensione complessiva di circa 23mila kmq. Questo ospita 114 specie di mammiferi, 340 di uccelli, 110 di rettili, 16 di anfibi e persino una specie di pesci. Per gli amanti del genere, segnaliamo la città fantasma di Kolmanskop, a Luderitz. Da visitare le antichissime incisioni rupestri del Twyfelfontein Country Lodge. Potete anche decidere di fare un indimenticabile giro sui quad per il Namib Desert. PERCHE’ NON ANDARCI La Namibia è uno dei paesi africani meno popolati, perché è il più arido a sud del Sahara. Si stima che abbia, in tutto, circa 2.200.000 abitanti. Eppure il turismo c'è, soprattutto durante i mesi estivi. Attenzione alle escursioni termiche: non dimenticate capi ben più pesanti. E, ovviamente, non è consigliato muoversi con mezzi pubblici, a meno che non vogliate perdervi alcune bellissime attrattive che questa terra propone. Meglio noleggiare autovetture a 4 ruote motrici, per quanto non sia una scelta economica. COSA COMPRARE E COSA EVITARE Bracciali e collane come se piovessero. Bellissimi oggetti in legno e maschere intagliate da collezione. Particolarissime anche le bambole con i vestiti colorati come tradizione vuole. Ma, in vendita, si trova anche una borsa piena di scritte. Decisamente brutta ed evitabile.(WEB) |
Post n°1553 pubblicato il 10 Dicembre 2017 da das.silvia
Quella minuscola stringa
che fa di me donna bionica
sa infinitesimare slanci allargati
nel cielo misurato di arti femminei
coinvolgenti dolci desidenze
nei desideri spostati
Da un ciuffo inadempiente
a un’autoreggente maliziosa
che s’inclina nella dorsale
d’una gestualità inavvertita
quel capriccioso meccanismo
concretizza in me mosse astratte
nella lusinga orizzontale
d’una piega
mentre spiega
al rumore d’un arto spossato
una mossa silenziosa di rilievo… @Silvia De Angelis
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Post n°1552 pubblicato il 08 Dicembre 2017 da das.silvia
Quali sono i più belli Quelli con i fiori più vivaci appartengono al gruppo Grandiflorum, e sono conosciuti come gerani Imperiali o Farfalla per la densità e la leggerezza dei fiori. Un altro gruppo è quello dei Mini Grandiflorum, simile al precedente, ma di taglia più piccola e con colori decisi. I più profumati Sono i gerani Odorosi. Più che i fiori, a emanare profumi incantevoli sono le foglie. Mabel Grey ricorda il limone; Tomentosum, con foglie soffici e vellutate, sprigiona un profumo di menta; Odoratissimum ha, invece, la fragranza della mela. I più facili da coltivare Sono i gerani Edera, noti come Parigini, quelli ricadenti che ornano benissimo davanzali e balconi. Fioriscono con generosità, anche perché soffrono meno il caldo rispetto ad altri e si moltiplicano più facilmente per talea. Tutto l'anno, va bene un'esposizione a sud. Ma, da giugno a settembre, conviene spostarli in un angolo rivolto a sud est, dove arriva il sole al mattino. Oppure proteggerli con una tenda. Se si curano in modo corretto, i gerani vivono per tre anni. Poi la crescita rallenta. E solo in pochissimi casi raggiungono i 15 anni di età. Il terreno più adatto Per la coltivazione in vaso, l'ideale è una miscela in parti uguali di terriccio per gerani e terra da orto. Visto che è difficile reperire il secondo tipo, è meglio assicurarsi che il terriccio venduto nei sacchetti sia di ottima qualità e che abbia una buona capacità drenante. Nelle zone dove il clima invernale è mite, i gerani possono essere coltivati anche nelle aiuole, il posto ideale per la qualità del terreno. Quanta acqua richiedono Il terriccio deve essere sempre umido: mai completamente secco né inzuppato d'acqua. Il tipo di concime Il migliore è quello granulare, da aggiungere al terriccio al momento del rinvaso: bastano due cucchiaini per una cassetta di 40 centimetri o un vaso da 25 centimetri di diametro. Si tratta di un fertilizzante a lenta cessione che si scioglie poco alla volta, a ogni annaffiatura. In alternativa, si può usare fertilizzante liquido specifico per gerani da diluire nell'acqua. Conviene però sospendere le concimazioni nei mesi più caldi. Per il dosaggio, basta seguire le istruzioni riportate sulle confezioni. Quanto dura la fioritura I gerani Edera e gli Zonali fioriscono da marzo fino ai primi freddi. Mentre negli Odorosi, nei Grandiflorum e nei Mini Grandiflorum la durata dipende dalla temperatura. In pianura e in collina (dove le estati sono calde) dura 60-80 giorni; in montagna, dai 700 metri di altitudine in su, invece, la fioritura si prolunga per tutta l'estate grazie alle fresche temperature notturne. Il momento migliore per acquistarli e piantarli Per piantare i gerani è meglio aspettare che sia passato il pericolo delle gelate tardive. Nelle zone rivierasche e al sud, si possono preparare vasi e cassette già a metà marzo. Al nord e al centro, invece, conviene aspettare fino a maggio. Il periodo migliore per piantarli arriva quando la temperatura notturna non scende più sotto gli 8-10 gradi. D'inverno, infine, meglio ritirarli in un ambiente più luminoso possibile, dove la temperatura si mantiene fresca, ma non fredda (3-8 gradi al massimo).(WEB) |
Post n°1551 pubblicato il 06 Dicembre 2017 da das.silvia
1) Impastate 420 gr di farina con 3 uova e un po' di sale, formate una palla e fatela riposare per 30 minuti. Intanto fate cuocere 1/2 cappone in abbondante acqua con 1 carota, 1 gambo di sedano e 1 cipolla: schiumate, filtrate e salate il brodo. 2) Battete per bene 150 gr di petto di pollo e fatelo rosolare con 1 cucchiaio di olio extravergne di oliva. Poi frullate il pollo al mixer insieme a 50 gr di mortadella. Trasferite, quindi, il trito in una terrina insieme a 1 uovo, 50 gr di crescenza, 50 gr di parmigiano, noce moscata, sale e pepe. Amalgamate bene il ripieno dei cappelletti. 3) Stendete la sfoglia sottile, con uno spessore di 3 mm, e tagliate quadrati di pasta dal lato di 5 cm. Mettete, quindi, un po' di ripieno su ogni quadratino fino a esaurimento degli ingredienti. Chiudete a triangolo i cappelletti, schiacciando bene le estremità e ripiegate i vertici alla base formando appunto un cappelletto (anello). Lessate i cappelletti nel brodo di cappone bollente. Condite, infine, con burro e parmigiano in scaglie. (WEB)
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Post n°1550 pubblicato il 04 Dicembre 2017 da das.silvia
Architetture
di costruttive mete
matematica @Silvia De Angelis
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Post n°1549 pubblicato il 02 Dicembre 2017 da das.silvia
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