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Gertraud

Post n°14 pubblicato il 26 Aprile 2014 da Sylvia.P

Gertraud ripone i suoi classificatori nel ripiano della sua biblioteca. Spegne il computer chiudendo tutte le finestre ed infila i documenti virtuali nelle cartelle e si stira le braccia all’indietro: in cinque ore ha tradotto diverse risme di fogli, dal tedesco all’italiano. Fa mentalmente il calcolo di quanto potrà fatturare mentre con un’occhiata scorre l’agenda dove sono segnati i termini di consegna. Per oggi può rilassarsi. Si guarda le caviglie e le nota un po’ allargate. Fuori ci sono quasi trenta gradi ed il caldo e la tensione l’hanno avvolta dentro un fumo denso, come all’interno di un bagno turco. Piccolo goccioline di sudore le scorrono sulla schiena già umida, e sotto le ascelle non depilate.

 

Il suo amico, l’obeso – come lo chiama lei – non vuole che lei si depili. Desidera che lei rimanga una donna postmenarca, una che viene dall’acqua e dai primati e che non somigli ad una bambina prepuberale. L’obeso le sussurra, mentre dirige il suo arnese turgido dento di lei, che le donne depilate non gli danno il senso del sesso, dell’incontro tra uomo e donna. Quei peli umidicci lo innalzano sino ad un parossismo di eccitazione. Sino a diventarne folle. Virilmente folle.

 

Gertraud e l’obeso si sono conosciuti ad un gruppo di alcolisti anonimi nella loro città. Si sono ascoltati le rispettive storie e bla bla bla… Lui beveva perché aveva sempre bevuto, per mascherare una timidezza che nascondeva il bisogno di sentirsi uomo dopo che suo padre l’aveva preso a cinghiate ripetutamente quand’era adolescente. Pretesti, come dice lui, Pretesti per nascondere la sua viltà. L’obeso, da allora, è in attesa di qualcosa. Un incontro, uno scontro, una chiamata del destino. Il demone istigatore o benevolo.

 

Gertraud aveva iniziato a bere perché si sentiva sola, dopo che il suo compagno si era ucciso con un colpo di pistola in testa in un momento di forte depressione. 

L’obeso, rimasto affascinato dalla compostezza con cui Gertraud raccontava del suo vissuto senza farne un dramma, si innamorò di lei come un ragazzino. “Una donna tutta d’un pezzo”, soleva raccontare in seguito ai suoi amici intrigati da questa relazione di grande sesso. (Diceva proprio così: di grande sesso!).

 

L’aveva invitata fuori a cena e lei aveva risposto di no. Dopo tre riunioni del gruppo glielo aveva domandato nuovamente e lei non lo aveva nemmeno guardato in faccia e se ne era andata sbattendo la porta della sala del Centro. L’obeso, però, aveva creduto di notare sul suo viso un sorriso beffardo come a voler dire “la prossima volta sarò ancora più crudele”. E questo l’aveva ringalluzzito. Due settimane dopo la bloccò sulla porta d’uscita e le disse: “ti prego, esci con me! Mi sono innamorato della tua non-storia ed ho voglia di scriverla con te!”. Quella frase lasciò basita Gertraud che accettò l’invito per mancanza di volontà di rifiutarlo.

Qualche giorno dopo, digerendo un paté di olive ed uno sformato di finocchi e ricotta, ed un sacco di acqua minerale sgassata, si erano ritrovati nel letto di lei, a fare l’amore come due adolescenti infoiati.

 

Gertraud si fionda sotto la doccia e si accarezza il corpo con il grosso cubo verde di sapone di marsiglia. Gertraud è una donna pratica che acquista quasi solo via internet e ha tre personal computer per ogni operazione che deve compiere: e-banking, e-booking, e sesso online, of course. Si profuma con infusi che ha trovato un po’ ovunque, durante i suoi viaggi per lavoro e per diletto. Come una sacerdotessa mescola intrugli sul suo corpo, con oli per bambini ed attende l’obeso. L’obeso arriva sempre profumato e pulito come un neonato, e vestito di fresco lana o di lino arioso. La bacia sulla bocca e le porge i fiori. E’ sabato sera ed è una serata di fine aprile. Stranamente l’aria è un po’ torrida per la stagione, ma si sa che in primavera i cumulinembi fanno i capricci nel cielo: giocano a rincorrersi e a scontrarsi, sorretti da correnti turbolente. I due amanti cenano e poi l’obeso inizia a parlare e a parlare e Gertraud ascolta ed ascolta, sino a che, stufa, si alza da tavola e gli dice “rigoverna i piatti che io ti aspetto in camera”. L’obeso si sveste ed appoggia con cura i vestiti sul divano e lava i piatti. La sua eccitazione è al massimo. Gertraud lo attende altrettanto nuda nella camera da letto con le gambe spalancate, un lenzuolo di cotone finissimo appoggiato sino alla vita.

 

 
 
 
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