Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
BENVENUTI
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"...
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
Ho imparato…Che crescere non significa solo fare l’anniversario
Che il silenzio è la miglior risposta quando si sente una stupidaggine
Che lavorare non significa solo guadagnare soldi
Che gli amici si conquistano mostrando chi realmente siamo, che i veri amici stanno con noi fino alla fine, che le cose peggiori spesso si nascondono attraverso una buona apparenza
Che la natura è la cosa più bella di questa vita, che quando penso di sapere tutto ancora non so’ niente
Che un solo giorno può essere più importante di molti anni, che si può conversare con le stelle
Che ci si può confessare alla luna, che si può viaggiare nell’infinito
Che è salutare sentire buone parole, che anche ad essere gentili fa bene alla salute, che è necessario sognare, che si può essere bambini tutta la vita
Che il nostro essere è libero, che Dio non vieta nulla in nome dell’amore
Che giudicarsi non è importante quando realmente importa è la pace interiore, e finalmente ho appreso che non si può morire per imparare a vivere..
(W.Shakespeare)
SORRIDERE SEMPRE..
Non è vero che le cose passano,
non passano mai.
Sei tu che, ad un certo punto, gli passi
davanti sorridendo!
A volte nella vita non riusciamo a raggiungere il meglio ma possiamo evitare il peggio
I. Calvino
Messaggi del 10/04/2018
Post n°8373 pubblicato il 10 Aprile 2018 da nina.monamour
Non parlo mai di violenza sulle donne perché sono ossessionata dalla paura che in Italia tutta la questione femminile finisca per ridursi al suo aspetto più mediatico e cruento, le morti per mano maschile. Facendo dimenticare che è la nostra mentalità profondamente e ubiquamente sessista che pervade ogni aspetto della nostra vita a sfociare anche in episodi di incredibile violenza. Però mi sono svegliata stamattina con l'immagine di una donna con la mandibola spezzata da un proiettile e i tubi infilati nella trachea. Apro il giornale e leggo che si è risvegliata in un letto di ospedale. A lei i genitori, il fratello e le sorelle dovranno trovare le parole, non so come, per comunicarle, che le sue due figlie sono state uccise dal loro padre. Lo stesso che avrebbe voluto uccidere anche la moglie e che poi, ma solo dopo avere firmato una serie di assegni a favore della sua amante, si è tolto la vita. Sono giorni che mi chiedo se non fosse stato meglio morire, giorni che, fissando il bianco delle nuvole, provo a cancellare la mia identità e a fingermi lei, Antonietta. Per raccoglierne il dolore, solo ci riuscissi. E invece continuo a raccontare la sua vicenda, in uno inutile sforzo di esorcizzazione. E ricevo sempre la stessa domanda.. "l'amante di chi?" "di lei?" "no,di lui". E poi silenzio, come se il problema fosse capire perché un uomo sulla soglia del divorzio, con una seconda vita sentimentale, abbia sentito l'istinto omicida verso la sua intera famiglia. La donna che lui tradiva, le figlie con gli occhiali e l'apparecchio per i denti a cui avrebbe dovuto offrire amore e sostegno e non togliere loro la vita. Per noi, che in questa cultura siamo cresciute, e se non cresciute ci siamo però diventate adulte, senza possibilità di evitarla, non è difficile capire che per lui amore faceva rima con proprietà, potere, dominio, subordinazione. E che magari nell'uccidere le sue ragazze pensasse persino di essere nel giusto, di fare loro un favore, risparmiando a entrambe la sofferenza di vivere senza la madre.
Per noi che siamo italiane, donne e madri, è difficile invece capire come Antonietta farà ad assorbire tutto quel dolore senza soccombere. Senza impazzire, senza scappare da se, dalla nostra società, dalla vita. Dovendo continuare ad avere a che fare con quegli uomini, i Signori Carabinieri, che degli abusi, delle violenze, delle minacce sapevano tutto e nulla hanno fatto. Come al solito, come sempre... questo Paese che alle donne offre mimose e proiettili. |
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