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Post n°45 pubblicato il 16 Ottobre 2021 da soliloquio.primo

 

Salsedine e pasta di mandorla. Lo scirocco, il fruscio del canneto incipriato di sabbia. Il sangue sull'asfalto rovente,  il silenzio degli onesti. L'ignoranza atavica avvinghiata alla Storia, all'Arte, alla Letteratura, intrecciate, come tronchi e rami d'Ulivo. I riti di dolore della Settimana Santa, gli orrori del Sacro e del Profano. Sant'Agata e Santa Rosalia, i mafiosi che pregano e si battono il petto nella folla delle processioni. 

Uno Stato, un altro Stato. Uno statuto di tracotanza, trionfo dell'illegittimo, dell'occultamento, dell'oblio, dell'omertà che uccide chi è rimasto vivo. 

L'opulenza della tavola imbandita e delle pasticcerie. I ritornelli urlati degli ambulanti.

La Via del Sale, la Fata Morgana,  l'orizzonte che s'inabissa nel mare che porta all'Africa, zolle di terra crepate dal sole, l'arsura dell'afa, il fuoco che zampilla radioso nella notte, la cenere opaca che oscura il cielo di giorno fino a farne sera.

Le foglie spinose dei fichi d'India, l'agave inattesa sul bordo della strada,  la vendemmia, l'odore intenso del mosto che ubriaca, l'oro degli agrumeti, il mercato del pesce, l'orrore della mattanza al tramonto.  Il profumo inebriante delle zagare e dei gelsomini nei cortili delle case di tufo.  La lussuria dello sfarzo delle Chiese barocche. Le piazze sontuose, memorie di quel tempo che fu.

Un diploma di laurea mai incorniciato, un vestito da sposa  ingiallito dentro una cassapanca in soffitta, gli occhi di una madre e di un padre ormai troppo vecchi per passare il mare, un fratello bambino diventato uomo. Squarci faticosamente, dolorosamente rattoppati, malcelato orgoglio, le spalle dritte, la testa alta, lo sguardo puntato avanti. 

Passi incompiuti, destini avversi, giorni decurtati, conti alla rovescia. Una porta chiusa a chiave con cinque mandate. Un lungo silenzio sulla via del non-ritorno

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Commenti al Post:
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 30/10/21 alle 05:58 via WEB
E’ molto bello questo post. Una descrizione palpitante e ricchissima, fulgida di riferimenti minuziosamente dettagliati, scolpiti come gemme incastonate in una corona di contraddizioni e piccoli colpi al cuore da soffocare dentro una cassapanca in soffitta, accanto ad un abito da sposa ingiallito e a squarci di dolore rattoppato con fatica. Accanto allo sguardo di un genitore invecchiato, ad un fratello bambino diventato già uomo e ad una laurea mai incorniciata. Ma questa Sicilia con i suoi intrecci contrastanti è (anche) una metafora inevitabile dell’attuale mondo digitale. Salsedine e pasta di mandorla – stimoli e spunti gustosi, carezze gradite e morbide di parole fluide e corrispondenze estetiche – scoperte inattese come agave sul bordo della strada; ma anche sangue sopra l’asfalto rovente e tutto il silenzio degli onesti o dell’omertosa riluttanza incipriata di troppa educazione. L'ignoranza atavica si avvinghia a profonde radici culturali ma anche ad una cultura apparente o solo didascalica, a superstizioni ingenue o scandalose e a blasfemie costruite su di un’ipocrisia ordinaria e scadente. Le vittime carnefici pregano e si battono il petto nella folla delle mediocrità, alla caccia di nuove streghe da fraintendere, stravolgere, snaturare e poi bruciare ed occultare. Uno statuto di tracotanza, di ritornelli urlati, di trionfo dell'illegittimo. Ed in tutto ciò, il profumo inebriante delle zagare e dei gelsomini, qualche persistente e sfarzoso esempio d’ingegno o di sontuoso talento, memorie di un tempo che fu. E così è - come là, fuori nel mondo, così anche qui, dentro, nel non luogo del dovunque - e così sono: i passi incompiuti, i destini avversi, i giorni decurtati, i conti alla rovescia e le porte virtuali già chiuse a chiave con cinque mandate. Un lungo silenzio sulla via del non-ritorno…
 
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RE.

Perchè quelle nubi che si aggravano sempre sulla vostra fronte?

AMLETO.
         Nubi no, signore,
         sono troppo al sole per ciò
 

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