Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
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Post n°7742 pubblicato il 04 Novembre 2016 da nina.monamour
Si racconta che una sera Paolo Borsellino disse a Giovanni Falcone, il suo grande amico da sempre, queste parole: "Uno che aveva sognato di sconfiggere la Mafia applicando la legge." Per non dimenticare… |
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Purtroppo e come molto spesso avviene in particolare certa sx, con incredibile faccia tosta, da morti ha entrambi lodato e tentato di farne una personale icona, in vita però non ha avuto verso costoro particolari riguardi.
In particolare Falcone da vivo non piaceva alla sinistra, tanto che Violante in Parlamento e altri nel Csm ostacolarono, a quel tempo e ferocemente, la sua nomina alla superprocura Antimafia. Perché? Il «metodo Falcone» non poteva e non avrebbe mai potuto avvalorare teoremi accusatori astratti e assiomatici. Infatti Falcone non riteneva che bastassero le semplici dichiarazioni dei pentiti. Lui lavorava con un metodo che doveva portare a un solo fine: convincere la Corte delle prove che portava a carico.
Perché non "giocava" su processi che si aprono e si chiudono con la fase iniziale delle indagini, in cui la sentenza di condanna è quella del PM che chiede il rinvio a giudizio e che il GIP deve sottoscrivere.
Il pensiero di Falcone, scomodo e dimenticato, lo si ravvisa nei seguenti concetti, illustrati dallo stesso giudice nel libro “Interventi e proposte (1982-‘92)” della fondazione Giovanni e Francesca Falcone (oggi introvabile ma che ho, per fortuna nella mia personale raccolta da tanti anni):
1. La consapevolezza che la regolamentazione della carriera dei magistrati del PM non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti.
2. Se l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono in crisi ciò dipende in misura non marginale anche dalla crisi che investe da tempo l'ANM rendendola sempre più un organismo diretto alla TUTELA di interessi corporativi.
3. Separazione delle carriere: su questa direttrice bisogna muoversi, accantonando lo SPAURACCHIO della dipendenza dei PM dall'Esecutivo e della discrezionalità dell'azione penale che viene puntualmente sbandierato tutte le volte in cui si parla di differenziazione delle carriere.
4. É possibile che in un regime liberal democratico non vi sia ancora una politica giudiziaria e tutto sia riservato alle decisioni, assolutamente irresponsabili, dei vari uffici di Procura e spesso dei singoli sostituti?
5. In mancanza di controlli istituzionali sull'attività del PM saranno sempre più gravi i pericoli che influenze informali e collegamenti occulti con centri occulti di potere possano influenzare l'esercizio di tale attività.
6. I veri nodi di una giustizia efficace e democratica: razionalizzare e coordinare l'attività del PM, finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticistica dell'obbligatorietà dell'azione penale e dalla mancanza di efficaci controlli sulla sua attività.
7. Le correnti dell'ANM si sono trasformate in macchine elettorali per il CSM e quella occupazione delle istituzioni da parte dei partiti politici, che è alla base della questione morale, si è puntualmente presentata anche in seno all'organo di autogoverno della magistratura con note di pesantezza sconosciute in sede politica.
8. Il magistrato attualmente viene ammesso in carriera sulla base di un bagaglio culturale meramente nozionistico e ai criteri passati di accertamento della professionalità ne sono stati sostituiti altri dei tutto insoddisfacenti.
9. L'autonomia della magistratura rischia di essere gravemente compromessa se l'azione dei giudici non è assicurata da una robusta e responsabile professionalità al servizio dei cittadino. Certi automatismi di carriera e la pretesa inconfessata di considerare il magistrato, solo perché ha vinto il concorso di ammissione in carriera, come idoneo a svolgere qualsiasi funzione ( una sorta di superuomo infallibile ed incensurabile ) sono causa non secondaria della grave situazione in cui versa oggi la magistratura.
10. L'inefficienza di controlli sulla professionalità cui dovrebbero provvedere il CSM ed i Consigli giudiziari ha prodotto un livellamento dei magistrati verso il basso. Non si tratta di auspicare il ritorno di anacronistici criteri elitari per la formazione professionale, ma molto più semplicemente ed umilmente riconoscere che oggi nel nostro Paese in uno dei più difficili mestieri, quello dei giudice, la formazione professionale è regolamentata in modo tale da non assicurare in modo efficiente il servizio Giustizia."
Questo è stato il messaggio di Falcone, oggi mi pare che, a parte le solite lodi (di comodo), poco o niente di tutto questo sia stato realizzato. Scusa la lunghezza del mio commento, ma non potevo evitare un po' di sfruculio verso certa sinistra becera che erge una superiorità morale all'oggi inesistente o quasi. Oltre 125 politici di sx e a vari livelli inquisiti/avvisati non sono aria fritta, ancorché vorrebbero - con questa riformaccia - un senato formato da consiglieri regionali che in automatico acquisirebbero l'immunità parlamentare. Proprio grasso che cola..
Viva Falcone e viva Borsellino, sempre ^_______^