Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 06/02/2017
Post n°7851 pubblicato il 06 Febbraio 2017 da nina.monamour
Se in passato i regali più gettonati alle Prime Comunioni erano catenine, medagliette e monetine d'oro, oggi si opta sempre più spesso per tablet e smartphone. Basta dare un'occhiata ai bambini che frequentano ancora la scuola elementare per accorgersi che quasi tutti, ormai, hanno già dimestichezza (forse anche più dei genitori) con app, sms e siti internet. L'età di ingresso nel mondo tecnologico e mediale si sta sensibilmente abbassando, complici soprattutto gli atteggiamenti lassisti e permissivi di mamme e papà che spesso ignorano i risvolti di questa pratica. Ma è giusto dare il cellulare ai bambini? Per me, assolutamente no, fino ai 13 anni circa, cioè intorno alla terza media, i bambini e i preadolescenti dovrebbero essere “preservati” e tenuti lontani da smartphone e tablet, anche a costo di andare contro corrente rispetto alla massa. Spesso, infatti, i genitori non riescono a imporre la loro autorevolezza, specialmente in fatto di dispositivi elettronici, perché sono frenati dai comportamenti "elastici" di altri mamme e papà. Quello che mi sento dire più spesso è che al giorno d'oggi è sempre più difficile dettare delle regole ai figli perché i loro coetanei sono abituati diversamente e questo potrebbe crear loro dei problemi. Eppure, se abbiamo a cuore il benessere dei più piccoli, bisogna correre il rischio di sembrare, agli occhi degli altri, severi, rigidi e intransigenti. I genitori devono essere consapevoli che mettere uno smartphone in mano a un bambino equivale a dargli il permesso di girovagare da solo per la città di notte, è azzardato e pericoloso. L'uso quotidiano del telefonino da parte di bambini e ragazzini può avere ricadute significative dal punto di vista psicologico, I più piccoli, infatti, potrebbero sviluppare problemi di attenzione, perdita di memoria e concentrazione, rimanere passivi di fronte agli stimoli esterni e sembrare indifferenti nei confronti delle relazioni sociali. Un utilizzo compulsivo di questi dispositivi, inoltre, influisce negativamente sulla qualità del sonno e aumenta comportamenti "a rischio" come l'aggressività. I bambini devono sviluppare la fantasia, esplorare il mondo che li circonda, uscire dai confini del reale, evitando di trascorrere le loro giornate con gli occhi fissi su uno schermo. Infine, dobbiamo evitare che i giovanissimi entrino in contatto troppo precocemente con la Rete, un mare magnum di immagini forti, riferimenti sessuali e messaggi borderline che non sono affatto alla portata di bimba o di bimbo. Quante volte ci è capitato di vedere un genitore mettere il telefonino in mano al figlio per spegnere pianti e capricci? Purtroppo è una pratica “di tendenza”, ma al contempo gravissima, sembra che le madri e i padri non siano più in grado di gestire i piccoli momenti di crisi dei bambini e scelgano la via più semplice. Bisogna evitare di usare lo smartphone come "sedativo" o, peggio ancora, come arma di ricatto. È sbagliatissimo dire frasi come “se mangi le verdure, ti faccio giocare con il cellulare”. Il bambino deve sviluppare la percezione della fame, del gusto e della sazietà, indipendentemente da app e giochini virtuali. |
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