SmilingSylvia

20 aprile 2014

Ieri il cielo mi appariva dilatato: le montagne coperte di neve sembravano buttarsi da un momento all’altro sulla città, come una moltitudine di piccoli vulcani giapponesi che circondano le case, quasi per proteggerle da altri pericoli con un abbraccio materno, tranquillizzante.

La luce delle otto di sera è metallica e le insegne dei centri commerciali brillano come in un immenso luna park.

Mi piace guidare a quest’ora – sotto questo cielo greve e magico – dentro quell’aria frizzante, in una serata di primavera. L’aria è tersa ed assaporo già il bel tempo di domani. Il tiepido sole che sarà. Qualche persona passeggia spedita sui marciapiedi, con il cappuccio delle felpe tirato sulla testa, le mani in tasca, le natiche contratte sotto i pantacollant o la tuta. Una donna curva sul suo bastone bianco attende davanti alle zebre, il cane accanto seduto con le orecchie sollevate. Guardingo e fedele.

In quel momento sono felice. Mi è accaduto anche il giorno prima, leggendo un libro sul destino, e guardando alcune scene di “l’amore ai tempi del colera” (quei bei vestiti lunghi, bianchi, ottocenteschi! Quei paesetti esotici, lontani, sotto lunghe file di banani e le belle corolle rosso fiammanti della poinciana pulcherrima!). Mi è accaduto anche settimana scorsa, sentendo il mio corpo, all’altezza del bacino, che ho reclinato – come per offrirlo ad un amante divino -. Ho sentito la vitalità delle viscere, i liquidi che accompagnano il desiderio, l’ombelico fiammeggiante. Mi sono unta il ventre ed ho accarezzato la mia pelle lentamente, sino a sentirmi un essere pieno, completo, un corpo e una testa uniti da un fascio di nervi sensuali, instintivi e reali, una splendida donna di antichissima casta, con un karma bizzarro, un kamasutra dimenticato dietro il  portone dell’anima.

Infine, oggi è Pasqua e ho pensato a Gesù morto per noi, sulla croce, sofferente. Per fortuna che oggi è risorto! La mia vita è così: un susseguirsi di nascite e morti, Illusioni e delusioni. Sogni e realismo. Infatuazioni e ritorno al pragmatismo. La primavera è scoppiata come la pennellata ispirata di un’artista sulla tela, e le piante hanno germogli verde brillante, come quelle di Bali, o di Pontianak, nel Borneo. La natura è pregna di sessualità, ed i fiori si ergono come piccoli membri fantasiosi nei prati sulle colline di fianco a casa mia.  La loro bellezza non mi dà tregua: la natura è una fonte ispiratrice e sento che tutta la linfa – anche la mia – è rivitalizzata dalla luce e dai colori!

Il cielo è virato al suo colore originario, quello delle cartoline, e qualche nuvola dispettosa fa capolino, come un vecchio treno a vapore, che corre lentamente e compassata sui binari: tutte insieme, ordinate e quasi in fila indiana, mi passano davanti come un carosello e poi scivolano su altri paesaggi, a mescolarsi con altri quadri, acquarelli inediti e sognanti.

Oggi il Cristo è rinato ed io sono felice che sia così. Sono felice che sia Pasqua e che possa assaporare un momento di comunione universale. Un attimo fuggente, miracoloso, che va ad incidersi da qualche parte, dentro un anfratto segreto, come un intarsio prezioso.

Buona Pasqua a tutti.